José Luis González Gullón - I primi anni dell'Opus Dei

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Racconto sulla genesi e sviluppo della prima attività apostolica corporativa dell'Opus Dei con la quale ebbe inizio la diffusione del suo messaggio. Josemaría Escrivá de Balaguer ha diffuso il messaggio dell'Opus Dei fin dalla sua fondazione, il 2 ottobre 1928. Presto formò piccoli gruppi di studenti, laureati, impiegati, artigiani, lavoratori manuali e sacerdoti. Cinque anni più tardi aprì a Madrid un'accademia per l'approfondimento degli studi universitari, l'
Accademia DYA. L'intenzione di questo progetto era di trasmettere lo spirito dell'Opera, specificamente agli studenti e ai laureati. Nel 1934 l'iniziativa si ampliò con la creazione di una residenza universitaria, l'
Accademia – Residenza DYA, attiva per due anni accademici, fino allo scoppio della guerra civile spagnola nel luglio del 1936. La storia della DYA aiuta a capire la figura di Josemaría Escrivá de Balaguer e il modo in cui comunicava il messaggio dell'Opera. Nell'accostarci a quegli anni, ci addentriamo in un periodo appena successivo alla fondazione, ad anni in cui il fondatore riceveva quelle che poi chiamò «particolari luci di Dio».

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[53]Cfr. Racconto autobiografico di José Romeo Rivera (inizi del 1935), in AGP, serie A.2, 34−3−10.

[54]Cfr. Intervista a Guillermo Escribano Ucelay, Madrid, 17−IX−1975, in AGP, serie A.5, 343−2−3.

[55]Pedro Rocamora Valls era nato a Madrid il 9 dicembre 1910. Frequentò la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Madrid tra il 1926 e il 1931. Fu avvocato e giornalista. Don José María Escrivá benedisse il suo matrimonio. Morì a Madrid il 31 dicembre 1993 (cfr. AGUCM, Dossier degli studenti della Facoltà di Diritto, DE−831).

[56]Cfr. “Confesores de san Josemaría a Madrid”, in AGP, serie A.1, 5−2−3.

[57] Apuntes íntimos , n. 354 (26−X−1931), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 479. Questo suggerimento di Norberto Rodríguez avvenne dopo il 14 febbraio 1930.

[58]«Non posso dire che vidi , ma sì che intellettualmente , nei particolari (poi ho aggiunto altre cose sviluppando la visione intellettuale ), ho colto ciò che doveva essere la Sezione femminile dell’Opus Dei» ( Apuntes íntimos , n. 1871 [14−VI−1948], in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 335). Su questa vicenda, cfr. Francisca R. Quiroga, “14 de febrero de 1930: la transmisión de un acontecimiento y un mensaje”, Studia et Documenta 1 (2007) 163−189; e Gloria Toranzo, “Los comienzos del apostolato del Opus Dei entre mujeres (1930−1939)”, Studia et Documenta 7 (2013) 20−25.

[59] Apuntes íntimos , n. 1872 (14−VI−1948), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 335.

[60]Isidoro Zorzano Ledesma era nato a Buenos Aires il 13 settembre 1902 da genitori spagnoli. Tre anni dopo la famiglia ritornò in Spagna e si stabilì a Logroño. Isidoro si laureò nel 1927 in ingegneria industriale a Madrid. Dal dicembre del 1928 al giugno del 1936 lavorò nella Compagnia delle Ferrovie Andaluse a Malaga. Dopo la guerra civile continuò a lavorare nelle ferrovie, ma a Madrid, collaborando con il fondatore all’espansione dell’Opus Dei. Morì il 15 luglio 1943 a causa di un tumore. Il 21 dicembre 2016 Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sull’eroicità delle sue virtù.

[61]Cfr. José Miguel Pero−Sanz Elorz, Isidoro Zorzano Ledesma: ingeniero industrial (Buenos Aires, 1902 — Madrid, 1943) , Palabra, Madrid 1996, pp. 115−119.

[62]Cfr. AGP, serie A.1, 6−41, serie A.3, 179−1−5, e serie A.3, 179−1−6; note di Juan Jiménez Vargas, serie A.2, 9−5−3.

[63]Sappiamo che nel febbraio del 1930 José María Escrivá confessò alcuni operai nel loro centro di riunione. Un mese dopo predicò e confessò ancora degli operai nella Cappella del Vescovo, accanto alla parrocchia di Sant’Andrea, in una missione o predicazione organizzata dal Patronato de Enfermos (cfr. Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 359).

[64]Cfr. Ricordo di Santiago Escrivá de Balaguer, Madrid, 10−II−1979, in AGP, serie A.5, 210−1−5.

[65]Questa abitazione, invece, costituì un sollievo per le modeste finanze della famiglia. Essendo l’abitazione ufficiale del cappellano del Patronato de Enfermos, José María Escrivá non doveva pagare l’affitto. Cfr. AVM, Padrón 1930, tomo 185, foglio n. 26476.

[66]Ricordo di Pedro Rocamora Valls, Madrid, 12−XI−1977, in AGP, serie A.5, 241−1−5.

[67]Julián Cortés−Cavanillas era nato a Madrid il 9 marzo 1909. Nel 1928 conciliava gli studi nella Scuola di Giornalismo de El Debate con quelli di Giurisprudenza, nella cui Facoltà si era immatricolato come studente esterno. Da giornalista, fu corrispondente da Roma del giornale ABC per ventuno anni. Morì a Madrid il 15 ottobre 1991 (cfr. ABC , 20−III−2009, p. 59).

[68]Ricordo di Pedro Rocamora Valls, Madrid, 12−XI−1977, in AGP, serie A.5, 241−1−5.

[69]Cfr. Pedro Rodríguez, “El doctorado de san Josemaría en la Universidad de Madrid”, o.c., p. 45; e Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., pp. 277−282.

[70]In quegli anni scrisse: «Per ora il lavoro è personale: ci riuniamo solo per fare l’orazione» ( Apuntes íntimos , n. 128 [10−XII−1930], in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 391).

[71] Apuntes íntimos n. 207 (15−VII−1931), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 395).

[72]Cfr. John F. Coverdale, La fundación del Opus Dei , o. c., pp. 79−80.

[73]In una lettera inviata a Isidoro in maggio gli scrive quale dev’essere il suo atteggiamento nei confronti della Repubblica: «Notizie: il cambiamento politico non ti deve fare né freddo né caldo: ti deve importare soltanto che non offendano Dio. Ripara...» (Lettera, Madrid, 31−V−1931, in AGP, serie A.3.4, 253−1, 310505−1).

[74]In Spagna la giurisdizione palatina riguardava l’assistenza spirituale della famiglia reale e del personale al suo servizio. Un prelato esercitava la sua giurisdizione su una prelatura o parrocchia nullius con territorio, clero e popolo propri, vale a dire, al di fuori della giurisdizione ordinaria. Questo prelato era denominato Pro−Cappellano maggiore, e il suo incarico prevedeva il titolo di vescovo di Sión e di Patriarca delle Indie. A Madrid aveva giurisdizione sul Palazzo Reale e sui sei Reali Patronati, il cui organico comprendeva circa sessanta cappellani (cfr. Juan Postius y Sala, El Código de Derecho Canónico aplicado a España , Corazón de María, Madrid 1926, pp. 535−536).

[75]Un riassunto di quello che accadde a Madrid si può leggere nel nostro contributo in El clero en la Segunda República. Madrid, 1931−1936 , o. c., pp. 346−363. Una visione d’insieme sulla vicenda e le sue conseguenze in William J. Callahan, La Iglesia Católica en España (1875−2002) , Crítica, Barcelona 2003, pp. 226−229.

[76] Apuntes íntimos , n. 202 (18−V−1931), in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o. c., p. 383.

[77]Cfr. Relato autobiografico di José Romeo Rivera (inizio del 1935), in AGP, serie A.2, 34−3−10.

[78] Apuntes íntimos , n. 877 (24−XI−1932) in Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore... , I, o.c., p. 513. Durante i giorni degli «incendi dei conventi» José María e suo fratello Santiago vissero in casa dei Romeo, mentre sua madre e sua sorella si trasferirono in casa di conoscenti in calle General Oraá.

[79]José Muñoz Aycuéns era stato per un certo tempo geronimita nel monastero di Santa María del Parral (Segovia). Conobbe José María Escrivá attraverso il religioso clarettiano Juan Postius. Non sembra che sia arrivato a frequentare DYA, perché smise di avere rapporti con Escrivá nell’autunno del 1933. Morì ad Azuqueca de Henares (Guadalajara) l’11 ottobre 1964. Cfr. ABC , 13−X−1964, p. 100.

[80]Adolfo Gómez Ruiz era nato a Segovia nel 1909. Si laureò in Medicina all’Università Centrale e fu un medico della Beneficenza Municipale. Confinato a Villa Cisneros nel settembre del 1932 per aver partecipato al tentativo di colpo di Stato del 10 agosto, ritornò nella Penisola Iberica, a Lisbona, nella primavera del 1933. Nell’aprile del 1934 fu amnistiato e poté ritornare in Spagna. Da allora frequentò in modo sporadico la Residenza DYA, pur non sentendosi vincolato all’Opera. Dopo la guerra civile fu procuratore nel Parlamento Spagnolo. Morì per un tumore a 47 anni, nell’ottobre del 1956. Cfr. ABC (edizione di Siviglia), 12−X−1956, p. 32.

[81]Sebastián Cirac Estopañán era nato a Caspe (Saragozza) il 17 settembre 1903. Il 17 marzo 1928 era stato ordinato presbitero. Nel 1930 ottenne un canonicato nel capitolo di Cuenca; quando si presentò, il vescovo lo nominò archivista. Ottenne il dottorato in Filosofia, Teologia, Filologia e in Filosofia e Lettere. Nella primavera del 1934 si occupò del nihil obstat necessario per la pubblicazione di Consideraciones Espirituales , che precedette Camino . Dall’ottobre del 1934 fino a metà del 1938 approfondì gli studi a Monaco (Germania). Dopo la guerra civile spagnola fu decano della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Barcellona. Morì il 17 marzo 1970. Cfr. Jaume Aurell — José Luis González Gullón, “Josemaría Escrivá en los años treinta: los sacerdotes amigos”, o. c., pp. 58−60.

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