Vittorio Bersezio - Tre racconti

Здесь есть возможность читать онлайн «Vittorio Bersezio - Tre racconti» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Tre racconti: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Tre racconti»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Tre racconti — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Tre racconti», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

“Che cosa?” disse freddamente Atanasio.

“La nostra cagnetta partorì tre bestioline: due sono morte e l'ultima che ancor rimane, mio padre la vuol sacrificare anch'essa.”

“Uh!” saltò su il vecchio soldato. “Tre brutti mostri da fare schifo… Lei è già brutta da non potersi dir quanto, ma quei suoi piccini riuscirono d'una bruttezza che eccede ogni limite di discrezione. E Lucietta s'è cacciata in capo di conservare sì bella razza? Due per fortuna sono già iti, e il terzo sto per iscaraventarlo giù del burrone.”

“No, no, babbo, non farete ciò:” disse la figliuola con graziosa bizza capricciosetta. “E' son nati quel giorno appunto che tornai qui felice di tanto: vo' che quest'ultimo sopravissuto sia salvo; ed è a voi Atanasio che lo raccomando.”

“A me?”

La cagna, come se avesse capito che si parlava del suo neonato, e giudicato che questo era appunto il momento opportuno di mostrarsi, saltò fuori, accompagnata dal suo piccino veramente orribile.

“Eccola qui,” esclamò Lucietta; “ed ecco Azor. Gli ho posto nome Azor, a questo piccino, e mi farete piacere a conservarglielo.”

“Volete che lo prenda io?” domandò Atanasio di mala voglia.

“Non è vero che me lo farete questo piacere? ve lo terrete per mia memoria… Ecco.”

Il giovane sorrise amaramente. La cagna che eragli venuta fra le gambe lo salutava con amorevole agitar di coda, lo guardava con occhio che pareva supplichevole, ed avreste detto che gli si raccomandava anch'essa. L'operaio si curvò a terra e prese fra le mani il cagnolino.

“Per vostra memoria, Lucietta:” ripetè esaminandolo e con un accento fra di mestizia e d'ira repressa.

Taddeo si cacciò a ridere di buon cuore.

“Bella memoria! Non è vero che è una perfezione di bruttezza?”

La cagna si fregava contro le gambe di Atanasio, e il cagnolino, ch'egli teneva fra le braccia, gli leccava le mani.

“Ebbene sia,” egli disse: “io lo alleverò! Sarà la mia compagnia… – Mia unica compagnia! – soggiunse fra sè con amarezza.

Si portò via il canino. L'uomo ha tanto bisogno di mettere affezione in altrui, che Atanasio il quale, per le sue tristi condizioni, non poteva oramai amare nessun essere umano, prese a voler bene a quel mostricciuolo di cagnolino. E' non si sentiva più così solo sulla terra: aveva una occupazione diversa da quella del suo mestiere, e se ne compiaceva; era uno spasso, una diversione da' suoi usati pensieri che gli faceva del bene; se lo portava seco, quell'animale, perfino alla fonderia; usciva di molte volte, solamente per farlo passeggiare; lo accarezzava, quando nessuno lo poteva vedere, come altri fa d'un bambino.

– Ecco la mia sola famiglia, – dicevasi con pungente amarezza: – ecco il mio solo amore, ecco tutto il mondo per me… un cane! —

In Azor la bruttezza, che invece di scemare veniva aumentando ogni giorno, era compensata da molta intelligenza e superiore ancora l'affettuosità. Pose al suo padrone un amore che nulla più; e come s'ei ricordasse la protezione datagli da Lucietta, dopo Atanasio era colei che prediligeva, e ogni qual volta la vedesse, le andava incontro a farle un'infinità di feste.

Pietro e Lucietta, frattanto, vivevano felici. Si amavano proprio sul sodo, non solamente per trasporto giovanile, ed erano affatto degni l'uno dell'altra a vicenda. Atanasio li fuggiva con cura. Un anno dopo il cielo mandava alla giovane coppia un bel bambino. Tutte le felicità!

L'operaio era diventato sempre più misantropo; fuori dell'officina, non lo si vedeva più in nessun luogo mai, fuor che all'osteria: colà beveva da solo, non permetteva che nessuno sedesse alla sua tavola, respingeva bruscamente ogni tentativo di accostarlo, e quando cominciava a sentirsi ubbriaco, balbettava parole inintelligibili e partiva barcollando, accompagnato dal suo indivisibile cane, per andarsi a nascondere, non si sapeva dove.

Un giorno, Lucietta e Pietro, ai quali molto rincresceva il degradamento di questo valente giovane, ebbero la infelice ispirazione di volerlo ritornare quel di prima. Cercavano di lui, lo chiamavano sovente in casa loro; e Lucietta principalmente, colta ogni occasione per averlo a sè da sola, si pose a trattarlo con assai amorevolezza, nell'intento di fargli scorgere il torto della sua vita presente e destargli la voglia di ammendarsi.

Atanasio da prima si schivò, parve anzi fuggire con più cura tutti, e la moglie specialmente del suo giovane principale; poi si lasciò cogliere alla dolcezza di quei momenti in cui si trovava solo con lei e n'era trattato con tanta amorevolezza; finì per accarezzare le più pazze illusioni, che sapeva essere illusioni, ma nelle quali cercava e trovava una morbosa soddisfazione. Pareva rinata fra Lucietta e lui la famigliarità d'un tempo, quando Atanasio, lassù alla bianca casetta, andava ad attinger acqua per lei, col secchiello ch'ella faceva le mostre di contrastargli.

Le rimostranze e i consigli di Lucietta parevano aver ottenuto un felice successo. Atanasio tornava ad essere più pulito, meno misantropo, non allegro, ma meno scontroso, non mite, ma meno permaloso ed irascibile: lavorava con più ardore ancora, teneva condotta più regolata. Solamente, il vizio onde non si era guarito era quello del bere. Però se ne nascondeva accuratamente. Non si frammischiava più alla frotta dei beoni; penetrava di soppiatto nell'osteria a notte inoltrata, quando ogni altro n'era già partito, si faceva recare in una stanza un numero di bottiglie, e là, rinserratosi col suo Azor, beveva, beveva, finchè ne smarriva completamente la ragione; allora parlava, e diceva a sè stesso, al cane, alle pareti, alle bottiglie, le mille cose, che non avevano senso, che parevano il delirio d'un pazzo, cose tali che se egli avesse mai sospettato che un altr'uomo le avesse udite, lo avrebbe strozzato colle sue mani. Al mattino si riscuoteva dal pesante letargo, in cui aveva finito per cadere; si versava in capo tutta una brocca d'acqua gelata, pagava l'oste e correva all'officina dove lavorava più indefesso che mai. Ci volevano i muscoli di ferro e i nervi d'acciaio che gli aveva dato madre natura per resistere ad una tal vita.

E ad Azor Atanasio voleva sempre più bene. Spesse volte quando era solo nella sua camera, lungi da ogni occhio ed orecchio umano, egli se lo prendeva fra le braccia, quel brutto aborto di cagnuolo, e lo stringeva, e lo accarezzava, e lo baciava!.. dicendogli coll'accento, con cui altri parlerebbe ad un amante:

– Caro il mio Azor, voglimi bene almeno tu. Io, a te, ti voglio tanto bene!.. È lei che ti ha dato a me; e lei … sappilo, ricordatene, ma non dirlo a nessuno veh!.. lei , io l'amo sempre, e sempre più… e furiosamente! —

VII

Gli affari della fonderia, intanto, sotto l'abile direzione del signor Pietro, prosperavano sempre meglio.

Il giovane principale, che tutto curava, tutto voleva vedere egli stesso, a tutto sopraintendeva e provvedeva, era perciò obbligato a fare frequenti gite lungi del villaggio, per acquisto di carbon fossile, di minerali, di macchine, per trattare a viva voce di ordinazioni, per intraprendere forniture ed appalti: e queste assenze, più o meno lunghe, dimolto rincrescevano e recavano malinconia a Lucietta la quale il suo sposo amava sempre più, come, in realtà, il bravo Pietro meritava che fosse.

Nei tristi giorni della lontananza del marito, la giovane soleva cercare conforto nelle occupazioni della maternità, intorno a quel gioiello di bimbo, ch'ella amava con vero trasporto, e nella compagnia d'Atanasio, il quale, come compagno d'infanzia di Pietro, le pareva ricordarle più efficacemente il caro lontano. E questi stesso, prima di partire, soleva dire sorridendo ad Atanasio:

– Ti raccomando mia moglie veh! Falle buona compagnia. —

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Tre racconti»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Tre racconti» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Tre racconti»

Обсуждение, отзывы о книге «Tre racconti» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x