Ma per quanto duro fosse camminare nei boschi, Measure non si diede mai per vinto. Un po’ perché Alvin gli aveva indurito i piedi; un po’ perché gli sembrava di respirare più profondamente di quanto gli fosse mai accaduto. Ma c’era dell’altro. Nei muscoli avvertiva una forza mai provata. Non si era mai sentito così vivo in vita sua. E Measure pensò che se in quel momento avesse avuto un cavallo, forse avrebbe preferito andare a piedi.
Nel tardo pomeriggio del secondo giorno, udì uno scalpiccio proveniente dal fiume. Non c’era modo di sbagliare: erano cavalli, condotti a mano nell’acqua bassa. E questo significava uomini bianchi, forse addirittura gente di Vigor Church, ancora in cerca di Measure e Alvin.
Corse precipitosamente in direzione del fiume, graffiandosi a sangue tra i cespugli. Poi vide quattro uomini a cavallo, che adesso si dirigevano verso valle, allontanandosi da lui. Fu solo dopo essere arrivato al torrente ed essersi messo a gridare a squarciagola che si accorse che indossavano l’uniforme verde dell’esercito degli Stati Uniti. Per quanto ne sapeva, era la prima volta che venivano da quelle parti. In quella regione di Bianchi se ne vedevano pochi, per non irritare inutilmente i francesi di Fort Chicago.
Quando udirono le sue grida, i soldati fecero fare dietro front ai cavalli per vedere di chi si trattasse. Non appena lo scorsero, tre di loro gli puntarono addosso i moschetti, pronti a sparare.
«Non sparate!» gridò Measure.
I soldati gli si avvicinarono lentamente, dato che i cavalli facevano fatica a risalire la corrente.
«Per amor del cielo, non sparate» disse Measure. «Vedete benissimo che non sono armato. Non ho neanche un coltello.»
«Parla l’inglese mica male, eh?» osservò un soldato rivolgendosi al compagno.
«Ma certo che lo parlo! Sono un Bianco!»
«Guarda un po’ che roba» disse un altro. «È la prima volta che sento uno di loro sostenere di essere bianco.»
Measure si guardò la pelle. Scottata com’era dal sole, era di un color rosso acceso, anche se molto più pallida di quella di un vero Rosso. In più, indossava un perizoma, e sporco e scarmigliato com’era aveva sicuramente l’aspetto di un selvaggio. Ma la barba un po’ gli era cresciuta, no? Per la prima volta Measure avrebbe voluto essere molto più villoso, con una folta barba e un sacco di pelo sul petto. Allora non ci sarebbe stata possibilità d’errore, dato che i Rossi erano notoriamente glabri. Per adesso, tuttavia, i soldati non avrebbero potuto vedere la lanugine sul labbro superiore né i radi peli che gli spuntavano sul mento finché non gli fossero stati molto più vicini.
E nemmeno avevano intenzione di correre rischi. Uno soltanto gli si avvicinò. Gli altri si mantennero a rispettosa distanza con i moschetti spianati, pronti a far fuoco nel caso che Measure avesse qualche amico in agguato sulla sponda del torrente. Measure si accorse che l’uomo che gli si stava avvicinando era spaventato a morte, e lanciava rapide occhiate a destra e a sinistra in attesa che qualche Rosso scoccasse la prima freccia. Measure pensò tra sé che il soldato era proprio un’idiota, perché se in quei boschi ci fossero stati davvero dei Rossi non avrebbe avuto modo di vederli prima di ritrovarsi una freccia piantata da qualche parte.
Prima di avvicinarsi a Measure il soldato gli girò intorno con cautela. Poi prese una corda, vi fece un nodo scorsoio e la lanciò a Measure. «Mettitela intorno al petto, sotto le braccia» ordinò il soldato.
«E perché?»
«In modo che io possa guidarti.»
«Col cavolo» rispose Measure. «Se avessi saputo che avevate intenzione di trascinarmi con una corda nel bel mezzo di un torrente, sarei restato sul terreno asciutto e me ne sarei andato a casa da solo.»
«Se entro cinque secondi non ti sei legato a quella corda, quei ragazzi ti faranno saltare la testa.»
«Che razza di storia sarebbe?» chiese Measure. «Sono Measure Miller. Quasi una settimana fa sono stato rapito assieme a mio fratello Alvin, e adesso me ne sto tornando a casa a Vigor Church.»
«Ma senti che cosa inventa questo!» sbottò il soldato. Ritirò la corda, bagnata fradicia, e la lanciò di nuovo a Measure. Stavolta lo prese in pieno viso. Measure l’afferrò e la tenne in mano. Il soldato estrasse la sciabola. «Pronti a sparare, ragazzi!» urlò. «È proprio il rinnegato che stavamo cercando!»
«Rinnegato! Io…» In quel momento, Measure finalmente sì rese conto che in quella storia c’era qualcosa di profondamente sbagliato. Pur sapendo chi era, continuavano a volerlo prendere prigioniero. Di fronte a tre moschetti e una sciabola, se avesse cercato di scappare avrebbe avuto buone probabilità di lasciarci la pelle. Ma quello era l’esercito degli Stati Uniti, no? Una volta di fronte a un ufficiale, avrebbe potuto spiegarsi e tutto si sarebbe sistemato. Così si infilò il cappio sulla testa e se lo passò intorno al petto.
Finché restarono in acqua le cose non andarono poi troppo male. Dove l’acqua era più fonda, qualche volta Measure poteva addirittura andare a rimorchio. Ma ben presto uscirono dal torrente, e mentre si facevano strada nella foresta fu costretto a seguirli a piedi. Measure capì che stavano descrivendo un ampio cerchio verso est intorno a Vigor Church.
Measure cercò di parlare, ma i soldati gli ingiunsero di chiudere il becco. «Ti ho già detto che i rinnegati come te siamo autorizzati a portarli al campo vivi o morti. Un Bianco vestito da Rosso… sappiamo benissimo che razza d’uomo sei.»
Da quello che si dicevano, Measure riuscì a poco a poco a mettere insieme qualche informazione utile. Quegli uomini stavano compiendo un giro di esplorazione per conto del generale Harrison. Measure si sentì invadere dalla nausea all’idea che la situazione si fosse deteriorata al punto di indurre la sua gente a invocare l’aiuto di quel furfante, di quel trafficante di liquori. E quest’ultimo non aveva certamente posto tempo in mezzo.
La notte la trascorsero accampati in una radura. Facevano un tale baccano che Measure pensò che sarebbe stato un autentico miracolo se prima dell’alba non si fossero ritrovati addosso tutti i Rossi d’America.
Il giorno seguente si rifiutò categoricamente di farsi trascinare dietro a loro legato a una corda. «Sono qua si nudo e completamente disarmato: o mi ammazzate, o mi lasciate montare a cavallo.» Potevano anche raccontargli che riportarlo indietro vivo o morto fosse per loro la stessa cosa, ma Measure sapeva che erano solo chiacchiere. Saranno anche stati gente senza scrupoli, ma l’idea di uccidere un uomo bianco a sangue freddo non pareva entusiasmarli. Così gli permisero di montare a cavallo, aggrappandosi alla vita di uno di loro. Ben presto giunsero in un tratto di terreno aperto solcato da strade e sentieri, e poterono procedere di buon passo.
Subito dopo mezzogiorno giunsero a un accampamento militare. Come esercito non pareva granché, forse cento uomini in uniforme e altri duecento che marciavano e si addestravano su un terreno di parata una volta adibito a pascolo. Measure non ricordava il nome della famiglia che vi abitava. Erano gente nuova, appena arrivata dalla regione intorno a Carthage City. Ben presto, tuttavia, capì che la cosa non aveva alcuna importanza. Il generale Harrison aveva requisito la loro abitazione per farne il proprio quartier generale, e fu proprio da Harrison che i soldati lo condussero.
«Ah» disse Harrison. «Ecco il rinnegato.»
«Non sono un rinnegato» ribatté Measure. «E sono stufo di essere trattato come un criminale. Giuro che i Rossi mi hanno trattato meglio dei vostri soldati bianchi.»
«La cosa non mi sorprende» disse Harrison. «Sono certo che i Rossi ti hanno trattato coi guanti. E l’altro rinnegato dov’è?»
«L’altro rinnegato? Volete dire mio fratello Alvin? Sapete chi sono, e non mi lasciate andare a casa?»
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