Margaret Weis - Ambra e ferro

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La vita sul mondo di Krynn è in rapida evoluzione e persino gli dei ne rimangono sconcertati. Che dire allora dei mortali? Di fronte a forze apparentemente invincibili, una piccola ma determinata banda di avventurieri pone in atto un disperato tentativo di arrestare un’invasione. Mina, enigmatica come sempre, riesce a fuggire dalla sua prigione sottomarina e parte per una ricerca che metterà a dura prova la sua forza di volontà, mentre il male sembra diffondersi inesorabilmente...

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«Jenna non ha commesso nessun errore», disse Lunitari con un’occhiata accigliata verso Nuitari.

«Dalamar non ha detto che ne abbia commessi», ribatté Nuitari. «In effetti ha detto di no.»

«Non era ciò che intendeva.»

«Smettetela, voi due», intervenne Solinari. «Questa è una faccenda seria, forse la più seria che ci troviamo di fronte da quando siamo ritornati. Placa la tua ira, cugina. Dalamar lo Scuro ha agito in maniera appropriata nel chiedere rassicurazione.»

«E la otterrà», disse Lunitari.

La biblioteca fu all’improvviso soffusa di calda luce rossa. Jenna sorrise di soddisfazione. Dalamar diede un’occhiata verso il cielo e inclinò la testa incappucciata in segno di deferenza verso la dea.

«Nessuno di noi dubita delle capacità di Sua Signoria Jenna, ma perfino lei deve ammettere che deve esserci qualche modo per annientare questi morti viventi», affermò una Veste Bianca. «Come ha detto il paladino di Kiri-Jolith, nemmeno Chemosh può rendere indistruttibile un mortale.»

«C’è sempre una prima volta per ogni cosa», ribatté caustico Dalamar. «Cento anni fa io non avrei detto che un dio potesse rubare il mondo. Eppure è successo.»

«Forse l’incantesimo di uno stregone può annientarlo», suggerì Coryn la Bianca, il più recente membro del Conclave. Ancorché giovane, aveva grande talento ed era considerata una grande favorita del dio Solinari.

I suoi colleghi maghi, perfino quelli delle Vesti Bianche, la guardarono con disapprovazione.

Gli stregoni erano coloro che usavano la magia primitiva proveniente dal mondo stesso, non la magia divina dei cieli. Gli stregoni avevano praticato la magia su Krynn durante l’assenza degli dèi. Gli stregoni non erano limitati dalle leggi dell’Alta Magia ma operavano in maniera indipendente. Nel periodo precedente al Secondo Cataclisma, questi esseri indipendenti erano stati considerati dei rinnegati e i membri di tutti e tre gli Ordini avevano dato loro la caccia. A molti membri di questo Conclave sarebbe piaciuto farlo anche adesso, ma non lo facevano per diversi motivi: la magia divina era ritornata soltanto da poco su Krynn, i maghi stavano appena ritornando alle antiche pratiche, erano poco numerosi e ancora non ben organizzati.

Sua Signoria Jenna, in quanto presidente del Conclave, era fautrice della politica del «vivi e lascia vivere», che per lo più veniva seguita. Ciò non significava però che i maghi nutrissero sentimenti amichevoli verso gli stregoni. Tutto il contrario.

Coryn la Bianca era stata una fattucchiera che solo di recente aveva rinunciato alla magia primitiva passando alla più disciplinata magia degli dèi. Sapeva che cosa pensavano gli altri maghi riguardo agli stregoni e provava una gioia piuttosto maliziosa nel provocarli. Questa volta però non li stava provocando, era assolutamente seria.

«Sua Signoria Coryn non ha tutti i torti», affermò di malavoglia Jenna. Tutti i maghi la guardarono con stupore. Alcune Vesti Nere si accigliarono e mormorarono.

«Io ho fra i miei clienti diversi stregoni», proseguì Jenna. «Mi metterò in contatto con loro e li inviterò a mettere alla prova le loro capacità contro queste creature. Tuttavia non nutro molte speranze nel fatto che la loro fortuna sia migliore della nostra.»

«Speranze!» ripeté rabbiosamente una Veste Rossa. «Speriamo che questi Prediletti facciano a pezzi gli stregoni! Vi rendete conto che significherebbe se uno stregone sapesse uccidere queste creature nefande e noi no? Saremmo lo zimbello di Ansalon! Io dico di tenere per noi ciò che sappiamo su questi Prediletti. Non diciamolo agli stregoni.»

«Troppo tardi», disse arcignamente una Veste Nera. «Adesso che i chierici lo sanno, celebreranno riti di preghiera, con i fedeli a rotolarsi per terra isterici e i sacerdoti a scagliare acqua santa su tutto ciò che si muove. Troveranno un modo per dare la colpa ai maghi. Aspettate e vedrete se non sarà così.»

«Ed è proprio questo il motivo per cui noi dobbiamo stabilire direttive su come affrontare i Prediletti e rendere nota al pubblico la nostra posizione», disse Jenna. «I maghi devono essere visti collaborare con tutti per trovare una soluzione a questo mistero, anche se ciò significa unire le forze con sacerdoti e stregoni e mistici.»

«Ammettendo così che noi non siamo in grado di risolverlo da soli», disse acidamente una Veste Bianca. «Che ne dite, Vostra Signoria Coryn?»

«Concordo con Sua Signoria Jenna. Dovremmo essere aperti e sinceri riguardo a questi Prediletti. I problemi che noi maghi abbiamo affrontato in passato si sono presentati in conseguenza del nostro volerci avvolgere nel mistero e nella segretezza.»

«Oh, concordo proprio», disse Dalamar. «Dico: spalanchiamo le porte della Torre e invitiamo la marmaglia a venire a passarvi la giornata. Possiamo eseguire dimostrazioni, spedire fuori sfere di fuoco e cose simili, servire sul prato punch al latte e biscotti.»

«Sii sarcastico quanto vuoi, amico mio», ribatté freddamente Jenna. «Ma così non si risolve questa terribile situazione. Hai qualcosa di costruttivo da suggerire, Maestro delle Vesti Nere?»

Dalamar rimase in silenzio per un attimo, tracciando distrattamente con le dita delicate un sigillo sul ripiano del tavolo.

«Ciò che trovo particolarmente affascinante è il coinvolgimento di Mina», disse alla fine.

«Mina!» ribatté Jenna, stupita. «Non vedo perché tu la trovi tanto affascinante. Quella ragazza non ha una mente propria. Un tempo era una pedina di Takhisis. Adesso è una pedina di Chemosh. Ha semplicemente cambiato un padrone con un altro.»

«Trovo affascinante che sia il segno delle sue labbra a essere marchiato a fuoco sulla carne di queste disgraziate creature», disse Dalamar.

«Per favore non fare scarabocchi!» disse Jenna mettendo la mano sopra quella di lui. «L’ultima volta che l’hai fatto, hai bucato il tavolo col fuoco. Quanto a Mina, non è altro che un bel visino che Chemosh usa per attirare giovanotti verso il loro destino.»

Dalamar cancellò il sigillo con la manica della veste nera. «Nondimeno io ritengo che sia lei la chiave in grado di aprire la porta su questo mistero.»

Nuitari non rimase sorpreso del fatto che i pensieri di questo mago puntassero nella stessa direzione imboccata da lui. Il legame fra Nuitari e Dalamar era stretto. I due, dio e mortale, avevano superato assieme molte prove. Nuitari progettava di insediare prima o poi Dalamar quale Maestro della Torre del Mare di Sangue. Non ancora, però. Non prima di avere sistemato tutto con i suoi due cugini.

«Scommetto che non saresti tanto interessato a Mina se lei fosse una vecchiaccia come me», disse Jenna, dando uno schiaffo canzonatorio alla mano di Dalamar.

Dalamar le prese la mano e se la portò alle labbra. «Tu non sarai mai una vecchiaccia, mia cara. E lo sai bene.»

Jenna, che lo sapeva davvero, gli sorrise e ritornò alla questione.

«Avevate qualcosa da aggiungere, Vostra Signoria Coryn?»

«A giudicare dall’indizio datovi dal Prediletto, il modo per annientare questi esseri non verrà scoperto facilmente da nessuno, chierico, mago o stregone. Io suggerirei che gli apprendisti attualmente intenti a studiare nella Torre venissero istruiti a cercare tra gli antichi documenti qualche menzione di esseri analoghi, in particolare in riferimento a Chemosh.»

«Sono già all’opera», disse Jenna. «Mi sono anche messa in contatto con gli Esteti e ho chiesto loro di consultare i libri della Grande Biblioteca. Non credo che avranno molto successo, però. Per quanto ne so, in Ansalon non si è mai visto niente di simile a questi Prediletti. C’è qualcos’altro? Altre domande?»

Jenna diede un’occhiata attorno al tavolo. I maghi sedevano in un silenzio tetro, scrollando le teste incappucciate.

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