Dean Koontz - Lampi

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Lampi: краткое содержание, описание и аннотация

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In una tempestosa notte di gennaio Laura Shane viene miracolosamente alla luce grazie all’intervento di uno sconosciuto che annuncia il proprio arrivo con un lampo. Il destino però ha in serbo per lei ben più terrificanti pericoli che supererà con l’aiuto del misterioso personaggio. Ma chi è l’enigmatico protettore? Nel giorno del suo tredicesimo compleanno per Laura è pronta un’agghiacciante rivelazione…

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«Vediamo se riesco a correggermi.»

«Sei solo stanca, ecco tutto», replicò Chris.

Sul prato attorno c’erano centinaia di bossoli. I polsi, le braccia, le spalle e il collo cominciavano a dolerle per la tensione accumulata, ma voleva ricaricare un’ultima volta il tamburo, prima di abbandonare l’esercitazione.

Dall’altro lato della casa giunse il rumore della portiera dell’auto di Thelma che si chiudeva.

Chris si rimise la cuffia e prese il binocolo per guardare il bersaglio mentre sua madre sparava.

Si fermò un attimo a guardare il figlio e provò una grande tristezza, non solo perché era orfano di padre, ma perché sembrava così ingiusto che un bambino, che fra due mesi avrebbe compiuto otto anni, dovesse già conoscere quanto fosse pericolosa la vita e dovesse vivere con la paura di una nuova violenza. Faceva del suo meglio perché la sua vita fosse il più possibile allegra: si divertivano ancora con il personaggio di Sir Rospo, anche se Chris aveva smesso di credere che esistesse veramente; grazie a una ricca biblioteca personale di classici per bambini, Laura gli mostrava come nei libri si potesse trovare il piacere e la fuga dalla realtà. Si sforzò persino di fare delle sue esercitazioni di tiro al bersaglio un gioco. La loro vita, tuttavia, era dominata dall’incertezza e dal pericolo, dalla paura dell’ignoto. Questa realtà non poteva essere celata al bambino e quasi certamente lo avrebbe segnato profondamente e per lungo tempo.

Chris abbassò il binocolo e la guardò per vedere perché non stesse sparando. Laura gli sorrise e Chris ricambiò il sorriso. Era così dolce che si sentì spezzare il cuore.

Ritornò al bersaglio, impugnò la Smith Wesson con entrambe le mani e sparò il primo colpo della nuova serie.

Aveva appena sparato il quarto colpo, quando Thelma le si affiancò. Rimase lì, con le dita premute sulle orecchie, trasalendo agli spari.

Laura fece partire gli ultimi due colpi, poi si tolse la cuffia e Chris andò a ritirare il bersaglio. Il rumore degli spari echeggiava ancora sulle montagne quando si voltò verso Thelma e l’abbracciò. «Che cos’è tutto questo armamentario?» chiese Thelma. «Stai scrivendo delle nuove sceneggiature per Clint Eastwood? No, ancora meglio, scrivi l’equivalente femminile del ruolo di Clint, Dirty Harriet , e io sono proprio la persona adatta a interpretare questo ruolo: dura, fredda e con un ghigno che farebbe impallidire persino Bogart.»

«Ti terrò presente per la parte», le promise Laura. «Sai che cosa mi piacerebbe vedere? Clint che recita la parte travestito da donna.»

«Ehi, hai ancora il senso dell’umorismo, Shane.»

«Pensavi il contrario?»

Thelma si fece pensierosa. «Non sapevo che cosa pensare quando ti ho visto sparare con quell’aria così infida da serpente velenoso.»

«Autodifesa», spiegò Laura. «Ogni brava ragazza dovrebbe sapersi difendere.»

«Stavi sparando come una professionista.» Thelma notò i bossoli disseminati sul prato. «Ti eserciti spesso?»

«Tre volte la settimana, per un paio d’ore.»

Chris ritornò con il bersaglio. «Ciao, zia Thelma. Questa volta quattro colpi mortali su sei, una bella ferita e uno l’hai mancato.»

«Mortali?» chiese Thelma.

«Sono ancora spostati a sinistra?» chiese Laura al figlio.

Chris le mostrò il bersaglio. «Non tanto come prima.»

«Ehi, Christopher Robert», lo rimproverò Thelma, «questo è tutto ciò che ricevo, un pidocchioso ‘Ciao, zia Thelma’?»

Chris depose il bersaglio su quelli che aveva precedentemente tolto, corse da Thelma e le diede un bacio. Avendo notato che aveva abbandonato lo stile punk, Chris le disse: «Accidenti, che cosa ti è successo zia Thelma? Hai un aspetto normale».

«Io ho un aspetto normale? Che cos’è? Un complimento o un insulto? Comunque, ricorda, figliolo, anche se la tua vecchia zia Thelma ha un aspetto normale, non è ciò che sembra. Rimane una comica geniale, una persona con uno spirito sorprendente, insomma una leggenda nel suo piccolo. E comunque, ho deciso che lo stile punk è superato.»

Si fecero aiutare da Thelma a raccogliere i bossoli.

«La mamma è una tiratrice eccezionale», commentò Chris orgoglioso.

«Farà bene a essere eccezionale con tutte queste esercitazioni. C’è tanto di quell’ottone qui da far pallottole per un intero esercito di amazzoni.»

Chris domandò a sua madre: «Che cosa significa?»

«Richiedimelo fra dieci anni», propose Laura.

Quando entrarono in casa, Laura chiuse la porta della cucina a doppia mandata. Poi chiuse le persiane in modo che nessuno potesse vederli.

Thelma osservò questi rituali con interesse, ma non disse nulla.

Chris andò in salotto, infilò la cassetta de I predatori dell’arca perduta nel videoregistratore e si sistemò davanti al televisore con un sacchetto di pop corn e una coca. Laura e Thelma si ritirarono in cucina e mentre sorseggiavano un caffè Laura smontò e pulì il suo revolver.

La cucina era grande e accogliente, con rivestimenti di legno di quercia e vecchie pietre sulle pareti; c’era una cucina economica con la cappa di rame e pentole di rame appese a dei ganci. Il pavimento era in ceramica blu scuro. Persino a Laura sembrava un posto strano per mettersi a pulire un’arma destinata principalmente a uccidere altri esseri umani.

«Hai veramente paura?» chiese Thelma.

«Ci puoi giurare.»

«Ma Danny è stato ucciso perché siete stati tanto sfortunati da capitare nel bel mezzo di un affare di droga. Quelle persone sono lontane ormai, giusto?»

«Forse no.»

«Be’, se avessero temuto che tu potessi riconoscerli, sarebbero già venuti.»

«Non voglio correre rischi.»

«Devi cercare di rilassarti, piccola, non puoi vivere il resto dei tuoi giorni aspettando che qualcuno spunti fuori dal primo cespuglio e ti aggredisca. D’accordo, fai bene a tenere un’arma in casa. Probabilmente è una cosa saggia. Ma hai intenzione di non mettere più il naso fuori? Non puoi portarti un’arma ovunque vai!»

«Certo che posso. Ho un regolare permesso.»

«Un permesso per portare in giro quel cannone?»

«Lo porto in borsa ovunque vada.»

«Cristo, ma come hai fatto a ottenere un porto d’armi?»

«Mio marito è stato ucciso in circostanze misteriose da persone ignote. Quegli assassini hanno cercato di uccidere mio figlio e me, e sono ancora in circolazione. A tutto questo aggiungi che sono una donna ricca e relativamente famosa. E sarebbe decisamente strano se non fossi riuscita a ottenere un porto d’armi.»

Thelma rimase in silenzio per un attimo, mentre sorseggiava il caffè e guardava Laura che puliva il revolver. Alla fine incalzò: «Questa situazione è assurda. Voglio dire, sono passati sette mesi… da quando Danny è morto. Ma sei nervosa e spaventata come se ti avessero sparato ieri. Non puoi vivere costantemente in tensione. Finirai per diventare pazza. È paranoia pura. Devi convincerti che non puoi stare in guardia per il resto dei tuoi giorni, ogni singolo minuto».

«Posso farlo, se ci sono costretta.»

«Ah sì? Facciamo un esempio. In questo momento il tuo cannone è smontato. Che cosa succede se qualche barbaro criminale comincia a buttare giù a calci la porta della cucina?»

Le sedie della cucina erano munite di rotelle di gomma, così quando Laura si spostò dal tavolo arrivò velocemente al bancone accanto al frigorifero. Aprì un cassetto e tirò fuori un’altra Smith Wesson.

Thelma esclamò: «Che cosa… Sono seduta nel bel mezzo di un arsenale!»

Laura ripose il secondo revolver nel cassetto. «Vieni. Ti faccio fare un giro.»

Thelma la seguì nella dispensa. Appesa alla parte interna della porta c’era un fucile mitragliatore Uzi automatico.

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