Un cartello era stato affisso alla bacheca di Grifondoro, così grande da coprire tutto il resto: l’elenco dei libri usati di incantesimi in vendita, i continui memorandum di Argus Gazza sul regolamento, l’orario degli allenamenti di Quidditch, le offerte di scambio di figurine di Cioccorane, gli ultimi annunci dei Weasley in cerca di volontari, le date dei finesettimana a Hogsmeade e gli avvisi di oggetti smarriti. Il nuovo cartello era stampato in grossi caratteri neri, e in fondo, accanto a una firma precisa e vezzosa, c’era un sigillo dall’aria ufficiale.
PER ORDINE DELL’INQUISITORE SUPREMO DI HOGWARTS
Tutte le organizzazioni, società, squadre, gruppi e circoli di studenti sono sciolti a partire da questo momento.
Per organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo si intende l’incontro regolare di tre o più studenti.
L’autorizzazione alla ricostituzione può essere richiesta all’Inquisitore Supremo (professoressa Umbridge).
Nessuna organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo può esistere senza previa conoscenza e approvazione dell’Inquisitore Supremo.
Qualsiasi studente che costituisca, o appartenga, a un’organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo che non siano stati approvati dall’Inquisitore Supremo sarà espulso.
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventiquattro.
Firmato: Dolores Jane Umbridge, Inquisitore Supremo
Harry e Ron lessero l’avviso sopra le teste di alcuni agitati allievi del secondo anno.
«Vuol dire che chiuderanno il Circolo delle Gobbiglie?» chiese uno di loro al suo amico.
«Credo che le Gobbiglie non siano un problema» disse cupo Ron, facendo sobbalzare i ragazzi del secondo anno. «Invece non credo che noi saremo altrettanto fortunati, che cosa ne pensi?» domandò a Harry quando i ragazzini furono scappati.
Harry stava rileggendo l’avviso. La felicità che lo animava da sabato era svanita. Tremava di rabbia.
«Non è una coincidenza» mormorò, stringendo i pugni. «Lei sa».
«Non può» disse Ron.
«C’era gente che ascoltava, in quel pub. E ammettiamolo, non sappiamo di chi possiamo fidarci, tra tutti quelli che sono venuti… chiunque potrebbe essere andato a dirlo alla Umbridge…»
E lui che aveva pensato che gli credessero, perfino che lo ammirassero…
«Zacharias Smith!» esclamò d’un tratto Ron, battendo il pugno contro il palmo della mano. «Oppure… secondo me anche quel Michael Corner, ha uno sguardo sfuggente…»
«Chissà se Hermione l’ha già visto». Harry si voltò verso la porta del dormitorio femminile.
«Andiamo a dirglielo» propose Ron. Si avviò per primo, aprì la porta e cominciò a salire la scala a chiocciola.
Era sul sesto gradino quando, con un alto suono lamentoso simile a un clacson, gli scalini si fusero insieme a formare un lungo, liscio scivolo di pietra. Per un breve istante Ron cercò di correre, agitando le braccia come le pale di un mulino, poi fece un capitombolo all’indietro e rotolò giù. Cadde sulla schiena, ai piedi di Harry.
«Ehm… credo che non siamo autorizzati a salire nei dormitori delle ragazze» disse Harry, aiutandolo a rialzarsi e cercando di non ridere.
Due ragazze del quarto vennero giù scivolando allegramente.
«Oooh, chi ha tentato di salire?» risero, ammiccando a Harry e Ron.
«Io» ammise Ron, ancora piuttosto arruffato. «Non lo sapevo. Non è giusto!» disse a Harry, mentre le ragazze si avviavano verso il ritratto, ridendo ancora come matte. «Hermione può entrare nel nostro dormitorio, perché noi non…?»
«È una vecchia regola» spiegò Hermione, che dopo una graziosa scivolata era atterrata su un tappeto davanti a loro e si stava alzando. «In Storia di Hogwarts si dice che i fondatori pensavano che i ragazzi fossero meno affidabili delle ragazze. A proposito, come mai avete cercato di entrare?»
«Per venire da te… guarda!» disse Ron, trascinandola davanti alla bacheca.
Hermione scorse in fretta l’avviso. La sua espressione divenne gelida.
«Qualcuno ha fatto la spia!» esclamò Ron con rabbia.
«Non è possibile» sussurrò Hermione.
«Quanto sei ingenua» disse Ron, «credi che solo perché tu sei un tipo tutto onore e lealtà…»
«No, non è possibile perché la pergamena che abbiamo firmato è stregata» ribatté cupa Hermione. «Credimi, se qualcuno è andato a cantare dalla Umbridge, sapremo chi è stato, e se ne pentirà sul serio».
«Che cosa gli capiterà?» chiese Ron, curioso.
«Be’, mettiamola così» disse Hermione, «al confronto, l’acne di Eloise Midgeon sembrerà una deliziosa spruzzatina di lentiggini. Andiamo a colazione e sentiamo che cosa ne pensano gli altri… chissà se l’annuncio è stato affisso in tutte le Case».
Fu subito chiaro, all’ingresso nella Sala Grande, che l’avviso della Umbridge non era apparso solo nella Torre di Grifondoro. Il chiacchiericcio aveva un’intensità particolare e c’era un gran movimento di gente che andava su e giù fra i tavoli discutendo di quello che aveva letto. Harry, Ron e Hermione avevano appena preso posto quando Neville, Dean, Fred, George e Ginny piombarono su di loro.
«Hai visto?»
«Credi che lei sappia?»
«Che cosa facciamo?»
Guardavano tutti Harry. Lui controllò che non ci fossero insegnanti nei dintorni.
«Lo facciamo lo stesso, è ovvio» bisbigliò.
«Sapevo che avresti detto così» disse George raggiante, dandogli un amichevole pugno sul braccio.
«Anche i prefetti?» chiese Fred, con uno sguardo interrogativo rivolto a Ron e Hermione.
«Naturalmente» rispose Hermione con disinvoltura.
«Arrivano Ernie e Hannah Abbott» disse Ron, guardando indietro. «E quei tipi di Corvonero e Smith… ma nessuno sembra molto butterato».
Hermione parve allarmata.
«Lascia perdere i brufoli, quegli idioti non possono venire qui, o gli altri sospetteranno… sedetevi!» disse a Ernie e Hannah muovendo solo le labbra, e si sbracciò in gesti frenetici verso il tavolo di Tassorosso. «Dopo! Parliamo dopo !»
«Lo dico a Michael» fece Ginny spazientita, alzandosi dalla panca, «quello scemo…» e corse al tavolo di Corvonero; Harry la seguì con lo sguardo. Cho era seduta accanto all’amica dai capelli ricci che aveva portato con sé alla Testa di Porco. L’avviso della Umbridge l’avrebbe spaventata al punto da non farla venire più alle riunioni?
Ma le conseguenze dell’annuncio non furono del tutto chiare finché non fecero per lasciare la Sala Grande, diretti a Storia della Magia.
«Harry! Ron! »
Angelina corse verso di loro, sopraffatta dalla disperazione.
«Va tutto bene» mormorò Harry, quando lei fu abbastanza vicina. «Lo facciamo lo stesso…»
«Vi rendete conto che parlava anche del Quidditch?» disse Angelina senza ascoltarlo. «Dobbiamo andare a chiederle il permesso di riformare la squadra di Grifondoro!»
« Cosa? » fece Harry.
«Non è possibile» esclamò Ron, inorridito.
«Avete visto il cartello, parla anche delle squadre! Harry, stammi a sentire… per l’ultima volta… ti prego, ti prego, non perdere la calma con la Umbridge o non ci lascerà più giocare!»
«Va bene, d’accordo» rispose Harry, visto che Angelina sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. «Non ti preoccupare, farò il bravo…»
«Scommetto che la Umbridge sarà a Storia della Magia» mormorò cupo Ron, mentre si avviavano alla lezione di Rüf. «Non è mai venuta, non ancora… scommetto quello che vi pare che la troviamo lì…»
Ma si sbagliava; l’unico insegnante nell’aula era il professor Rüf, che fluttuava come sempre un paio di centimetri al di sopra della sedia e si preparava a continuare il suo monotono borbottio sulle guerre dei giganti. Harry non tentò nemmeno di seguire quello che stava dicendo; scarabocchiò distratto sulla sua pergamena, ignorando i frequenti cenni e le occhiatacce di Hermione, finché una gomitata particolarmente dolorosa fra le costole non gli fece alzare la testa con rabbia.
Читать дальше
Конец ознакомительного отрывка
Купить книгу