«… e adesso Hagrid mi ha appena fatto vedere che cosa succederà nella prima prova, e si tratta di draghi, Sirius, e io sono perduto» concluse disperato.
Sirius lo scrutò ansiosamente, con occhi che non avevano ancora perso lo sguardo fosco e spiritato che Azkaban gli aveva impresso. Aveva lasciato parlare Harry tino allo sfinimento senza interromperlo, ma ora disse: «Coi draghi possiamo vedercela. Harry, ma ci arriveremo tra un minuto: non posso restare molto… sono penetrato in una casa di maghi per usare il fuoco, ma potrebbero tornare da un momento all’altro. Devo metterti in guardia da alcune cose».
«Cosa?» esclamò Harry. sentendo l’umore scendere ancora di qualche tacca… non poteva certo esserci in arrivo niente di peggio dei draghi.
«Karkaroff» disse Sirius. «Harry, era un Mangiamorte. Lo sai che cosa sono i Mangiamorte, vero?»
«Sì… lui… cosa?»
«Fu catturato, era ad Azkaban con me, ma è stato rilasciato. Scommetterei qualunque cosa che Silente ha voluto un Auror a Hogwarts quest’anno per tenerlo d’occhio. Moody prese Karkaroff e lo schiaffò ad Azkaban».
«Karkaroff è stato rilasciato?» disse Harry lentamente: il suo cervello sembrava lottare contro un altro shock. «Perché lo hanno rilasciato?»
«Ha trovato un accordo con il Ministero della Magia» disse Sirius con amarezza. «Ha dichiarato di aver capito l’errore delle sue scelte, e poi ha fatto dei nomi… ha fatto finire un mucchio di altra gente al suo posto ad Azkaban… non è molto popolare laggiù, te lo assicuro. E da quando è uscito, per quel che ne so, insegna le Arti Oscure a tutti gli studenti che passano per quella sua scuola. Quindi guardati anche dal campione di Durmstrang».
«Ok» disse Harry lentamente. «Ma… stai dicendo che è stato Karkaroff a mettere il mio nome nel Calice? Perché se è stato lui, è davvero un bravo attore. Sembrava furibondo. Voleva impedirmi di gareggiare».
«Sappiamo che è un bravo attore» disse Sirius. «perché ha convinto il Ministero della Magia a liberarlo, no? Ora, sto tenendo d’occhio La Gazzetta del Profeta, Harry…»
«Tu e il resto del mondo» lo interruppe Harry amareggiato.
«… e leggendo tra le righe del pezzo di quella Skeeter il mese scorso, be’, Moody è stato aggredito la sera prima di cominciare a lavorare a Hogwarts. Si, lo so che lei sostiene che si è trattato di un altro falso allarme» aggiunse Sirius in fretta, vedendo che Harry stava per parlare, «ma io non credo che sia così. Credo che qualcuno abbia tentato di impedirgli di venire a Hogwarts. Credo che qualcuno sapesse che il suo compito sarebbe stato molto più difficile con lui nei paraggi. E nessuno ha intenzione di indagare a fondo, Malocchio denuncia intrusi un po’ troppo spesso. Ma questo non significa che non sia più in grado di riconoscere i pericoli. Moody era l’Auror migliore che il Ministero abbia mai avuto».
«Allora… che cosa vorresti dire?» disse Harry esitante. «Karkaroff sta cercando di uccidermi? Ma… perché?»
Sirius esitò.
«Ho sentito dire cose molto strane» rispose lentamente. «I Mangiamorte ultimamente sembrano un po’ più attivi del solito. Si sono fatti vedere alla Coppa del Mondo di Quidditch, no? Qualcuno ha evocato il Marchio Nero… e poi… hai sentito parlare di quella strega del Ministero della Magia che è scomparsa?»
«Bertha Jorkins?» disse Harry.
«Precisamente… è sparita in Albania, e quello è proprio il posto in cui correva voce che si trovasse Voldemort… e lei lo sapeva che si stava preparando il Torneo Tremaghi, no?»
«Sì, ma… non è molto probabile che sia andata dritta da Voldemort, no?»
«Senti, conosco Bertha Jorkins» disse Sirius con una smorfia. «Era a Hogwarts quando c’ero anch’io, qualche classe avanti a me e a tuo padre. Ed era un’idiota. Molto indiscreta, e senza cervello, nemmeno un po’. Non è una bella combinazione. Sarebbe stato molto facile attirarla in una trappola».
«Allora… allora Voldemort potrebbe aver scoperto del Torneo?» disse Harry. «È questo che vuoi dire? Credi che Karkaroff potrebbe essere qui per suo ordine?»
«Non lo so» rispose Sirius soppesando le parole, «non lo so proprio… Karkaroff non mi sembra il tipo che tornerebbe da Voldemort a meno di non essere certo che Voldemort sia abbastanza potente da proteggerlo. Ma chiunque ha messo il tuo nome in quel Calice lo ha fatto per una ragione, e non posso fare a meno di pensare che il Torneo sarebbe un gran bel modo di eliminarti, e di farlo sembrare un incidente».
«Mi sembra davvero un ottimo piano» disse Harry sconsolato. «Dovranno solo stare in un angolo e lasciar fare ai draghi».
«Giusto, i draghi» disse Sirius, parlando molto in fretta. «C’è un modo, Harry. Non farti tentare da uno Schiantesimo: i draghi sono forti e hanno una magia troppo potente per essere abbattuti così. Servono una mezza dozzina di maghi insieme per sopraffare un drago…»
«Sì, lo so, ho appena visto» commentò Harry.
«Ma puoi farcela da solo» riprese Sirius. «C’è un modo, e ti serve solo un semplice incantesimo. Basta che…»
Ma a un tratto Harry alzò una mano per zittirlo, con il cuore che batteva all’impazzata, come se stesse per esplodere. Dei passi scendevano la scala a chiocciola alle sue spalle.
«Vai!» sibilò a Sirius. « Vai! Sta arrivando qualcuno!»
Harry si raddrizzò, nascondendo il fuoco. Se qualcuno avesse visto la faccia di Sirius entro le mura di Hogwarts, sarebbe successo un pandemonio: il Ministero sarebbe stato coinvolto; lui, Harry, sarebbe stato interrogato su dove si trovava Sirius…
Harry udì un piccolo pop nel fuoco alle sue spalle, e seppe che Sirius se n’era andato. Fissò la parte più bassa della scala a chiocciola: chi aveva deciso di fare una passeggiatina all’una del mattino e aveva impedito a Sirius di dirgli come fare a superare un drago?
Era Ron. Si fermò di botto quando si trovò di fronte Harry dall’altra parte della stanza, e si guardò intorno.
«Con chi stavi parlando?» chiese.
«Che te ne frega?» ringhiò Harry. «Che cosa fai quaggiù a quest’ora della notte?»
«Mi stavo chiedendo dov’eri…» Ron s’interruppe e alzò le spalle. «Niente. Torno a dormire».
«Hai pensato che dovevi venire a ficcare il naso, eh?» gridò Harry. Sapeva che Ron non aveva idea di ciò che aveva interrotto, sapeva che non l’aveva fatto apposta, ma non gì’importava: in quel momento odiava tutto di Ron, perfino i parecchi centimetri di caviglie nude che spuntavano dai pantaloni del suo pigiama a disegni marrone.
«Scusa tanto» disse Ron, rosso di rabbia. «Avrei dovuto capirlo che non volevi essere disturbato. Me ne vado subito, così potrai continuare a fare le prove per la prossima intervista in santa pace».
Harry afferrò una delle spille POTTER FA DAVVERO SCHIFO dal tavolo e la scagliò con violenza attraverso la stanza. La spilla colpì Ron sulla fronte e rimbalzò a terra.
«Tieni» sibilò Harry. «Portati questa, martedì. Magari adesso avrai anche tu una cicatrice, se sei fortunato… è questo che vuoi, no?»
Scappò via dalla stanza e si precipitò per le scale; una parte di lui si aspettava che Ron lo fermasse, magari che gli tirasse un pugno, ma Ron restò lì nel suo pigiama troppo piccolo, e Harry giacque a lungo insonne e agitato, e non lo sentì salire a dormire.
CAPITOLO 20
LA PRIMA PROVA
Harry si alzò la domenica mattina, e si vestì così distrattamente che ci mise un po’ ad accorgersi che stava cercando di infilarsi il cappello sul piede al posto del calzino. Quando finalmente ebbe sistemato tutti gli abiti sulle parti giuste del corpo, andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny. Troppo irrequieto per mangiare, Harry attese che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per un’altra passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Sirius.
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