Laura Merlin - Morrigan
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- Название:Morrigan
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Sara mi inchiodò con lo sguardo. â¹â¹Sono storie antiche, è bene lasciare il passato dove staâºâº.
Perché tutta questa rabbia improvvisa? Ero solo curiosa di sapere un poâ di più della storia del luogo in cui mi trovavo.
Decisi di non indagare oltre, anche se non riuscivo a togliermi dalla testa la bellezza di quel re elfico.
Ritornai a guardarmi attorno.
Quel castello era immenso! Dallâalto della sala scendevano tre grandi lampadari, tutti alimentati da candele. Alla fine del salone, sia a destra che a sinistra, si trovavano due enormi scalinate che portavano alle stanze del piano superiore. Erano in marmo bianco e formavano una specie di ferro di cavallo.
Io e le mie sorelle acquisite camminavamo in fila sul grande tappeto rosso. Mi sentivo una regina scortata dalle sue damigelle.
Arrivate alla fine del salone, Sonia si dispose a destra, Sara a sinistra e io rimasi al centro. Vidi le ragazze portarsi la mano con le dita incrociate sul cuore e inchinarsi.
Io le imitai.
â¹â¹Gloria e Onore a Voi splendide fanciulleâºâº, disse una voce sconosciuta alle mie orecchie.
Sbirciai, curiosa di sapere chi aveva parlato.
Mi ritrovai a fissare il corridoio che passava sotto le scalinate. Non câera molta luce e lâunica cosa che riuscivo a distinguere era una figura poco definita, un contorno nero.
Nientâaltro.
â¹â¹Gloria e Onore a Voi Aresâºâº, dissero Sonia e Sara.
Io, invece, rimasi a bocca aperta a cercare di dare un senso allâombra davanti a me. Non dissi nulla e mi guardarono entrambe, come se avessi appena fatto la peggior figura della mia vita.
Ares rise. â¹â¹Non importa, è nuova nel nostro regno. Imparerà âºâº.
â¹â¹G- Grazieâºâº, balbettai un poâ impacciata.
Mi rialzai e i miei occhi incontrarono quelli di Ares.
Era uscito dallâombra e un fascio di luce lo illuminò.
5
ARES
Le grandi pareti dipinte apparivano un tuttâuno con il pavimento. Un vortice di grigio, rosso e giallo sembrava volermi avvolgere.
Udii un ronzio indistinto, un poâ come quando si cominciano a perdere i sensi prima di svenire e questo lo avevo imparato a mie spese.
Poche ore prima ero svenuta ed ero morta.
E poi ero svenuta ancora.
Ma stavolta era diverso perché davanti a me solo una cosa era chiara e ben impressa nella mia mente: il viso di Ares.
Non sapevo se definirlo un ragazzo o un uomo.
Non aveva età .
Si presentò davanti a noi solamente con indosso un paio di jeans. I suoi muscoli erano ben scolpiti, ma non esagerati. Il suo viso sembrava quello di un angelo, uno di quelli che nei dipinti sono solitamente rappresentati in adorazione del Signore.
Sarebbe potuto essere uno di loro. O un serafino, nemmeno loro avevano età .
I capelli, biondi e ricci, gli ricadevano perfettamente lungo il viso, un poâ sopra le spalle. Il naso greco era perfetto, gli occhi piccoli erano di un verde intenso come le immense distese che avevo visto poco prima di arrivare al castello. Il mento poco pronunciato e a punta e la bocca sottile e poco carnosa erano molto attraenti.
Non sapevo se di fronte a me ci fosse una divinità o un immortale.
Mi resi conto di essere rimasta a fissarlo a bocca aperta per un bel poâ di tempo solo quanto Sara mi diede un pizzicotto.
â¹â¹Era ora che ti decidessi a tornare fra noiâºâº, disse sottovoce. â¹â¹Che diavolo ti è preso?âºâº.
â¹â¹I-Ioâ¦âºâº balbettai.
Che avrei potuto dire?
Per fortuna Ares mi salvò da quella situazione imbarazzante. â¹â¹Perdonatela, è la prima volta che si trova faccia a faccia con un immortaleâºâº, e mi fece lâocchiolino.
Le mie guance avvamparono di colpo.
â¹â¹Piacere di conoscerti, Neman. Benvenuta nel nostro regnoâºâº. Ares sâinchinò davanti a me, mi prese una mano e la baciò delicatamente, come un vero signore dâaltri tempi.
â¹â¹Il piacere è tutto mio, Aresâºâº.
A giudicare dallâespressione di Sonia, che alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, capii che avevo fatto lâennesima brutta figura.
Mi girai, e a bassa voce chiesi â¹â¹Che dovevo dire?âºâº.
Lâunica risposta che ebbi fu una risatina a stento trattenuta. Quelle che dovevano essere le mie sorelle mi stavano prendendo in giro.
Io non ci trovavo nulla di divertente e le fulminai con lo sguardo.
â¹â¹Seguitemiâºâº, disse Ares che sembrava non aver notato nulla.
Lo seguimmo per gli immensi corridoi del castello illuminati da grossi candelabri dâoro appesi alle pareti. Entrammo in uno stanzino che sembrava troppo piccolo per quel posto così grande. Doveva essere una specie di ufficio, con una scrivania grezza in legno al centro e un immenso armadio che occupava tutta la parete in fondo allo stanzino.
Davanti alla scrivania câerano tre sedie in legno decorato, allâapparenza scomode.
Non câerano quadri appesi e nemmeno finestre che davano allâesterno. Soltanto un enorme lampadario di candele accese sopra le nostre teste.
Sopra la scrivania câerano delle carte ordinate. Da una parte notai dei fogli con scritto qualcosa e dallâaltra dei fogli bianchi con vicino un calamaio con inchiostro e penna piumata per scrivere.
â¹â¹Beneâºâº, cominciò Ares, â¹â¹questa stanza è la più sicura che abbiamo. Come sapete, sanno che è arrivata. Si mormora che stavolta è diverso, che stavolta potrebbe essere Lei e non solamente Neman. Che mi sapete dire a proposito?âºâº.
Sara cominciò a raccontare tutto come un fiume in piena. Dal mio risveglio a quello che successe di fronte al popolo del Regno di Elos.
Finalmente capii perché mi guardava con sospetto. Ero entrata in trance e avevo cominciato a parlare con una voce che non era la mia. Anchâio, come lei, avrei sospettato qualcosa. A dire la verità , me la sarei data a gambe. Il pensiero di un qualsiasi tipo di possessione mi faceva rivoltare lo stomaco.
â¹â¹E così sospetti che possa essersi manifestata la Dea in persona in quel momento. Ho capito bene, Sara?âºâº concluse Ares.
â¹â¹Ne sono convinta. Per un istante ho visto un lampo nei suoi occhi, una luce diversa, e il mio corpo ha percepito una presenza forte, potente eâ¦âºâº deglutì prima di continuare. â¹â¹E famigliareâºâº.
â¹â¹Capisco. Ma se fosse veramente la reincarnazione della Dea, di Morriganâ¦sapete che significa questo, vero?âºâº.
Sara e Sonia si scambiarono uno sguardo. Guardarono me. Guardarono Ares, fecero un cenno e si misero a fissare il pavimento.
Che cosa significava?
Trattenni il respiro. Lo stomaco mi si stava contorcendo dallâansia.
Aspettai, sperando che qualcuno mi spiegasse qualcosa.
Nessuno disse niente.
â¹â¹Io non so che significaâºâº, esplosi. â¹â¹Qualcuno si degna di spiegarmi che diavolo significa?âºâº.
â¹â¹Sofia, tesoro, calmatiâºâº, disse Ares. â¹â¹Non succederà nulla di male, tutto dipende da te. Vedi, sono anni che Morrigan non si fa vedere. Lâultima volta è stata quando è mortaâºâº.
â¹â¹Comâè successo?âºâº.
Cercai disperatamente di tranquillizzarmi.
â¹â¹Morì durante una battaglia. Si era innamorata dellâufficiale dellâesercito del Regno di Elos, un immortale. Morrigan è famosa per essere la Dea della guerra. Il suo aiuto sarebbe stato prezioso per vincere contro il Regno di Tenot e sconfiggere il Re, Mefisto. Quel bastardo! Ma Lugh non volle coinvolgerla, lâamava troppo. Morrigan però non sopportava lâidea di perderlo e lo seguì in battaglia trasformandosi in corvo. Quando vide che Mefisto lo stava per uccidere si trasformò nella vecchina dai lunghi capelli argentati portatrice di morte. Purtroppo la persona che morì fu quella sbagliata. La vecchina non apparve al re, apparve a Lughâºâº.
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