Anne Rice - Scelti dalle tenebre

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Scelti dalle tenebre: краткое содержание, описание и аннотация

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Il libro racconta la storia del vampiro Lestat, da aristocratico raffinato nella Francia prerivoluzionaria allo stile rock di New Orleans degli anni ’80, scavando attraverso le sue molte differenti esistenze e indagando il mistero della sua persona unica e infinita

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«E se lo sapessero cercherebbero di annientarti», dissi.

«Sì», rispose. «Ma hanno sempre cercato di farlo dopo quello che accadde nel Teatro dei Vampiri. Naturalmente, Intervista col Vampiro ha dato loro nuovi motivi. E hanno bisogno di giustificazioni per i loro giochetti. Hanno bisogno dell’impeto, dell’eccitazione. Se ne nutrono come se fosse sangue.» Per un secondo, la sua voce assunse toni affaticati.

Trasse un respiro profondo. Era difficile parlarne. Avrei voluto abbracciarlo di nuovo, ma non lo feci.

«Ma al momento», disse, «credo che vogliano annientare te. E sanno che aspetto hai.» Un lieve sorriso. «Ormai tutti lo sanno. Monsieur Le Rock Star.»

Il sorriso si allargò. Ma il tono era garbato e basso come sempre. Il viso era soffuso di sentimento. Non era ancora avvenuto il minimo cambiamento. Forse non sarebbe mai avvenuto.

Gli passai il braccio intorno alle spalle e ci allontanammo insieme dalle luci della casa. Passammo accanto alla massa grigia dell’elicottero, nel campo arso dal sole, e ci avviammo verso le colline.

Penso che essere tanto felice equivalga a essere infelice, che sentire una soddisfazione tanto grande equivalga ad ardere.

«Sei deciso ad andare sino in fondo?» mi chiese. «Il concerto di domani sera?»

Pericolo per tutti noi. Era stato un avvertimento o una minaccia?

«Sì, certo», risposi. «Cosa diavolo potrebbe fermarmi?»

«Io vorrei fermarti», rispose. «Sarei venuto prima, se avessi potuto. Ti ho individuato una settimana fa, e poi ti ho perduto.»

«E perché vuoi fermarmi?»

«Sai il perché», disse. «Voglio parlarti.» Erano così semplici, quelle parole, eppure avevano un significato così grande.

«Avremo tempo dopo», risposi. «Domani e domani e ancora domani. Non succederà niente. Vedrai.» Continuavo a guardarlo e a distogliere lo sguardo da lui, come se i suoi occhi verdi mi ferissero. Secondo il gergo moderno, era veramente un raggio laser. Sembrava delicato e letale. Le sue vittime l’avevano sempre amato.

E io l’avevo sempre amato, nonostante tutto ciò che era accaduto… E quanto poteva diventare forte, l’amore, se avevi l’eternità per alimentarmi, e se bastavano solo quei pochi momenti per rinnovare lo slancio e l’ardore?

«Come puoi esserne sicuro, Lestat?» mi chiese. Era così intimo, il fatto che pronunciasse il mio nome. E io non avevo trovato la forza di dire «Louis» con la stessa naturalezza.

Ora camminavamo lentamente, senza una direzione, e mi cingeva con un braccio come io cingevo lui.

«Ho un battaglione di mortali che ci proteggono», dissi. «Ci saranno guardie del corpo sull’elicottero e in macchina con i miei mortali. Viaggerò solo dall’aeroporto con la Porsche, e così potrò difendermi più facilmente, ma avremo un vero corteo. E comunque, cosa potrebbe fare un pugno di novizi del ventesimo secolo? Quegli idioti si servono del telefono per le loro minacce.»

«Sono molti di più di un pugno», disse lui. «E Marius? I tuoi nemici discutono ancora se la storia di Marius è vera, se Coloro-che-devono-essere-conservati esistono o no…»

«Naturalmente. E tu, l’hai creduta?»

«Sì, non appena l’ho letta», rispose. E vi fu tra noi un momento di silenzio, nel quale forse ricordammo entrambi l’immortale di tanto tempo prima che mi aveva chiesto con insistenza: Dov’è incominciato?

Era una sofferenza troppo grande per rievocarla. Era come prendere i quadri dalla soffitta, togliere la polvere e scoprire che i colori erano ancora vibranti. E i quadri che dovevano essere i ritratti degli antenati morti erano i nostri ritratti.

Feci qualche piccolo gesto nervoso, come un mortale, mi scostai i capelli di fronte, cercai di sentire la frescura della brezza.

«Che cosa ti rende tanto sicuro?» chiese lui. «E se Marius ponesse fine all’esperimento non appena tu salirai sul palcoscenico domani sera?»

«Pensi che qualcuno degli antichi lo farebbe?» ribattei.

Riflettè a lungo, sprofondando nei suoi pensieri come usava fare, al punto di dimenticare la mia presenza. Mi sembrò che intorno a lui prendessero forma le vecchie stanze, e la luce a gas irradiasse il suo chiarore incerto, e giungessero i suoni e gli odori di un altro tempo, dalla strada. Noi due in quel salotto di New Orleans, il fuoco di carbone acceso nella grata del cammino di marmo, e tutto che invecchiava tranne noi.

E adesso era un giovane moderno con il maglione sformato e i jeans lisi, e guardava le colline deserte. I capelli spettinati, gli occhi accesi da un fuoco interiore. Si scosse lentamente, come se riprendesse vita.

«No. Io penso che se gli antichi si prendono il disturbo di occuparsene, saranno troppo interessati per farlo.»

«Tu sei interessato?»

«Sì, e lo sai», rispose.

Il suo volto si colorò leggermente. Divenne ancora più umano. In realtà, somigliava a un mortale più di qualunque altro della nostra specie che avessi mai conosciuto. «Sono qui, no?» disse. E io percepii una sofferenza in lui che scorreva come una vena di minerale in tutto il suo essere, una vena che poteva portare il sentimento fino alle profondità più fredde.

Annuii. Trassi un respiro profondo e distolsi lo sguardo, augurandomi di poter dire ciò che desideravo. Che l’amavo. Ma non potevo farlo. Il sentimento era troppo forte.

«Qualunque cosa accada, ne varrà la pena», dissi. «Cioè, se tu e io, e Gabrielle, e Armand… e Marius saremo insieme, anche per poco, ne varrà la pena. Supponi che Pandora decida di apparire. E Mael. E Dio sa quanti altri. Se venissero tutti gli antichi… Ne varrà la pena, Louis. In quanto al resto, non m’interessa.»

«No, t’interessa», disse sorridendo. Era profondamente affascinato. «Sei sicuro che sarà esaltante e che, per quanto possa essere accanita la battaglia, sarai tu a vincere.»

Chinai la testa. Risi. Infilai le mani nelle tasche dei calzoni come facevano gli umani di quel tempo, e proseguii tra l’erba. Il campo aveva ancora l’odore del sole, anche nella fresca notte californiana. Non gli parlai dell’aspetto umano, della vanità del desiderio di esibirmi. Quella strana follia che s’impadroniva di me quando mi vedevo sul teleschermo, quando vedevo la mia faccia sulle copertine degli album in mostra nella vetrina di dischi di North Beach.

Mi seguì.

«Se gli antichi volessero davvero annientarmi», dissi, «non credi che l’avrebbero già fatto?»

«No», rispose. «Io ti ho visto e ti ho seguito. Ma prima non riuscivo a trovarti. Appena ho saputo che saresti uscito allo scoperto, ho tentato.»

«Come l’hai saputo?» chiesi.

«Nelle grandi città vi sono luoghi dove s’incontrano i vampiri», disse. «Senza dubbio lo saprai.»

«No, non lo so. Dimmelo.»

«Sono i bar che chiamiamo Vampire Connection», disse lui, con un sorriso lievemente ironico. «Sono frequentati dai mortali, naturalmente, e noi li conosciamo per nome. C’è il Dr. Polidori a Londra e il Lamia a Parigi. Ci sono il Bela Lugosi a Los Angeles e il Carmilla e il Lord Ruthven a New York. Qui a San Francisco abbiamo quello che è forse il più bello di tutti, un cabaret che si chiama Dracula’s Daughter, in Castro Street.»

Scoppiai a ridere. Non riuscivo a trattenermi e sapevo che stava per ridere anche lui.

«E dove sono i nomi di Intervista col Vampiro ?» chiesi con simulata indignazione.

« Verboten» , disse lui inarcando leggermente le sopracciglia. «Non sono fittizi. Sono reali. Ma posso dirti che in Castro Street stanno guardando i tuoi videoclip. Lo chiedono i clienti mortali. Brindano in tuo onore con i Bloody Mary alla vodka. La Danza degli Innocenti fa tremare i muri.»

Stava per arrivare un attacco di risate. Tentai di fermarlo. Scossi la testa.

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