Rhys invitò apposta Nightshade a presentare la sua versione degli eventi. Rhys era giunto ad apprezzare il coraggio e la determinazione del kender e voleva chiarire che loro due erano amici e compagni. Il racconto di Nightshade fu prolungato e sconnesso. Saltava da un pensiero a un altro, per cui di quando in quando risultava incoerente. Sia Jenna sia Dominique ascoltarono con pazienza, ma talvolta Sua Signoria Jenna fu costretta a mettersi la mano sulle labbra che le si contraevano, per impedirsi di ridere.
Quando Rhys e Nightshade non ebbero più nulla da dire, la maga e il paladino rimasero per un attimo in silenzio. Entrambi apparivano estremamente solenni. Nemmeno Gerard disse alcunché. Aspettava che parlassero loro.
Nightshade si dimenava sulla sedia, cercando di attirare lo sguardo di Rhys. Allungò la testa eloquentemente verso la porta e pronunciò col solo movimento delle labbra le parole: «Andiamocene da qui!».
Rhys scrollò il capo, e Nightshade emise un sonoro sospiro e con i tacchi scalciò le traverse della sedia.
«Ebbene, fratello», disse Jenna dopo un attimo, «è una bella storia».
Rhys piegò la testa ma non commentò.
Nightshade si schiarì la gola e disse ad alta voce: «Ehi, sento profumo di braciole di maiale. Qualcun altro sente profumo di braciole di maiale?».
Gerard si piegò in avanti sulla sedia. «Noi riteniamo di avere individuato uno di questi Prediletti. Quello che io propongo è di predisporre una trappola per lui...»
«Per "esso"», lo corresse Dominique. «Questi Prediletti sono involucri di carne, nient’altro. L’anima è riuscita a scappare, o almeno io così devotamente spero e prego.»
«Esso, allora», disse tristemente Gerard, rammentando che «esso» era stato un amico. «Predisporremo una trappola per esso. Dobbiamo cercare di cogliere Cam di sorpresa, interrogarlo.»
Jenna era scettica. «Possiamo provare a interrogare il Prediletto, ma non credo che scopriremo niente di valido. Come dice il paladino, l’anima se n’è andata. Questo qui non è altro che uno schiavo di Chemosh, senza cervello. Se lasciato vivo, commetterà altri crimini efferati nel nome del Signore dei Morti Viventi. Io penso che dovremmo annientarlo.»
«Sono d’accordo», disse con fermezza Dominique. «Anche se, da quanto ci ha detto il fratello Rhys, annientarlo potrebbe non essere facile.»
Rhys alternò lo sguardo fra l’uno e l’altra con uno stupore che si accalorò diventando una sensazione di sollievo travolgente. Gli credevano. Aveva combattuto questa battaglia terribile con soli due amici (una cagna e un kender) ad aiutarlo. Adesso aveva alleati, alleati formidabili. Adesso poteva condividere con altri almeno una parte di questo fardello insopportabilmente pesante.
Quando Gerard chiese il parere di Rhys, questi non riuscì a rispondere subito. Finalmente disse, con voce roca: «Temo di essere d’accordo con loro, sceriffo. Lo so che questo Cam vi è noto, ma il paladino di Kiri-Jolith ha ragione. Questo essere non è più il giovanotto che conoscevate. È un mostro senza cervello e senza anima che ucciderà ancora se non viene fermato».
«È tutto molto facile a dirsi per voi tre, ma io non posso andare in giro ad assassinare i cittadini di Solace!» esclamò Gerard furiosamente. «La popolazione insorgerebbe in armi se io permettessi a una maga di ridurre in cenere il povero Cam o a un paladino di trafiggerlo con una spada sacra! La gente non vedrà in lui un mostro. Vedrà Cam, il ragazzo che ha vinto la corsa nei sacchi alla fiera l’anno scorso! Maledizione, devo riuscire a parlargli. Mi serve la prova che lui sia uno dei Prediletti. Immagino che anche voi due vogliate una prova. Voglio dire, tutti noi ci fidiamo del fratello Rhys, ma...»
Sua Signoria Jenna alzò la mano.
«Capisco, sceriffo», disse dolcemente. «Se vi serve che noi catturiamo vivo questo essere, faremo del nostro meglio per catturarlo.»
Scambiò occhiate con Dominique, per dire che dovevano accontentare quel poveretto, quindi proseguì con delicatezza: «Qual è il vostro piano d’azione per questa trappola, sceriffo?».
«Pensavo di arrestarlo quando torna a casa dopo il lavoro e poi condurlo nel mio ufficio dove potremmo tutti avere un colloquio.»
«È troppo pericoloso, sceriffo», protestò Dominique. «Non solo per voi, ma anche per i passanti innocenti. Non abbiamo idea di quale devastazione possa causare quell’essere se si sentisse costretto all’angolo.»
Gerard sospirò e si passò la mano tra i capelli gialli, facendoli sembrare un appezzamento di grano dopo un forte vento. «Ebbene, che cosa suggerite, signore?» domandò malinconicamente.
«Io ho un’idea», disse Rhys. «Il Prediletto si è accordato per incontrare questa ragazza in un luogo che qui viene chiamato "Panorama di Flint". Si trova fuori Solace, subito discosto dalla strada principale che conduce in città. È il punto più alto per chilometri attorno con una bella vista sulla città. Potremmo attendere lì il Prediletto. Poche persone percorrono la strada dopo l’imbrunire. È un luogo isolato e si trova a distanza di sicurezza dalla città.»
Sua Signoria Jenna stava annuendo.
«Un bel piano d’azione», disse Dominique.
Gerard guardò tutti a turno. «Voglio mettere in chiaro una cosa. Voi mi date prima la possibilità di parlare con Cam, da solo. D’accordo?»
«D’accordo», disse Sua Signoria Jenna, fin troppo prontamente, almeno così pensò Rhys. «Io, se non altro, sarei interessata a sentire che cosa ha da dire una di queste creature.»
Gerard grugnì. Anche se portare a Solace questi due era stata un’idea sua, chiaramente non era contento di questa situazione. Concordarono un’ora per l’appuntamento, quindi Sua Signoria Jenna, alzandosi, indicò educatamente che era ora di andarsene.
«Ho degli incantesimi da studiare», disse, soggiungendo poi, con un’occhiata di scuse a Gerard: «Non si sa mai».
«E io ho le preghiere serali al tempio», disse Dominique.
«E io ho le braciole di maiale in cucina!» gridò allegramente Nightshade.
Il kender fu il primo a uscire dalla porta e a scendere le scale. Atta, dopo un’occhiata a Rhys, ricevette il permesso di accompagnarlo. Il paladino li seguì, e Sua Signoria Jenna chiuse e sbarrò la porta, lasciando soli assieme Gerard e Rhys.
«Davvero non mi piace questa cosa!» mormorò Gerard. «Lo so... ho portato io qui questi due per aiutarci a fermare i Prediletti, ma non sapevo che fosse Cam! Ho visto crescere quel ragazzo. Quando io sono stato assegnato qui prima della Guerra delle Anime, Cam era sempre a ronzare attorno alla caserma. Tutto quello che sapeva dire era che desiderava diventare cavaliere. Gli ho insegnato a usare la spada. Possono dire tutto quello che vogliono, che questo mostro non è lui, ma ha il suo sorriso, la sua risata...»
Gerard interruppe la propria invettiva. Guardò Rhys, emise un sospiro mesto e di nuovo si passò la mano fra i capelli.
«Siete in una posizione difficile, sceriffo», disse con tranquillità Rhys. «Farò quello che posso per aiutarvi.»
«Grazie, fratello», rispose con gratitudine Gerard. «Sapete, talvolta vorrei essere nato kender. Niente preoccupazioni. Niente affanni. Niente responsabilità. Null’altro che braciole di maiale. Ci vediamo stasera, fratello. Vi chiederei di dire una preghiera, ma già così abbiamo dèi fino sopra gli occhi.»
Corse giù per le scale, affrettandosi per compiere il suo dovere. Rhys lo seguì con maggiore lentezza. Pensava con rammarico a quella sensazione di sollievo che aveva provato.
Non era durata a lungo.
Il Panorama di Flint era situato in cima a una collina prospiciente Solace. Gerard e la sua squadra si radunarono presso il macigno dove, secondo la leggenda locale, il famoso Eroe delle Lance Flint Fireforge si era fermato per riposare in quella notte fatidica in cui una donna delle pianure e un bastone di cristallo azzurro avevano recato la notizia del ritorno dei veri dèi, ed era incominciata la Guerra delle Lance.
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