Blake Pierce - Prima Che Dia La Caccia

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Da Blake Pierce, autore di successo del libro IL KILLER DELLA ROSA (un best-seller con più di 900 recensioni da cinque stelle), è in arrivo il volume #8 della serie di gialli mozzafiato di Mackenzie White. In PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Un Mistero di Mackenzie White – Libro 8), un serial killer si sta lasciando alle spalle una scia di vittime in Nebraska, il Paese d’origine dell’agente speciale dell’FBI Mackenzie White. Tutte sono state uccise con un colpo di pistola alla nuca e tutte hanno addosso il biglietto da visita Antiquariato Barker, lo stesso lasciato sul corpo del padre di Mackenzie dal suo assassino molti anni prima. Finalmente è giunto per Mackenzie il momento di affrontare i propri fantasmi, il proprio oscuro passato e scoprire chi è l’omicida del padre. Ma questo viaggio nei ricordi la porta a visitare luoghi che preferirebbe non vedere, a scoprire cose che preferirebbe ignorare. Mackenzie si ritrova coinvolta in una sorta di gioco del gatto con il topo contro un killer più bieco di quanto si possa immaginare. Con la sua fragile psiche che minaccia di crollare, proprio questo caso, il più cruciale di tutti, potrebbe rivelarsi quello che la metterà fuori gioco una volta per tutte. Thriller-noir psicologico dalla suspense mozzafiato, PRIMA CHE DIA LA CACCIA è il libro #8 in una nuova, avvincente serie – con un nuovo, irresistibile personaggio – che vi terrà incollati alle pagine fino a tarda notte. Di Blake Pierce è anche disponibile il best-seller IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige – Libro #1), con più di 900 recensioni da cinque stelle, da scaricare gratuitamente!

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Anzi, forse no. C’è un collegamento fra mio padre e Dennis Parks. Quindi perché le altre vittime dovrebbero essere state selezionate a caso?

“E le sue figlie?” chiese Ellington. “Potrebbero essere coinvolte in qualche progetto umanitario con la scuola?”

“No” disse Kim. Dalla sua espressione era chiaro che non le facesse affatto piacere dover pensare alle figlie coinvolte in tutto quello.

“Ha detto che suo marito lavorava in un’azienda di marketing. Sa se potrebbero aver avuto dei clienti legati in qualche modo ai progetti umanitari?”

“Questo non lo so. Ma se anche fosse, sarebbe stato solo un piccolo progetto. Jimmy parlava con me solo di gradi progetti. Se volete comunque ho una copia di tutte le fatture. Mi è stato recapitato tutto alla sua morte. Vado a prenderle?”

“Sì, sarebbe molto utile” disse Mackenzie.

“Un momento, allora” disse Kim rientrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle, ancora una volta senza invitarli ad entrare.

“Bella pensata quella dei clienti” disse Ellington. “Credi che troveremo qualcosa?”

Mackenzie fece spallucce. “Tentare non costa nulla.”

“Però potremmo dover indagare parecchio” le fece notare lui.

“Vero, ma così almeno avremo qualcosa da fare durante le sei ore di viaggio per arrivare alla contea di Morrill.”

“Che divertimento.”

Kim tornò sul portico con cinque grossi raccoglitori impilati e legati da un elastico. “Ad essere sincera sono contenta di disfarmene. Se non è chiedere troppo, potreste farmi sapere se trovate qualcosa? È vero che ho fatto di tutto per lasciarmi la morte di Jimmy alle spalle, ma questo non significa che il mistero di tutto ciò a volte non mi faccia impazzire.”

“Ma certo” disse Mackenzie. “Signora Scotts, grazie per la sua collaborazione.”

Kim rivolse loro un breve cenno del capo e rimase in piedi sul portico mentre Mackenzie ed Ellington scendevano i gradini per tornare alla macchina. Mackenzie sentiva su di sé lo sguardo della vedova, che faceva di tutto perché nessuna menzione del marito morto entrasse in casa. Kim sembrò rilassarsi soltanto una volta che Mackenzie ed Ellington furono nell’auto.

“Povera donna” disse Ellington. “Secondo te ha davvero voltato pagina?”

“Forse. Lei dice di sì, ma non ci ha fatti entrare. Non voleva che si parlasse della sua morte dentro casa,”

“Però allo stesso tempo” disse Ellington sollevando i raccoglitori, “sembrava contenta di liberarsi di questi.”

“Forse vuoi disfarsi anche di tutti gli oggetti dentro casa che le ricordano di lui” gli fece notare.

Si allontanarono dall’abitazione, diretti verso l’autostrada. Nessuno dei due proferì parola, quasi restando in un silenzio rispettoso per la vedova alla quale avevano appena parlato.

***

Erano le cinque del pomeriggio quando arrivarono all’ufficio operativo e gli impiegati stavano smontando dal lavoro. Mackenzie si chiese come sarebbe stato avere il proprio tempo comandato da un orologio, piuttosto che dalle pressanti preoccupazioni che spesso le procuravano gli squallidi casi. Pensò che non facesse per lei.

Lei ed Ellington incontrarono Penbrook nella stessa sala riunioni di quella mattina. La giornata era stata lunga, anche a causa del volo da Washington così mattiniero. Tuttavia, adesso che sapeva quale sarebbe stato il prossimo passo da compiere nell’indagine, Mackenzie si rese conto di avere nuove energie e di essere pronta a ripartire.

Aggiornarono Penbrook sulla chiacchierata che avevano avuto con Kim Scotts e si presero del tempo per sfogliare i raccoglitori che la donna gli aveva passato. Lo fecero rapidamente, quasi come se fosse un allenamento di routine.

“E qui ci sono stati sviluppi?” chiese Ellington.

“Nessuno” disse Penbrook. “Sinceramente, mi interessa parecchio sapere cos’avete voi. Mi pare di capire che questo caso le stia particolarmente a cuore, agente White. Qual è la nostra prossima mossa?”

“Voglio recarmi nella contea di Morrill. È là che mio padre e Jimmy Scotts sono stati uccisi. E dato che l’omicidio di mio padre sembra essere stato il primo della serie, credo che sia il luogo migliore da cui partire.”

“Esattamente cosa cerca?” volle sapere Penbrook.

“Ancora non lo so.”

“Non si lasci ingannare” lo rassicurò Ellington. “È proprio quando sembra non sapere quello che cerca che ottiene i risultati migliori.”

Mackenzie gli indirizzò un sorrisetto prima di riportare la propria attenzione su Penbrook. “Sono cresciuta in una città chiamata Belton. Partirò da lì e la mossa seguente si presenterà da sé.”

“Se è questo che intende fare, non ho intenzione di dissuaderla” disse Penbrook “ma la contea di Morrill... non si trova tipo a sei ore da qui?”

“Non mi dispiace guidare” replicò lei. “Non sarà un problema.”

“Quando partirete?”

“Presto, credo. Se partiamo per le sei, saremo a Belton entro mezzanotte.”

“Allora, buona caccia” commentò Penbrook. Sembrava deluso e un po’ irritato. Mackenzie immaginò che fosse perché aveva creduto che lei ed Ellington sarebbero rimasti a lavorare con lui gomito a gomito fino alla chiusura del caso.

Senza sforzarsi di mascherare la propria reazione, Penbrook si avviò alla porta. Voltando appena la testa per guardarli da sopra la spalla, fece loro un cenno di saluto. “Fateci sapere se vi serve qualcosa.”

Una volta che Penbrook si fu chiuso la porta alle spalle, Mackenzie fece un sospiro. “Wow, non l’ha presa affatto bene, eh?”

Dopo un momento di riflessione, Ellington rispose con voce calma e misurata: “Credo di capire il suo punto di vista.”

“Ovvero?” chiese Mackenzie.

“Gli omicidi più recenti sono avvenuti tutti vicino ad Omaha. Andare dall’altra parte del paese gli deve sembrare un’inutile perdita di tempo.”

“Ma tutto è cominciato lì” protestò Mackenzie. “Ha perfettamente senso andarci.”

Mackenzie intuì che Ellington si sarebbe voluto alzare per venire da lei, forse per abbracciarla o per stringerle le mani; ma si era impegnato molto a tenere separate la loro vita lavorativa da quella privata, così rimase seduto.

“Ascolta” disse “capisco quanto questo caso sia importante per te. E ti conosco abbastanza da sapere che non ti fermerai finché non sarà risolto. Se vuoi andare a Belton, credo che dovresti farlo, però... credo che sarebbe meglio se io restassi qui.”

Mackenzie non aveva mai nemmeno preso in considerazione l’idea di tornare nella sua città natale da sola. Poco più di un anno prima l’aveva fatto, ma allora le cose erano diverse; non aveva il supporto di Ellington su cui poter contare.

La sua delusione le si doveva leggere in volto, perché Ellington stavolta si alzò dalla sedia. Si avvicinò e si fermò proprio davanti a lei, prendendole delicatamente le mani.

“Vorrei venire anch’io. Sul serio. Ma abbiamo già commesso questo sbaglio. Ce ne andiamo in un posto lontano dal cuore dell’indagine solo per scoprire al nostro ritorno che è successo qualcosa di grosso. Stavolta non possiamo permetterci un errore di valutazione simile. Se senti di dover andare nella contea di Morrill, allora vai, ma è meglio che io resti qui alla centrale operativa. A costo di sembrarti uno stronzo... questo non è solo il caso di tuo padre. Ci sono molte vittime anche qui a Omaha. Vittime recenti.”

Naturalmente ha ragione, pensò Mackenzie. Ma allo stesso tempo... perché abbandonarmi quando ho più bisogno di lui?

Tuttavia annuì in silenzio. Non era quello il momento di fare scenate. Anzi, sperava di non doverne mai fare. Tra l’altro... perché avrebbe dovuto prendersela con lui per essere riuscito a separare il loro rapporto lavorativo da quello sentimentale? Lei sicuramente non ci stava riuscendo in quel momento.

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