— Ma tu sei pazzo, Riggs! — ruggì Berman.
Masters parve non averlo neppure udito. Il suo sguardo rimase fisso su Riggs. — Altrimenti? — chiese, con tono pacato.
— Altrimenti lei renderà pubblico tutto quello che sa. Se finirà in galera, LuAnn Tyler non avrà proprio più niente da perdere. E con tutto il tempo libero a sua disposizione scontando quattro ergastoli, o se le va bene un ergastolo solo, dovrà pur coltivare qualche piccolo hobby, giusto? Per esempio interviste con Sixty Minutes , Dateline , Larry King Live… Magari addirittura Oprah. E già che ci siamo, perché non aggiungere anche un bel libro da qualche milione di copie? Una storia edificante su come è stata truccata la Lotteria Nazionale degli Stati Uniti, su come il Presidente, il Ministro della Giustizia e il Direttore dell’Fbi abbiano tentato di insabbiare l’intero caso per salvarsi il culo, permettendo però a una folgorante mente criminale di continuare a perpetrare i suoi sporchi crimini, omicidio plurimo incluso. E questo in cambio di che cosa? Di una povera disgraziata uscita dal profondo Sud e sbattuta dentro per aver fatto qualcosa che non uno, non uno , dei duecentocinquanta milioni di abitanti di questo paese avrebbe esitato a fare neppure per una frazione di secondo!
Matthew Riggs si appoggiò allo schienale.
— Questo è ciò che intendo per avere il coltello dalla parte del manico. E il manico in pugno, l’ho io.
— Una sola persona dietro l’intera faccenda? Ma andiamo, George! — brontolò Berman. — Chi ci crede? Come fa un’unica persona a montare in piedi anche solamente un decimo di quello che ci siamo trovati di fronte fino a questo momento. Deve essere una grossa organizzazione.
— Questo non viene da un incidente sul lavoro. — Riggs si diede un paio di delicati colpetti al braccio appeso al collo. — È stato lui. Mi ha accoltellato. E se non fosse stato per LuAnn Tyler, il coltello lo avrei avuto nel cuore. Lavoro da infiltrato ne ho fatto tanto. Figli di puttana ne ho visti tanti, ma come questo qui… — Riggs scosse il capo. — Se avessi avuto un crocefisso, lo avrei tenuto a bada con quello. Inoltre, Lou, quest’uomo non ha bisogno di una banda perché è lui stesso tutta la banda. È un maestro del travestimento, e potrebbe lui da solo interpretare tutti i personaggi di un musical di Broadway, non sto scherzando. Può diventare qualsiasi persona, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento. Per questo non gli servono scagnozzi: lui è tutti.
— Matt, tu sei stato uno di noi — disse mellifluo Masters. — Per molti versi, sei ancora uno di noi. Hai guadagnato la fiducia della Tyler. Molto bene. Basta che tu ci dica dov’è e che lasci la palla nel nostro campo. Io ti garantisco che il governo degli Stati Uniti saprà essere con te molto, molto generoso.
— Va all’inferno!
Nella sala riunioni ci fu un altro lungo silenzio, molto più greve del primo.
— Decidi, George — riattaccò Riggs. — Decidi ora.
Lentamente, quasi impercettibilmente, Masters annuì.
— Voglio sentirtelo dire , George.
— Siamo d’accordo: niente galera per LuAnn Tyler.
— Niente galera nemmeno in Georgia?
— Nemmeno in Georgia.
— Puoi garantirmelo? La tua autorità si spinge tanto lontano?
— Forse no. Ma non penso che la Casa Bianca avrà questo tipo di problema. Le direttive sono chiare: nessuna pubblicità, a nessun costo. Il Ministro della Giustizia o il Direttore del Bureau faranno quella telefonata giù in Georgia.
— Magnifico. Allora porta qui dentro il Ministro della Giustizia e il Direttore del Bureau. Voglio sentir dire queste cose anche da loro.
— Non ti fidi della mia parola? — s’irrigidì Masters.
— Per quanto mi riguarda, George… — Riggs allungò il braccio sano verso il telefono, sollevò il ricevitore e lo tese a Masters — anche la tua parola è sepolta in un cimitero.
Il Direttore dell’Fbi e il Ministro della Giustizia sedevano dalla parte opposta del tavolo, direttamente di fronte a Matthew Riggs. Avevano appena finito di ripetere gli estremi dell’accordo concluso con Masters. E non ne erano precisamente felici.
— Grazie a tutti per la cooperazione — disse Riggs alzandosi. — Molto apprezzata.
Anche Berman si alzò. — Visto che ora lavoriamo insieme, tu ci porti LuAnn Tyler, noi le sbattiamo addosso un bel microfono, combiniamo una bella squadra e andiamo tutti quanti a fare le scarpe all’uomo-ombra.
— Hai capito male, Lou. L’accordo è che io vado a fare le scarpe all’uomo ombra, non l’Fbi.
— Stai a sentire, pez…
— Zitto, Lou!
Berman s’inchiodò a metà frase. Il Direttore dell’Fbi fece cenno a entrambi di tornare a sedersi.
— Lei è effettivamente certo di poterci riuscire, Riggs?
— Vi ho mai lasciati per strada? — disse Riggs rivolgendo un sorrisino a Masters.
L’espressione dell’agente speciale rimase granitica. — Allora, chiariamo alcune delle clausole scritte in piccolo — ribatté. — Tu fai fiasco, e per LuAnn Tyler salta tutto. Quanto a te, la tua copertura è già saltata, e non credere che moriamo dalla voglia di regalartene un’altra. Immagino che alcuni di quei bravi ragazzi al confine tra il Messico e il Texas ti stiano ancora cercando.
— George, non mi sarei mai aspettato niente di meno da parte vostra. — Riggs si alzò di nuovo. — Ah, ancora una cosa: evitate di pedinarmi, servirà solo a farmi incazzare. Intesi?
— Signor Riggs. — La voce stentorea del Ministro della Giustizia, una donna, lo bloccò mentre stava già avviandosi verso la porta. — Solo un’ultima domanda, signor Riggs.
— L’ascolto.
— La Lotteria Nazionale. È stata veramente truccata?
— Non solo è stata truccata, ma per dieci interi anni i proventi della frode sono stati impiegati per finanziare i piani di una delle più geniali e insieme delle più pericolose menti criminali psicopatiche con le quali io abbia mai avuto a che fare. Spero proprio che questa notiziola non la dobbiate ascoltare al telegiornale di questa sera.
— Sta per lasciare l’edificio. — George Masters stava parlando in un telefono cellulare, gli occhi degli altri tre piantati addosso.
— Sa che verrà seguito. Stategli addosso ma con discrezione, perché si tratta di un professionista ad alto livello. Vi trascinerà in un valzer per tutta la città, cercando di seminarvi a ogni giro. Non fatevi fregare! E quando aggancerà la Tyler, me lo comunicherete immediatamente. Continuate a tenerli entrambi sotto sorveglianza ma non intervenite. Ripeto: non intervenite.
Masters scambiò un’occhiata con il Ministro della Giustizia e chiuse la comunicazione.
— George — disse il Direttore dell’Fbi — tu credi davvero alla storia di un’unica mente criminale?
— Per molti versi, per quanto inverosimile possa sembrare, voglio crederci. Un solo uomo è molto più semplice da affrontare che non una complessa organizzazione.
Il Ministro e il Direttore annuirono.
— Per cui — intervenne Berman passando uno sguardo teso sugli altri — qual è il piano a questo punto?
— Riggs ha ragione — disse il Direttore. — Nulla di tutto questo può arrivare in superficie. A nessun costo. E anche se Riggs ha successo, anche se potremo arrestare sia il cervello sia i suoi eventuali complici, il problema permane inalterato.
— Potremmo ottenere le prove, istruire un processo — intervenne il Ministro della Giustizia — ma sarà sempre questo psicopatico a tenere il coltello dalla parte del manico, per dirla con le parole di Riggs. E lui userà lo stesso tipo di ricatto usato da Riggs: accordo privato o scandalo pubblico. Già mi vedo il suo difensore con la bava alla bocca.
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