«Ehm… ok» rispose Harry.
Ma tutte le volte che sbirciò Cho quel giorno — all’intervallo, e poi a pranzo, e una volta mentre andava a Storia della Magia — lei era circondata da amiche. Non andava mai da nessuna parte da sola? Forse poteva tenderle un agguato mentre andava in bagno? Ma no: pareva che anche là ci andasse con una scorta di quattro o cinque ragazze. Ma se non agiva in fretta, sarebbe stata di sicuro invitata da qualcun altro.
Trovò difficile concentrarsi per il test di antidoti di Piton, e di conseguenza si scordò di aggiungere l’ingrediente-chiave — un bezoar — cosi prese un voto bassissimo. Ma non gli importava; era troppo occupato a mettere insieme tutto il suo coraggio per ciò che stava per fare. Quando suonò la campana, afferrò la borsa e corse verso la porta della cantina.
«Ci vediamo a cena» disse a Ron e Hermione, e sfrecciò su per le scale.
Doveva solo dire a Cho che voleva parlarle a quattr’occhi, tutto qui… corse attraverso i corridoi affollati, cercandola, e (più in fretta del previsto) la trovò che usciva da una lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
«Ehm… Cho, posso parlarti un momento?»
Le risatine dovrebbero essere messe fuori legge, pensò Harry infuriato mentre tutte le ragazze attorno a Cho si sbellicavano. Lei però no. Disse «Ok» e lo seguì lontano dalle orecchie delle sue compagne.
Harry si voltò a guardarla e il suo stomaco fece un balzo, come se scendendo le scale avesse saltato un gradino.
«Ehm» disse.
Non poteva invitarla. Non poteva. Ma doveva. Cho rimase lì a guardarlo, perplessa.
Le parole gli uscirono di bocca prima che Harry le avesse pronunciate.
«Vunralbllocommè?»
«Cosa?» disse Cho.
«Vuoi… vuoi venire al ballo con me?» disse Harry. Perché doveva arrossire proprio ora? Perché?
«Oh!» disse Cho, e arrossì anche lei. «Oh, Harry, mi dispiace tanto» e sembrava davvero sincera. «Ma… ho già promesso di andare con qualcun altro».
«Oh» disse Harry.
Che strano: un attimo prima le sue viscere si contorcevano come serpi, ma ora gli sembrava di non avere affatto delle viscere.
«Oh. Ok» disse, «non c’è problema».
«Mi dispiace davvero» ripeté lei.
«Non c’è problema» ripeté Harry.
Rimasero lì a guardarsi, e poi Cho disse: «Be’…»
«Sì» disse Harry.
«Be’, ciao» disse Cho, sempre molto rossa. Si allontanò.
Harry le gridò dietro, prima di riuscire a trattenersi:
«Con chi ci vai?»
«Oh… con Cedric» rispose lei. «Con Cedric Diggory».
«Oh, certo» disse Harry.
Gli erano tornate le viscere. Era come se durante la loro assenza qualcuno le avesse imbottite di piombo.
Del tutto dimentico della cena, risalì lentamente fino alla Torre di Grifondoro, con la voce di Cho che gli risuonava nelle orecchie a ogni gradino. “Cedric… Cedric Diggory”. Cedric aveva cominciato quasi a piacergli: era disposto a sorvolare sul fatto che una volta lo aveva battuto a Quidditch, e che era bello, e famoso, e che era il campione preferito praticamente da tutti. Ora all’improvviso realizzò che Cedric in effetti era un inutile bamboccio che non aveva abbastanza cervello da riempirci un portauovo.
« Luci Fatate » disse in tono piatto alla Signora Grassa: la parola d’ordine era stata cambiata il giorno prima.
«Sì, certo, caro!» trillò lei, raddrizzandosi il nuovo cerchietto fermacapelli di latta mentre scattava in avanti per lasciarlo passare.
Harry entrò nella sala comune, si guardò attorno, e con sua sorpresa vide Ron seduto in un angolo lontano, pallidissimo. Ginny era seduta vicino a lui e gli parlava a bassa voce, in tono consolatorio.
«Che cosa è successo, Ron?» chiese Harry unendosi a loro.
Ron alzò gli occhi verso Harry, una sorta di cieco terrore stampato in volto.
«Perché l’ho fatto?» esclamò, fuori di sé. «Non so che cosa mi è preso!»
«Cosa?» chiese Harry.
«Lui… ehm… ha appena invitato al ballo Fleur Delacour» spiegò Ginny. Sembrava trattenere a stento un sorrisetto, ma continuò a dare pacche comprensive sul braccio di Ron.
«Tu che cosa ?» esclamò Harry.
«Non so che cosa mi è preso!» ripeté Ron senza fiato. «Che cosa avevo in testa? C’era un sacco di gente… tutto intorno… sono impazzito… tutti lì a guardare! Le stavo passando davanti nell’Ingresso… era lì che parlava con Diggory… ed è stato più forte di me… e gliel’ho chiesto!»
Ron gemette e si nascose il viso tra le mani. Continuò a parlare, meglio, a farfugliare. «Mi ha guardato come se fossi una lumaca marina o roba del genere. Non mi ha nemmeno risposto. E poi… non so… è come se fossi tornato in me, e sono scappato via».
«È in parte Veela» disse Harry. «Avevi ragione… sua nonna era una Veela. Non è stata colpa tua, scommetto che sei passato di lì proprio mentre faceva un incantesimo da Veela per Diggory e ci sei rimasto in mezzo… ma comunque perdeva il suo tempo. Lui va al ballo con Cho Chang».
Ron lo fissò di sotto in su.
«L’ho appena invitata» disse Harry in tono inespressivo, «e me l’ha detto».
Ginny all’improvviso aveva smesso di sorridere.
«Ma è pazzesco» disse Ron, «siamo i soli rimasti a non avere nessuno… be’, a parte Neville. Ehi, indovina chi ha invitato? Hermione! »
« Cosa? » esclamò Harry, preso in contropiede dalla straordinaria notizia.
«Sì, è vero!» disse Ron, e un po’ di colore gli tornò in viso mentre cominciava a ridere. «Me l’ha detto dopo Pozioni! Ha detto che lei è sempre così gentile, che lo aiuta con i compiti eccetera… ma lei gli ha detto che ci va già con un altro. Ah! Figuriamoci! È solo che non voleva andarci con Neville… voglio dire, chi la inviterebbe?»
«Sta’ zitto!» intervenne Ginny seccata. «Non ridere…»
In quel momento Hermione entrò dal buco del ritratto.
«Perché voi due non siete venuti a cena?» disse, e si unì a loro.
«Perché… oh, smettetela di ridere, voi due… perché tutti e due sono appena stati bidonati dalle ragazze che avevano invitato al ballo!» disse Ginny.
Questo chiuse la bocca a Harry e Ron.
«Grazie mille, Ginny» disse Ron in tono aspro.
«Tutte quelle carine erano già occupate, Ron?» disse Hermione altezzosa. «Eloise Midgen comincia a sembrarti niente male adesso, eh? Be’, sono sicura che da qualche parte troverai qualcuna che ti dirà di sì».
Ma Ron stava fissando Hermione come se all’improvviso la vedesse in una nuova luce. «Hermione, Neville ha ragione… tu sei una ragazza…»
«Però, sei un fulmine» ribatté lei, acida.
«Be’… puoi venire con uno di noi due!»
«No, non posso» replicò Hermione.
«Oh, andiamo» disse lui impaziente, «abbiamo bisogno di una compagna, faremo la figura degli stupidi se non troviamo nessuno, tutti gli altri hanno…»
«Non posso venirci con te» disse Hermione, e arrossì, «perché ci vado già con un altro».
«No, non è vero!» disse Ron. «L’hai detto solo per liberarti di Neville!»
«Oh, davvero?» disse Hermione, gli occhi che lampeggiavano pericolosamente. «Solo perché tu ci hai messo tre anni per accorgertene, Ron, non vuol dire che nessun altro ha capito che sono una ragazza!»
Ron la fissò stupefatto. Poi sorrise di nuovo.
«Ok, ok, lo sappiamo che sei una ragazza» disse. «Va bene? Adesso ci vieni?»
«Te l’ho già detto» ripeté Hermione, molto arrabbiata. «Ci vado con un altro!»
E uscì precipitosamente, diretta al dormitorio femminile.
«Sta mentendo» disse Ron tranquillamente, guardandola allontanarsi.
«Non è vero» disse Ginny piano.
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