Текст другого меморіялу, ймовірно, був майже ідентичний з першим, за винятком початку, що, зрештою, цілком зрозуміло, бо змінився адресат листа. Із смертю папи Івана XXIII деяка інформація вже втратила свою актуальність, інша ж потребувала актуалізації. Скажімо, якщо в першому меморіялі Йосиф Сліпий просить папу Івана XXIII схвалити деякі нововведення, що випливали з потреб життя підпільної Церкви, поновити процес беатифікації митрополита Андрея Шептицького та затвердити його таємні церковні призначення, то в другому звіті до Павла VI він просто інформує новообраного папу про відповідні рішення його попередника з цих питань і формально просить повторного схвалення та підтвердження.
До цього другого меморіялу Йосиф Сліпий долучив ще один короткий документ, у якому скаржиться на невідповідну позицію примаса Стефана Вишинського щодо українських греко-католиків у Польщі та занедбання їх духовних потреб і просить папу розрадити його вірних призначенням для них нового єпископа східного обряду.
Меморіяли Йосифа Сліпого становлять неабияку цінність для історії підпільної УГКЦ з огляду на зміст і джерело поданої в них інформації, адже подають цінні відомості з перших уст. Звіт митрополита, поданий у цих меморіялах, є чи не єдиним офіційним документом, що вносить ясність у справу підпільних призначень деяких священиків-адміністраторів та єпископів, про які раніше існував певний здогад (через усні свідчення очевидців) чи сумнів, але не було документального підтвердження. Тепер цей звіт митрополита стає доступний для широкого загалу.
Sanctissime Pater, |
Beatissimo Padre, |
prostrato ai piedi di Vostra Santitä prego umilmente di voler gradire an-cora una volta і sensi della mia filiale ed indelebile gratitudine per la particolare paterna bontä e benevolenza della Santità Vostra, per і particolari favori e preziosissimi doni, specialmente per l’indimeticabile l’udienza benignamente concessami domenica il 10 febraio scorso e per il molto gradevole appartamento in cui mi trovo adesso. // Preparando una lunga relazione sulla vita della Chiesa nelle catacombe e sulla mia prigionia nei carceri e nei campi sovietici, mi permetto di presentare umilmente, con questa mia lettera, soltanto il breve riassun-to sullo stato odierno della Chiesa nell’URSS, sottoponendo ai piedi di Vostra Santità alcune mie suppliche. |
Ad pedes Sanctitatis Vestrae provolutus mi permetto di umiliare і sentimenti della mia profondissima venerazione e della completa dedizione di me stesso alla Santa Madre Chiesa e al Vicario di Gesii Cristo in terra. In pari tempo mi piace di trasmettere gli umilissimi voti, auguri e sentimenti di completa ed irrevocabile obbedienza fino alleroismo e fino alla morte dei miei sacerdoti e fedeli, ehe soffrono per la fede di Dio e per la loro fedeltà senza compromessi alla Santa Sede Apostolica Romana. |
I. Sono molto felice di poter comunicare alla Santità Vostra, ehe appena ci è giunta la notizia sulla preparazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, convocato da Vostra Santità, io personalmente e miei sacerdoti e sacerdoti di rito latino abbiamo celebrato molte Sante Messe ed abbiamo offerto molti Rosari e sacrifici per il felice esito di questo Concilio. // Inoltre molte S. Messe abbiamo celebrate per la salute di Vostra Santità, quando ci è arrivata la notizia sulla malattia del nostro Padre Comune. Dopo il mio felice arrivo a Roma, anche qui ho offerto una S. Messa alla stessa intenzione, pregando il Signore affinchè voglia conservare la Santità Vostra ancora ad multos annos . |
I. In una delle mie udienze, ehe il Santo Padre Giovanni XXIII di s.m. si è degnato di concedermi ho pregato umilmente di “ supplere ex thesauro Ecclesiae ” tutte le Messe da celebrarsi in connessione con le antiche fondazioni e manuali “ et rata habere quae qua-ecumque modo bona fide facta sunt ” |
II. Passando alle mie suppliche mi permetto di pregare umilissimamente, ut Sanctitas Vestra benigne omnia valida faciat, quae bona fide facta sunt (quoad illicitatem materiae S. Eucharistiae, quoad contractionem Missarum, quoad impedimenta matrimonialia et quoad indulgentias) in mea Metropolia et in tota Russia Sovietica a sacerdotibus catholicis utriusque ritus . Sono stato pregato espressamente dai suddetti sacerdoti di umiliare ai piedi di Vostra Santità questa supplica, riguardante la contrazione delle S. Messe manuali R. delle Messe data la estinzione delle fondazioni, alle quali era legato l’obbligo della celebrazione di queste Messe: Ut Sanctitas Vestra ex thesauro Ecclesiae adimpleat . |
II. Mi sono permesso inoltre di pregare benignissimamente il Papa Giovanni XXIII, “ ut Sanctitas Sua benigne omnia convalidet, quae bona fide facta sunt quoad illicitatem materiae S. Eucharistiae, quoad contractionem Missarum, quoad indulgentias et quoad alla Sacramenta in mea Metropolia et in tota Russia Sovietica a sacerdotibus catholicis utriusque ritus ”. Di questa cosa ho anche referito alla S. Congregazione per la Chiesa Orientale. |
III. Ut Sanctitas Vostra permittat continuare processum praeparatorium beatificationis Servi Dei Metropolitae Andreae Szeptyckyj mei praedecessoris . |
III. Mi è molto grato di portare alla benignissima conoscenza di Vostra Santità che il Santo Padre Giovanni XXIII di s.m. [817]ha concesso la grazia di continuare il processo informativo sulla santità della vita del Servo di Dio Metropolita Andrea Szeptyckyj presso il Vicariato di Roma. Dignetur Sanctitas Vestra haec omnia annuere et confirmare. |
IV. Ancora prima della morte del compianto Metropolita Andrea Szeptyckyj, che è awenuta il 1 novembre 1944, io, come suo Coadiutore, ho cominciato ad ordinäre gli affari della Metropolia, perchè il Metropolita Andrea, da parecchi anni paralizzato, era immobilizzato alla poltrona. Nonostante do, egli ha continuato di presiedere al Sinodo arcidiocesano finchè ha potuto, cioe fino alla morte. // Nel frattempo io ho terminato la mia opera dommatica, il volume della Storia di filosofia medievale ed il volume dedicato alla pastorale attuale con le direttive per і sacerdoti nei tempi di guerra. Quindi mi sono completamente dedicato agli affari della Metropolia. // Dopo la morte del Metropolita Andrea continuavo io a guidare ed a presiedere al Sinodo ehe si svolgeva a Leopoli. Le sedute erano fissate per ogni giovedi, alle quali prendevano parte molti sacerdoti, provenienti da tutte le nostre diocesi, specie dalla arcidiocesi di Leopoli, perchè loro erano і ріù vicini alla sede del Sinodo. Debbo sottolineare che i sacerdoti venivano molto volentieri per ascoltare le deliberazioni e decisioni riguardanti la cura animarum . // Nell'autunno del 1944, cioè poco dopo che ho preso і redini della Metropolia, il governo sovietico mi ha suggerito di mandare una delegazione a Mosca per chiedere la legalizzazione della nostra Chiesa, dicendo che cosi hanno fatto і membri di altre confessioni religiose. // Dopo avermi consultato con le persone esperte e di fiducia, mi sono deciso di nominare tale delegazione con a capo Padre Clemente Szeptyckyj, archimandrita degli Studiti, e alcuni altri sacerdoti come membri. Tra loro era anche il disgraziato Padre Gabriele Kostelnyk, designato membro della progettata delegazione ancora dal Metropolita Andrea, e desiderato dal governo sovietico. |
IV. Ora mi permetto a sottoporte umilmente alla Vostra Santità un quandro situazione della Chiesa nell’URSS fino alla mia liberazione. Ancora prima della morte del compianto Metropolita Andrea Szeptyckyj, che è awenuta il 1 novembre 1944, io, come suo Coadiutore, ho cominciato di ordinare gli affari della Metropolia, perchè il Metropolita Andrea, da parecchi anni paralizzato, era immobilizzato alla poltrona. Nonostante ciò, egli ha continuato di presiedere al Sinodo arcidiocesano finchè ha potuto, cioè fino alla morte. // Nel frattempo io ho terminato la mia opera dommatica, il volume della Storia di filosofia medievale ed il volume dedicato alla pastorale attuale con le direttive per і sacerdoti nei tempi di guerra. Quindi mi sono completamente dedicato agli affari della Metropolia. // Dopo la morte del Metropolita Andrea continuavo io a guidare ed a presiedere al Sinodo ehe si svolgeva a Leopoli. Le sedute erano fissate per ogni giovedi, alle quali prendevano parte molti sacerdoti, provenienti da tutte le nostre diocesi, specie dalla arcidiocesi di Leopoli, perchè loro erano і ріù vicini alla sede del Sinodo. Debbo sottolineare che і sacerdoti venivano molto volentieri per ascoltare le deliberazioni e decisioni riguardanti la cura animarum . // Nell'autunno del 1944, cioè poco dopo che ho preso і redini della Metropolia, il governo sovietico mi ha suggerito di mandare una delegazione a Mosca per chiedere la legalizzazione della nostra Chiesa, dicendo che cosi fanno і membri di altre confessioni religiose. // Dopo avermi consultato con le persone esperte e di fiducia, mi sono deciso di nominare tale delegazione con a capo Padre Clemente Szeptyckyj, archimandrita degli Studiti, e alcuni altri sacerdoti come membri. Tra loro era anche il disgraziato Padre Gabriele Kostelnyk, designato membro della progettata delegazione ancora dal compianto Metropolita Andrea. Del resto io ho dovuto destinarlo membro della delegazione perchè tale era il desiderio del governo sovietico. |
A Mosca la nostra delegazione ha trovato l’accoglienza molto buona. Stalin ha riconosciuto la nostra Chiesa con la mia persona come primate di essa. In seguito la delegazione e stata invitata dallo Stato Maggiore dell’Esercito sovietico ad un ricevimento offerto in suo onore. Durante questo incontro і componenti dello Stato Maggiore, essendo consapevoli quale grande infiusso ha la Chiesa cattolica sul popolo ucraino, domandavano ed esigevano dalla delegazione di procurare, dopo il ritorno a Leopoli, il mio intervento presso il supremo comandante dell’UPA (Ukrajinska Powstanska Armija — Armata Partigiana Ucraina) generale Szuchewycz, per persuaderlo di seccare la guerra contro l'Armata Rossa.