Blake Pierce - Prima Che Dia La Caccia

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Da Blake Pierce, autore di successo del libro IL KILLER DELLA ROSA (un best-seller con più di 900 recensioni da cinque stelle), è in arrivo il volume #8 della serie di gialli mozzafiato di Mackenzie White. In PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Un Mistero di Mackenzie White – Libro 8), un serial killer si sta lasciando alle spalle una scia di vittime in Nebraska, il Paese d’origine dell’agente speciale dell’FBI Mackenzie White. Tutte sono state uccise con un colpo di pistola alla nuca e tutte hanno addosso il biglietto da visita Antiquariato Barker, lo stesso lasciato sul corpo del padre di Mackenzie dal suo assassino molti anni prima. Finalmente è giunto per Mackenzie il momento di affrontare i propri fantasmi, il proprio oscuro passato e scoprire chi è l’omicida del padre. Ma questo viaggio nei ricordi la porta a visitare luoghi che preferirebbe non vedere, a scoprire cose che preferirebbe ignorare. Mackenzie si ritrova coinvolta in una sorta di gioco del gatto con il topo contro un killer più bieco di quanto si possa immaginare. Con la sua fragile psiche che minaccia di crollare, proprio questo caso, il più cruciale di tutti, potrebbe rivelarsi quello che la metterà fuori gioco una volta per tutte. Thriller-noir psicologico dalla suspense mozzafiato, PRIMA CHE DIA LA CACCIA è il libro #8 in una nuova, avvincente serie – con un nuovo, irresistibile personaggio – che vi terrà incollati alle pagine fino a tarda notte. Di Blake Pierce è anche disponibile il best-seller IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige – Libro #1), con più di 900 recensioni da cinque stelle, da scaricare gratuitamente!

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Atkins si schiarì la voce a disagio e si chinò in avanti, appoggiandosi al bancone. Percependo l’inizio di una conversazione imbarazzante, il suo amico prese la tazza di caffè e sparì dietro l’espositore di canne da pesca al di là del bancone.

“Alcuni dicono che sia stata tua madre” disse Atkins. “E te lo sto dicendo solo perché me l’hai chiesto. Non mi permetterei mai, altrimenti.”

“Non si preoccupi, signor Atkins.”

“Si racconta che abbia pianificato tutto per farlo sembrare un omicidio. Il fatto che... sì, insomma, il fatto che dopo abbia avuto quell’esaurimento nervoso ad alcuni è sembrato fin troppo comodo.”

Quelle accuse non turbarono Mackenzie minimamente. Lei stessa aveva preso in considerazione quell’ipotesi, ma le cose non tornavano. Questo avrebbe voluto dire che fosse responsabile anche delle morti dei senzatetto, di Gabriel Hambry e di Jimmy Scotts. Sua madre era molte cose, ma non una serial killer.

“Un’altra storia dice che tuo padre avesse legami con alcune brutte persone dal Messico. Che fosse coinvolto nel narcotraffico. Poi un affare è andato male, oppure tuo padre ha pestato i piedi a qualcuno, ed è finita così.”

Quella era un’altra teoria che era stata presa in considerazione molto tempo prima. Il fatto che anche Jimmy Scotts fosse sospettato di essere coinvolto in un giro di droga, lui nel New Mexico, aveva fornito un collegamento, ma come le lunghe indagini avevano provato, non sussisteva un legame. Poi c’era anche il fatto che il padre di Mackenzie era stato nelle forze dell’ordine ed era di dominio pubblico il fatto che avesse arrestato alcuni spacciatori locali, quindi era facile fare una supposizione del genere.

“C’è altro?” chiese.

“No. Che tu ci creda o meno, non mi impiccio molto. Odio i pettegolezzi. Vorrei davvero avere più informazioni da darti, ma non è così.”

“Non c’è problema. La ringrazio, signor Atkins.”

“C’è una persona con cui dovresti parlare. Amy Lucas. Te la ricordi?”

Mackenzie provò a frugare nei ricordi, ma non le sovvenne niente. “Il nome forse mi è familiare, però... non me la ricordo.”

“Vive sulla Dublin Road... nella casa bianca con una vecchia Cadillac posata su piloni di cemento nel vialetto. Quella dannata cosa è lì da sempre.”

Tristemente, quel promemoria bastò. Anche se non conosceva personalmente Amy Lucas, ricordava bene la casa. La Cadillac in questione era degli anni ’60. Era su quei pilastri da Dio sa quanto tempo. Mackenzie ricordava che ogni tanto ci passava davanti.

“Perché dovrebbe avere informazioni?” volle sapere Mackenzie.

“Lei e tua madre ad un certo punto erano diventate inseparabili. Amy ha perso suo marito per un cancro tre anni fa. Da allora non si è più vista in giro come prima. Però la ricordo sempre insieme a tua madre. Erano sempre al bar, oppure sul portico di Amy a giocare a carte.”

Come se il signor Atkins avesse premuto un interruttore, Mackenzie all’improvviso ricordò molti più dettagli di prima. Riusciva quasi a vedere il viso di Amy Lucas, illuminato dalla sigaretta che le spuntava tra le labbra. Lei è l’amica per cui mamma e papà litigavano così spesso, ricordò Mackenzie. Le notti in cui mamma rincasava ubriaca o quando era fuori il sabato, era insieme a Amy. Io ero troppo piccola per capire.

“Sa dove lavora?” chiese Mackenzie.

“Da nessuna parte. Scommetto quello che vuoi che in questo momento è in casa. Morendo, il marito le ha lasciato un bel gruzzoletto. Passa le sue giornate in casa a deprimersi. Però per favore... se vai a trovarla, per l’amor del cielo, non dirle che ti ho mandato io.”

“Non lo farò. Grazie ancora, signor Atkins.”

“Figurati. Spero che trovi quello che stai cercando.”

“Sì, anch’io.”

Mackenzie uscì dal negozio e andò alla macchina. Osservò la silenziosa Main Street e iniziò a chiedersi: Cos’è di preciso che sto cercando?

Entrò in macchina e si avviò verso Dublin Road, sperando di trovare una qualche risposta lì.

CAPITOLO SEI

Dublin Road era un tratto di asfalto a due corsie che si snodava nella foresta. Alberi torreggianti su entrambi i lati della strada scortarono Mackenzie fino alla residenza di Amy Lucas. Si sentì come trasportata indietro nel tempo, soprattutto quando raggiunse la casa e vide la vecchia Cadillac posata sui blocchi di cemento in fondo al vialetto di ghiaia.

Parcheggiò dietro l'unica altra automobile nel vialetto, una Honda molto più recente, quindi scese. Mentre saliva sulla veranda, pensò al signor Atkins che le aveva raccontato di sua madre e di Amy che giocavano a carte proprio in quel punto. La consapevolezza che sua madre un tempo si trovasse su quel portico le fece procurò un piccolo brivido.

Mackenzie bussò alla porta e subito aprì una donna che era solo l’ombra del ricordo che Mackenzie aveva di lei. Amy Lucas sembrava essere sulla cinquantina e aveva lo sguardo tipico di una persona perennemente sospettosa degli altri. I capelli castani erano già diventati quasi completamente grigi. Li portava tirati indietro a rivelare una fronte piena di vecchie cicatrici da acne. Tra le dita della mano destra reggeva una sigaretta accesa, il fumo che rientrava dentro casa.

"Signora Lucas?" chiese Mackenzie. "Amy Lucas?"

"Sono io" disse quella. "Lei chi è?"

Mackenzie esibì il distintivo e ripeté la solita tiritera. "Mackenzie White, FBI. Speravo di poterle rivolgere..."

"Mac! Santo cielo! Che ci fai in città? "

Il fatto che la donna a quanto pare si ricordasse perfettamente di lei la disorientò un po’, ma ciononostante Mackenzie riuscì a mantenere la calma. "In realtà sto lavorando a un caso e speravo potesse essermi d’aiuto."

"Io?" Poi scoppiò a ridere e quella risata roca tradì le innumerevoli sigarette fumate negli anni, che ormai le stavano rovinando i polmoni.

"Ecco, riguarda il caso di mio padre. E francamente, mia madre e io non siamo più in buoni rapporti. Speravo che potesse aiutarmi a far luce su alcune cose."

Gli occhi sospettosi della donna si strinsero per un momento, poi Amy annuì facendosi da parte. "Entra" le disse.

Appena Mackenzie mise piede in casa, il tanfo del fumo di sigaretta la colpì in viso come uno schiaffo. Era quasi una nuvola visibile sospesa in casa. Amy le fece strada attraverso un piccolo atrio fino in soggiorno, dove si accomodò su una vecchia poltrona sgangherata.

Mentre Mackenzie si sedeva sul bordo di un divano sul muro opposto, dovette sforzarsi di non dare a vedere che stesse cercando di non tossire per tutto il fumo di sigaretta.

"Ho saputo di suo marito" disse Mackenzie. "Le mie condoglianze."

"Sì, è stato un giorno triste, ma sapevamo che sarebbe arrivato. Il cancro può essere uno stronzo. Però... lui era pronto ad andarsene. Il dolore era talmente intenso verso la fine."

Non c'era un modo facile per cambiare argomento e, dal momento che Mackenzie non aveva mai considerato l'arte della conversazione il suo punto di forza, fece del proprio meglio per arrivare al punto senza sembrare scortese.

"Dunque, sono tornata in città per cercare di trovare maggiori dettagli sull'omicidio di mio padre. Il caso è rimasto freddo per moltissimo tempo, ma un'altra serie di omicidi in altre parti dello stato ci ha fatto riaprire le indagini. Volevo venire da lei perché a quanto ne so è stata vicina a mia madre. Mi chiedevo se potesse dirmi qualcosa sullo stato in cui si trovava nei giorni immediatamente prima e subito dopo la morte di mio padre."

Amy tirò una boccata dalla sigaretta e si appoggiò allo schienale della sedia. Non sembrava più sospettosa, adesso era piuttosto triste.

"Cavolo, mi manca tua madre. Come sta?"

"Non lo so" replicò Mackenzie. "Non ci parliamo da più di un anno. Come può ben immaginare, tra noi ci sono questioni irrisolte. "

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