Michele Amari - La guerra del Vespro Siciliano vol. 2
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- Название:La guerra del Vespro Siciliano vol. 2
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216
Diploma del 15 giugno 1298, tratto da’ registri della real cancelleria di Sicilia, pubblicato dal Pirro, Sicilia sacra, pag. 409, ed. 1733.
217
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 3 e 4.
Anon. chron. sic., cap. 58, 59.
218
Il Testa, nella Vita di Federigo, porta l’armata ad 80 galee e 90 altre navi, non computatevi le sottili; a 500 cavalli e 1,156 pedoni le genti da sbarco venute d’Aragona con Giacomo. Quest’ultimo numero è tolto da un diploma del 23 giugno 1299, il quale per vero non descrive le forze portate da Giacomo, ma quelle da lui lasciate in Sicilia al fine di questa prima impresa, che poteano esser minori per cagion degli uomini perduti nella guerra, o maggiori pei Catalani e altri avventurieri che poi vi s’aggiugnessero. Picciolissimo fu in questa armata il numero delle navi napoletane, come si vede da parecchi diplomi dati tra il fin di marzo e mezz’aprile 1299, nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 1 a 15.
Quanto alle forze terrestri, che furono certo assai grosse, si vegga nel seguito del presente capitolo ciò che scrive Spedale delle perdite sofferte nello assedio di Siracusa.
L’Anon. chron. sic. porta venuto Roberto con re Giacomo. Speciale. non ne parla che nel consiglio per discior l’assedio di Siracusa. E per vero si ritrae ch’ei passava in Sicilia in fin di novembre 1298, o più tardi; leggendosi in alcuni diplomi che i feudatari del regno di Napoli dovessero far la mostra alla sua presenza in Napoli il dì 20 novembre per muover contro la Sicilia. Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. II, fog 209 e 210, diplomi dell’8 e 23 novembre 1298.
219
Anon. chron. sic., cap. 59.
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 10.
Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 35.
220
Veggansi le concessioni feudali in Sicilia fatte da Giacomo a Fulcone Barresio, per diploma del 13 settembre 1298, e a Simone de Belloloco e Filippo di Porta, per altre carte accennate ne’ diplomi del 24 luglio 1299 e 28 dicembre 1300, e la intitolazione d’un atto pubblico dato di Novara il 1 luglio 1299; de’ quali diplomi, il primo e l’ultimo citansi nel seguito di questo capitolo, gli altri due nel cap, XVII. Non abbiam traccia di alcuna delegazione di tanta autorità, che facesse Carlo II a Giacomo. E però è manifesto, che Giacomo la esercitava come capitan generale della corte di Roma, la quale poco prima avea disposto di dare in feudo a Loria il castel d’Aci, come sopra si è detto. La finzione del ceder l’isola a Roma presto fu dismessa; ma non cessarono le pretensioni di Bonifazio, anzi ne nacque una timida gelosia nella corte di Napoli, come si argomenta dal diploma di concessione feudale a Virgilio Scordia, docum. XXXVI.
221
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 4.
Anon. Chron. sic., loc. cit.
222
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 5.
Anon. chron. sic., cap. 59.
223
Diploma del 8 gennaio 1299 (per errore 1297 col computo dell’anno dal 25 marzo), pubblicato dal Testa, Vita di Federigo II, docum. 9.
224
Parmi che tornino a questo concetto le parole di Speciale: plus sapere quam oportebat attentans, neque intelligens verbum illud: curo possidente possideas . Questo traditore giovò molto alla causa dei nemici, come si vede da un diploma di Carlo II, dato il 1 luglio 1299, nel quale è perdonato e redintegrato ne’ suoi feudi, perchè se nella ribellione fallì per concorso, oggi ravveduto, osservava la fede al re angioino, animo et opere. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 158 a t. e 24 a t.
Oltre a questo, il governo angioino, per diploma dato lo stesso dì, gli concedea l’aspettativa di altre terre e feudi, del valore d’once cento annuali. Ibid., fog. 158.
Mostra ancora la importanza del Barresi, che fu seguito da un suo fratello per nome Fulcone, un altro documento. A costui Giacomo re d’Aragona die’ in feudo in Sicilia a dì 13 settembre 1298, con diploma dato di Milazzo, pe’ suoi continui e rilevanti servigi a pro della Chiesa, il castello e casal di Chila tra Mineo e Caltagirone, con mero e misto impero. Raffermò questa concessione Roberto a dì 10 settembre 1299 da Aidone; e Carlo II da Napoli a 16 febbraio 1300. Nel r. archivio di Napoli, reg. 1299–1300, C; e ne’ Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. G. 2, fog. 88.
Il di Gregorio, nella Bibl. arag., tom. II, pag. 520, pubblicò un diploma di Federigo, pel quale furon conceduti a Blasco Alagona il castello e la terra di Naso, posseduti una volta da Giovanni e Matteo Barresi traditori. Questo documento porta la data di Palermo a 26 gennaio decima Ind. anno dell’Incarnazione 1297, e 2o del regno di Federigo; ma io credo errata manifestamente questa data, perchè la decima Ind. cadde bene di gennaio 1297 nell’anno comune, ma nell’anno dell’Incarnazione rispondeva al gennaio 1296. Indipendentemente da tal errore, si può corregger senza alcun dubbio duodecima ind. gennaio dell’anno dell’Incarnazione 1298, ossia gennaio 1299 dell’anno comune, perchè Barresi si ribellò da Federigo al passaggio primo di Giacomo, cioè tra agosto 1298 e la primavera del 1299 dell’anno comune. Il riferisce Speciale, diligentissimo nel descrivere questi tempi di Federigo, ne’ quali ei visse ed ebbe alto stato.
225
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 6 e 7.
226
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 7 e 8.
Tolomeo da Lucca, Ann. in Muratori, R. I. S., tom. XI, pag. 1303. Anon. chron. sic., cap. 60, che porta un po’ diverso il numero delle galee.
Non mi è riuscito di trovare una interpretazione plausibile di questo soprannome di Garsagnini o Garfagnini, con ch’eran proverbiati que’ prigioni catalani. Gli scrittori contemporanei non ne danno la origine; non si trova nella nostra lingua parlata; il Du Cange, nel glossario, la nota senz’altra spiegazione, che d’essere stata adoperata come ingiuria nel caso particolare narrato di sopra. Il Testa, leggendola garsagnini, spiega per sfregiati, marcati , rappiccandola con la voce garsa che suonava profondo cincischío, e così è rapportata dal Du Cange, e così resta ancora nell’idioma siciliano, in cui talvolta si pronunzia anche gassa . Ma io non so accettare che i siciliani guerrieri di que’ tempi, si beffassero delle cicatrici di altri guerrieri; a d’altronde questo combattimento del Faro non fu sì ostinato, che la più parte de’ prigioni potesse escirne con ferite. Perciò crederei più tosto leggere garfagnini per metatesi da qrafagnini, grifagnini, grifagni , o derivato da aggraffare, e in siciliano aggranfari . Ed era ben naturale che i nostri guerrieri cittadini dessero di saccardi, predoni, rapaci ladroni, a que’ soldati venderecci di Giacomo.
Non credo che questo soprannome potè trarsi in alcun modo dai Garfagnini, abitatori della Garfagnana nello stato di Modena.
227
Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1271, sì legge un diploma del 12 gennaio decimaquarta Ind. (1278), col quale è conceduta a Guglielmo de Mosterio la terra di Grattieri, posseduta già dal conte Arrigo Ventimiglia, traditore, dicea re Carlo.
228
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 9.
229
Speciale dice 18,000 uomini perduti; ma sembran troppi.
230
Si vede dal citato diploma del 23 giugno 1299, Testa, docum. 16.
231
Nello stesso diploma e in un altro della stessa data del 23 giugno, citato nel seguito di questo capitolo, si fa menzione di Pietro Cornel, nominato da Speciale in questo luogo.
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