Йосиф Сліпий - Спомини

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Книга проливає світло на драматичну долю видатної постаті — провідника УГКЦ й ісповідника віри Йосифа Сліпого (1892–1984). Особисті спогади патріярха представляють його життєвий шлях від затишного батьківського дому через пастирське служіння, терпіння у тюрмах, таборах і на засланні аж до визволення у 1963 році. На тлі життя Йосифа Сліпого перед очима читача постає ціла епоха, описується життя Церкви та складні релігійні й суспільні процеси того часу.
Для науковців, дослідників церковної історії та широкого кола читачів.
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Ці особисті спогади мого великого попередника з XX століття проливають світло на невідомі досі сторінки життя і тернистого шляху Митрополита Йосифа Сліпого. Вони видаються для вшанування пам’яті цього великого церковного мужа до 30-х роковин його смерти.
На сторінках цього твору Патріярх Йосиф постає перед нами в усій незламності свого духа та в глибокому усвідомленні тої великої відповідальности, яку Боже Провидіння поклало на нього у важкі часи переслідування нашої Церкви.
Глибоко вірю, що це видання буде не лише вартісним джерелом в ділянці історії та мартирології нашої Церкви, а й надихатиме наших вірних до стійкости у вірі та наслідування чеснот Патріярха Йосифа, цього великого мужа українського народу, і з часом посприяє тому, що він буде прославлений серед лику святих як геройський ісповідник віри.
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Завдяки цій книжці, яка передається в руки читачів, постать Блаженнішого Патріярха Йосифа стане зрозумілішою та краще знаною. Читач усвідомить собі, чому Блаженнішого Патріярха Йосифа вважаємо ісповідником віри Христової та справжнім борцем за існування нашої Церкви. Зібраний у цій книжці матеріял не тільки заповнює прогалину в історії життя цього великого мужа, збуджує належну пошану до людини, яку Боже провидіння поставило бути главою нашої Церкви в дуже критичні часи, але й заохотить уважних читачів, духовних чи мирян, служити Богові та своєму народові, що Боже дай.
+ ЛЮБОМИР

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In quel tempo, nei monti Carpazi, circa un milione di patrioti ucraini combattevano nelle file dell’UPA contro le truppe regolari sovietiche, infliggendoli gravi perdite. Il comando sovietico, per nascondere queste perdite, ha ordinato di bruciare perfino і cadaveri dei propri soldati caduti in combattimento.

Lo Stato Maggiore sovietico ha detto apertamente il motivo per la loro strana richiesta e cioè, che per і sovietici sarebbe vergognoso occupare adesso l’Ucraina Occidentale (dove operavano le truppe dell’UPA) con la guerra, mentre loro volevano pro foro externo che la popolazione di questi territori ucraini esprimesse espressamente, per mezzo della proclamazione, il desiderio di appartenere all’URSS.

La delegazione ha subito replicato che questo problema è molto difficile e pericoloso, perchè eventuale mio intervento presso il comando dell’UPA potreb-be far sospettare K.G.B. (Komitet Gosudarstviennoj Besopasnosti — Comitato della Sicurezza dello Stato), il quale allora si chiamava M.G.B. (Ministerstvo Gosudarstviennoj Besopasnosti — Ministero della Sicurezza dello Stato), che la Chiesa cattolica ucraina ha qualche contatto con l’UPA. Rispondendo a questa obiezione, il capo dello Stato Maggiore ha assicurato la delegazione che l’affare in parola è della competenza di Stato Maggiore, quindi possono stare tranquilli e non temer nulla da parte del M.G.B.

La delegazione, tornata da Mosca a Leopoli, mi ha riferito con esattezza le conversazioni avute con dirigenti sovietici. Intanto il Comando militare sovietico ha intavolato le trattative con і rappresentanti del comandante supremo dell’UPA, generale Szuchewycz. Mentre queste trattative duravano già per qualche mese, un colonnello sovietico mi ha confidenzialmente awertito, tramite un nostro sacerdote, se entro due settimane non riuscirö a far cessare i combattimenti dell’UPA contro l'Armata Sovietica, la nostra Chiesa sarà liquidata. Allora io ho cercato fare quello che ho potuto per allontanare і gravi pericoli che minacciavano la rovina della nostra Chiesa, ho scritto ai nostri nazionalisti (gruppi dirigenti dell’UPA), accennando che è imprudente continuare la guerra contro l'Armata Rossa, la quale e più forte perchè molto più numerosae perchè ha sconfitto Hitler, quindi con tempo riuscirà prevalere anche sulle forze dell’UPA. Questo mio intervento non ha combiato l’atteggiamento dell’UPA che ha continuato a lottare.

Nel frattempo continuavano regolamente le settimanali sedute del Sinodo arcidiocesano. Padre De Vocht (Provinciale dei PP. Redentoristi), che spesse volte prendeva parte a queste sedute sinodali, mi diceva, che per ora, le cose vanno molto bene. Quasi a confermare questa sua opinione, è venuto da me il Ministro ucraino della Istruzione e del Culto da Kiovia ed ha promesso di restituire tutto ciò che era proprietà della nostra Chiesa, cioè: chiese, monasteri, tipografie, Seminari, Academia Theologica. Perfino si è impegnato di sottoporre alla mia giurisdizione і fedeli di rito bizantino slavo residenti nella Polonia (nonostante lesistenza dei confini tra due Stati). In tal modo governo sovietico voleva, per mezzo mio, aver influsso sui fedeli ucraini e russi in Polonia. Congedandosi da me, il suddetto Ministro mi ha chiesto di dimenticare le amarezze e le persecu-zioni subite nel 1939–1941 e di aver piena fiducia nel governo sovietico.

Nonostante queste assicurazioni e promesse del governo sovietico, io avevo presentimenti dellawicinarsi dei tempi molto difficili per la nostra Chiesa e quindi, nei primi giorni d’aprile 1945, io invitato da me il Vescovo Mons. Niceta Budka, il Vescovo Mons. Nicola Czarneckyj, Padre Clemente Szeptyckyj, nominate da me archimandrita degli Studiti, e Padre Giuseppe De Vocht, Provinciale dei PP. Redentoristi. Dopo averli lungamente spiegato le mie preoccupazioni per le sorti della nostra Chiesa li ho segretamente nominati sub secreto sigilli Amministratori, nel caso che sarò impedito, per qualsiasi ragione di eseguire il mio ufficio del Metropolita.

Infatti M.G.B. (Ministero della Sicurezza della Stato) già da tempo aveva preparato il piano del mio arresto e della liquidazione della nostra Chiesa, la quale era l’ostacolo allazione ateistica del Partito comunista sovietico. Circolavano le notizie ehe questo piano è stato suggerito dal redattore comunista Sig. Jaroslav Galan e dall’apostata Rev. Gabriele Kostelnyk.

La realizzazione di questo piano e iniziata 11 aprile 1945 con il mio arresto. Subito dopo (durante la notte) sono stato transportato da Leopoli a Kiovia, dove mi tenevano isolate nella dura prigione per un anno e mezzo. Intanto gli esecutori ed і promotori del piano suddetto con le lusinghe e con le minacce stavano preparando l’accozzaglia di oltre duecento persone tra і timidi sacerdoti e laici ehe, nella primavera del 1946, hanno dichiarato la liquidazione della Chiesa cattolica ucraina.

Dopo il mio arresto e deportazione il Capitolo Leopoliense non sapendo niente della nomina degli Amministratori, ha proceduto allelezione di alcuni Vicari Capitolari, і quali, mi sembra, sono stati approvati sub secreto dal Padre Clemente Szeptyckyj e dal Padre Guiseppe De Vocht, C. SS. R. Purtroppo, і sovietici, in qualche modo, sono riuschiti a sapere і nomi degli eletti Vicari Capitolari e li hanno arrestati uno dopo l’altro.

Insieme con me furono arrestati il Vescovo Mons. Niceta Budka e il Vescovo Mons. Nicola Czarneckyj. Piu tardi venne arrestato anche Padre Clemente Szeptyckyj. Quindi a Leopoli e rimasto l’ultimo dei quattro Amministratori da me nominati, cioe Padre Giuseppe De Vocht, ed io son riuscito a confermare questa nomina. Essendo egli cittadino belga, і sovietici non volevano arrestarlo, perö, qualche anno dopo, lo hanno espulso dall’Unione Sovietica.

Appena mi giunse la notizia della sua espulsione ho proweduto a nominare un altro Amministratore, nella persona del Padre Giovanni Ziatyk, nuovo provinciale dei PP. Redentoristi. Purtroppo, fra poco, fu arrestato anche lui. Allora, quale nuovo Amministratore, ho nominato il canonico Adriano Zafijowskyj. Quando egli era in pericolo, gli ho suggerito di prendere come coadiutori Padre Nicola Chmilowskyj, Padre Giovanni Czorniak, Rettore del Seminario Diocesano di Leopoli e Padre Myssak, C.SS.R.

Finalmente ho stabilito che і seguenti tre sacerdoti: Padre Zafijowskyj, Padre Czorniak e Padre Basilio Welyczkowskyj, C.SS.R. (recentemente liberato dai campi e residente a Leopoli), ehe stanno a Leopoli, devono decidere insieme le questioni difficili, mentre come Amministratore rimane sempre Padre Zafijowskyj.

Quando grazie alle paterne sollecitudini di Vostra Santità sono stato liberato dalla prigione, prima di partire per Roma ho chiamato a Mosca, con permesso del Ministero della Sicurezza Interna della Republica Socialista Federativa Russa, il Padre Basilio Welyczkowskyj. C.SS.R. (nato nel 1903 ed ordinato sacedote nel 1925) e lunedi il 4 febbraio scorso, durante la S. Messa binata, lo ho consacrato Vescovo di Luzk, nella camera dell’albergo “Mosca” (6 piano, № 124). Dopo la S. Messa gli ho spiegato ehe devo andare a Roma, mostrandogli e consegnando-gli l’augusta lettera di Vostra Santitä, e ehe quindi vado a Roma per eseguire il venerato ordine del Santo Padre e non per salvare la mia persona.

V. Diocesi di Peremvšl.A capo della diocesi di Premislia nel 1945 era il Vescovo Ordinario Mons. Giosafat Kocylowskyj e suo Vescovo Ausiliare Mons. Gregorio Lakota. Trovandosi la sede vescovile con una parte della diocesi di Premislia nei confini della Polonia, Mons. Kocylowskyj ha proweduto alla nomina dei due Vicari Generali per quella parte della diocesi ehe si trovava nei confini della Unione Sovietica: Padre Michele Melnyk e padre Nicola Panas. Purtroppo il primo рій tardi apostato, mentre l’altro non e riuscito a fare molto. Perciò quasi tutti і sacerdoti della suddetta parte della diocesi di Premislia venivano a Leopoli per prendere direttive necessarie riguardanti il loro difficile lavoro pastorale.

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