Janet Evanovich - Cacciatrice di taglie

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Cacciatrice di taglie: краткое содержание, описание и аннотация

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Stephanie Plum fa la cacciatrice di taglie per un’agenzia del New Jersey. Il suo compito è ritrovare il misterioso Ranger, sospettato di aver ucciso il figlio di un boss del traffico d’armi. Ma Ranger è anche l’uomo che ha insegnato a Stephanie tutto quello che sa del suo mestiere e che esercita su di lei un fascino pericoloso. E la cattura di Ranger non è l’unico pensiero che non la fa dormire di notte. La spassosa nonna Mazur si è trasferita da lei, un amico le ha affidato un cane bulimico, l’intimità con il fidanzato Joe Morelli è diventata impossibile, Stephanie deve più volte dissuadere dal suicidio un’amica e un maniaco tenta di ucciderla.

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Homer era in piedi con la schiena rivolta all’ingresso. Guardai oltre la sua spalla e vidi che nel mio campo visivo entrava Ranger.

«D’accordo, mi hai convinta» dissi, con un tono di voce più alto del necessario e appena un tocco di isterismo. «Ecco che cosa è successo. Non avevo idea che ci fosse del denaro nell’auto. Quello che ho visto era un tizio morto. E non so che cosa mi sia preso, chiamami pazza, ma forse ho visto troppi film sulla mafia: ho pensato tra me e me che forse c’era un altro cadavere nel bagagliaio! Voglio dire, non volevo correre il rischio che ci fosse un altro cadavere, capisci? Perciò ho aperto il bagagliaio e c’era quella borsa da palestra. Be’, sono sempre stata curiosa, perciò, naturalmente, ho dovuto guardare dentro…»

«Non me ne frega un cazzo di niente della storia della tua vita» disse Homer. «Voglio sapere che cosa hai fatto di quei dannati soldi. Ho soltanto dodici ore prima che la mia nave salpi. Credi che riuscirai ad arrivare al punto nel tempo a disposizione?»

E in quel momento Ranger prese Homer Ramos alle spalle e gli premette la scacciacani contro il collo. Homer strillò e cadde al suolo. Ranger si chinò su di lui e gli prese la pistola. Lo tastò per sentire se aveva altre armi, non ne trovò e gli ammanettò le mani dietro la schiena.

Lo spinse di lato e si mise davanti a me. «Pensavo di averti detto di non immischiarti più con i membri della famiglia Ramos. Non mi stai mai ad ascoltare.»

Tipico umorismo da Ranger.

Gli sorrisi debolmente. «Credo di stare per vomitare.»

Lui mi mise una mano alla base del collo e mi spinse la testa giù tra le ginocchia. «Spingi contro la mia mano» disse.

La testa smise di ronzare e il mio stomaco in qualche modo si calmò. Ranger mi aiutò a mettermi in piedi e mi tolse la giacca.

Mi pulii il naso sulla T-shirt. «Da quanto tempo eri qui?» domandai.

«Sono entrato quando lui ti ha sparato.»

Entrambi guardammo la ferita sul mio braccio.

«Una ferita superficiale» disse Ranger. «Niente di preoccupante.» Mi guidò in cucina e la tamponò con dei tovaglioli di carta. «Cerca di pulirla un po’, intanto vado a cercare dei cerotti.»

«Cerotti! Mi hanno sparato!»

Lui tornò con la mia valigetta del pronto soccorso, usò i cerotti per tenere unite le labbra della ferita, ci mise sopra una compressa di garza e mi bendò il braccio. Fece un passo indietro e mi sorrise. «Sembri un po’ pallida.»

«Credevo di morire. Mi avrebbe uccisa di sicuro.»

«Ma non lo ha fatto» disse Ranger.

«Ti è mai capitato di pensare che stavi per morire?»

«Parecchie volte.»

«E?»

«E non è successo.» Usò il mio telefono per chiamare Morelli. «Sono nell’appartamento di Steph. Abbiamo qui Homer Ramos impacchettato e pronto per te. E ci farebbe comodo un’auto della polizia. Stephanie si è beccata una pallottola nel braccio. È soltanto un graffio, ma sarà meglio dargli un’occhiata.»

Mi circondò con un braccio e mi tirò a sé. Posai la testa sul suo petto e lui mi accarezzò i capelli e mi baciò un orecchio. «Ti senti bene?» domandò.

Non mi sentivo bene per niente. Ero tutta scombussolata, in uno stato pietoso. «Certo» dissi. «Sto benissimo.»

Sentii che stava sorridendo. «Bugiarda.»

Joe mi raggiunse all’ospedale. «Ti senti bene?»

«Ranger mi ha domandato la stessa cosa un quarto d’ora fa e la risposta era no. Ma adesso mi sento meglio.»

«Come va il braccio?»

«Non credo che sia una cosa grave. Sto aspettando la visita del medico.»

Morelli mi prese la mano e mi baciò il palmo. «Credo che il cuore mi si sia fermato un paio di volte mentre venivo qui.»

Il bacio mi fece venire una stretta allo stomaco. «Sto benissimo. Davvero.»

«Ho dovuto guardare in faccia me stesso.»

«Tu mi ami» dissi.

Il suo sorriso si irrigidì e lui annuì brevemente. «Io ti amo.»

Anche Ranger mi amava ma non proprio nello stesso modo. Luì si trovava in una fase diversa della vita.

Le porte della sala d’aspetto si spalancarono e Connie e Lula si precipitarono dentro.

«Abbiamo sentito che ti hanno sparato» disse Lula. «Che cosa è successo?»

«Oh mio Dio, è vero» intervenne Connie. «Guarda il braccio!»

Morelli fece un passo indietro. «Voglio essere presente quando porteranno via Ramos, e credo di essere di troppo qui ora che sono arrivati i rinforzi. Chiamami appena avrai parlato col medico.»

Uscita dall’ospedale decisi di andare a casa dei miei. Morelli era ancora occupato a interrogare Homer Ramos e io non avevo voglia di stare da sola. Chiesi a Lula di fermarsi prima da Dougie perché potessi prendere una camicia di flanella da indossare sopra la maglietta. Dougie e il Luna erano nel soggiorno e guardavano la televisione su un nuovo apparecchio a schermo gigante.

«Ehi, piccola» disse il Luna «guarda un po’ che bel televisore. È straordinario o no?»

«Credevo che l’aveste fatta finita con la merce trafugata.»

«È questa la cosa pazzesca» disse il Luna. «L’abbiamo comprato nuovo di zecca. Non l’abbiamo affatto rubato, piccola. Ti dico una cosa, Dio ha degli strani sistemi. Un attimo prima pensiamo di non avere più un futuro e l’attimo dopo, senza neanche sapere come, ci ritroviamo con un’eredità.»

«Congratulazioni» dissi. «Chi è morto?»

«Questo è il miracolo» disse il Luna. «La nostra eredità non è macchiata da una tragedia. Ci è stato regalato, piccola. Un dono. Ci crederesti?»

«Dougie e io abbiamo avuto il colpo di fortuna di vendere un’auto, domenica. Così abbiamo portato la vettura all’autolavaggio per farla rimettere bene in ordine per l’acquirente. E mentre eravamo lì arriva questa bionda con una Porsche argentata. E lei ha, come dire, ripulito l’auto fin nel più piccolo angolino. Noi stavamo lì, come dire, solo a guardare. E poi ha preso questa borsa dal bagagliaio e l’ha gettata nella spazzatura. Era un’ottima borsa, perciò Dougie e io le abbiamo chiesto se le dispiaceva che la prendessimo. E lei ha detto che non era altro che una orribile borsa da palestra e che noi potevamo farci quel diavolo che volevamo. Così abbiamo portato la borsa a casa e ce ne siamo dimenticati.»

«E quando l’avete aperta e ci avete guardato dentro questa mattina, avete scoperto che la borsa era piena di soldi» dissi.

«Accidenti. E tu come fai a saperlo?»

«Ho solo tirato a indovinare.»

Quando arrivai a casa, mia madre era in cucina. Stava preparando del cavolfiore gratinato. Non proprio il piatto che preferisco, ma d’altra parte, forse, il piatto che preferisco è la torta rovesciata di ananas con tanta panna montata, perciò non credo che si possa fare un paragone.

Si interruppe e mi guardò. «C’è qualcosa che non va nel tuo braccio. Lo tieni in un modo strano.»

«Mi hanno sparato, ma…»

Mia madre svenne. Cadde a terra con ancora il cucchiaio di legno in mano.

Merda.

Inumidii uno straccio da cucina e glielo misi sulla fronte finché non rinvenne.

«Che cosa è successo?» domandò.

«Sei svenuta.»

«Io non svengo mai. Ti starai sbagliando.» Si drizzò a sedere e tamponò la faccia con lo straccio bagnato. «Oh, sì, adesso ricordo.»

L’aiutai a sedersi su una delle sedie della cucina e misi a scaldare l’acqua per il tè.

«Quanto è grave?» domandò.

«È solo un graffio. E il tizio è già in galera, perciò va tutto bene.»

A parte il fatto che avevo un po’ di nausea, il cuore mi batteva in modo irregolare e non volevo tornare nel mio appartamento. Per il resto, andava tutto benissimo.

Misi il vaso dei biscotti sulla tavola e versai a mia madre una tazza di tè. Mi sedetti di fronte a lei e presi qualche biscotto. C’erano gocce di cioccolata e pezzetti di nocciola. Molto salutare, le nocciole contengono tante proteine, giusto?

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