Mentre strisciava davanti alla jeep, trascinando con sé Chris, Laura vide il suo Custode infilarsi nello stretto spazio tra il veicolo e il terrapieno innevato. Si era rannicchiato sotto il parafango, nascosto alla vista dell’uomo che aveva chiamato Kokoschka.
In preda alla paura non era più un Angelo Custode ma semplicemente un uomo. E non era più un salvatore, perché la sua presenza lì aveva attirato il killer.
A una nuova, pressante richiesta di Danny, Laura si contorse freneticamente sotto la jeep. Lo stesse fece Chris, senza piangere per mostrarsi coraggioso di fronte a suo padre. Non si era accorto che era stato colpito, perché aveva il volto premuto contro il petto di sua madre, nascosto nel suo piumino. Sembrava inutile nascondersi sotto la jeep, perché Kokoschka li avrebbe comunque trovati. Non poteva essere così ottuso da non guardare proprio lì, l’unico nascondiglio possibile. Stavano solo guadagnando tempo, qualche minuto in più di vita.
Quando fu completamente sotto la jeep, strinse a sé Chris, per offrirgli con il suo corpo un minimo di protezione in più. Udì la voce di Danny: «Ti amo». L’angoscia s’impadronì di lei, perché comprese che quelle parole erano anche un addio.
Stefan si infilò fra la jeep e il cumulo di neve ammassata lungo il terrapieno. C’era poco spazio, ma sufficiente per procedere strisciando verso il paraurti posteriore, dove Kokoschka non si sarebbe aspettato di vederlo comparire, dove poteva sparare un buon colpo prima che Kokoschka si girasse e gli scaricasse addosso la mitragliatrice.
Kokoschka. Mai era rimasto tanto sorpreso come quando lo aveva visto uscire dalla Pontiac. Significava che all’istituto erano al corrente del suo tradimento ed erano anche al corrente che si era intromesso tra Laura e il suo vero destino. Kokoschka aveva preso la Via del Lampo con l’intenzione di eliminare il traditore ed evidentemente anche Laura.
A testa bassa Stefan si fece strada fra la jeep e il terrapieno. La mitragliatrice crepitò nuovamente e i finestrini sopra di lui andarono in frantumi. Il cumulo di neve alle sue spalle in molti punti era incrostato di ghiaccio che lo trafiggeva con un dolore tremendo; sopportò il dolore e con tutto il peso si addossò contro la parete. Il ghiaccio si spaccò e la neve sottostante si fece abbastanza compatta da consentirgli di passare. Il vento si insinuava attraverso l’angusto spazio in cui si trovava, sibilando, ed ebbe la sensazione di non essere solo ma in compagnia di una creatura invisibile che lo scherniva. Aveva visto Laura e Chris infilarsi sotto la jeep, ma sapeva che quel nascondiglio avrebbe offerto loro solo qualche minuto in più di vita. Una volta arrivato davanti alla jeep, non vedendoli, Kokoschka avrebbe guardato sotto il veicolo e avrebbe aperto il fuoco.
Che cosa ne era stato di Danny? Un uomo così robusto, troppo grosso per infilarsi sotto la jeep? Era già stato colpito. Doveva essere da qualche parte immobilizzato dal dolore. Danny non era il tipo di uomo che si nascondeva di fronte al pericolo, nemmeno di fronte a un pericolo come quello.
Finalmente Stefan raggiunse il paraurti posteriore. Si sporse con circospezione e vide la Pontiac parcheggiata a qualche metro di distanza, con la portiera spalancata e il motore acceso. Di Kokoschka nessuna traccia. Impugnando la Walther si scostò con cautela dal cumulo di neve e si mosse verso la jeep. Si rannicchiò contro il portellone e scrutò attentamente intorno.
Kokoschka era in mezzo alla strada e stava avanzando verso la jeep, dove pensava fossero nascosti tutti. Imbracciava un fucile mitragliatore Uzi. Quando fu in prossimità del varco fra la jeep e la Blazer aprì il fuoco nuovamente, sventagliando il mitra da sinistra a destra. I proiettili rimbalzarono sibilando sulla lamiera, bucarono le gomme e si conficcarono nel terrapieno innevato.
Stefan sparò a Kokoschka. Lo mancò.
Improvvisamente, Danny Packard si lanciò verso Kokoschka, uscendo dal suo nascondiglio contro la griglia del radiatore. Nonostante la ferita era ancora veloce e scattante e per un attimo sembrò che riuscisse persino a raggiungere l’uomo e a disarmarlo. Kokoschka continuava a sventagliare l’Uzi da sinistra a destra e si stava già spostando dal suo obiettivo quando vide Danny venirgli incontro. Fu costretto a girarsi e a spostare anche l’arma. Se fosse stato solo qualche metro più vicino alla jeep invece che in mezzo alla strada, non avrebbe scorto Danny in tempo.
«Danny, no!» gridò Stefan, mentre faceva partire tre colpi in direzione di Kokoschka, anche se Packard stava per avventarsi su di lui.
Kokoschka però aveva tenuto una distanza di sicurezza. Deviò l’arma e la puntò direttamente contro Danny, quando erano a poco più di un metro di distanza. Danny rimbalzò all’indietro colpito da numerosi proiettili.
Stefan non trovò alcuna consolazione nel fatto che, proprio mentre Danny veniva colpito, anche Kokoschka veniva ferito. Due pallottole l’avevano raggiunto, una nella coscia e l’altra nella spalla sinistra. Si accasciò a terra. Nella caduta lasciò andare il mitra, che scivolò sul selciato.
Laura stava urlando sotto la jeep.
Stefan uscì dal suo nascondiglio e corse verso Kokoschka, disteso a terra accanto alla Blazer. Scivolò e lottò per rimanere in equilibrio.
Gravemente ferito, senza dubbio sotto choc, Kokoschka riuscì ad accorgersi comunque che Stefan stava arrivando. Rotolò verso il suo fucile che era andato a finire accanto alla ruota posteriore della Blazer.
Stefan sparò tre volte mentre correva, ma non aveva la stabilità necessaria per una buona mira e per di più Kokoschka si stava allontanando da lui, perciò mancò quel figlio di puttana. Poi Stefan scivolò di nuovo e cadde su un ginocchio in mezzo alla strada. Sentì una fitta lancinante salirgli dalla coscia fino all’anca.
Rotolando, Kokoschka raggiunse il fucile mitragliatore.
Stefan capì che non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo in tempo. Piegò anche l’altro ginocchio e in quella posizione sollevò la Walther, impugnandola con tutt’e due le mani. Era a sei metri da Kokoschka, non di più. Ma anche un buon tiratore avrebbe potuto mancare il bersaglio a sei metri, in circostanze così sfavorevoli.
Sempre disteso a terra, Kokoschka aprì il fuoco nell’attimo in cui riuscì ad afferrare l’Uzi, prima di riuscire a rigirare l’arma, e perdendo così i primi venti colpi sotto la Blazer , facendo scoppiare i pneumatici anteriori.
Mentre Kokoschka si apprestava a puntare l’arma contro di lui, Stefan fece partire gli ultimi tre colpi. Nonostante il vento e l’angolazione, doveva farne buon uso, perché se avesse fallito non avrebbe avuto il tempo per ricaricare l’arma.
Il primo colpo andò a vuoto.
Kokoschka continuava a sventagliare il fucile mitragliatore e l’arco di fuoco raggiunse la parte anteriore della jeep. Laura era sotto la jeep con Chris, e Kokoschka stava sparando rasoterra. Sicuramente un paio di colpi arrivarono sotto il veicolo.
Stefan sparò di nuovo. La pallottola colpì Kokoschka al petto. Il fucile mitragliatore tacque. Stefan fece partire un altro colpo, l’ultimo, che colpì Kokoschka alla testa. Era tutto finito.
Da sotto la jeep, Laura vide il gesto coraggioso di Danny, lo vide cadere nuovamente, riverso sulla schiena, immobile, e capì che era morto. Nessuna possibilità di proroga, questa volta. Una scintilla di disperazione divampò in lei, come il bagliore accecante di un’esplosione. Intravide il suo futuro senza Danny, una visione così spietatamente vivida e terribile che quasi svenne.
Poi pensò a Chris, ancora vivo e nascosto fra le sue braccia. Si fece forza. La cosa più importante ora era tenere Chris in vita e, se possibile, evitargli la vista del corpo crivellato di suo padre.
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