«Be’, non c’è niente di cui vergognarsi» intervenne Fred, che era appena arrivato con George e Lee Jordan e stava prendendo posto alla destra di Harry. «Niente di male in una vecchia, sana “S”».
«Ma» disse Hermione, «la “S” non sta per…»
«“Scadente”, esatto» rispose Lee Jordan. «Sempre meglio di una “D”, comunque. Non sta per “Desolante”?»
Harry si sentì avvampare e simulò un piccolo attacco di tosse sul suo panino. Quando ne riemerse scoprì con disappunto che Hermione era ancora tutta presa dai voti del G.U.F.O.
«Allora, il massimo è “E” per “Eccezionale”» stava dicendo, «e poi c’è “A”…»
«No, c’è “O”» la corresse George, «“Oltre Ogni Previsione”. Ho sempre pensato che Fred e io avremmo dovuto prendere “O” in tutto, visto che già il fatto di presentarci agli esami andava oltre ogni previsione».
Risero tutti tranne Hermione, che continuò a infierire. «Allora, dopo “O” c’è “A” come “Accettabile”, ed è la sufficienza, giusto?»
«Sì» disse Fred; inzuppò nella minestra un panino intero e lo inghiottì in un solo boccone.
«Poi c’è “S” per “Scadente”» — e Ron alzò le braccia in segno di vittoria — «e “D” per “Desolante”».
«E poi c’è “T”» gli ricordò George.
«“T”?» domandò Hermione, turbata. «Ancora peggio di “D”? E che cosa diavolo significa “T”?»
«“Troll”» rispose prontamente George.
Harry rise di nuovo, anche se non era sicuro che George stesse scherzando. Immaginò di dover nascondere a Hermione di aver preso “T” in tutti i suoi G.U.F.O. e decise immediatamente di studiare di più.
«Avete mai avuto un’ispezione in classe finora?» domandò Fred.
«No» rispose Hermione. «E voi?»
«Proprio adesso, prima di pranzo» disse George, «a Incantesimi».
«E com’è andata?» domandarono in coro Harry e Hermione.
Fred si strinse nelle spalle.
«Non male. La Umbridge è rimasta appostata in un angolo a prendere appunti sulla sua tavoletta. Sapete com’è Vitious, l’ha trattata come un’ospite, sembrava che non gliene importasse nulla. Lei non ha detto quasi niente. Ha fatto ad Alicia un paio di domande su come sono le lezioni di solito, Alicia le ha detto che sono molto buone, ed è finita lì».
«Non riesco a immaginare il vecchio Vitious in verifica» disse George, «di solito riesce a far promuovere tutti senza problemi».
«Chi avete oggi pomeriggio?» domandò Fred a Harry.
«La Cooman…»
«Una “T” garantita».
«…e la Umbridge».
«Be’, fai il bravo ragazzo e controllati, oggi» disse George. «Angelina darà fuori di matto se perdi un altro allenamento di Quidditch».
Ma Harry non dovette aspettare la lezione di Difesa contro le Arti Oscure per incontrare la professoressa Umbridge. Era seduto molto in fondo all’aula di Divinazione e stava tirando fuori il diario dei sogni quando Ron gli diede una gomitata nelle costole. Alzò lo sguardo e vide la Umbridge emergere dalla botola nel pavimento. La classe, che stava chiacchierando allegramente, tacque all’istante. Al brusco calo del livello di rumore la professoressa Cooman smise di distribuire copie dell’ Oracolo dei Sogni e si guardò intorno.
«Buon pomeriggio, professoressa Cooman» la Umbridge sorrise melensa. «Ha ricevuto il mio biglietto, presumo? Quello che le annunciava la data e l’ora della mia ispezione?»
La professoressa Cooman fece un brusco cenno di assenso, e con aria assai contrariata le voltò le spalle e continuò a distribuire libri. Senza smettere di sorridere, la Umbridge afferrò la sedia più vicina e la sistemò di fronte alla classe, pochi centimetri dietro quella della Cooman. Poi si sedette, sfilò la tavoletta dalla sua borsa a fiori e alzò lo sguardo, in attesa dell’inizio della lezione.
La professoressa Cooman si strinse negli scialli con mani leggermente tremanti e guardò gli allievi con occhi che le lenti rendevano smisurati.
«Oggi continueremo a studiare i sogni profetici» disse, nel coraggioso tentativo di mantenere l’abituale tono mistico nonostante l’incertezza nella voce. «Dividetevi a coppie e interpretate le visioni notturne del compagno con l’aiuto dell’Oracolo».
Fece per tornare al suo posto, vide che la professoressa Umbridge era seduta proprio lì accanto e virò subito in direzione di Calì e Lavanda, già immerse nella discussione dell’ultimo sogno di Calì.
Harry aprì la sua copia dell’ Oracolo dei Sogni, guardando di sottecchi la Umbridge. L’Inquisitore stava già prendendo appunti. Dopo pochi minuti si alzò e cominciò a camminare nella scia della Cooman, ascoltando le sue conversazioni con gli allievi e facendo domande qua e là. Harry chinò rapido la testa sul libro.
«Pensa a un sogno, presto» bisbigliò a Ron, «nel caso che la vecchia rospa venga da questa parte».
«L’ultima volta l’ho fatto io» protestò Ron, «tocca a te, dimmene uno tu».
«Oh, non saprei…» disse sconfortato Harry, che non riusciva a ricordare di aver sognato alcunché negli ultimi giorni. «Diciamo che ho sognato… di affogare Piton nel mio calderone. Sì, questo va bene…»
Ron soffocò una risata mentre apriva il suo Oracolo dei Sogni.
«Bene, dobbiamo aggiungere la tua età alla data del sogno, poi il numero delle lettere del soggetto… sarebbe “annegamento”, “calderone” o “Piton”?»
«È uguale, mettine uno qualsiasi» disse Harry, azzardando un’occhiata alle proprie spalle. La professoressa Umbridge era accanto alla Cooman e prendeva appunti intanto che l’insegnante di Divinazione interrogava Neville.
«Mi ripeti quando l’avresti sognato?» chiese Ron, immerso nei calcoli.
«Ma non lo so, ieri notte, fai tu» disse Harry, cercando di ascoltare quello che la Umbridge diceva alla Cooman. Erano solo a un tavolino di distanza da lui e Ron. La Umbridge stava aggiungendo un appunto sulla sua tavoletta e la Cooman sembrava profondamente offesa.
«Allora» chiese la Umbridge guardando la collega, «da quanto tempo occupa questa cattedra, di preciso?»
La professoressa Cooman le rivolse un’occhiata torva, tenendo le braccia incrociate e le spalle ricurve come a proteggersi il meglio possibile dall’indegnità dell’inchiesta. Dopo una breve pausa, durante la quale parve stabilire che la domanda non era così offensiva da poter essere ragionevolmente ignorata, rispose con profondo risentimento: «Quasi sedici anni».
«Non sono pochi» commentò la Umbridge, scrivendo. «Dunque è stato il professor Silente ad assumerla?»
«Esatto».
La Umbridge prese un altro appunto.
«E lei è la propronipote della celebre Veggente Cassandra Cooman?»
«Sì» rispose la Cooman, alzando appena il capo.
Altro appunto.
«Ma credo, mi corregga se sbaglio, che lei sia la prima nella sua famiglia a possedere la Seconda Vista dai tempi di Cassandra».
«Queste cose spesso saltano… ehm… tre generazioni» rispose la professoressa Cooman.
Il sorriso da rospo della professoressa Umbridge si allargò.
«Naturalmente» disse con dolcezza, prendendo comunque un altro appunto. «Bene, allora potrebbe predire qualcosa per me?» E le rivolse uno sguardo interrogativo, sempre sorridendo.
La professoressa Cooman si irrigidì, come se non credesse alle proprie orecchie. «Non capisco» disse, stringendosi convulsamente uno scialle attorno al collo scarno.
«Vorrei che predicesse qualcosa per me» ripeté la Umbridge scandendo le parole.
Harry e Ron non erano più gli unici a lanciare sguardi furtivi e ad ascoltare di nascosto da dietro i libri. La maggior parte della classe guardava immobile la professoressa Cooman ergersi in tutta la sua statura, in un tintinnio di perline e braccialetti.
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