Carol O'Connell - Amanda È Morta Nel Parco

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Il cadavere di una donna dalle mani spappolate viene ritrovato al Central Park di Manhattan. In assenza di impronte e di documenti il detective Palanski identifica la vittima in base al nome sull'etichetta della giacca: è Cathy Mallory, geniale e irriducibile cane sciolto della sezione Crimini Speciali della Polizia di New York, recentemente sospesa dal servizio per motivi disciplinari. Quando il notiziario di mezzogiorno la informa della propria morte, Mallory si getta nelle indagini con foga. E scopre che la vittima è in realtà Amanda Bosh, venticinquenne da tempo coinvolta nella relazione con un facoltoso uomo sposato. Per stanare l'assassino Mallory è pronta a tutto, persino a trasformarsi in un vera e propria esca umana.

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Troppo tardi.

Lui l'aveva vista nonostante la sua tenuta mimetica. L'uomo era molto alto, ma non sembrava minaccioso. Socchiuse gli occhi per mettere a fuoco il suo volto, che avvicinandosi diventava sempre più nitido.

Con quel largo sorriso un po' sciocco, poteva essere il matto più docile tra quelli che vagavano abitualmente nel parco. No, non sembrava pericoloso.

Lei si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni bianchi, in cerca di qualche moneta.

«Scusi» disse l'uomo, che, avvicinatosi, chinava la testa verso di lei per evitare che il vento si portasse via le sue parole.

Estrasse le monete dalla tasca e gliele porse. «Mi prometta che non li spenderà al bar.»

«Oh, no, grazie. Non ho bisogno di soldi.»

Non voleva soldi? Allora doveva essere davvero pazzo, e forse anche pericoloso. Cora si girò per andarsene.

«Ho bisogno del suo aiuto» disse lo sconosciuto. «A proposito di un fatto avvenuto qui la mattina del diciannove.» Indicò un punto in prossimità dell'acqua scura.

«Signora, per caso è venuta a passeggiare da queste parti quella mattina?»

Tutto sommato sembrava abbastanza sano di mente.

«Sì, giovanotto.»

«Le è capitato di notare due persone, un uomo e una donna, fermi laggiù?»

Doveva riferirsi ai fidanzatini, la donna in blu jeans e l'uomo con l'ombrello.

Si sentiva stranamente protettiva nei confronti della giovane coppia. Che ragione poteva avere quest'uomo di ficcare il naso nel loro incontro segreto?

«Perché me lo chiede?»

Quando Charles ebbe finito di spiegare come stessero realmente le cose, Cora sentì il bisogno di sedersi.

Lui la guidò fino alla panchina più vicina. Tolse il nevischio con cavalleria e poi si sedette accanto a lei.

Ora l'uomo appariva seriamente preoccupato. Vedeva l'orrore dilagare negli occhi di Cora? Aveva scambiato la ferita di Gambe Blu per un fiore. Che stupida. Una rosa in inverno? Come aveva fatto a non capire che quella giovane donna stava per morire? Forse avrebbe potuto…

Oh, sì, avrebbe potuto. Se solo non avesse avuto la sciocca idea di uscire senza occhiali e senza apparecchio acustico. E adesso chinava la testa sotto il peso di quell'agghiacciante consapevolezza.

Gambe Blu, mi dispiace tanto.

L'uomo le sfiorò la mano per ottenere da lei un altro istante di attenzione. Aveva notato qualche altra cosa nel parco quella mattina?

In quel momento una macchia confusa, berretto rosso, giacca e blu jeans comparve sul vialetto e superò di corsa la loro panchina. Un cane correva dietro di lui.

Il cane e il bambino lasciarono il vialetto per imprimere le proprie orme sulla neve vergine della pendenza dietro le panchine. Poi sparirono alla vista.

«Il cane. Sì, c'era un cane che correva su quella collinetta; il guinzaglio si era impigliato nei cespugli.»

«C'è qualcuno che mi piacerebbe farle incontrare» disse l'uomo. E lei trovò il suo sorriso attraente, sebbene un po' ingenuo.

Giunti al Coventry Arms, il portiere disse loro che l'amica dell'uomo, Mallory, non era in casa. Fece un largo sorriso e li invitò ad aspettare la signorina Mallory nella hall.

«Mallory, siediti e chiudi quella bocca.»

Con sorpresa di Coffey, Mallory si sedette.

«Non osare mai più andartene a quel modo da una riunione. Non voglio avere grane a causa tua.»

«Io con Palanski non ci lavoro.»

«No, non ci lavori. Ma l'ho deciso io, non tu. E adesso parliamo del compitino che ti ho affidato. Sei riuscita a ottenere quei registri?» Li hai rubati per me?

Mallory tacque.

«Spero che tu stia lavorando con discrezione.» Non farti beccare.

Silenzio.

«Ho la sensazione che Palanski faccia un sacco di straordinario.» Accetta bustarelle.

Lei si limitò ad assentire, ma era già qualcosa.

«Sembra che abbia una specie di radar che lo guida nel posto giusto al momento giusto. Quando ha scoperto il corpo nel parco non era di turno. Scusa, Mallory. Ti sto dicendo cose che sai già. Allora, mi hai portato i registri?»

«Non hai bisogno di vedere i registri» disse lei.

«Mallory…»

«Markowitz non avrebbe mai attaccato un poliziotto.»

«Per favore, Mallory. Non sono Markowitz, questo è poco ma sicuro, ma lo stesso vale per te. Il tuo vecchio era un fanatico dei dettagli. Raccattava tutte le informazioni possibili, ovunque, da chiunque. Avresti dovuto imparare di più da lui, quando ne avevi la possibilità. Qualcuno al Coventry Arms ha fatto una soffiata a Palanski, mettendolo al corrente circa la direzione delle indagini. Potrebbe essere l'assassino, o magari sei andata a ficcare il naso in qualcosa d'altro. Se devo fermare la fuga di notizie, ho bisogno di sapere che tipo di porcherie combina Palanski.»

Mallory incrociò le braccia sul petto. "No", gli stava dicendo, non avrebbe messo nei guai un collega.

«Mi occupo io di Palanski» disse Mallory. Dopo un istante gli regalò un «Se vuoi» in segno di buona volontà. Coffey seppe di aver perso un altro round.

«Va bene, occupatene tu.» Era forse impazzito? Scatenarla contro Palanski, lasciandole carta bianca? «Non fare niente che Markowitz non ti chiederebbe di fare.»

«Ricevuto.»

Con Mallory infrangere la legge per farla rispettare era diventata la norma.

Doveva ucciderla. Era l'unico modo. Ma prima si sarebbe divertito un po'. Gliel'avrebbe fatta pagare per averlo torturato, e avrebbe pagato lentamente.

Quando l'aveva nella mente, avvertiva una sensazione di bruciore, che gli provocava una vampa bollente nel corpo e nel cervello. Vedeva i suoi occhi davanti a sé, fanali luminosi che correvano incuranti verso un incidente catastrofico, implacabili.

Serrò i pugni così forte che le unghie impressero dei segni rossi sulle palme. Uno di quei segni si stava riempiendo di sangue.

Guardò la carne che sanguinava. Era arrivata e gli aveva fatto questo. Era lei ad aver ferito per prima, e se ne sarebbe pentita.

Un uccello grigio e grassoccio avanzava impettito sul davanzale della finestra aperta. Quando lui tornò dalla cucina con il pane l'uccello era ancora là. Sbriciolò una fetta nella mano e si avvicinò con cautela alla finestra per deporre una fila di briciole.

Il volatile procedeva a scatti, sussultava e drizzava la testa guardandolo con un occhio solo. Era un volgare piccione di città, per niente intimidito dalla sua presenza, dopo che gli esseri umani avevano fallito nel loro patetico tentativo di annientare la sua intera specie in quanto defecante molestia pubblica. Ostentando indifferenza per la mano posata solo pochi centimetri più in là, l'uccello si concentrò sul pasto che gli sarebbe costato la vita.

Una giovane donna era ferma al bancone nell'ingresso. Teneva qualcosa dietro la schiena, qualcosa che venne sottratto rapidamente alla vista appena ebbe individuato la coppia che le stava indicando l'uomo dietro al bancone.

Il nuovo amico di Cora, l'uomo dall'ampio sorriso, fece le presentazioni e i tre salirono in ascensore fino allo spazioso appartamento che non si adattava alla personalità della giovane donna di nome Mallory.

«Avevi ragione, Mallory» disse l'uomo che adesso Cora chiamava Charles.

«Amanda l'ha incontrato nel parco quel giorno. Come hai detto tu, non è stata una cosa premeditata. Il delitto ha avuto luogo alle sette e quarantacinque. Abbiamo una testimone. Cora Daily ama fare lunghe passeggiate nel parco, anche con il brutto tempo.»

Cora studiò la ragazza che le stava davanti. Era bella, ma aveva qualcosa di inumano. Aveva gli occhi di un gatto.

«Cosa ha visto?» chiese la giovane donna. «Ha assistito all'omicidio?» «No, temo di no.»

«L'ha visto mentre la colpiva? Il primo colpo?» «No. Ma ho assistito al loro incontro.» «Allora può identificare l'assassino?» «No, vede, non portavo gli occhiali. Ma so che era un uomo alto.»

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