Iain Banks - Complicità

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Cameron, reporter del Caledonian e maniaco di computer game, si mette sulle tracce di un nemico crudele, un uomo solo che si erge a giudice, giuria e boia di tutti coloro che hanno commesso un errore troppo grave per essere perdonato. Quale oscura complicità lega Cameron all’inafferrabile serial-killer?

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Ti siedi sul bordo di una poltrona di pelle, chino in avanti, con l’aria un po’ tesa e la cartella posata sulle ginocchia. Indossi un abito da quattro soldi e hai ancora i guanti infilati.

«Hmm, be’, sì, grazie», rispondi, cercando di sembrare nervoso e poco sicuro di te. Nervoso lo sei, ma non per il motivo che vuoi fargli credere.

Il signor Oliver va verso un mobile bar in cristallo scuro e metallo cromato. «Che cosa preferisce?»

«Hmm, avrebbe del succo d’arancia?»

Il signor Oliver ti studia e ripete: «Succo d’arancia». Si china per aprire il piccolo frigorifero alloggiato nel mobile bar.

Si prepara una vodka con Coca-Cola e si siede sul divano alla tua sinistra. Hai l’impressione che ti stia fissando in maniera strana, e hai paura che il tuo travestimento non sia riuscito a ingannarlo. Tossisci nervosamente.

«Dunque, signor Mellin», fa lui. «Che cos’ha portato per me?»

«Be’…» incominci, mentre ti guardi in giro. Sei rimasto a sorvegliare la casa per tutto il pomeriggio e sei convinto che nell’appartamento non ci sia nessun altro, ma non ne sei matematicamente certo. «Come le ho già detto, hmm… al negozio, si tratta di materiale un po’… speciale. Un materiale per il quale, mi risulta, c’è una certa richiesta.»

«Speciale in che senso?»

«Be’… è… come dire… di… di natura violenta. Anzi, molto violenta. Con… con la partecipazione di… bambini. Mi hanno detto che lei… che lei potrebbe… che lei tratta questo genere di… hmm… articolo.»

Il signor Oliver increspa le labbra. «Be’, bisognerebbe essere idioti per dire in giro una cosa simile, non pensa? Insomma, nessuno confesserebbe una cosa del genere a un estraneo, capisce che intendo?»

«Oh», fai tu, con aria delusa. «Quindi lei non…»

«No, non ho detto niente. Le sto soltanto dicendo che bisogna essere molto… prudenti, capisce?»

«Ah.» Annuisci. «Sì. Sì, certo. Certo, bisogna essere… prudenti. Capisco. Capisco cosa intende.»

«Perché non mi fa vedere quello che ha portato? Daremo un’occhiata e poi decideremo, eh?»

«Sì. Bene. Certo. Hmm… quello che le ho portato è… hmm… soltanto una parte, giusto per darle un’idea, ma credo che dimostri ampiamente…»

«Un video, giusto?»

«Sì, esatto. Un video.» Apri la cartella, tiri fuori una cassetta VHS60, e gliela porgi, alzandoti, dopo aver posato la valigetta sul pavimento di fianco a te.

«Grazie.» La prende e va verso il videoregistratore. Tu rimani immobile, in piedi.

La cassetta non entra. Senti gemere il meccanismo del videoregistratore. Il signor Oliver si china per guardare meglio. Gli vai dietro.

«Hmm, c’è qualche problema?» chiedi.

«Sì, sembra che non…»

La cassetta non entra perché tu hai incollato lo sportellino che protegge il nastro. Il signor Oliver non riesce a finire la frase. Lo colpisci alla nuca con lo sfollagente. Però, dato che stava girando la testa verso di te, il colpo non va perfettamente a segno.

Cade di lato; con una mano cerca di attaccarsi ai componenti dell’HI-FI, ma riesce solamente a spingere il lettore CD e l’amplificatore contro il muro. «Cosa…» annaspa. Con lo sfollagente gli assesti un colpo in pieno viso, rompendogli il naso; poi, mentre l’uomo scivola a terra, gli schiacci l’inguine con un piede. Si piega in due, e si affloscia di lato sul pavimento, ansimando e boccheggiando.

Ti guardi intorno, frenetico; temi che da un momento all’altro una qualche gigantesca governante si precipiti nella stanza brandendo una mazza da baseball. Hai l’altra mano infilata nella tasca della giacca, dove si trova la Browning, ma fortunatamente non compare nessuno. Ti chini in avanti e colpisci il signor Oliver sulla nuca. E questa volta lo vedi afflosciarsi all’istante.

Gli pieghi le braccia dietro la schiena e lo ammanetti; quindi vai verso la cartella per prendere le cose di cui hai bisogno.

Quando è tutto a posto e la videocamera è pronta, devi soltanto aspettare che si svegli. Scendi al portone, lo chiudi a chiave e fai scorrere anche il catenaccio, poi fai un giro della casa per accertarti che non ci sia nessuno.

La camera da letto del signor Oliver è tutta legno, ottone, pellicce e velluto rosso. C’è una vetrinetta che contiene una collezione di oggetti militari, in particolare cimeli delle SS. Su uno scaffale ci sono numerosi libri sul nazismo e su Hitler. I video privati del signor Oliver si trovano in un finto armadio di tek e noce. Sotto il tappeto persiano è nascosta una grossa cassaforte a pavimento con apertura a combinazione.

Scegli un gruppo di video particolarmente rappresentativi e li porti giù, in salotto, dove il signor Oliver, ancora privo di sensi, è seduto, ammanettato e legato a una poltroncina di pelle e metallo che hai preso dalla stanza degli ospiti. Lo hai imbavagliato con una sciarpa di seta, dopo avergli infilato in bocca un calzino, il tutto recuperato dalla sua camera da letto. Il braccio destro è strettamente legato al bracciolo di pelle imbottita. Gli hai tolto il cardigan e gli hai arrotolato una manica della camicia.

Mentre aspetti che riprenda conoscenza, guardi i video che hai portato dalla camera da letto.

Alcuni riprendono atti di sodomia di gruppo su bambini, per la maggior parte maschi, asiatici e sudamericani. Altri mostrano alcune donne montate da asini e da altri animali in quella che sembra una prigione. Gli uomini che assistono alla scena hanno tutti i baffi e indossano divise militari. Probabilmente si tratta di seconde o di terze copie e la definizione delle immagini non è sufficiente per consentirti d’identificare con esattezza le uniformi, però ti sembrano irachene. Ci sono un paio di video che potrebbero provenire dalla stessa fonte e che mostrano uomini, donne e bambini che vengono torturati con ferri da stiro, asciugacapelli, arricciacapelli e così via. Non c’è alcuna ripresa di atti sessuali o di violenze che si concludano con la morte della vittima, ma ti chiedi che cosa mai possa contenere la cassaforte a pavimento che hai scoperto.

Il signor Oliver incomincia a gemere e a lamentarsi dietro al bavaglio e tu indossi rapidamente la maschera da gorilla. Aspetti che apra gli occhi, poi fai partire la piccola videocamera Sony. Prendi la bomboletta di gas dalla cartella, apri la valvola e aspiri.

«Signor Oliver», dici, con una voce stridula e assurdamente infantile. «Bentornato tra noi.»

Con gli occhi spalancati, lui osserva prima te e poi la videocamera, appoggiata sul piccolo cavalletto sopra il tavolino.

Prendi un’altra boccata di elio. «Sarà la star del suo video personale… Divertente, no?»

Si agita, ruggendo dietro il bavaglio. Vai alla valigetta e ne tiri fuori un flacone per medicinali, uno di quelli con l’imboccatura larga. La boccetta è chiusa con un pezzo di pellicola trasparente, fermata da elastici. Agiti il flacone ed estrai dalla valigetta la siringa.

Quando vede questi oggetti, il signor Oliver urla.

Aspiri altro elio, poi alzi la boccetta panciuta e gli mostri il liquido spesso e biancastro contenuto all’interno. «Riesce a immaginare che cos’è?» gli chiedi con una voce da bambino depravato.

La siringa è gigantesca, non uno di quegli affarini usa e getta che usano medici e drogati. È fatta di acciaio inossidabile e vetro; lo stantuffo è equipaggiato con due ganci di metallo per le dita, e può contenere fino a 20 cc di liquido. Rovesci il flacone sigillato con la pellicola di plastica e infili la punta del grosso ago nel liquido denso e perlaceo. Sotto il bavaglio, il signor Oliver continua a urlare.

Aspiri ancora un po’ di gas e gli spieghi quello che gli farai.

Le sue urla soffocate diventano sempre più stridule finché non sembra che anche lui abbia inalato l’elio.

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