Si voltò e vide entrare la sua collega. Indossava una vestaglia bianca e si asciugava i capelli.
Riker mise in tasca il cellulare. «Il dottor Slope ha finito l'autopsia del guardiano notturno. Era morto da circa due settimane. Cause naturali. Credi che lo spaventapasseri avesse progettato quest'ultimo omicidio?»
«No. Aveva fatto amicizia con il vecchio anni fa. Voleva passare un po' di tempo nel palazzo dove la madre era stata uccisa. Quella era la sua idea di casa.»
Con grande sorpresa di Riker, Mallory accettò un bicchiere di bourbon e soda.
Si chiese se Mallory bevesse quando era sola. Certo, non avrebbe mai bevuto in pubblico, col rischio di perdere il controllo davanti a dei testimoni. «Allora è questo che ha innescato le impiccagioni? La morte del guardiano?»
«Non lo sapremo mai, grazie a Deluthe.» Mallory fissò la tasca in cui Riker aveva riposto il cellulare. «Che notizie ci sono dall'ospedale?»
«Se ti riferisci a Deluthe, sopravviverà.» Riker la guardò finire il bourbon. «Ha il naso rotto, una frattura alla testa e la spalla lussata. E gli rimarrà una brutta cicatrice in faccia, un sacco di punti. Il dottore dice che Deluthe non sembra preoccupato per questo, anzi, è quasi contento.» Prese il telecomando del televisore. «Se invece pensavi a Sparrow, hanno detto che domattina sarà tutto finito.» Non riuscì a capire quale reazione la notizia avesse suscitato in Mallory. Perlomeno non aveva sorriso. «E ora le buone notizie.» Riker accese il televisore eliminando il sonoro, preferiva dare la sua versione dei fatti. «I giornalisti sono molto confusi sul numero dei cadaveri. Pensano che lo spaventapasseri sia ancora vivo, ma gravemente ferito.» Indicò l'immagine di un'adolescente presa d'assalto dai microfoni. «E quello che ha detto la ragazzina.»
Mallory annuì. «È rimasta sul tetto soltanto pochi minuti.»
La ragazzina tremava davanti alle telecamere e Riiter si avvicinò allo schermo. «Guarda qui, il padre sta per picchiare i giornalisti.» Partì un pugno. «Bel colpo.» Poi l'inquadratura cambiò. Adesso c'erano tre bambini che parlavano tutti insieme. «Oh, i ragazzini! Adesso viene il bello.»
«Non hanno visto niente» disse Mallory. «Si sono nascosti prima che potessero…»
«Sì, ma secondo la loro versione, tu hai sparato a quel bastardo alle gambe, poi gli hai sottratto la pistola e gli hai sparato un'altra volta. Ma sapevano che era ancora vivo perché l'hanno visto allontanarsi da te strisciando. Dio benedica la loro fantasia.»
«Ho bisogno di qualcosa per innervosire un sospettato.» Mallory, nella sala operativa, allineava le fotografie sulla parete. «Dobbiamo risolvere l'omicidio di Natalie, stanotte.»
Era comprensibile. In mattinata le vere notizie sullo spaventapasseri sarebbero state di pubblico dominio. «D'accordo» disse Charles. «Erano due le persone che la pedinavano. Solo l'assassino di Natalie lo sapeva.» Mallory era scettica.
«È una questione di stile» continuò. «Il primo pedinatore era l'ex marito. Sono sicuro che Lars aveva ragione su questo. Forse potremmo perdonarlo per…»
No. Uno sguardo a Mallory e lo convinse del fatto che il perdono era fuori questione. Charles prese uno dei messaggi ingialliti. «Erik Homer picchiava la moglie, era un tipo poco paziente. Non è credibile che passasse delle ore a ritagliare – una alla volta – le lettere dai titoli dei giornali. E solo per comporre artistici messaggi per Natalie.» Lesse ad alta voce le parole del messaggio. «"Oggi ti ho toccato", suona più poetico che minaccioso. Non è nello stile di Erik Homer. Quando ha incontrato la seconda moglie, ha smesso di seguire Natalie. Infatti lei ha smesso di chiamare la polizia, e questo spiega l'intervallo di due settimane nelle denunce. È stato il secondo uomo che ha lasciato questi messaggi, l'amava e l'ha uccisa.»
«Ammettiamo che sia così.» Mallory si allontanò dalla parete per permettergli di osservare i ritratti dei suoi cinque sospetti come apparivano vent'anni prima. La fotografia di Lars Geldorf proveniva dall'archivio di un giornale. I primi piani di altri due detective e di un agente erano stati ricavati dalle Polaroid scattate sulla scena del delitto ed elaborate al computer. La foto di un altro agente era stata recuperata dal suo fascicolo personale. «Sappiamo che il nostro uomo era un poliziotto, ma chi?»
«Come possiamo essere sicuri che sia uno di questi?»
«Perché uno degli agenti ha informato la centrale dell'impiccagione classificandola come un suicidio, e tre detective sono corsi sul posto.»
«Fammi indovinare» disse Charles. «Di solito non intervengono tre detective per un suicidio?» Cosa stava tralasciando? Osservò le fotografie degli uomini in giacca e cravatta. «Hai ristretto il campo a questi detective perché tutti e tre hanno ignorato le denunce di Natalie?»
«No.»
Certo che no, troppo facile.
«Su una cosa hai ragione.» Mallory appese al pannello una fotografia di Natalie Homer che sorrideva al fotografo. «La amava, era ossessionato da lei, era la cosa più bella che avesse mai visto.»
Tu sei bella.
Glielo aveva mai detto? No, mai.
«Lui, invece, non era niente di speciale» disse Mallory.
Non era speciale, non era bello.
«Non era alla sua altezza» disse Mallory. «Tutto quello che poteva fare era guardarla e seguirla. Probabilmente pensava che avrebbe riso se avesse saputo che pensava spesso a lei, a loro due insieme. Lei era inavvicinabile, intoccabile.»
Lontana come la luna tu non immagini neppure quello che…
«Sospettavo di lui.» Mallory indicò la fotografia di Lars Geldorf. «Ancora oggi il vecchio è molto legato a Natalie. Era il primo della mia lista.»
«Era?» disse Charles. «E adesso?»
«Il figlio di Natalie spiò dalla porta del bagno. Se avesse visto un detective in abiti civili, non avrebbe mai saputo che era un poliziotto.»
Charles era sinceramente sollevato che Lars non fosse più fra i sospetti, ma non poté esimersi dal farle notare che Junior vide quell'uomo una seconda volta, due giorni dopo, fuori dall'appartamento. Il bambino doveva sapere che quegli uomini erano tutti poliziotti.
«Tre detective intervengono per un suicidio,» disse Mallory «ma non è stato l'indirizzo ad attirare la loro attenzione. Uno degli agenti fornì il nome della vittima, ma nessuno era mai stato all'appartamento di Natalie quando era ancora viva. Ho controllato. Era lei ad andare alla polizia per le denunce. Hai letto l'interrogatorio di Deluthe con Alan Parris. Gli agenti rimasero nella stanza due secondi prima di chiudere la porta e chiamare rinforzi. Videro un cadavere senza capelli appeso a una corda. Era gonfio, ricoperto di vermi, il viso irriconoscibile.»
«Ma sapevano che era Natalie» disse Charles. «Sapevano che era il suo appartamento.»
«Uno di loro sì» disse Mallory. Indicò le fotografie degli agenti: «Riesci a distinguere Loman da Parris?».
«È facile» disse Charles, anche se non aveva mai visto né l'uno né l'altro. «Loman è l'unico presente nelle foto della scena del delitto, Parris non volle più entrare nella stanza. Oh, certo, si somigliano molto.» Perfino Lars Geldorf li aveva confusi. Entrambi erano poco più che ventenni, avevano lineamenti regolari, gli stessi capelli e occhi scuri sotto la visiera. «Junior li incontrò sul pianerottolo, con Alice White. Ma gli uomini in divisa erano due.»
«A rimanergli impressa fu proprio la divisa» disse Mallory. «Ma se il bambino non riusciva a distinguerli, come possiamo…»
«Proviamo a tirare una moneta» propose Charles, visto che la logica non li portava da nessuna parte.
Riker si voltò verso la finestra. I furgoni delle emittenti televisive erano parcheggiati in doppia fila. Uomini con telecamere e microfoni assaltarono i poliziotti di scorta al detective con la testa fasciata. Altri giornalisti osservavano una finestra al secondo piano. «Niente di meglio che una folla assatanata per far montare la paura.»
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