[166]Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 617.
[167]Cfr. epistolario in AGP, serie A.6, 408−2.
[168] Apuntes íntimos , n. 835 (28−IX−1932), in Positio... , o. c., p. 343. Non conosciamo le idee apportate da Martínez de Muñecas; alcuni mesi dopo la corrispondenza tra i due cessò, senza che risulti che si sia arrivato a qualcosa di concreto.
[169] Apuntes íntimos , n. 837 (29−IX−1932), in Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 533, nt 159 (per errore Vázquez de Prada trascrisse “p. Postius” invece di “p. Poveda”). I consigli che gli poteva dare Poveda provenivano da una persona assai esperta. A Madrid l’Accademia delle teresiane si trovava in calle Alameda 7. Durante il 1932 si era trasferita in calle O’Donnell 7; poi, nel 1933, al Paseo del Prado 14, col nome di “Veritas. Academia Femenina”.
[170] Apuntes íntimos , n. 746 (1−VI−1932), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 494.
[171] Apuntes íntimos , n. 1642 (6−X−1932), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 496.
[172]Il fondatore aggiunse subito l’altra invocazione a tre apostoli, e così si formarono le invocazioni a San Michele e San Pietro, a San Gabriele e San Paolo, e a San Raffaele e San Giovanni. Fin dall’inizio José María Escrivá pensava alle persone che sarebbero entrate nell’Opus Dei con vocazione al matrimonio; questa realtà si poté concretare nel 1948, con l’approvazione della Santa Sede (cfr. Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , III, o.c., pp. 141−148).
[173] Apuntes íntimos , n. 1697 (10−X−1932), in Positio... , o. c., pp. 335 e 349.
[174] Ibidem .
[175] Ibidem .
[176] Apuntes íntimos , n. 1697 (10−X−1932), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 534, nt. 161.
[177]L’idea appare annotata già il 10 febbraio 1932 (cfr. Escrito para Carmen Cuervo, in AGP, serie A.3, 175−6−4).
[178]Ricordo di Juan Jiménez Vargas, Pamplona, 1−X−1976, in AGP, serie A.5, 221−1−2.
[179] Apuntes íntimos , n. 834 (28−IX−1932), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 487.
[180]Modesta Cabeza Cobos era nata in novembre del 1902. Studiò nel conservatorio di Madrid. Conobbe il fondatore dell’Opera nel confessionale di Santa Isabel. All’inizio della guerra civile subì un forte shock vedendo l’incendio di una chiesa; fu un colpo che poi si trasformò in una turba psichica permanente. Morì a Ciempozuelos (Madrid) il 4 novembre 1971. Cfr. Gloria Toranzo, “Los comienzos del apostolato del Opus Dei entre mujeres (1930−1939)”, o. c., pp. 61−64; e Ricordo di Braulia García Escobar, Hornachuelos, 29−VIII−1975, in AGP, serie A.5, 213−3−12.
[181]Hermógenes García Ruiz era nata il 25 aprile 1897. Lavorò come dattilografa nella sede di Madrid di una ditta tedesca. Certe volte copiava a macchina «alcuni fogli con scalette che l’aiutavano a fare la meditazione e dove si trascrivevano anche gli argomenti spirituali appuntati durante le riunioni [con Escrivá] alle quali assisteva» (Ricordo di Braulia García Escobar, Hornachuelos, 29−VIII−1975, in AGP, serie A.5, 213−3−12). Durante la guerra civile mantenne i contatti con la madre e la sorella di don José María. Morì il 27 marzo 1974. Cfr. Gloria Toranzo, “Los comienzos del apostolado del Opus Dei entre mujeres (1930−1939)”, o. c., pp. 55−60; e Ricordo di Natividad González Fortún, Madrid, 4−IX−1975, in AGP, serie A.5, 217−1−3.
[182]Jenaro Lázaro Gumiel era nato a Villaluenga (Saragozza) il 20 ottobre 1901. Studiò nell’Istituto Cattolico di Arti e Industrie (I.C.A.I.) di Madrid, acquisendo il titolo di aiutante tecnico elettricista. Fu poi alunno esterno della Scuola di San Fernando. Sino alla guerra civile lavorò nelle ferrovie spagnole. Divenne un celebre scultore di immagini processionali e di pezzi di oreficeria. Morì a Codosera (Badajoz) il 15 settembre 1977. Cfr. “Genaro [ sic ] Lázaro Gumiel”, in Antonio Bonet Salamanca, Escultura procesional en Madrid (1940−1990) , Pasos, Madrid 2009, pp. 143−144.
[183]In ottobre scrisse: «24−X−1932: Questa mattina mi sono raccomandato al Sto. [Santo] Arcangelo, sollecitandolo a farci cominciare presto questa parte dell’O. [Opera]»: Apuntes íntimos , n. 851 (24−X−1932), in Positio... , o. c., p. 335. Nel calendario liturgico allora vigente il 24 ottobre era la festa dell’Arcangelo San Raffaele.
[184] Apuntes íntimos , n. 884 (2−XII−1932), in Andrés Vázques de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 507. Una copia del contratto si trova in AGP, serie A.1, 5−2−12. Un dettaglio aneddotico: la famiglia Escrivá Albás non aveva telefono. Se don José María doveva telefonare, usava «il telefono del bar che stava sotto l’appartamento in cui abitava» (Ricordo di José María González Barredo, Washingron D. C., 25−V−1976, in AGP, serie A.5, 216−1−11).
[185]Escrivá andava per la catechesi e le confessioni delle bambine in occasioni precise, perché quella scuola aveva un proprio cappellano. Cfr. Ricordo di Pilar Crespí de Valldaura y Liniers, Madrid, 9−X−1975, in AGP, serie A.5, 206−2−5.; e Beatriz Comella Gutiérrez, Josemaría Escrivá de Balaguer en el Real Patronato de Santa Isabel de Madrid (1931−1945) , o. c., pp. 177−180.
[186]Cfr. Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 544.
[187]Sul significato e la varietà dei suoi scritti, cfr. José Luis Illanes, “Obra escrita y predicación de san Josemaría Escrivá de Balaguer”, Studia et Documenta 3 (2009) 203−276.
[188] Apuntes íntimos , n. 218 (7−VIII−1931), in Amadeo de Fuenmayor, Valentín Gómez−Iglesias, José Luis Illanes, L’itinerario giuridico dell’Opus Dei , o.c., p. 21.
[189]Cfr. Josemaría Escrivá de Balaguer, Santo Rosario. Edición crítico−histórica preparada por Pedro Rodríguez, Constantino Ánchel y Javier Sesé , Rialp, Madrid 2010, pp. 3−5.
[190]Sulla stampa del testo, cfr. Josemaría Escrivá de Balaguer, Santo Rosario. Edición crítico−histórica , o.c., pp. 8−9. Il testo al ciclostile si trova in AGP, serie A.3, 102−2−1, e l’originale in AGP, serie A.3, 102−3−1. Il ciclostile era una copiatrice ad alcool, una macchina rudimentale che funzionava con una pasta di glicerina o gelatina posta su un vassoio della grandezza del foglio sul quale andava passando la carta che rimaneva stampata con un colore violaceo. Pepe Romeo possedeva un ciclostile che fu utilizzato in diverse occasioni per stampare documenti dell’Opera.
[191]Cfr. Josemaría Escrivá de Balaguer, Camino. Edición crítico−histórica , o. c., p. 28.
[192]Cfr. AGP, serie A.3, 102−2−1, per Santo Rosario ; e AGP, serie A.3, 96−1−1 per Consideraciones espirituales .
[193]Scritto a Pedro Cantero, 19−II−1932, in AGO, serie A.3, 175−6−3.
[194] Apuntes íntimos , n. 863 (6−XI−1932), Josemaría Escrivá de Balaguer, Camino. Edición crítico−histórica , o.c., p. 833.
[195]Juan Jiménez Vargas era nato a Madrid il 24 aprile 1913. Iniziò gli studi universitari nel 1928, laureandosi nel giugno del 1935 e ottenendo poi il titolo di dottore in medicina il 26 luglio 1940. Fu professore ordinario di Fisiologia all’Università di Barcellona (luglio 1942) e all’Università di Navarra (1954). A Pamplona avviò la Facoltà di Medicina, della quale fu decano. Morì il 29 aprile 1997. Cfr. AGUCM, Expedientes Medicina, M−352, 9; Francisco Ponz − Onésimo Díaz, “Juan Jiménez Vargas (1913−1997)”, Studia et Documenta 5 (2011) 229−260.
Читать дальше