«Sigillò il Re Nero nelle viscere della Terra e, grazie all’aiuto congiunto dei maghi e delle sacerdotesse più potenti, riuscì a cancellare le memorie delle guerre da loro combattute e ogni altro ricordo legato alla loro vita passata. Fu un forte e coraggioso atto di clemenza. I libri antichi raccontano di un discorso fatto da Astor in persona in cui giustifica la sua scelta affermando che non era giusto sterminare un’intera razza per colpa di chi aveva tradito la Costellazione. Ci furono accesi dibattiti ma poi si accettò il volere del re di Tio».
Boris era nato per parlare e intrattenere su di sé le attenzioni. Forse, pensò il giovane, era proprio grazie a questa sua innata dote che era riuscito a diventare re dei folletti delle terre dell’Ovest.
«Per voi fu un nuovo inizio. Ripartiste dalle origini, privi di memorie e di conoscenze. Fu una scelta quasi obbligata riportarvi agli albori. Le antiche sacerdotesse erano convinte che, ripartendo da zero, per la vostra specie ci sarebbe stata la possibilità di svilupparsi in un modo completamente diverso, giovando così dell’esilio a cui eravate ormai condannati non risentendone in alcun modo».
Il folletto si fermò un istante, deglutendo con fatica. Gli capitava spesso di dilungarsi nei discorsi senza accorgersene e di arrivare poi ad avere la bocca secca e la gola infiammata. Questo però non era un discorso qualunque e Zeno doveva sapere ogni cosa.
«Da lì nasce la vostra storia. Ben lontana comunque dalla verità!».
Nel risentire quel racconto, ma decisamente più accurato e ricco di dettagli, Jack non riuscì a capacitarsene.
Nel primo incontro con Santos, quando l’astro aveva provato a raccontargli ogni cosa, molte delle parole neanche le aveva sentite, vittima della paura.
Forse, neanche in quel preciso istante le aveva capite a fondo, ma pensare che il mondo nel quale era nato e cresciuto si fondava su informazioni completamente errate lo bloccò facendolo tremare.
Villaggi, città e Stati erano nati guerra dopo guerra. Per rivendicare i propri ideali religiosi si aveva da sempre ucciso e sterminato senza alcuna pietà. Il tutto, per convinzioni false e lontane dalla realtà.
Cosa sarebbe successo se il mondo avesse appreso la verità sulle sue origini? Le religioni e i loro esponenti che fine avrebbero fatto?
Sarebbe stato il caos più assoluto o sarebbe iniziata una nuova era di pace e prosperità?
Nel pensare alla Terra, a com'era e agli ideali di ricchezza e materialità sui quali si basava la società, rabbrividì. L'inquinamento costante e fuori controllo, i soprusi, la povertà e le guerre ormai combattute nell'ombra avrebbero contagiato i nove mondi? Sarebbero scoppiate nuove guerre tra i terrestri e gli “alieni”?
Quelle, domande troppo pesanti a cui rispondere. Forse, era giusto così, la Terra ai terrestri e la Grande Costellazione ai suoi abitanti.
«Non fare quella faccia, giovanotto!», provò a tirarlo su il folletto vedendolo in quello stato.
Jack sospirò mandando giù quelle preoccupazioni. Non era il caso.
«Quello non è un umano!», riprese il piccolo pozzo di informazioni.
«Nel grande esilio, non furono coinvolti gli incrociati».
Il ragazzo, quasi avesse realmente dimenticato i suoi pensieri, sgranò gli occhi colpito da quelle parole.
«Sono gli individui nati dall’amore di genitori di razze diverse. Un tempo era vista come una cosa normale ma, con il passare degli anni, venne considerato un atto impuro, un comportamento che avrebbe portato alla scomparsa delle razze originali. Per preservare le specie, le unioni miste vennero proibite dalla legge».
Non si pronunciò, attratto più che mai da quella contorta quanto affascinante spiegazione.
Per quanto reale, non riusciva ancora a capacitarsi pienamente di quel che gli stava succedendo.
«Queste leggi entrarono in vigore dopo la Grande Guerra. Furono troppi i caduti e per preservare le diverse razze, l’unica soluzione fu quella. Si dovevano stabilizzare le popolazioni e come ti dicevo, all’esilio non parteciparono gli incrociati umani. Fu un rischio certo, ma i saggi dell’epoca ebbero clemenza per i mezzi uomini. Sapevano che, con il passare delle generazioni, i geni della vostra razza sarebbero scomparsi».
Boris era un’autentica enciclopedia.
«Quel mercante, che tanto assomiglia ed effettivamente ricorda un tuo simile, avrà come lontanissimo parente l’incrocio originale, il frutto dell’amore tra un umano e chissà quale altra razza».
«Mantelli, mantelli di ottima qualità provenienti da tutti i mondi», continuò l'individuo rivolto verso un passante a pochi metri da loro.
Jack non riusciva a credere a quel che gli stava raccontando il piccolo compagno di viaggio.
Da sempre, sulla Terra si parlava di alieni e di altri mondi abitati, ma si sapeva che era pura fantascienza. Una chimera che gli scienziati cercavano in ogni modo di raggiungere.
La ricerca di altre forme di vita, la consapevolezza di non essere gli unici ad abitare la galassia di certo non era errata e quel richiamo costante e irraggiungibile, che dagli albori aveva accompagnato il genere umano, forse era il frutto dell'esilio dal quale tutto poi aveva avuto nuovamente inizio.
«Quei simboli che vedi sul suo viso, e che sono anche presenti sulle mani e sulle gambe, sono segni che contraddistinguono gli incrociati umani e tutti i loro discendenti».
Concluse Boris cercando riposo per le sue piccole mascelle.
Sulla fronte del mercante, diversi pallini neri allineati correvano da una tempia all’altra. Sui polsi, gli stessi simboli si chiudevano come bracciali, dandogli così un tono misterioso.
Gli aveva detto tutto, ora anche il salvatore conosceva la storia sul suo mondo e sui restanti nove. Nel vedere l’espressione perplessa del suo interlocutore, Boris precisò:
«Quando tutto finì, i maghi e le sacerdotesse più potenti fecero un incantesimo marchiando così a vista le discendenze umane. Il fine fu quello di non perderle mai di vista e di riconoscerle sempre. Questa è la croce che portano i discendenti della tua razza. Il marchio della debolezza e della violenza»
«Non bastava semplicemente cancellare a tutti la memoria senza doverli esiliare?». Jack non capiva, quello che la sua razza aveva subito per colpa di Marmorn era umiliante e doloroso.
Boris scosse il capo.
«Ragazzo, la decisione di Astor, per quanto difficile, fu molto saggia. Non devo certo ricordarti che il Re Nero era un umano. Non poteva rischiare in alcun modo che altri della stessa razza ripercorressero il suo cammino. La Grande Costellazione non poteva reggere una seconda guerra. L’esilio completo fu l’unica soluzione. In ballo c’erano le vite degli abitanti dei nove pianeti, un rischio troppo alto da non sottovalutare in alcun modo. Come prova della purezza del suo cuore, Astor diede clemenza e speranza agli incrociati, confidando nella forza del sangue delle altre razze dalle quali erano nati.
Così, permise loro di continuare a vivere nei nove mondi, con la speranza che i difetti delle vostre genti scomparissero nel corso delle generazioni».
Era difficile per un sedicenne comprendere pienamente quelle scelte. Sapeva dell’immenso dolore provocato da Marmorn ma, nel pensare a tutti gli innocenti costretti a pagare per delle colpe non loro, gli si strinse il cuore.
Boris capì pienamente come si potesse sentire. Era la sua razza e sapere la verità sull’esilio e sui marchi non doveva essere di certo facile.
«Purtroppo Jack, anche se sono sicuro che la Terra sia piena di bravissime persone, la vostra è una delle razze più crudeli e corrotte. Siete deboli e facilmente abbracciate la via del male», terminò cupo il folletto.
Doveva fargli capire pienamente.
Quello, l'unico modo per dargli tutte le basi e la consapevolezza per compiere il proprio destino.
Читать дальше