— Ho le mie ragioni, signor Jackson.
— Non vuole intrattenermi con queste sue ragioni?
— Devo usarlo il mio nome, sì o no?
— Sì! Deve! Esiste un regolamento, LuAnn, comunemente definito legge del diritto di informazione. Per presentarglielo in termini accessibili, le dirò che esso sancisce che il pubblico ha il diritto di conoscere le identità, le vere identità, di tutti i vincitori della Lotteria Nazionale.
— Vabbé… — LuAnn sbuffò sonoramente, cercando di liberarsi anche del proprio disappunto. — Ma poi i soldi quando me li danno?
Per un lungo momento, nel cellulare ci fu solo il debole disturbo del rumore di fondo.
— Ehi, Jackson, non provi a fare lo stronzo con me. — LuAnn sentì un brivido di collera dipanarsi lungo la schiena. — Voglio sapere dei fottuti soldi!
— Non c’è motivo di alterarsi così, signorina Tyler — replicò seccato Jackson — e la invito vivamente a non rivolgersi mai più a me in simili termini. Io sto solo cercando di spiegarle nel modo più semplice possibile il meccanismo della riscossione della vincita. Ed eccolo: il denaro le verrà accreditato direttamente sul suo conto in banca.
— Ma io non ce l’ho un conto in banca! Non ho mai avuto abbastanza soldi per aprirlo, un cavolo di conto in banca!
— Non alzi nuovamente la voce, LuAnn. Me ne incaricherò io. La sola cosa della quale lei deve preoccuparsi è vincere alla Lotteria Nazionale. — Nella voce di Jackson era tornata una sfumatura di ottimismo. — Andrà a New York con la sua piccola Lisa, mostrerà quel grasso assegno con tanti zeri, sorriderà in modo commosso per le telecamere e chiuderà in bellezza dicendo tutte quelle amenità modeste e carine. Dopodiché, si preparerà a passare il resto dei suoi giorni su una spiaggia tropicale.
— Ma come ci arrivo a New York?
— Ottima domanda, alla quale sono già preparato a rispondere. Non c’è aeroporto a Rikersville. Né nelle sue immediate vicinanze. C’è però una stazione degli autobus. Prenderà un autobus fino alla stazione ferroviaria di Atlanta, linea Crescent dell’Am-Trak. La stazione di Gainsville sarebbe per lei più accessibile, ma là non vendono biglietti per percorsi interstatali. Per questo dovrà raggiungere Atlanta. Sarà un lungo viaggio fino a New York, circa diciotto ore, con numerose fermate intermedie. Non si preoccupi. Due terzi del tragitto avranno luogo di notte e lei potrà riposare. L’AmTrak Crescent la porterà direttamente a New York senza costringerla a cambiare treno. Potrei mandarla in aereo, ma l’aereo comporta altre complicazioni, tipo mostrare documenti d’identità. Non voglio questo. E nemmeno voglio che lei arrivi a New York troppo rapidamente. Come le ho già detto, penserò io a tutto. Biglietti prenotati a suo nome l’aspetteranno a ciascuna stazione. Potrà mettersi in viaggio per New York non appena l’estrazione avrà avuto luogo.
LuAnn strinse gli occhi. Nella sua mente balenò l’immagine di due corpi riversi… quello di Duane e quello del killer che l’aveva fatto fuori. E che lei aveva forse ammazzato. — Non sono mica sicura di voler restare da queste parti.
— Perché no? — sbottò Jackson, sorpreso.
— Non sono ca… — questa volta, LuAnn riuscì a fermarsi in tempo. — Cioè, se la vinco davvero, la lotteria, non voglio che la gente di qui venga a saperlo. Questi sono come un branco di lupi affamati addosso a un vitellino. Capisce cosa voglio dire, no?
— Non permetterò che ciò accada. Lei non verrà pubblicamente identificata quale vincitrice finché non ci sarà la conferenza stampa. Al suo arrivo a New York troverà qualcuno ad attenderla che l’accompagnerà al quartier generale della Lotteria Nazionale. Lei presenterà il biglietto vincente. Il biglietto verrà autenticato. A quel punto lei verrà accreditata quale vincitrice. La conferenza stampa avrà luogo il giorno dopo. Un tempo ci volevano giorni, settimane intere per autenticare il biglietto vincente. Con la tecnologia informatica di oggi, è solo questione di poche ore.
— Cosa ne dice se io ad Atlanta ci vado in macchina e il treno lo prendo oggi?
— Lei ha una macchina, LuAnn? E che cosa dirà Duane in merito? — Nel tono di Jackson era trapelato un misto di ammirazione e di derisione.
— Fregatene di Duane, Jackson. A Duane ci penso io.
— Credo di averla già avvertita sul suo atteggiamento nei miei confronti, LuAnn. In fondo, penso di meritarmelo un minimo di gratitudine. O forse le vengono offerti cinquanta milioni di dollari ogni giorno?
LuAnn serrò la mascella. Cinquanta milioni di dollari, certo. Con la frode ! — Mi scusi — disse lentamente. — Solo che, adesso che ho deciso di starci, tutto cambia. La mia vita… La vita di Lisa. E mi vengono un sacco di pensieri.
— Certo, capisco, ma lei continui a non pensare. Si tratterà di un cambiamento molto positivo. Lo sta facendo sembrare la cella di una prigione.
LuAnn riuscì in qualche modo a ricacciare giù il groppo che aveva in gola. — Lo posso prendere oggi quel treno, signor Jackson? Per favore?…
— Attenda un minuto. — LuAnn udì lo scatto della conversazione messa in attesa. Cercò di mettere meglio a fuoco qualcosa sulla strada. Era un’autopattuglia della polizia ferma su un lato, con il radar tachimetrico appoggiato al bordo del finestrino. Istintivamente lo sguardo di LuAnn si spostò sugli indicatori del cruscotto. Stava viaggiando ben sotto il limite di velocità, ma rallentò comunque. Riprese a respirare più liberamente solo dopo essersi lasciata i poliziotti molto indietro.
La voce secca di Jackson la fece sussultare: — L’AmTrak Crescent arriva alla stazione di Atlanta alle sette e quindici di questa sera. Raggiungerà New York alle ore una e trenta di domani pomeriggio. Sono circa due ore di guida da Rikersville ad Atlanta. — Jackson fece una breve pausa. — Immagino che le servirà del denaro per il biglietto. Più altri fondi addizionali per… chiamiamole piccole necessità di viaggio.
LuAnn annuì inconsciamente: — Sì, altri soldi… — e di colpo si sentì sporca dentro, lurida come una prostituta che chiede una mancia extra per qualche laida prestazione in più.
— C’è un ufficio della Western Union accanto alla stazione — riprese Jackson. — Trasferirò là cinquemila dollari a suo nome.
LuAnn deglutì nell’udire la cifra, percependo con quanto distacco e quanta naturalezza Jackson disponeva di denaro.
— Lei ricorda la mia offerta iniziale, LuAnn? Considereremo questi cinquemila dollari come un compenso per un lavoro ben fatto. Per riscuoterli dovrà semplicemente mostrare un documento d’identità.
— Ma io non ce l’ho.
— Anche la patente di guida o il passaporto vanno bene. Alla Western Union non serve altro.
— Passaporto? — ripeté LuAnn soffocando una risata piena di amarezza. — E a cosa serve un passaporto per andare da una roulotte nei boschi al supermercato? E poi non ho nemmeno la patente.
— Ma lei ha in mente di andare ad Atlanta in auto, se non vado errato. — LuAnn trovò quasi comico il tono stupito e quasi ansioso di Jackson. Un uomo che stava pianificando una formidabile frode, ma che al tempo stesso trovava difficile accettare che si potesse guidare senza patente.
— Lei non immagina quanta gente se ne frega di avere o no i documenti.
— Tagliamo corto: lei non potrà avere quei soldi senza un documento.
— Lei è qui vicino, signor Jackson?
— LuAnn, la mia unica ragione di permanenza nella ridente cittadina di Rikersville era il mio incontro con lei. Concluso l’incontro… — Jackson fece un’altra pausa, e quando riprese, la sua voce era venata di contrarietà. — Bene, allora sembra proprio che ci sia un problema.
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