«Lo è. Ma potrebbe essere l'unica possibilità di salvarti la vita. E l'incolumità di ogni civile nei dintorni dipende da te. Se Mallory avesse mancato il bersaglio perché mirava nel punto sbagliato, il vecchio si sarebbe beccato una pallottola dopo la sua.»
«Sarebbe scesa in campo la commissione di cittadini…»
«Sì, l'ultima grande, dilettantesca trovata del comune. Questa settimana Mallory è un eroe per la comissione. Ma se il delinquente non sarà contento della curvatura del suo ditino dopo l'operazione chirurgica, farà causa al comune per un milione di dollari. Succede. I nobili membri della commissione cittadina si ricorderanno di essere anche dei contribuenti. Se la prenderanno con lei. Ciascuno di loro la maledirà per non aver ucciso il bastardo, dato che i morti non intentano cause. Amo questa città.»
«Che cosa devo fare con lei? Sa qualcosa di fondamentale su Justin, ma non vuole parlarmi.»
«Impara a pensare come Mallory.»
«Come faccio? Non ho un'infanzia drammatica a cui ispirarmi, e non so quasi nulla della sua.»
«Charles, tu sei un uomo eccezionalmente intelligente. Credo che sia per questo che Lou ti ha chiesto di occuparti di lei. È troppo grande per avere bisogno di una tata, giusto? Il vecchio pensava che tu fossi l'unico potenzialmente capace di fargliela in barba. Lui l'ha affidata a te, non a uno dei suoi vecchi amiconi tipo il dottor Slope.»
«Già, io avrei scelto Slope. Lui sì che è un uomo molto intelligente.»
«Vero. Un vecchio bastardo intelligente. Perché non lui, ti chiedi.»
«Giusto.»
«Se per caso non l'avessi notato, lei ne fa quello che vuole. Romperebbe il giuramento di Ippocrate per Mallory. E il rabbino prenderebbe le sue parti contro quelle dell'Onnipotente.»
Riker scolò il bicchiere e se ne versò un altro. Gli occhi rossi rotearono verso Charles con una domanda che poteva essere soltanto "E tu, cosa faresti per Mallory?".
25 dicembre
Tutte puttane.
Solo la morte le rendeva belle. Quello sguardo attonito, quando sapevano che la morte era in arrivo, quando potevano vederla, sentirla. Solo allora lui le rispettava. A causa di quella esperienza, quella conoscenza cui un giorno anche lui avrebbe avuto accesso. Essere morti, essere nulla, niente più sfide.
Osservare la vita mentre abbandonava il corpo era la sua ossessione. Ma fino a quel momento le vittime avevano portato con sé il loro segreto. Chissà, forse un giorno una di loro gli avrebbe descritto quello che provava mentre succedeva. Magari la prossima.
Mentre apriva il cassetto alla ricerca dei calzini, mentre tirava fuori i pantaloni, mentre si abbottonava la camicia, tramava contro di lei. Faceva colazione, ordiva piani e il cibo gli si inacidiva nello stomaco. Dava un calcio a un piccolo animale e sentiva il gemito della sua nemica. Guardava pieno di desiderio i coltelli affilati e ne infilzava uno in un frutto… più e più volte. La uccideva cento volte al giorno e gli animali, i frutti, gli insetti, tutti soffrivano al suo posto.
Sculture di pietra arenaria decoravano gli ampi scaloni che precipitavano verso la piazza. Sulla sommità della Fontana di Bethesda, a Central Park, un angelo di bronzo vegliava sul vasto spazio pubblico.
Nascosta dietro una delle sculture più in alto, Mallory osservava l'uomo nella piazza. Camminava da solo. Il basso sole mattutino, assediato dalle nuvole, proiettava a terra la sua ombra, pallida e intermittente. L'uomo guardò l'orologio e si sedette sull'orlo della vasca della fontana. L'angelo di Bethesda si stagliava dietro di lui. Si diceva che le acque dell'antica Bethesda biblica avessero poteri curativi. Mallory pensò che nel caso di un bastardo malato come Palanski, quelle acque fossero sprecate.
Mallory sollevò all'altezza degli occhi l'antico binocolo da teatro. Visto che l'opera l'annoiava a morte, aveva finalmente trovato un uso pratico per quel regalo di Charles. Insensibile alla delicata disposizione delle minuscole perle e pietre preziose, apprezzava soltanto la buona definizione delle lenti. Individuò il neo su un lato della faccia di Palanski. Controllò il resto della piazza.
Accanto alla postazione di Mallory passò una donna. Mallory ruotò lo sguardo per guardarle la schiena mentre si allontanava lungo il viale che portava alla scalinata. Portava i capelli color carota raccolti in una crocchia disordinata. Era bassa, circa un metro e sessanta, forse meno, e magra. Portava una gonna corta di pelle stretta attorno alle cosce nude accapponate dal freddo. Sul retro delle ginocchia si notavano i segni lividi dell'ago, marchio di fabbrica delle puttane.
La donna transitò dietro a un blocco di pietra a metà scalone, scomparendo alla vista di Mallory. Quando la piccola prostituta riapparve, Mallory sollevò il binocolo all'altezza del viso.
Non era una donna.
Sotto le sopracciglia disegnate con la matita, l'eyeliner e lo sbaffo di rossetto della bocca, quello era il viso di una bambina. Quanti anni poteva avere? Dodici, tredici? Gli occhi castano chiaro avevano lo sguardo di un animale stordito. Sul viso, il sudore tipico del tossicodipendente, sebbene l'aria fosse fredda e la giacchetta leggera le offrisse scarsa protezione.
Mallory fece scivolare il binocolo in tasca e si chiese quando si fosse fatta l'ultima volta quella piccola disgraziata.
La ragazza giunse in fondo alle scale e proseguì sul pavimento di pietra. Palanski si alzò in piedi. La mano di lei si alzò in un vago cenno di riconoscimento e poi ricadde. Non vista, Mallory scivolò lungo il viale che scendeva nella piazza. Costeggiò la fontana. Adesso si muoveva più svelta.
La piccola prostituta non si accorse di nulla; le sue gambe si muovevano ma la sua mente era in un limbo, gli occhi assenti e fissi sul nulla, mentre avanzava piano verso Palanski, che affondò le mani nelle tasche e ne tirò fuori l'esca.
Da un improvviso squarcio fra le nuvole, l'angelo di bronzo proiettò sull'acqua della vasca un'ombra allungata. La bambina era a meno di due metri da Palanski quando Mallory si avventò su di lei afferrandola per un braccio ossuto sotto la stoffa leggera della manica. Quando alzò lo sguardo, la ragazza vide un distintivo sulla sua faccia. Si afflosciò sotto le mani di Mallory, con la stessa scoraggiata rassegnazione delle colleghe più anziane, le sue sorelle, le puttane adulte. Essere arrestate faceva parte dei rischi del mestiere.
Palanski guardava Mallory a bocca aperta mentre lei rimetteva in tasca il distintivo. Aveva gli occhi sbarrati di paura e incredulità. Fece un passo in avanti. Un riflesso istintivo guidò la mano libera di Mallory verso la fondina all'interno della giacca. Palanski si immobilizzò. Lei guardò i suoi occhi che saettavano e capì che stava imbastendo una spiegazione. Aprì la bocca e Mallory lo precedette: «Che non ti venga l'idea di mentirmi. So quello che hai fatto».
Palanski rimase come paralizzato per un lungo secondo. Poi spiccò un balzo e cominciò a correre a tutta velocità attraverso la piazza.
Le tre bustine di polvere bianca di cui Palanski si era disfatto galleggiavano sulle acque della fontana.
«Fai bene a scappare, figlio di puttana!» L'urlo di Mallory echeggiò sulle pietre della piazza fredda e solitaria, dove si trovava in compagnia di un angelo dagli occhi di bronzo e di una bambina dallo sguardo remoto.
Betty Hyde attese nell'ingresso mentre Arthur apriva la porta a un'anziana inquilina con il cane, poi a una donna con i sacchetti della spesa e a un uomo con una cartella, gli ultimi ritardatari del mattino. Osservò il punto della strada in cui, più di un mese prima, Annie Franz era stata investita da un automobilista ubriaco.
All'ingresso del Coventry Arms il traffico era finito. Arthur inalberò il suo solito sorriso mentre lei gli andava incontro.
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