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Boris Akunin: La Regina d'Inverno

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Boris Akunin La Regina d'Inverno

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Mosca, 1876: in un parco affollato, un giovane si spara davanti agli occhi di una ragazza che poco prima gli aveva rifiutato un bacio. И solo il primo di un'inquietante catena di suicidi apparentemente inspiegabili. Dietro quei gesti tanto assurdi si nasconde forse un intrigo internazionale, ordito al di fuori della madre Russia? A indagare sul caso и Erast Fandorin, investigatore alle prime armi pieno di entusiasmo e acume. La pista che segue lo condurrа ai quattro angoli della Terra, in una serie di avventure rocambolesche che approderanno a una veritа sconvolgente e imprevedibile. Con Fandorin nasce una indimenticabile figura di detective in grado di rivaleggiare con «classici» quali Poirot, Sherlock Holmes e Montalbano.

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«Milady, ma quanti anni aveva Cunningham?» chiese Erast Petrovič aggrottando la fronte.

«Trentatré», gli rispose di buon grado lady Esther. «Il 16 ottobre ne avrebbe compiuti trentaquattro. Il giorno del suo compleanno Gerald dava sempre una festa per i bambini, ma i regali non venivano dati a lui, era sempre lui a regalare qualcosa a ognuno. Secondo me spendeva così tutto il suo stipendio…»

«Non torna!» gridò Fandorin disperato.

«Cos’è che non torna, ragazzo mio?» si stupì milady.

«Intrepid è stato trovato in mare venti anni fa! Allora Cunningham aveva solo tredici anni. Dobbs si è arricchito un quarto di secolo fa, quando Cunningham non era ancora orfano! No, non è lui!»

«Ma cosa state dicendo?» chiese l’inglese nel tentativo di capire, strizzando confusa i chiari occhietti azzurri.

Ma Erast Petrovič la fissò in silenzio, colpito da una spaventosa congettura.

«Così non era Cunningham…»sussurrò lui. «Eravate sempre voi… Voi stessa! Voi c’eravate venti, e venticinque, e quaranta anni fa! Ma certo, chi altri! Mentre Cunningham, in effetti, era soltanto il vostro braccio destro! Quattromila vostri allievi, di fatto i vostri figli! E per ciascuno di loro voi siete come una madre! Era di voi, e niente affatto di Amalia che parlavano Morbid e Franz! A ciascuno ‘la signora’ aveva dato uno scopo nella vita, ciascuno lo aveva ‘indirizzato sulla sua strada’! Ma questo è spaventoso, spaventoso!» disse Erast Petrovič gemendo come dal dolore. «Intendevate servirvi fin dall’inizio della vostra teoria pedagogica per creare una congiura mondiale.»

«Be’, non proprio fin dall’inizio», ribatté tranquilla lady Esther, nella quale si era verificato un certo indefinibile ma del tutto evidente mutamento. Non pareva più la vecchietta pacifica e affettuosa, gli occhi le si erano accesi d’intelligenza, di autorità e di una forza indomabile. «All’inizio volevo soltanto salvare dei poveri, diseredati cuccioli d’uomo. Li volevo rendere felici, tutti quelli che potevo. Che fossero cento o mille. Ma i miei sforzi erano una goccia nel mare. Io salvavo un bambino, ma il feroce Moloc della società ne macinava intanto altri mille, milioni di piccoli uomini, in ciascuno dei quali era brillata all’inizio la scintilla divina. Allora ho capito che la mia opera era insensata. Non si prosciuga il mare con un cucchiaino.»La voce di lady Esther aveva preso energia, le spalle curve si erano raddrizzate. «Inoltre ho capito che il Signore mi aveva dato le forze per fare di più. Potevo salvare non un pugno di orfani, potevo salvare l’umanità. Magari non nel corso della mia vita, magari venti, trenta, cinquanta anni dopo la mia morte. Questa era la mia vocazione, la mia missione. Ciascuno dei miei bambini è qualcosa di prezioso, il coronamento dell’universo, il cavaliere di una nuova umanità. Ciascuno porterà un vantaggio inestimabile, con la sua vita cambierà il mondo per il meglio. Scriverà sagge leggi, scoprirà i segreti della natura, creerà capolavori artistici. E di anno in anno ce ne saranno sempre di più, col passare del tempo trasfigureranno questo mondo infame, ingiusto, criminale!»

«Quali segreti della natura, quali capolavori dell’arte?» chiese amaramente Fandorin. «Dopotutto a voi interessa solo il potere. L’ho visto, avete tutti generali e futuri ministri.»

Milady fece un sorriso condiscendente: «Amico mio, Cunningham si occupava solo della categoria F, molto importante ma non certo l’unica. ‘F’ sta per Force, ossia tutto quanto ha a che fare col meccanismo diretto del potere: la politica, l’apparato dello Stato, le forze armate, la polizia e così via. Ma c’è anche la categoria ‘S’ — Science, la categoria ‘A’ — Art, la categoria ‘B’ — Business. E ce ne sono altre. In quarant’anni di attività pedagogica ho indirizzato sulla loro strada sedicimilaottocentonovantatré persone. Forse non vi rendete conto con che impeto negli ultimi decenni si sono sviluppati la scienza, la tecnica, l’arte, la legislazione, l’industria? Davvero non vedete che nel nostro diciannovesimo secolo, a partire dalla sua metà, il mondo è diventato improvvisamente più buono, ragionevole, bello? Si sta verificando una vera e propria rivoluzione pacifica. Ed essa è del tutto necessaria, altrimenti l’ingiusta organizzazione della società porterà a una nuova sanguinaria rivoluzione, che getterà l’umanità molti secoli indietro. I miei bambini salvano il mondo giorno per giorno. Aspettate soltanto e vedrete che altro avverrà negli anni a venire. A proposito, ricordo che mi avevate chiesto per quale motivo non prendo ragazze. Quella volta, perdonatemi, vi ho mentito. Prendo anche le ragazze. Assai poche, ma ne prendo. In Svizzera ho un esthernato speciale, dove vengono educate le mie care figliole. Si tratta di un materiale del tutto particolare, forse ancora più prezioso dei miei figli. Una delle mie allieve, mi pare, la conoscete», disse milady ridendo maliziosa. «Adesso, è vero, si sta comportando in modo irragionevole e ha dimenticato momentaneamente il suo dovere. Questo alle donne giovani succede. Ma tornerà immancabilmente da me, le conosco io le mie ragazze.»

Da queste parole fu chiaro a Erast Petrovič che Ippolit nonostante tutto non aveva ucciso Amalia, ma l’aveva portata da qualche parte, tuttavia la menzione della Bežezkaja riaprì vecchie ferite e indebolì assai l’impressione (va riconosciuto, assai buona) fatta sul giovane dai ragionamenti della baronessa.

«La buona causa… questo certamente è notevole!» esclamò lui infervorandosi. «Ma cosa mi dite dei mezzi? A quanto pare per voi uccidere un uomo è come schiacciare una zanzara.»

«Questo non è vero!» ribatté con ardore milady. «Mi rincresce sinceramente di ciascuna delle vite perdute. Ma è impossibile ripulire le stalle di Augìa senza imbrattarsi. Ogni morto mi salva mille, un milione di altri esseri umani.»

«E chi sarebbe stato salvato da Kokorin?» chiese invelenito Erast Petrovič.

«Col denaro di questo inutile libertino io educherò per la Russia e per il mondo mille teste luminose. Non ci si può far niente, ragazzo mio, non l’ho creato io questo mondo crudele, in cui ogni cosa ha il suo prezzo. A mio parere in questo caso il prezzo è assolutamente ragionevole.»

«E la morte di Achtyrzev?»

«Tanto per cominciare, lui chiacchierava troppo. In secondo luogo, aveva troppo esasperato Amalia. E in terzo luogo, l’avete detto voi stesso a Brilling: il petrolio di Baku. Nessuno potrà impugnare il testamento scritto da Achtyrzev, è tuttora valido.»

«E il rischio di un’indagine di polizia?»

«Sciocchezze», disse milady alzando le spalle. «Io lo sapevo che il mio caro Ivan avrebbe sistemato tutto. Fin dall’infanzia si è distinto per la sua brillante mente analitica e il talento di organizzatore. Che tragedia che non ci sia più… Brilling avrebbe sistemato tutto in modo ideale, se non ci si fosse messo di mezzo un giovane gentleman cocciuto da non dirsi. Noi tutti siamo stati davvero molto, molto sfortunati.»

«Un momento, milady», la interruppe Erast Petrovič che cominciava finalmente a capire che sarebbe stato il caso di preoccuparsi. «E perché siete così franca con me? Possibile crediate davvero di potermi attirare dalla vostra parte? Non fosse per il sangue versato, sarei tutto dalla vostra parte, però i vostri sistemi…»

Lady Esther, sorridendo imperturbabile, lo interruppe: «No, amico mio, non spero di fare propaganda con voi. Purtroppo ci siamo conosciuti troppo tardi — la vostra mente, il vostro carattere, il sistema di valori morali hanno già avuto il tempo di formarsi, mutarli adesso è praticamente impossibile. Sono franca con voi per tre motivi. Prima di tutto, siete un giovane molto sensato e suscitate in me la più sincera simpatia. Non voglio che mi consideriate un mostro. In secondo luogo, avete compiuto un grosso passo falso, a venire direttamente qui dalla stazione senza informare prima i vostri superiori. E in terzo luogo, non è per caso che vi ho fatto sedere in quella scomodissima poltrona con lo schienale così stranamente ricurvo».

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