Michael Palmer - Sindrome atipica

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Sindrome atipica: краткое содержание, описание и аннотация

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Il dottor Rutledge ha la certezza che ci sia qualcosa di sospetto nelle morti dei suoi pazienti. Troppe banali influenze degenerate in incomprensibili complicanze non hanno lasciato scampo ai malati. L’uomo nutre un sospetto: che nell’evoluzione fatale delle malattie sia coinvolto il giacimento di carbone, la cui aria nera copre il cielo della sua città, nel West Virginia. Ma presto il dottore capisce che le sue indagini lo stanno portando a scoprire segreti molto più pericolosi di quanto potesse immaginare.

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Abbandonò la strada principale e prese una stradina privata senza segnaletica che tagliava un prato sgargiante di fiori selvatici. La luce del sole smorzava i colori. Il rumore degli insetti e il profumo della tarda estate riempivano l’aria. In fondo alla strada, nascosta fra gli alberi, vi era la casupola di Rudy. Questi era stato compagno di stanza di Howard ai tempi dell’università e, più tardi, testimone dello sposo al loro matrimonio. Per molti anni aveva lavorato come biostatistico all’FDA, prima di venire esortato ad andare prematuramente in pensione, causa riorganizzazione. Ciò comunque non spiegava chi fosse. Malgrado la lunga amicizia con suo marito, Ellen aveva sempre considerato Rudy Peterson come l’anti-Howard. Mentre Howard era bello e vivace, Rudy era introspettivo, filosofico e di certo non un esemplare umano cui le donne avrebbero dato la caccia. Lo spirito umoristico di Howard era grossolano, quello di Rudy sottile e divertente, con un lieve accenno di cinismo. Howard si era rivelato più apparenza che sostanza, Rudy aveva continuato a essere un amico fedele, che non aveva mai pronunciato un commento fortemente negativo sul suo ex compagno di stanza. Era l’unico, infatti, tra le loro conoscenze di prima del divorzio, ad avere mantenuto un rapporto con entrambi.

Ellen parcheggiò dietro il vecchio furgone pick-up di Rudy, contemplò la casa, quindi si diresse verso il retro: non aveva senso cercarlo all’interno in una giornata simile. Un sentiero stretto in terra ben battuta portava, partendo dal piccolo cortile sul retro e attraversando il bosco, al laghetto di Rudy. Si trattava di un piccolo lago, cinque acri, le aveva detto, alimentato da torrenti di montagna e rifornito di trote e pesce persico da una ditta specializzata. Rudy se ne stava proprio in mezzo allo stagno nella sua barca a remi e fissava le colline, interrompendosi di tanto in tanto per lanciare la lenza. Indossava il suo solito cappello di paglia alla Tom Sawyer. Anche da quella distanza, Ellen sentì l’odore del tabacco di ciliegio della sua pipa. Una volta lui le aveva raccontato che, secondo una ricerca scozzese, una pipata al giorno di tabacco di legno di ciliegio aggiungeva 3,2 anni sani di vita, mentre due o più pipate ne toglievano cinque.

Ellen si sedette all’ombra sulla riva, ma poco dopo lui la vide e la salutò con un cenno della mano.

«Ehi!» gridò Rudy. «Arrivo subito.»

Ellen lo osservò avvolgere la lenza, deporre la canna da pesca e remare verso di lei. Appena era stato messo in pensione dall’FDA, Rudy aveva chiuso il suo appartamento a Rockville e si era trasferito definitivamente nella sua baita. Non si era mai sposato, aveva un fratello, una nipote e un nipote, alcuni buoni amici e una grande passione per la falegnameria e il pianoforte, che suonava molto bene. Ellen, tuttavia, temeva che passasse troppo tempo da solo, per cui gli telefonava una volta alla settimana e andava a trovarlo per un paio di giorni ogni due o tre mesi, portando con sé tanto cibo cucinato in casa da durare per alcune settimane. Da quando era stata designata a fare parte della commissione scelta sull’Omnivax, le telefonate e le visite si erano fatte più frequenti.

Rudy ormeggiò al piccolo ma ben tenuto pontile, quindi si scambiarono baci sulle guance. Aveva un viso tondeggiante e fanciullesco che sembrava non avere ancora visto un rasoio. Aveva perso tutti i capelli, tranne una frangetta argentea da frate. Secondo Ellen e altri amici assomigliava tanto a Gavin MacLeod che lo chiamavano Capitano e lui, per tutta risposta, aveva dipinto la scritta THE LOVE BOAT sulla poppa della barca.

«Dove sono i pesci?» chiese Ellen.

«Li ho ributtati in acqua. A questo punto della stagione della pesca, la maggior parte mi conosce per nome. Mordono l’amo solo per salire in superficie e salutarmi. Di tanto in tanto uno di loro s’incasina così tanto che devo portarlo a casa e trasformarlo in cibo.»

«È bello rivederti.»

Lei gli pose un braccio sulle spalle mentre tornavano alla casetta.

«Allora», chiese Rudy, dopo avere preparato due tazze di tè, «come è andata la votazione? Hai messo loro un bastoncino tra le ruote?»

Ellen aveva parlato con lui dopo la promessa di Lynette Marquand, ma non dopo la visita dell’uomo con la cicatrice sopra il labbro.

«Non sono andata a votare.»

Rudy inarcò leggermente le sopracciglia.

«Allora, immagino che il nostro caro vaccino sia ora legge dello stato.»

«Ventidue a zero.»

«Con un’astensione.»

«Con un’astensione. La prima dose verrà inoculata tra pochi giorni.»

«La prima di milioni di dosi.»

«Decine di milioni, grazie», lo corresse cupamente.

«Non è pronto», ribatté lui.

Ellen s’illuminò.

«Ne hai la prova?»

«Non esattamente, ma, come ti ho già detto, stiamo arrivando a qualcosa.»

«Dai, parla.»

Rudy la guardò con affetto, poi scosse la testa.

«Prima tu. Io sono un uomo paziente, ma c’è un buco grosso come la Georgia nel bel mezzo di questa conversazione.»

«Mi spiace, Rudy, so quanto ti preoccupavi per me dopo che Howard se ne è andato. Avrei voluto spiegarti il motivo per cui mi sono astenuta senza farti agitare troppo. Non sono riuscita a escogitare nulla.»

«Oh, queste tue parole non fanno che alimentare la mia curiosità.»

Ellen sorrise ironicamente.

«Lo posso immaginare», commentò lei. «Scusami. Mi conosci, la regina delle persone che si preoccupano. Rudy, due giorni fa un uomo si è introdotto in casa mia e mi stava aspettando quando sono rientrata. Era enorme e puzzava di fumo di sigarette, e aveva una cicatrice proprio sopra il labbro. Se ne stava lì seduto sorridendo, mentre mi mostrava fotografie di Lucy a scuola nel cortile, una addirittura nella sua camera da letto, e insinuava che l’avrebbe rapita e uccisa in modo tremendo se avessi dato il voto che avrebbe fatto ripartire da zero l’Omnivax.»

Rudy espirò, fischiettando sottovoce. «Mi addolora dirti che la cosa non mi sorprende tanto. Questo speciale vaccino significa un sacco di cose e un sacco di soldi per molte persone. Puoi descrivere quel bastardo?»

«Certo, ma a che serve?»

«È un inizio.»

«Era così sicuro di sé, Rudy. Se ne stava lì seduto con il suo sorrisetto compiaciuto, ben sapendo che io non potevo fare altro che ascoltarlo. Ha detto che, se mi fossi rivolta alla polizia, la polizia non avrebbe potuto fare niente e lui l’avrebbe scoperto.»

Ellen sentì che si stava distendendo. Si morse il labbro e si asciugò un paio di lacrime con il dorso della mano.

«Ha probabilmente ragione», ammise Rudy. «Sono veramente disgustato da ciò che è accaduto proprio a te.» Allungò il braccio e le picchiettò un po’ goffamente la mano. «Non ricordi altro?»

«Dopo avere finito di minacciare Lucy, ha preso il cellulare, ha composto un numero e poco dopo è arrivata una macchina. Lui è uscito, calmo come un venditore porta a porta, ed è partito, semplicemente così. Ho cercato di prendere il numero di targa, ma è partito troppo velocemente.»

«Non ha detto nulla che facesse capire da chi fosse stato assoldato?»

Ellen scrollò la testa. «Non credo. Ha detto che è stato assoldato da qualcuno che voleva che l’Omnivax entrasse in circolazione il più presto possibile. Gli ho chiesto se lavorava per il presidente Marquand o per qualche ditta farmaceutica, ma lui ha ignorato la mia domanda.»

«Chissà», esclamò Rudy. «Punterei su qualcuno in fondo al ciclo di produzione di tutto ciò. Per quello che so di Lynette Marquand, dubito che assumerebbe qualcuno come quell’uomo, ma non posso parlare per il suo staff, né per suo marito.»

«Aspetta, lui ha parlato di ‘datori di lavoro.’ Al plurale. Questo lo ricordo perfettamente.»

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