Roberto Bracco - La fine dell'amore

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D'Alma

Ecco… (Fruga nelle saccocce e ne cava parecchi libri.)

Anna

Lo avete sempre in tasca?

D'Alma

Sempre! È uno dei miei compagni prediletti. (Sceglie uno dei libri, lo apre e lo dà ad Anna, mostrandole una pagina) Leggete qui. (Soavemente) È modernissimo!

Anna

(dopo aver letto un po') Uh! Guarda guarda guarda!.. Voi, per amarmi così sublimemente, non mangiate che erba?!

D'Alma

Non vi fermate a certi particolari, vi prego.

Anna

E con questa igiene voi siete sicuro… delle estasi purissime?!

D'Alma

(sorridendo con tristezza) Comprendo! A voi sembra che la facilità con cui io mi lascio andare a queste conversazioni intime (con disgusto) sia, per lo meno, un avanzo del materialismo comune. Ebbene, io vi mostrerò che so e posso trionfarne. (Con energia) Da solo a sola con voi, Anna, io non mi troverò… mai più!

Anna

(con latente stupefazione) Me lo promettete?..

D'Alma

(con gravità) Ve lo prometto!

Anna

(con lieve trasparenza comica) Siete immenso!..

D'Alma

Grazie!

Anna

Non c'è di che.

(Un silenzio.)
D'Alma

Ed ora, (alzandosi) se non m'inganno, ci siamo detto tutto!

Anna

E sfido io! Che altro ci potremmo dire?!

D'Alma

Arrivederci…

Anna

Arrivederci…

D'Alma

Ma… (fa un gesto complicatissimo e solenne ricordante la risoluzione presa.)

Anna

(imitando caricatamente il gesto di lui) Oh… siamo intesi!..

D'Alma

(assorto, si allontana. Presso la porta, si trova a faccia a faccia con Salvetti: ne ha un soprassalto di fastidio, ed esce fuggendo.)

SCENA IV.

ANNA, SALVETTI

Salvetti

Sono di troppo?

Anna

Ma che «di troppo»! Non vedete che se ne va?

Salvetti

(restando sulla soglia) Io ritengo di essere di troppo appunto quando non c'è nessun altro.

Anna

Quando non c'è nessun altro dovreste piuttosto ritenere di non essere… sufficiente. Avanti, avanti! (Mettendosi con cura il cappellino) Io aspetto ansiosamente questi cavalli e questi cavalieri. Ben presto vi lascerò. Non abbiate soggezione di me. Sdraiatevi in una seggiola a bracciuoli, leggete i vostri giornali, fate il vostro chilo comodamente…

Salvetti

Per obbedirvi… (Siede in una poltrona presso il tavolino e sceglie qualche giornale.)

Anna

Del resto, la vostra colazione, è durata pochino. (Dopo aver messo il cappellino incomincerà ad infilare i guanti.)

Salvetti

Come il vostro colloquio con Giuliano.

Anna

Preciso.

Salvetti

(con gli occhi sul giornale) Una bistecca e un po' di frutta: ecco la mia colazione.

Anna

Un po' di frutta, senza la bistecca: ecco il mio colloquio. Mi do anch'io all'erba!..

Salvetti

Lo avete… bocciato?

Anna

Chi?

Salvetti

Giuliano.

Anna

Non l'ho neppure esaminato.

Salvetti

Sicchè, è soppresso.

Anna

Perchè sopprimerlo? È un gentile giovane.

Salvetti

Certo.

Anna

Alquanto… vaporoso. (Fa lo stesso gesto complicato che ha fatto dianzi.)

Salvetti

Spiritualista e vegetariano.

Anna

(sincera) Quel che c'è di più moderno, sapete.

Salvetti

E chi lo nega? Molto moderno, e quindi niente affatto… esigente.

Anna

Ah, questo sì!

Salvetti

Compiango lui e compiango anche voi.

Anna

Credete che per una donna sia così penoso l'essere saggia?

Salvetti

Credo solamente che sia meno penoso il non esserlo.

Anna

(dopo una pausa) Dottore…

Salvetti

(leggendo) Marchesa?

Anna

Disturbo?

Salvetti

Anzi.

Anna

(avvicinandosi con amichevole dimestichezza) In confidenza… secondo voi, chi è che potrebbe farmi oltrepassare i confini della saggezza?

Salvetti

(subito) Chiunque.

Anna

(offesa) Come?!

Salvetti

Lasciatemi finire. Chiunque… sapesse chiedere … nel momento propizio.

Anna

(allontanandosi stizzita) Eccoci alle solite insolenze!

Salvetti

«Pulsate, et aperietur vobis» scrisse uno che se ne intendeva.

Anna

Non capisco di latino!

Salvetti

Sono io qui apposta per tradurvelo. «Picchiate e vi sarà aperto». La condizione del «momento propizio» non c'è nel testo; ma… oh Dio!.. si legge tra le linee. (Alzandosi) E io vi dimostrerò che…

Anna

(interrompendolo esasperata) Basta! Basta! Basta! Non mi irritate di più. Coi vostri quarant'anni suonati, dovreste giudicarmi meno superficialmente. Le condizioni speciali della mia vita non possono escludere, è vero, la probabilità, vicina o lontana, d'una dedizione; ma da questo a quello che dite voi, ci corre! ci corre!

Salvetti

Io dico lo stesso in sostanza, perchè tutte le donne, quando stanno per cadere, credono in buonissima fede di trovarsi nelle condizioni speciali che non solo giustificano ma esigono la caduta. E penso io forse che esse abbiano torto? Oibò! Io non faccio che applicare a voi una legge naturale, comune a tutta la femminilità militante: – «non sono veramente sagge che le donne a cui non si chiede niente».

Anna

(scattando) Badate, però, che possono essere sagge, malgrado loro, anche quelle a cui si chiede troppo!

Salvetti

Io vi auguro che s'indovini sempre la misura giusta della richiesta.

Anna

Ed io auguro a voi che s'indovini sempre la misura giusta del rifiuto! (Presa dalla rabbia) Siete un impertinente!.. Siete disgustevole!.. Siete insopportabile! Siete mostruoso! (Batte a terra i piedi d'una seggiola, e poi vi siede. – Una lagrimuccia spunta nei suoi occhi.)

Salvetti

(sorridendo sotto i baffi) Calmatevi, via, ve ne prego, calmatevi…: tanto più che (guardando alla finestra) sta per arrivare il conte… in un magnifico costume di occasione.

Anna

Io ho bisogno di graffiare qualcuno!

Salvetti

Profittate di me, marchesa, perchè, col conte, non c'è da cavarsi di questi capricci. Quello lì è troppo ben fatto: si guarda e non si tocca!

SCENA V.

DIONIGI, ANNA, e SALVETTI

Dionigi

(in un pretto costume di sportsman, entrando elegante e brioso) Marchesa, le cavalcature sono pronte.

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