— Perché fa così fresco?
— Storia. Moda. Dembowska è una vecchia colonia; ha sofferto di un crollo ecologico. Ci sono posti dove potrei mostrarti strati di muffa lampoghiacciati che ancora si staccano dalle pareti. Le peggiori putrescenze si sono adattate alla stretta gamma di temperature. Quando fa così freddo, sono in letargo. Non è la sola ragione, comunque. — Indicò con un gesto la finestra. — Quello ha la sua influenza.
Lindsay guardò fuori. — La piscina?
Greta fece una risatina di cortesia. — L’extraterrario, Bela.
— Che io sia bruciato! — Lindsay aguzzò gli occhi fuori della finestra.
La cavità rozzamente scavata traboccava di un turgido liquido color ruggine. A tutta prima aveva pensato che si trattasse di acqua. — È là che tengono i mostri — commentò. — Quel globo di osservazione è il palazzo di Carnassus, non è vero?
— Naturalmente.
— È molto piccolo.
— È una replica esatta dell’osservatorio della spedizione Chaikin. Naturalmente non è grande. Immagino che gli investitori si siano fatti pagare da loro per trasportarlo fino alle stelle. Carnassus vive molto modestamente, Bela. Non è come la Sicurezza dell’Anello ti ha raccontato.
Tutti gli istinti diplomatici suggerivano a Lindsay di trattenersi. Con uno sforzo, li violò. — Ma ha duecento mogli.
— Pensa a noi come a del personale psichiatrico, revisore. Per Carnassus un matrimonio è una questione di rango. Dembowska dipende da lui, e lui dipende da noi. Lindsay chiese: — Potrei incontrare Carnassus?
— Spetta al capo della polizia decidere questo. Ma a che pro? L’uomo riesce appena appena a parlare. Non è come dicono negli Anelli. Carnassus è molto stordito, anche se è molto gentile… Dicono che è stato ferito. Ma quando la sua ambasciata stava fallendo ha preso una droga sperimentale, PDKL-95. Avrebbe dovuto aiutarlo a capire il modo di pensare degli alieni, ma lo ha distrutto. Era un uomo coraggioso. Noi proviamo pietà per lui. L’aspetto sessuale è una parte molto minore della faccenda.
Lindsay rifletté sulla cosa. — Capisco. Con altre duecento, alcune di esse favorite, c’è da presumere, dev’essere un ruolo piuttosto raro… Una volta all’anno, forse?
Lei lo fissò, calma. — Non così raro, ma hai afferrato la sostanza. Non ti nasconderò la verità, Bela. Carnassus non è il nostro sovrano: è la nostra risorsa. L’Harem governa Dembowska perché noi lo circondiamo e siamo le sole a cui lui è disposto a parlare. — La donna sorrise. — Non è un matriarcato. Noi non siamo madri. Siamo la polizia.
Lindsay guardò fuori della finestra. Una goccia cadde giù e increspò la superficie della piscina. Era etano liquido. Subito al di là del metalvetro, quella pigra pozza era istantaneamente letale, a 180° Celsius sotto lo zero. Un uomo in quella pozza rossastra sarebbe congelato nel giro di pochi istanti, diventando una massa turgida di roccia. D’un tratto Lindsay si rese conto che le pietre grige delle sponde erano acqua ghiacciata.
Qualcosa stava emergendo sulla riva. Alla fioca luce bluastra, la superficie dell’etano venne perforata da quello che pareva un insieme di ramoscelli spezzati. Perfino a quella debole gravità, i movimenti della creatura erano glaciali. Lindsay la indicò.
— Uno scorpione di mare — spiegò Greta. — Un euripteroide, per dargli il suo nome ufficiale. Sta aggredendo quel grumo sulla sponda. Quella melma nera è vegetazione. — Il predatore continuò a uscire con paralitica lentezza dal liquido sottile. Adesso i ramoscelli si rivelarono come lunghi e sottili artigli fra di loro intrecciati, simili a un cesto, con una struttura che ricordava uno schieramento di denti a sciabola. — La sua preda sta raccogliendo energia per balzare. Per questo ci vorrà un po’. Secondo i livelli di questo ecosistema, questo in realtà è un attacco fulmineo. Osserva le dimensioni di quel cefalotorace, Bela.
Lo scorpione di mare aveva sollevato fuori dall’acqua il suo ampio prosoma simile ad una piastra; quell’avancorpo simile a un granchio aveva un diametro di mezzo metro. Dietro gli occhi compositi da singoli elementi a forma di losanga, c’era il lungo addome affusolato, ricoperto da placche sovrapposte disposte secondo creste orizzontali.
— È lungo tre metri — lo informò Greta, mentre un inserviente portava i primi piatti. — Più lungo, se conti anche la coda a pungiglione. Una bella dimensione per un invertebrato. Prendi un po’ di minestra?
— Voglio vedere. — Gli artigli protesi si stavano chiudendo sulla preda con la determinazione di una porta idraulica. D’un tratto la creatura-preda, tremolando, schizzò nell’aria e piombò nella piscina con un tonfo.
— Salta veloce! — osservò Lindsay.
— C’è soltanto una velocità per saltare. — Greta Beatty sorrise. — È una questione di fisica. Mangia qualcosa. Prendi una stecca di pane. — Lindsay non riusciva a staccare gli occhi dall’euripteroide, il quale giaceva con i suoi denti-artigli intrecciati, e all’apparenza esausto. — Provo pietà per quella creatura — dichiarò.
Greta si mostrò paziente. — È arrivato qui sotto forma di uovo. Non ha ricevuto quelle grandi stecche di pane da mangiare. Carnassus si prende cura di loro. Era l’esobiologo dell’ambasciata.
Lindsay assaggiò un po’ di minestra con il cucchiaio da bassa gravità, una sorta di piccola scodella chiusa, dal coperchio scorrevole. — Tu sembri condividere la sua esperienza.
— Tutti a Dembowska sono interessati nell’extraterrario. Orgoglio locale. Naturalmente il commercio turistico non è quello di un tempo, da quando la Pace degli Investitori è finita. Ci rifacciamo con i profughi.
Lindsay fissò di malumore la piscina. Il cibo era eccellente ma l’appetito gli era venuto meno. L’euripteroide fece un debole movimento. Lindsay pensò alla scultura che gli investitori gli avevano dato e si chiese a cosa potessero assomigliare i suoi escrementi.
Uno scroscio di risate arrivò dal tavolo di Wells. — Voglio parlare con Wells — disse Lindsay.
— Lascia che me ne occupi io — replicò Greta. — Wells ha contatti con i Plasmatori. L’informazione potrebbe filtrare fino al Consiglio dell’Anello. — La sua espressione divenne grave. — Non vorrai certo rischiare la tua copertura prima che sia stata ben consolidata.
— Non ti fidi di Wells?
Greta scrollò le spalle. — Non sei tu che devi preoccupartene. — Arrivò una nuova pietanza, portata da un cigolante robot dai piedi in velcro. — Adoro questi antichi servorobot che impiegano qui. E tu? — Spremette una densa salsa cremosa sopra un pasticcio di carne e gli passò il piatto. — Sei sotto pressione, Bela. Ti serve cibo. Sonno. Una sauna. Le buone cose della vita. Sembri nervoso. Rilassati.
— Vivo sull’orlo di un precipizio — dichiarò Lindsay.
— Non adesso. Tu vivi con me. Mangia qualcosa, così saprò che ti senti sicuro.
Per farle piacere Lindsay, sia pure riluttante, diede un morso al pasticcio. Era delizioso. L’appetito gli ritornò come un’onda di marea. — Ho delle cose da fare — disse, soffocando lo stimolo d’inghiottire tutto come un lupo.
— Pensi che riuscirai a farle meglio senza cibo né sonno?
— Suppongo che tu abbia ragione. — Sollevò lo sguardo; lei gli porse la bolla della salsa. Mentre spremeva altra salsa sul suo piatto, lei gli passò un bicchiere di vino munito d’una fessura unidirezionale per bere. — Prova il Chiaretto locale. — Lui l’assaggiò. Era buono almeno quanto il Synchronis d’annata degli Anelli. — Qualcuno ha rubato questa tecnologia — osservò.
— Tu non sei il primo disertore. Adesso qui le cose sono più calme.
Indicò qualcosa fuori della finestra. — Guarda lo xifosurano. — Un granchio grumoso si stava muovendo attraverso la piscina con una pigrizia snervante. — Ha una lezione da darti.
Читать дальше