A questo punto Steinman s’interruppe per bere un po’ d’acqua e guardare negli occhi i membri del comitato. Parecchi di loro ruotarono gli occhi, esasperati per essere costretti ad ascoltare le vecchie e semplicistiche rivelazioni di uno dei membri del comitato senza credenziali scientifiche.
«Capisco ciò che state pensando», dichiarò Steinman, «ma finirò di leggere la dichiarazione della signora Kroft. Ci ha reso un grande servigio decidendo di astenersi dal votare. Nei nostri laboratori e nelle nostre cliniche, siamo potenti e autorevoli. Nel tribunale dell’opinione pubblica, invece, la rappresentante dei consumatori ha più peso di uno qualunque di noi. Quando questa riunione sarà giunta al termine e avremo dato il nostro voto, dovremo rispondere pubblicamente alle questioni che sta sollevando. Qualche domanda?»
«Finisca di leggere e votiamo», borbottò uno dei pediatri.
«Grazie, Mel», rispose Steinman. «È proprio quello che intendo fare.» Raddrizzò gli occhiali e sorseggiò dell’acqua.
«‘Che dire dell’Omnivax?’ continua la signora Kroft. ‘Lasciatemi prima dire quanto la ricerca e la tecnologia medica usate per lo sviluppo di questo straordinario prodotto mi abbiano colpita. Ancora una volta, però, devo chiedere, dov’è la ricerca randomizzata? Dove la valutazione a lungo termine? Una volta messo sul mercato un farmaco o un vaccino, il CDC e l’FDA fanno affidamento su un sistema di valutazione post-marketing affidato a moduli di denunce mediche di reazioni sfavorevoli. Gli studi hanno mostrato come solo una piccola percentuale di medici ha mai compilato simili moduli, pur sapendo o intuendo che molti casi in cui si erano imbattuti potevano essere collegati a vaccini o farmaci. Alcuni sono troppo impegnati o semplicemente non sanno dove trovare un simile modulo nel momento in cui ne hanno bisogno. Quelli che lo compilano lo fanno generalmente solo quando la reazione avviene poco tempo dopo la somministrazione del farmaco ed è, più spesso che no, spettacolare. Sarei negligente se non facessi notare che in questo momento non vi è prova che l’Omnivax abbia provocato, nei soggetti sottoposti ai test preliminari, problemi di una gravità anche solo lontanamente vicina alla mortalità delle malattie che previene. Sarei, tuttavia, altrettanto negligente se non facessi notare che l’Omnivax è valido solo quanto il suo componente meno ampiamente testato.
«‘Trenta vaccini, nessuna ricerca randomizzata, ma anche nessun evidente grave effetto sfavorevole. Questi tre fatti mi hanno reso difficile prendere una decisione sull’Omnivax.
«‘Ciò mi porta al mio ultimo impegno, essere cioè una sincera rappresentante dei consumatori. I genitori temono che gli enti governativi e l’industria farmaceutica tengano loro nascoste informazioni sugli effetti secondari del vaccino. I genitori che preferirebbero non vaccinare i loro figli vengono perseguiti a termini di legge, a volte anche quando dimostrano che, facendolo, violerebbero le loro credenze religiose. Questo non dovrebbe succedere in America. Ovunque io vada, i genitori invocano tre cose: informazione, ricerca e scelta.
«‘Come stanno le cose, allora? Abbiamo un notevole prodotto che senza alcun dubbio salverà molte vite. Abbiamo un programma di ricerca essenziale, basilare, che è stato trascurato come è successo con ogni altro vaccino o combinazione di vaccini mai utilizzati. Abbiamo dei genitori che desiderano più informazioni e un maggior controllo su ciò che viene iniettato nei corpi dei loro figli.
«‘Dopo avere riesaminato questi tre fatti, queste tre domande, ho capito di non poter né approvare l’Ommvax né dare un voto che priverebbe il popolo americano delle sue proprietà salva-vita. Per questo motivo ho deciso di astenermi dalla votazione finale per la sua approvazione. Auguro ai miei colleghi della commissione ogni bene e li ringrazio per quello che mi hanno insegnato in questi ultimi trentadue mesi.’»
Richard Steinman si tolse gli occhiali. Nella sala, ogni espressione diceva chiaramente che nessuno dei partecipanti era rimasto colpito da ciò che aveva scritto Ellen. Dopo parecchi secondi di silenzio, George Poulos alzò la mano e parlò: «Propongo che si evitino commenti finali e si passi direttamente alla votazione».
«Proposta appoggiata», gridò una voce esausta.
«Obiezioni?» domandò Steinman. «D’accordo, allora. George, presumo si possa iniziare da te.»
«Voto sì.»
Al momento di quella storica votazione, Ellen, a centocinquanta chilometri a nord dell’edificio dell’FDA, era diretta, attraversando senza alcuna particolare fretta il lussureggiante paesaggio delle Montagne Catoctin del Maryland, alla casetta di Rudy Peterson. Due ore prima aveva preso Lucy a casa sua e l’aveva portata in un piccolo parco boscoso, tagliato a metà da un corso d’acqua che scorreva lievemente. Si erano sedute su una panchina e Ellen si era lasciata dondolare al ritmo della piccola. Non molto distante, in un piccolo spazio giochi, una decina di bambini si divertiva sulle altalene e sulla struttura tubolare. Il delicato profumo di Lucy, strofinata e lavata, non era diverso da quello degli altri bambini, aveva pensato Ellen. I capelli, la pelle, i suoi splendidi occhi, tutto era perfettamente normale, eppure era differente come se fosse venuta da un altro pianeta.
Ellen aveva scrutato in giro, chiedendosi se lei e Lucy non fossero seguite e osservate. Quel pensiero l’aveva resa ansiosa. Da quello che poteva vedere, non c’era nessun individuo sospetto, ma ciò non significava nulla. Quelli che erano contro di lei erano dei professionisti.
«Troverò quell’uomo, mia cara», aveva sussurrato dolcemente Ellen. «Lo troverò e scoprirò anche chi lo ha ingaggiato, e farò loro del male. Li farò soffrire come non hanno mai sofferto in vita loro.»
Erano rimaste lì sedute per una quindicina di minuti, e le lacrime di Ellen avevano bagnato i capelli della nipotina. I bambini erano corsi in classe, il campo giochi era vuoto. Lucy, oscillando meno del solito, fissava vagamente in quella direzione.
«Ti voglio bene, piccola», aveva infine detto Ellen, aiutando la bambina a mettersi in piedi e a tornare all’automobile. «Forza, andiamo, Gayle ti sta aspettando a scuola.»
Alle undici, Ellen era a solo pochi chilometri dalla casetta di Rudy. Accese la radio e trovò, appena in tempo, un radiogiornale pieno di scariche statiche che stava dando notizie da Rockville. Con il voto unanime promesso da Lynette Marquand, l’uso pubblico del multivaccino Omnivax era stato approvato. Entro pochi giorni, a Washington, nel centro sanitario locale, la first lady sarebbe stata presente mentre il ministro della Sanità Lara Bolton somministrava la prima iniezione del farmaco. Da quel momento, la vaccinazione con l’Omnivax diventava obbligatoria per tutti i neonati e in seguito per tutti i bambini più grandi.
Che si dia inizio ai giochi, pensò amaramente Ellen.
Si sentiva spaventata, ma anche eccitata. Aveva fatto quello che doveva. Se avesse dato il suo voto negativo sull’Omnivax e fosse successo qualcosa a Lucy, non sarebbe più riuscita ad andare avanti.
Il radiogiornale non aveva menzionato il fatto che Ellen si era astenuta dal votare, ma aveva dato rilievo alle implicazioni politiche per il governo Marquand nell’aver mantenuto la promessa fatta al popolo americano. Forse, pensò, nei prossimi giorni la stampa avrebbe commentato anche la sua dichiarazione, o forse no. Non che importasse realmente.
Le sue mani strinsero il volante, mentre gli occhi della mente rivedevano quell’arrogante criminale, che puzzava di fumo di sigaretta, seduto tranquillamente nel suo soggiorno. Quel bastardo aveva fatto bene il suo lavoro, l’aveva convinta che nessuno dei suoi cari sarebbe stato al sicuro e che non c’era assolutamente niente che lei potesse fare. Quello che lei sperava lui non sapesse era che aveva vinto solo la prima ripresa. Gli aveva tirato un leggero jab inviando la sua dichiarazione ai giornali, pur sapendo che non avrebbe suscitato alcuna rappresaglia. Ora doveva trovare un modo per tirare un colpo più efficace, o meglio ancora, uno mortale. Astenendosi dal voto, non aveva solo protetto Lucy, ma aveva anche guadagnato il tempo necessario a Rudy per portare a termine il suo lavoro.
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