«Il bacio di Mina», disse dolcemente Cam.
Gerard sobbalzò. «Mina! Come fai a conoscere Mina?»
«Non la conosco, ma vedo continuamente il suo volto. Questo è ciò che chiamiamo il marchio del suo amore per noi. Il bacio di Mina.»
«Cam», disse Gerard, con l’espressione grave. «Figliolo, sei proprio nei guai, più di quanto tu possa mai immaginare. Io voglio aiutarti...»
«No, non è vero», ringhiò Cam. «Voi volete ostacolarmi.»
Rhys aveva udito in precedenza quelle parole, o qualcosa di molto simile.
Lui mi avrebbe ostacolato... Le parole di Lleu, pronunciate quando il fratello di Rhys era in piedi sopra il cadavere del Maestro. E poi vi era il povero marito di Lucy, fatto a pezzi. Forse anche lui aveva cercato di ostacolarlo.
«Adesso ascoltami, Cam...»
«Gerard!» gridò Rhys. «Attento!»
L’avvertimento giunse troppo tardi. Cam si tuffò in avanti, puntando con le mani verso la gola di Gerard.
L’attacco colse Gerard completamente alla sprovvista. Lo sceriffo annaspò alla ricerca della spada, ma non ebbe il tempo di estrarla prima che le mani del giovane gli si serrassero attorno al collo con una forza tale da schiacciargli le ossa.
Invocando Kiri-Jolith, Dominique corse in soccorso dello sceriffo. La sua spada fiammeggiava di sacro zelo. Anche Rhys correva, ma il Prediletto possedeva una stretta forte come la morte e altrettanto implacabile. Gerard sarebbe morto, con la trachea schiacciata, prima che Dominique o Rhys potessero raggiungerlo.
Un corpicino peloso bianco e nero sfrecciò accanto a Rhys. Atta si lanciò in aria e si scagliò contro gli uomini che lottavano a corpo a corpo. Si schiantò con il corpo contro di loro, facendo finire a terra sia Cam sia Gerard e costringendo Cam a mollare la presa sulla sua vittima.
Gerard rotolò sulla schiena, ansimando alla ricerca di aria.
Cam combatteva con la cagna, che lo attaccava ferocemente e facendo scattare i denti cercava di mordergli la giugulare.
«Monaco, richiamate il vostro cane!» gridò Dominique.
«Atta!» urlò Rhys. «Da me!»
La cagna era in preda a una furia sanguinaria, era intenzionata a uccidere. Il sangue del lupo che era stato suo lontano antenato le martellava negli orecchi, soffocando il comando del suo padrone.
Cam afferrò Atta per la collottola e se la staccò di dosso. Le torse il collo, quindi scagliò via quel corpo floscio.
Rhys non poteva abbandonare Gerard, che ansimava per respirare. Rhys guardò con dolore Atta. Non la vedeva molto bene, poiché si trovava al di fuori della luce della sua fiaccola. La cagna non sembrava muoversi.
Vi furono un fruscio di foglie e uno schianto, e Nightshade ruzzolò giù dalla sua postazione in mezzo ai rami.
«È conciata male, ma mi occupo io di lei, Rhys!», gridò il kender con un’esitazione nella voce.
Prese in braccio Atta e con le lacrime che gli scendevano sulle guance si mise a cantilenarle dolcemente, dondolandola avanti e indietro.
Rhys staccò a forza lo sguardo dalla cagna dirigendolo verso il confronto tra Dominique e il Prediletto. Cam era riuscito a rimettersi in piedi con rapidità sorprendente. Aveva la gola mezzo squarciata, ma dalle ferite filtrava solo una piccola quantità di sangue.
Sorrise al paladino.
«E tu chi vorresti essere? Il fantasma di Huma?»
Dominique tirò fuori un medaglione sacro che portava attorno al collo. Lo tenne davanti a Cam.
«In nome di Kiri-Jolith, ti impongo di ritornare nell’Abisso da cui sei uscito!»
«Io non vengo dall’Abisso», disse Cam. «Io vengo da Solace, e tu tirami via quella roba dal viso!»
Scaraventò di lato la mano di Dominique, facendo volare via dalla mano del paladino il medaglione sacro.
Calma e fredda, Dominique conficcò la spada nello sterno di Cam.
Cam emise un grido strozzato. Fissò incredulo la spada sepolta fino all’impugnatura nel suo petto.
Dominique strattonò via la lama macchiata di sangue. A Cam cedettero le gambe. Cadde in ginocchio, quindi si rovesciò in avanti e rimase steso immobile.
«Sia benedetto Kiri-Jolith», disse con riverenza Dominique e fece per rinfoderare la spada.
Cam sollevò la testa.
«Ehi, tu, Huma. Hai sbagliato il colpo!»
Dominique barcollò all’indietro, lasciando quasi cadere la spada per lo stupore. Riavendosi, balzò contro il Prediletto e portò giù di taglio la spada descrivendo un arco di fuoco bianco. Il colpo staccò la testa di Cam dal collo.
Il corpo rimase a contorcersi in terra. La testa rotolò via a breve distanza, finendo col viso verso Gerard.
Lo sceriffo era riuscito a riprendere fiato.
«Cam, mi dispiace...» esordì Gerard, poi rimase senza fiato per l’orrore.
Un occhio della testa staccata ammiccò verso di lui.
La bocca si aprì e rise. Il corpo senza testa si tirò su carponi e prese a strisciare verso la testa staccata.
Gerard emise un gorgoglio. «Oh, dèi!» ansimò, con la gola infiammata. «Uccidetelo! Uccidetelo!»
Dominique fissò quel cadavere grottesco che si dimenava per terra. Sollevò la spada per colpirlo di nuovo.
«Toglietevi di mezzo!» gridò Jenna. «Tutti quanti!»
Rhys afferrò Gerard. Dominique si unì a lui e insieme mezzo trasportarono e mezzo trascinarono lo sceriffo più in profondità nella foresta.
Jenna teneva in una mano una gemma arancione luccicante e nell’altra la candela rossa ardente. Prese a cantilenare parole di magia. Sotto gli occhi ipnotizzati di Rhys, la fiamma della candela si fece sempre più grande e più luminosa, fino ad ardere con intensità tanto feroce che la luce gli fece lacrimare gli occhi.
Sotto quella luce brillante, Rhys vide uno spettacolo grottesco. Le braccia del cadavere sollevarono la testa staccata e la rimisero sul collo. Testa e corpo si fusero assieme. Cam, dall’aspetto più o meno uguale a sempre, a parte la camicia spruzzata di sangue, prese a dirigersi verso di loro.
Jenna cacciò un urlo e indicò col dito il Prediletto.
Dalla candela balzò fuori un globo di luce, che ardendo percorse l’oscurità e andò a colpire il Prediletto.
Cam urlò e chiuse gli occhi contro quel bagliore. Di nuovo cadde in ginocchio e rimase lì accovacciato, con una mano a coprirsi gli occhi e l’altra tesa in fuori come per cercare di scacciare l’incantesimo.
Rimase in quell’atteggiamento, immobile, con gli occhi chiusi contro il bagliore, finché Jenna emise un ansimo e crollò, esausta, in ginocchio. La luce vivida scomparve, come se un soffio immenso l’avesse spenta, lasciandoli in un buio tanto profondo che Rhys rimase in effetti accecato.
Dall’oscurità provenne la voce di Cam.
«Credo che me ne andrò adesso, sceriffo, a meno che non abbiate portato qualcun altro che voglia cercare di uccidermi...»
Gerard si scrollò di dosso Rhys che cercava di fermarlo e si alzò in piedi barcollando.
«Non sarò in grado di annientare te, o quello che resta di te», ansimò Gerard, a malapena in grado di parlare. «Ma ti metterò una guardia giorno e notte. Non farai del male a nessun altro, per lo meno non a Solace.»
Cam alzò le spalle. «Come ho detto, me ne vado comunque. Qui non c’è più niente per me.»
Il suo sguardo spaziò sull’intero gruppo. «Siete stati testimoni della potenza di Chemosh. Portate questo messaggio ai vostri maghi e ai vostri paladini devoti: io posso essere annientato, ma il prezzo del mio annientamento sarà tanto elevato che nessuno di voi avrà il coraggio di pagarlo.»
Cam fece un sorriso e un gesto allegro, quindi si girò e si allontanò. Non riprese la strada verso la città ma si diresse verso est.
«Fate qualcosa, paladino!» gridò rabbiosamente Gerard. «Dite una preghiera! Gettategli contro acqua santa. Fate qualcosa!»
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