«Bene, ora che stiamo tutti digerendo un altro splendido banchetto, chiedo alcuni istanti della vostra attenzione per i soliti avvisi» cominciò Silente. «Quelli del primo anno devono sapere che la foresta nel territorio della scuola è proibita agli studenti… e ormai dovrebbero saperlo anche alcuni dei nostri studenti più anziani». (Harry, Ron e Hermione si scambiarono dei sorrisetti.)
«Il signor Gazza, il custode, mi ha chiesto, per quella che mi riferisce essere la quattrocentosessantaduesima volta, di ricordarvi che la magia non è permessa nei corridoi tra le classi, così come un certo numero di altre cose, che si possono controllare sulla lista completa ora appesa alla porta del suo ufficio.
«Abbiamo avuto due avvicendamenti nel corpo insegnanti, quest’anno. Siamo molto felici di salutare di nuovo la professoressa Caporal, che terrà le lezioni di Cura delle Creature Magiche; siamo anche lieti di presentare la professoressa Umbridge, nostra nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure».
Ci fu un giro di applausi educati ma decisamente poco entusiasti; Harry, Ron e Hermione si scambiarono sguardi di vago panico: Silente non aveva detto per quanto tempo la professoressa Caporal avrebbe insegnato.
Silente riprese: «I provini per le squadre di Quidditch delle Case si terranno il…»
S’interruppe, guardando interrogativo la professoressa Umbridge. Siccome non era molto più alta in piedi che da seduta, per un attimo nessuno capì perché Silente avesse smesso di parlare, ma poi lei si schiarì la voce, « Hem hem », e fu chiaro che si era alzata e intendeva tenere un discorso.
Silente parve stupito solo per un attimo, poi si sedette prontamente e guardò con molta attenzione la professoressa Umbridge, come se non desiderasse altro che ascoltarla. Altri membri del corpo insegnanti non furono così abili nel nascondere la loro sorpresa. Le sopracciglia della professoressa Sprite scomparvero sotto i capelli svolazzanti e la bocca della professoressa McGranitt era sottile come Harry non l’aveva mai vista. Nessun nuovo insegnante aveva mai interrotto Silente prima d’allora. Molti studenti ammiccarono; era chiaro che quella donna non sapeva come andavano le cose a Hogwarts.
«Grazie, Preside» disse in tono lezioso la professoressa Umbridge, «per le gentili parole di benvenuto».
La sua voce era acutissima, tutta di gola, da bambinetta, e di nuovo Harry provò un potente moto di disgusto che non riuscì a spiegarsi; sapeva solo che detestava tutto di lei, dalla sua stupida voce al suo soffice cardigan rosa. Lei fece un altro colpetto di tosse per schiarirsi la voce (« Hem hem ») e continuò.
«Be’, devo dire che è delizioso essere di nuovo a Hogwarts!» Sorrise, rivelando denti molto aguzzi. «E vedere queste faccette felici che mi guardano!»
Harry si guardò intorno. Nessuno dei volti che vedeva aveva un’aria felice. Al contrario, erano tutti sconcertati dal fatto che si rivolgesse loro come se avessero cinque anni.
«Non vedo l’ora di conoscervi tutti e sono certa che saremo ottimi amici!»
Gli studenti si scambiarono occhiate e alcuni nascosero a stento delle smorfie.
«Sarò sua amica, basta che non mi presti mai quel cardigan» sussurrò Calì a Lavanda, e tutt’e due furono scosse da risatine silenziose.
La professoressa Umbridge si schiarì la voce di nuovo (« Hem hem »), ma quando riprese, un po’ del timbro di gola era sparito. Suonava molto più pratica e le sue parole avevano il tono piatto di un discorso imparato a memoria.
«Il Ministero della Magia ha sempre considerato l’istruzione dei giovani maghi e streghe di vitale importanza. I rari doni con i quali siete nati possono non dare frutto se non vengono alimentati e perfezionati da un’educazione attenta. Le antiche abilità della comunità dei maghi devono essere trasmesse di generazione in generazione o le perderemo per sempre. Il tesoro della sapienza magica accumulato dai nostri antenati dev’essere sorvegliato, arricchito e rifinito da coloro che sono stati chiamati alla nobile professione dell’insegnamento».
La professoressa Umbridge qui fece una pausa e rivolse un breve inchino ai colleghi, nessuno dei quali rispose. Le scure sopracciglia della professoressa McGranitt si erano contratte tanto da darle il cipiglio di un falco, e Harry la vide chiaramente scambiare uno sguardo eloquente con la professoressa Sprite, mentre la Umbridge faceva un altro piccolo “ hem, hem” e continuava il suo discorso.
«Ogni Preside mago o strega di Hogwarts ha portato il proprio contributo all’oneroso compito di governare questa scuola storica, ed è così che dev’essere, perché senza progresso vi sarebbero torpore e decadenza. E tuttavia, il progresso per il progresso dev’essere scoraggiato, perché le nostre consolidate tradizioni spesso non richiedono correzioni. Un equilibrio, dunque, fra il vecchio e il nuovo, fra la stabilità e il cambiamento, fra la tradizione e l’innovazione…»
Harry sentì l’attenzione calare, come se il suo cervello ogni tanto fosse fuori sintonia. La calma che riempiva sempre la Sala quando parlava Silente si stava infrangendo, e gli studenti avvicinavano le teste per bisbigliare e ridacchiare. Al tavolo di Corvonero, Cho Chang discuteva animatamente con le sue amiche. Qualche posto più in là, Luna Lovegood aveva estratto di nuovo Il Cavillo. Nel frattempo, al tavolo di Tassorosso, Ernie Macmillan era uno dei pochi che ancora fissavano la professoressa Umbridge, ma aveva lo sguardo vitreo e Harry era certo che fingesse solo di ascoltare nel tentativo di dimostrarsi degno della nuova spilla da prefetto che scintillava sulla sua veste.
La professoressa Umbridge non parve notare l’irrequietezza della platea. Harry aveva l’impressione che avrebbe potuto scoppiarle sotto il naso una rissa in piena regola e lei avrebbe tirato dritto col suo discorso. Gli insegnanti, tuttavia, ascoltavano ancora con molta attenzione, e Hermione sembrava bersi ogni singola parola, anche se, a giudicare dalla sua espressione, non erano affatto di suo gusto.
«…perché alcuni cambiamenti saranno per il meglio, mentre altri, a tempo debito, verranno riconosciuti come errori di giudizio. Nel frattempo, alcune vecchie abitudini verranno mantenute, e a ragione, mentre altre, obsolete e consunte, devono essere abbandonate. Andiamo avanti, dunque, in una nuova era di apertura, concretezza e responsabilità, decisi a conservare ciò che deve essere conservato, perfezionare ciò che ha bisogno di essere perfezionato e tagliare là dove troviamo abitudini che devono essere abolite».
Sedette. Silente applaudì. Gli insegnanti seguirono il suo esempio, anche se Harry notò che alcuni unirono le mani solo una o due volte prima di smettere. Alcuni studenti fecero lo stesso, ma quasi tutti erano stati colti di sorpresa dalla fine del discorso, avendone ascoltato solo qualche parola e, prima che potessero mettersi ad applaudire sul serio, Silente si alzò di nuovo.
«Grazie infinite, professoressa Umbridge, è stato profondamente illuminante» disse, con un inchino. «Ora, come dicevo, i provini per il Quidditch si terranno…»
«Sì, è stato illuminante davvero» commentò Hermione a bassa voce.
«Non mi dirai che ti è piaciuto?» replicò piano Ron, rivolgendo uno sguardo inespressivo a Hermione. «È il discorso più noioso che abbia mai sentito, e io sono cresciuto con Percy».
«Ho detto illuminante, non piacevole» precisò Hermione. «Ha spiegato molto».
«Davvero?» chiese Harry, sorpreso. «A me sono sembrate un sacco di ciance».
«C’erano cose importanti nascoste tra le ciance» rispose Hermione cupa.
«Sul serio?» disse Ron in tono piatto.
«Che cosa ne dite di: “Il progresso per il progresso dev’essere scoraggiato”? E di: “Tagliare là dove troviamo abitudini che devono essere abolite”?»
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