«Non è… qui?» balbettò Harry, sotto shock.
L’improvviso squillo della campanella fu seguito dal rombo lontano degli studenti che si riversavano nei corridoi sopra e sotto di lui. Rimase immobile, fissando Madama Chips a occhi sbarrati. Si sentì invadere dal terrore.
Non gli era rimasto nessuno. Silente se n’era andato, Hagrid se n’era andato, ma Harry credeva che la professoressa McGranitt sarebbe sempre stata lì, irascibile e inflessibile, forse, ma affidabile.
«Non mi stupisce che tu sia sconvolto, Potter» disse Madama Chips con una sorta di fiera approvazione. «Nessuno di loro sarebbe mai riuscito a Schiantare Minerva McGranitt faccia a faccia e alla luce del giorno! Una vigliaccheria, ecco cos’è stata… una vigliaccheria vergognosa… se non temessi quello che potrebbe succedervi senza di me, mi dimetterei per protesta».
«Sì» mormorò Harry con voce atona.
Uscì alla cieca nel corridoio affollato, dove rimase inerte, sballottato dalla folla, mentre il panico lo invadeva come un gas velenoso e la sua testa sembrava galleggiare, incapace di pensare al da farsi…
Ron e Hermione, gli disse una voce nella mente.
Riprese a correre, scostando bruscamente chiunque gli bloccasse la strada, senza badare alle proteste. Ridiscese a capofitto due piani, ed era in cima alla scalinata di marmo quando li vide salire di corsa verso di lui.
«Harry!» esclamò subito Hermione, con aria spaventata. «Che cosa è successo? Stai bene? Stai male?»
«Dove sei stato?» chiese Ron.
«Venite» disse in fretta Harry. «Devo dirvi una cosa».
Li precedette nel corridoio del primo piano, affacciandosi in tutte le aule finché ne trovò una vuota; vi si tuffò dentro, non appena furono entrati chiuse la porta alle loro spalle e vi appoggiò contro la schiena.
«Voldemort ha preso Sirius».
« Che cosa? »
«Come fai a…?»
«L’ho visto. Poco fa. Quando mi sono addormentato durante l’esame».
«Ma… ma dove? Come?» domandò Hermione, pallidissima.
«Non lo so. Però so esattamente dove si trova. Nell’Ufficio Misteri c’è una stanza piena di scaffali carichi di sfere di vetro, e loro sono alla fine della fila novantasette… sta cercando di costringere Sirius a prendere qualcosa là dentro… lo sta torturando… ha detto che alla fine lo ucciderà!»
Scoprì che la voce gli tremava quanto le ginocchia. Si avvicinò a un banco e si sedette, tentando di controllarsi.
«Come facciamo ad arrivare là?» chiese.
Seguì un momento di silenzio. Poi Ron disse: «A… arrivare?»
«All’Ufficio Misteri! Per salvare Sirius!» Harry alzò la voce.
«Ma… Harry…» balbettò Ron, incerto.
«Che cosa c’è? Che cosa c’è?»
Non riusciva a capire perché lo fissavano tutti e due a bocca aperta, come se stesse dicendo qualcosa di assurdo.
«Harry…» cominciò Hermione timorosa, «be’… come… come ha fatto Voldemort a entrare al Ministero della Magia senza che nessuno se ne accorgesse?»
«Che ne so? La domanda giusta è come facciamo a entrarci noi !»
«Ma… Harry, rifletti» insisté Hermione, muovendo un passo verso di lui, «sono le cinque del pomeriggio… il Ministero della Magia dev’essere pieno di impiegati… com’è possibile che Voldemort e Sirius siano entrati senza farsi vedere? Harry… probabilmente sono i due maghi più ricercati del mondo… credi che possano entrare in un palazzo pieno di Auror senza farsi notare?»
«Non lo so, Voldemort avrà usato un Mantello dell’Invisibilità o roba del genere! E l’Ufficio Misteri è sempre stato vuoto ogni volta che ci sono entrato…»
«Tu non ci sei mai entrato, Harry» disse Hermione piano. «Tu l’hai sognato, tutto qui».
«Non sono sogni normali!» urlò Harry, alzandosi e facendo un passo verso di lei. Avrebbe voluto scrollarla. «Come spieghi la faccenda del padre di Ron, eh? Come facevo a sapere che cosa gli era successo?»
«Ha ragione» bisbigliò Ron, fissando Hermione.
«Ma è così… così improbabile!» esclamò lei disperata. «Harry, come ha fatto Voldemort a catturare Sirius, che è sempre stato rinchiuso in Grimmauld Place?»
«Magari era stufo di restare là dentro ed è uscito a prendere una boccata d’aria» suggerì Ron, teso. «È un secolo che muore dalla voglia di mettere il naso fuori…»
«Ma perché?» insisté Hermione. «Perché Voldemort vuole usare Sirius per prendere quell’arma, o quello che è?»
«Non lo so, possono esserci un sacco di ragioni!» urlò Harry. «Forse Sirius è semplicemente qualcuno che Voldemort non ha problemi a torturare…»
«Mi è appena venuta in mente una cosa» disse Ron con voce soffocata. «Il fratello di Sirius era un Mangiamorte, no? Avrà confidato a Sirius come fare per impadronirsi di quell’arma!»
«Sì… ecco perché Silente continuava a raccomandare a Sirius di restare chiuso in casa!» disse Harry.
«Sentite, mi dispiace» sbottò Hermione, «ma continuate a dire assurdità, e per giunta non abbiamo una sola prova che questa cosa sia vera, che Voldemort e Sirius siano laggiù…»
«Hermione!» Ron si voltò di scatto a guardarla. «Harry li ha visti!»
«E va bene» disse lei, con aria spaventata ma decisa. «Devo proprio dirlo…»
«Dire che cosa?»
«Tu… non è una critica, Harry! Ma tu… ecco… in un certo senso… non ti sembra di avere un po’ la mania di… be’… salvare la gente? »
Harry la fulminò con lo sguardo.
«Che cosa vorrebbe dire “la mania di salvare la gente”?»
«Be’… ecco…» riprese Hermione, sempre più nervosa. «Sai… l’anno scorso, per esempio… nel lago… durante il Torneo… non avresti dovuto… insomma, non avevi bisogno di salvare la giovane Delacour… ti sei lasciato un po’… trascinare…»
Harry si sentì attraversare da un’ondata di collera bruciante; come poteva ricordargli quell’errore clamoroso proprio in quel momento?
«Voglio dire, è stato magnifico da parte tua, certo» proseguì Hermione in fretta, paralizzata dal suo sguardo feroce, «lo hanno pensato tutti…»
«È buffo» disse Harry con voce tremante, «ricordo benissimo che Ron mi aveva accusato di aver perso tempo a fare l’eroe… È questo che pensi? Pensi che voglia fare di nuovo l’eroe?»
«No, no, no!» protestò Hermione. «Non è questo che voglio dire!»
«Allora parla chiaro, perché stiamo perdendo tempo!» urlò Harry.
«Sto cercando di dire… Voldemort ti conosce, Harry! È come quando ha trascinato Ginny nella Camera dei Segreti per attirarti, lui fa questo genere di cose… sa che sei il… il tipo di persona che correrebbe in aiuto di Sirius! E se in realtà volesse te nell’Ufficio Miste…?»
«Hermione, non m’importa se l’ha fatto per attirarmi oppure no… la McGranitt è al San Mungo, a Hogwarts non è rimasto nessuno dell’Ordine a cui possa rivolgermi, e se non andiamo Sirius morirà!»
«Ma Harry… e se il tuo sogno fosse… be’, soltanto un sogno?»
Harry esplose in un ruggito di frustrazione che la fece indietreggiare.
«Allora proprio non capisci!» le urlò contro. «Non sono incubi! Non sono sogni normali! A cosa credi che servissero tutte quelle lezioni di Occlumanzia? Perché Silente ci teneva tanto che imparassi a bloccare la mente? Perché i miei sogni sono VERI! Sirius è in trappola, l’ho visto. Voldemort l’ha catturato e nessun altro lo sa, e questo vuol dire che siamo i soli a poterlo salvare, e se non volete aiutarmi, d’accordo, ma io andrò da lui, capito? E se ricordo bene, non avete avuto problemi con la mia mania di salvare la gente quando ho salvato te dai Dissennatori, o…» e si voltò a guardare Ron, «…tua sorella dal Basilisco…»
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