Carlo Botta - Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III

Здесь есть возможность читать онлайн «Carlo Botta - Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Издательство: Иностранный паблик, Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Kerpen e Laudon, fatti forti da questo accalorato stormo, ed ingrossati anche da qualche battaglione di regolari venuti dall'esercito Renano, si consigliavano di voler cacciare del tutto dal Tirolo i repubblicani. Con questo pensiero Laudon, che aveva spogliato d'abitatori la valle di Merano, ed ordinatigli sotto le insegne, calava minacciosamente da quei luoghi alti e dirupati, ed andava a battere a mezza strada tra Brissio e Bolzano, col fine di tagliar il ritorno ai Francesi alle parti disottane dell'Adige. Gli riusciva l'intento, perchè assaltate con impeto le vanguardie Francesi, le faceva piegare, e s'impadroniva di Bolzano. Fatto poscia più audace dal fortunato successo, saliva per le rive dell'Adige per congiungersi con Kerpen, e per istringere vieppiù Joubert, che tra l'una schiera e l'altra stanziava a Brissio. Occupava la Chiusa, poi Steben, tanto ritirandosi i Francesi più in su, quanto più s'avvicinava Laudon: già Brissio medesimo pericolava. Nè se ne stava neghittoso in questo mezzo tempo Kerpen, perchè calando con le sue genti miste di Tirolesi e di Tedeschi da Sterzing, rincacciava i repubblicani fin sotto le mura di Brissio. Per questo modo a Joubert accerchiato da tre parti, a tramontana da Kerpen, a ostro ed a ponente da Laudon, non rimaneva più altro scampo, che a levante per la valle del Puster, poscia per quella della Drava sino a Villaco. Partitosi da Brissio il dì cinque aprile, e ritardato l'impeto di Kerpen, che lo voleva seguitare, con aver rotto il ponte sull'Eisaco, arrivava il giorno otto a salvamento a Linzo, dove trovava alcuni squadroni di cavalleria, che il generalissimo, geloso di quel passo, aveva mandati ad incontrarlo. Poscia marciando sollecitamente in giù per le rive della Drava, e rotte alcune squadre collettizie all'Ospedale, che volevano serrargli il passo, conduceva ad effetto a Villaco la congiunzione dei due eserciti. Ma Laudon non si ristava; che anzi cacciando all'ingiù dall'Adige i Francesi, entrava vittorioso in Trento e Roveredo. S'allargava anche sulle sponde del lago a Torbole ed a Riva. Questa mossa, che già faceva sentir il romore delle armi Tedesche nella pianura frapposta fra l'Adige e il Mincio, partoriva effetti importanti, e ne avrebbe partorito degli estremi, se l'imperatore Francesco avesse mostrato, in quest'ultima fine, maggiore costanza, ed il senato Veneziano maggiore ardimento.

La guerra si avvicinava sugli estremi confini d'Italia per opera di Massena ad un evento terminativo, per quanto spetta alla difesa degli stati ereditari d'Austria. Già si è da noi notato, di quanta importanza fosse il passo della Ponteba. Per questo aveva comandato l'arciduca a Ocskay, che lo custodiva, ostinatamente il difendesse. Confidando nel valore de' suoi, veniva in pensiero di sopraccorrere improvvisamente con forze superiori contro Massena, e di conculcarlo prima che Buonaparte avesse tempo di soccorrerlo. Il quale intento, se avesse avuto il suo effetto, l'arciduca avrebbe fatto a Buonaparte quello, che Buonaparte voleva fare a lui, cioè separare l'ala sua destra dalle genti del Tirolo, che erano la sua sinistra. A questo fine ebbe tostamente il generale austriaco adunato alcune truppe già venute dal Reno, e comandava al tempo medesimo ai generali Gontreuil e Bajalitsch, marciassero risolutamente a Tarvisio per a Ponteba; gli seguitava di pari passo, conducendo con se le artiglierie più grosse. L'accidente era importante, il momento fortunoso. Già marciava l'arciduca quasi sicuro della vittoria; ma quando più confidava di un prospero fine, gli sopravvenivano le novelle, certamente ingratissime, che Ocskay, non facendo alla Ponteba contro Massena quella sperienza che si aspettava di lui, si era tirato indietro fino a Tarvisio; che anzi velocemente seguitato dal nemico, aveva anche abbandonato Tarvisio, ritirandosi più che di passo verso Wurtzen. Quest'accidente tanto impetuoso fece precipitar l'arciduca ai rimedi: comandava a Ocskay, che tornasse incontanente, e cacciasse i repubblicani da Tarvisio. Ma il suo intento non ebbe effetto, perchè Ocskay, troppo accelerando il cammino, già era arrivato a Wurtzen, terra troppo più lontana che abbisognasse, perché ei potesse giungere a tempo alla fazione. Non si perdeva d'animo per tanto sinistro l'arciduca, e, non lasciata indietro diligenza od opera alcuna, pensava a ricuperar col valore quello, che la timidità aveva perduto. A questo fine ordinava a Gontreuil e Bajalitsch, seguitassero a marciare, e restituissero ad ogni modo alle armi austriache il passo di Tarvisio. Tanto velocemente marciò il primo, guidatore dell'antiguardo, che, valicato il colle di Ober-Preth, urtava valorosamente in Tarvisio, cacciavane i repubblicani, e perseguitandogli, gli respingeva sin oltre al villaggio di Salfnitz, e se fosse stato presto Bajalitsch ad arrivare per fermare i suoi nella battaglia, l'impresa aveva il suo compimento. Ma egli, o fosse ritardato dai luoghi aspri, o dagl'impedimenti delle artiglierìe che voleva condurre con se, non potè arrivare a tempo alla fazione, per modo che il seguente giorno, che fu ai ventitre di marzo, Massena, raccolti ed adunati i suoi, e già prevalendo di forze contro Gontreuil rimasto solo, dava dentro, prima a Salnitz, poscia a Tarvisio, e da ambi i luoghi cacciava gl'imperiali. Nè valsero il valore di Gontreuil, che fu molto notabile, nè quello delle sue genti che combatterono virilmente, nè la presenza dell'arciduca medesimo che era accorso, e fece in questa battaglia le veci non meno di esperto capitano, che di animoso soldato, ad arrestare il corso della fortuna contraria; perchè non solamente fu rotto e ferito Gontreuil, ma fu cagione, che rotto ancora fosse poco dopo Bajalitsch che arrivava; conciossiachè Massena vittorioso, rivoltatosi contro questa seconda colonna, le dava l'assalto sui confini di Raibel. Al tempo medesimo Guyeux, che si era impossessato per una battaglia di mano del forte passo della Chiusa di Plezzo, accostatosi ancor esso, l'assaliva alla coda. La schiera, urtata da tutte le parti da un nemico vittorioso, ridotta ad un'estrema lassezza pel camminare frettoloso su per quei monti, nè avendo speranza di soccorso, deposte le armi, si arrendeva. Quattro generali, quattromila soldati, venticinque cannoni, quattrocento carri carichi di bagaglie e di munizioni furono i cospicui segni delle vittorie di Tarvisio e di Raibel. Tali furono i risultamenti della mal difesa Ponteba, e per aver il nemico preso il vantaggio dei passi, restò vana la fatica ed il desiderio dell'arciduca.

Perduta la speranza d'offendere, pensava il generale dell'Austria ad ordinar le difese in modo che fosse fermato quel precipizio, e fatto abilità alle genti stanziali del Reno di arrivare, alle leve di Croazia, di Bosnia, d'Austria e di Ungherìa di ordinarsi, ed al campo di Neustadt di fortificarsi. Schierava a questo fine il generale Seckendorf sulla strada di Lubiana, città chiamata con vocabolo tedesco Laybach, acciocchè intendesse alla difesa della Carniola, e delle rive della Sava; quest'era l'ala sua sinistra. Alloggiava il generale Mercantin sulle sponde della Drava per sicurezza di Clagenfurt; quest'era la mezza schiera. Finalmente il principe di Reuss col generale Keim con l'ala destra avevano fermato le loro genti a San Vito, e nella valle della Mura. Per tal modo si guardavano i tre principali aditi, per cui si va dall'Italia nel cuore delle possessioni austriache in Alemagna. Sperava l'arciduca, abborrendo dal lasciarsi stringere a far giornata, che questi preparamenti di difesa, le genti del Reno che giungevano, i popoli che tumultuavano tutt'all'intorno, avrebbero dato cagione di pensare a Buonaparte, e frenato la sua audacia del volersi internare negli stati ereditari. Ma il capitano di Francia, che voleva pure che le sue armi rumoreggiassero in Alemagna, parte per amore di gloria, parte per isperanza, che chi parteggiava per la pace a Vienna, si mostrerebbe tanto più vivo quanto più ei fosse vicino, non si rimaneva, che anzi spingendosi avanti, e già congiunto con lui Joubert, entrava vittorioso in Villaco, Lobiana e Clagenfurt. Così non restava a superarsi più altro ostacolo di luoghi a Buonaparte, perchè sulle sponde del Danubio vicine a Vienna facesse sentire l'impressione delle sue armi, che la falda settentrionale delle Noriche Alpi, che la Drava dalla Mura dividono, debole impedimento per la facilità dei passi.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III»

Обсуждение, отзывы о книге «Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo III» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x