Dean Koontz - Lampi

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Lampi: краткое содержание, описание и аннотация

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In una tempestosa notte di gennaio Laura Shane viene miracolosamente alla luce grazie all’intervento di uno sconosciuto che annuncia il proprio arrivo con un lampo. Il destino però ha in serbo per lei ben più terrificanti pericoli che supererà con l’aiuto del misterioso personaggio. Ma chi è l’enigmatico protettore? Nel giorno del suo tredicesimo compleanno per Laura è pronta un’agghiacciante rivelazione…

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Laura vide l’autista lottare con il volante, vide la donna accanto a lui che urlava, e pensò:

Oh, mio Dio, quella povera gente!

Come se le avesse letto nel pensiero, il suo Custode le gridò: «Sono tutti e due ubriachi e non hanno le catene».

Se conosci tante cose di loro, pensò Laura, devi anche sapere chi sono. Perché non li hai fermati, perché non hai salvato anche loro?

Con uno schianto tremendo la parte anteriore dell’autocarro cozzò contro la fiancata della jeep e la donna, priva di cintura di sicurezza, fu proiettata all’esterno e sfondò il parabrezza. Rimase ciondolante con il corpo per metà fuori della cabina. Laura gridò: «Chris!» ma vide che Danny aveva già fatto scendere il bambino e lo teneva stretto a sé, impedendogli di vedere ,ciò che stava accadendo.

Il violento urto non fermò l’autocarro; aveva ormai acquistato troppa velocità e il terreno era troppo scivoloso perché i battistrada senza catene potessero aderire al fondo stradale. Il tremendo impatto fece, invece, invertire la direzione dell’autocarro, che improvvisamente si rigirò. Il gatto delle nevi fu letteralmente proiettato fuori e andò a schiantarsi sul cofano della Blazer parcheggiata. Subito dopo il retro dell’autocarro cozzò violentemente contro la Blazer tanto da farla slittare di qualche metro nonostante fosse bloccata dal freno di emergenza.

Anche se si trovava in una posizione sicura, Laura, vedendo quella scena, si aggrappò al braccio di Danny, atterrita al pensiero che sarebbero sicuramente rimasti feriti o addirittura uccisi se fossero rimasti vicino all’auto.

L’autocarro rimbalzò dopo l’urto con la Blazer e la donna ferita ricadde all’interno della cabina. Sbandando più lentamente, il veicolo disegnò un angolo di trecentosessanta gradi, come se stesse eseguendo un raccapricciante balletto della morte, poi scese lungo il pendio, proseguendo di traverso sul selciato innevato, oltre la banchina, oltre il bordo della strada non protetto, giù, nel vuoto, non più visibile.

Nonostante non vi fosse più nulla di terrificante da vedere, Laura si coprì il volto con le mani, forse per cercare di scacciare dalla mente l’immagine dell’autocarro con i suoi occupanti che precipitava lungo la parete rocciosa, giù, per centinaia di metri. Il guidatore e la sua compagna sarebbero morti prima di schiantarsi al suolo. Nonostante l’ululato del vento, sentì l’autocarro colpire una sporgenza della roccia, poi un’altra. Ma dopo qualche secondo il rumore svanì e si udì solo il sibilo rabbioso della tormenta.

Ancora sconvolti, scivolando e barcollando presero a discendere lungo il terrapieno per ritornare sulla banchina, dove schegge di vetro e di metallo erano sparse ovunque sulla superficie innevata. Da sotto la Blazer usciva del vapore perché il liquido caldo del radiatore gocciolava sul terreno ghiacciato; il veicolo distrutto scricchiolava sotto il peso del gatto delle nevi incastratosi nel suo cofano.

Chris stava piangendo. Laura si avvicinò e gli gettò le braccia al collo, lo sollevò e lo tenne stretto a sé, mentre singhiozzava contro la sua spalla.

Sconvolto, Danny si voltò verso il loro salvatore. «Chi… chi è lei, in nome del cielo?»

Laura fissò il suo Custode e trovò difficile affrontare il fatto che lui fosse veramente lì. Non lo vedeva da più di vent’anni, da quando ne aveva dodici, da quel giorno nel cimitero, quando l’aveva scoperto mentre osservava la sepoltura di suo padre. Non lo vedeva da vicino da quasi venticinque anni, dal giorno in cui aveva ucciso il drogato nel negozio di suo padre. Quando non si era preoccupato di salvarla dall’Anguilla, quando l’aveva lasciata sola ad affrontare quella situazione, era nata in lei una sorta di sfiducia e il dubbio si era fatto certezza quando non aveva fatto nulla per salvare Nina Dockweiler o Ruthie. Dopo tutti quegli anni era diventato un sogno, più un mito che una realtà, e negli ultimi due anni non aveva affatto pensato a lui, aveva smesso di credere in lui proprio come Chris aveva smesso di credere in Babbo Natale. Conservava ancora il biglietto che le aveva lasciato sulla scrivania dopo il funerale di suo padre, ma già da lungo tempo si era convinta che non fosse stato scritto da un Custode ma forse da Cora o Tom Lance, gli amici di suo padre. Ora l’aveva salvata ancora una volta, miracolosamente, e Danny voleva sapere chi fosse. E anche Laura voleva saperlo.

La cosa più strana era che il suo aspetto non era assolutamente mutato da quando aveva sparato al drogato. Esattamente lo stesso. L’aveva riconosciuto all’istante, dopo tutti quegli anni, perché non era invecchiato. Sembrava avesse trentacinque anni al massimo. Incredibilmente, il tempo non aveva lasciato alcun segno su di lui, nessun filo grigio tra i capelli biondi, nessuna ruga sul volto. Sebbene all’epoca di quel sanguinoso evento avesse la stessa età di suo padre, ora apparteneva alla sua stessa generazione o quasi.

Prima che l’uomo potesse rispondere alla domanda di Danny, o trovare un modo per eludere una risposta, un’auto superò la collina e iniziò a scendere verso di loro. Era una Pontiac ultimo modello, munita di catene che scricchiolavano sul selciato. L’autista parve accorgersi dei due veicoli danneggiati e notò le tracce ancora fresche dell’autocarro che non erano ancora state cancellate dal vento e dalla neve; rallentò e si spostò sulla corsia opposta. Invece di proseguire verso la banchina e lasciare libero il passaggio, l’auto continuò il suo viaggio verso nord sulla corsia sbagliata, arrestandosi a pochissimi metri da loro. Quando spalancò la portiera e saltò fuori dalla Pontiac, l’uomo, alto e vestito di scuro, imbracciava un oggetto che Laura, troppo tardi, riconobbe come un fucile mitragliatore.

Il suo Custode esclamò: «Kokoschka!»

Proprio mentre il suo nome veniva pronunciato, Kokoschka aprì il fuoco.

Sebbene fossero trascorsi quindici anni dalla guerra del Vietnam, Danny reagì con l’istinto di un soldato. Mentre le pallottole rimbalzavano dalla jeep rossa di fronte a loro e dalla Blazer dietro di loro, Danny afferrò Laura e spinse lei e Chris a terra fra i due veicoli.

Mentre si buttava a terra, vide che Danny era stato colpito alla schiena almeno una volta, forse due e Laura sobbalzò come se i proiettili avessero colpito lei. Danny cadde contro il muso della Blazer , piegandosi sulle ginocchia.

Laura urlò e tenendo Chris per un braccio raggiunse il marito.

Era ancora vivo e si trascinava sulle ginocchia verso di lei. Il suo volto era bianco come la neve che stava cadendo attorno a loro e Laura ebbe la tremenda sensazione che l’uomo che stava guardando fosse un fantasma. «Nasconditi sotto la jeep», disse Danny, allontanandole la mano. La sua voce era roca e debole. «Presto!»

Una delle pallottole lo aveva trapassato da parte a parte. Il piumino era macchiato di sangue.

Laura esitò e Danny si mosse verso di lei a carponi, sospingendola verso la jeep, a qualche metro di distanza.

Un’altra raffica crepitò nell’aria gelida.

L’uomo armato avrebbe senza dubbio raggiunto la parte anteriore della jeep e li avrebbe sterminati mentre stavano rannicchiati là sotto. Del resto non c’era altro posto dove rifugiarsi. Se avessero risalito il terrapieno, li avrebbe falciati molto prima che potessero raggiungere un posto sicuro nella foresta; se avessero attraversato la strada, li avrebbe colpiti prima che potessero raggiungere l’altro lato; se fossero scappati a monte, gli sarebbero andati incontro; se fossero fuggiti a valle, gli avrebbero voltato le spalle, diventando così dei bersagli ancora più facili.

La mitragliatrice crepitò i finestrini esplosero. Le pallottole perforarono la lamiera di metallo con un rumore secco.

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