«Sì, Dara… Ora tornerò al luogo da cui sono venuto… Non vengo a Karak. E ho chiuso con il Piccolo Popolo, Sri.»
Intervenne Evalie, ansimante.
«Ed io… Leif?»
Le posai le mani sulle spalle, la guardai negli occhi.
«Questa notte hai detto che saresti venuta con me, Evalie. Ti libero dalla promessa… Penso che sarai più felice qui, con il tuo Piccolo Popolo…»
Lei rispose con fermezza.
«Io so dov’è la mia felicità. Mantengo la promessa… a meno che tu non mi voglia più…»
«Ti voglio… ragazza bruna!»
Evalie si rivolse a Sri.
«Porta tutto il mio afletto ai Piccolo Popolo, Sri. Non lo rivedrò più.»
L’omettino le si aggrappò, si gettò a terra davanti a lei, gemette e pianse mentre lei gli parlava. Alla fine si accosciò, e fissò a lungo la porta frantumata del Kraken. Vidi che la conoscenza segreta lo sfiorava. Mi si avvicinò, mi tese le braccia perché lo sollevassi. Mi alzò le palpebre e mi guardò profondamente negli occhi. Mi posò la mano e poi la testa sul petto, e ascoltò il battito del mio cuore. Poi saltò giù, attirò a sé la testa di Evalie e le bisbigliò qualcosa.
Dara disse: «La volontà di Dwayanu è la nostra volontà. Eppure è difficile capire perché non vuole rimanere con noi.»
«Sri lo sa… più di quanto lo sappia io. Non posso restare, Dara.»
Evalie mi si accostò. I suoi occhi brillavano di lacrime represse.
«Sri dice che ora dobbiamo andare, Leif… in fretta. Il mio popolo non deve vedermi. Dirà loro qualcosa, con il tamburo… non ci saranno combattimenti… e d’ora innanzi ci sarà pace.»
Il pigmeo dorato cominciò a battere sul tamburo parlante. Ai primi colpi tutti gli altri tamburi tacquero. Quando lui ebbe finito ripresero a suonare… giubilanti, trionfanti… fino a quando nel loro ritmo s’insinuò una nota interrogativa. Lui batte di nuovo un messaggio… Venne la risposta… irosa, perentoria… e stranamente incredula.
Sri mi disse: «Presto! Presto!»
E Dara: «Resteremo con te fino alla fine, Dwayanu.»
Annuii e guardai Lur. Sulla sua mano l’anello di Khalk’ru irradiò un bagliore improvviso. Mi accostai a lei, sollevai quella mano inerte e sfilai l’anello. Lo frantumai sull’incudine di Tubalka come avevo fatto con l’anello di Yodin.
Evalie disse: «Sri conosce una strada che ci condurrà fuori, nel tuo mondo, Leif. È alla sorgente del Nanbu. Ci guiderà lui.»
«La via passa per il Lago degli Spettri, Evalie?»
«Glielo chiederò… sì, passa di là.»
«Va bene. Andremo in una terra dove gli abiti che indosso non saranno adatti. E bisogna provvedere anche per te.»
Lasciammo il tempio a cavallo; Sri era sulla mia sella, ed Evalie e Dara mi stavano al fianco. I tamburi erano vicinissimi. Si smorzarono, quando emergemmo dalla foresta, sulla strada. Avanzammo rapidi. Verso la metà del pomeriggio raggiungemmo il Lago degli Spettri. Il ponte levatoio era abbassato. Non c’era nessuno nella guarnigione. Il castello dell’Incantatrice era deserto. Cercai e trovai i miei vecchi abiti; mi tolsi gli indumenti sontuosi di Dwayanu. Presi un’ascia da combattimento, m’infilai nella cintura una corta spada, scelsi dei giavellotti per Evalie e per me. Ci sarebbero serviti per aprirci un varco, e sarebbero stati i nostri mezzi per procurarci il cibo, più tardi. Portammo con noi delle provviste, prese nel castello di Lur, e pelli per vestire Evalie quando sarebbe uscita dal Miraggio.
Non salii nella stanza dell’Incantatrice. Udii il mormorio della cascata… e non osai guardarla.
Per tutto il resto del pomeriggio galoppammo lungo la riva del fiume bianco. I tamburi del Piccolo Popolo ci seguivano… interrogando… chiamando… « E-vah-li… E-vahli… E-vah-li… »
Al cader della notte eravamo giunti alle pareti di roccia in fondo alla valle. Lì il Nanbu scaturiva in un torrente poderoso da qualche sorgente sotterranea. L’attraversammo. Sri ci guidò dentro un burrone che saliva ripido, e lì ci accampammo.
E quella notte pensai a lungo a quello che Evalie avrebbe trovato nel nuovo mondo in attesa oltre il Miraggio… il mondo del Sole e delle stelle e del vento e del freddo. Pensai a lungo a ciò che dovevo fare per proteggerla fino a quando si sarebbe abituata a quel mondo. E ascoltai i tamburi del Piccolo Popolo che la chiamavano, e la guardai mentre dormiva, e piangeva e sorrideva nel sogno.
Doveva imparare a respirare. Sapevo che quando sarebbe uscita da quell’atmosfera in cui era vissuta sin dall’infanzia, avrebbe smesso subito di respirare… la privazione dello stimolo abituale dell’anidride carbonica avrebbe avuto quell’effetto immediato. Doveva imparare a respirare a forza fino a quando i riflessi fossero ridiventati automatici e non dovesse più pensarci consciamente. E di notte, quando dormiva, sarebbe stato tre volte più difficile. Avrei dovuto restare a vegliare accanto a lei.
E doveva entrare nel nuovo mondo con gli occhi bendati, fino a quando i suoi nervi abituati alla luminosità verde del Miraggio avrebbero potuto sopportare la luce più forte. Potevamo ricavare indumenti caldi dalle pelli. Ma il cibo… cosa aveva detto Jim, tanto, tanto tempo fa? Coloro che avevano mangiato il cibo del Piccolo Popolo sarebbero morti se ne avessero mangiato dell’altro. Ebbene, in parte era vero. Eppure, solo in parte: si poteva rimediare.
Con l’alba venne un ricordo improvviso: lo zaino che avevo nascosto sulla riva del Nanbu quando ci eravamo tuffati nel fiume bianco, inseguiti dai lupi. Se fosse stato possibile trovarlo, sarebbe servito a risolvere il problema, almeno per quanto riguardava il vestiario di Evalie. Ne parlai a Dara. E lei e Sri andarono a cercarlo. Durante la loro assenza le soldatesse cercarono il cibo, ed io insegnai ad Evalie quanto doveva fare per superare il pericoloso ponte che stava tra il suo mondo ed il mio.
Rimasero assenti due giorni… ma avevano trovato lo zaino. Portarono la notizia che vi era pace tra gli Ayjir ed il Piccolo Popolo. In quanto a me…
Dwayanu il Liberatore era venuto, come prometteva la profezia… Era venuto e li aveva liberati dall’antico, terribile destino… e se n’era andato, com’era suo diritto, nel luogo da cui era giunto per adempiere la profezia… e aveva con sé Evalie, come era egualmente suo diritto. Sri l’aveva fatto sapere a tutti.
Ed il mattino dopo, quando la luce mostrò che il Sole si era levato sui picchi circostanti alla Valle del Miraggio, partimmo… Evalie era al mio fianco, e sembrava un esile ragazzo.
Salimmo fino a quando ci trovammo tra le nebbie verdi. E lì ci separammo. Sri si aggrappò a Evalie, le baciò le mani e i piedi, pianse. E Dara mi strinse le mani sulle spalle.
«Ritornerai da noi, Dwayanu? Ti aspetteremo!»
Era come l’eco della voce del capo uiguro… tanto e tanto tempo prima…
Mi voltai e cominciai ad arrampicarmi, seguito da Evalie. Pensai che anche Euridice aveva seguito così il suo innamorato, uscendo dalla Terra delle Ombre, in un altro tempo lontanissimo.
Le figure di Sri e delle soldatesse si annebbiarono. Poi furono nascoste dai vapori verdi…
Sentii il tocco pungente del freddo sul mio viso. Raccolsi Evalie tra le braccia… e salii e salii… e finalmente uscii barcollando nel tepore assoluto dei pendii oltre i precipizi.
Spuntò il giorno in cui vincemmo la lunga, aspra lotta per la vita di Evalie. La stretta nel Miraggio non si era allentata facilmente. Ci volgemmo verso meridione e posammo i piedi sul sentiero che conduceva a Sud.
Eppure…
Lur… Incantatrice! Ti vedo giacere là, sorridendo con le labbra intenerite… e la testa del lupo bianco posata sul tuo petto! E Dwayanu vive ancora in me!
FINE