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Licia Troisi: Nihal della Terra del Vento

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Licia Troisi Nihal della Terra del Vento

Nihal della Terra del Vento: краткое содержание, описание и аннотация

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Nihal è davvero strana, nel Mondo Emerso sembra non esserci nessuno come lei: grandi occhi viola, orecchie appuntite, capelli blu. È stata cresciuta da un armaiolo e vive in una delle tante città-torri della Terra del Vento, giocando a combattere insieme a un gruppo di amici che l’ha eletta capo per la sua forza e agilità. Ma tutto cambia all’improvviso quando la Terra del Vento viene attaccata dal Tiranno, il despota che già ha conquistato cinque delle otto Terre che compongono il Mondo Emerso. A nulla vale la resistenza dell’esercito dei popoli liberi, né i maghi che cercano di proteggere le città con incantesimi. A Nihal rimane solo una scelta: diventare un vero guerriero e difendere gli innocenti che rischiano di cadere sotto il potere del Tiranno.

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Sennar si mise a preparare la cena. «Non devi aver paura, Nihal. Credimi, non c’è niente di malvagio nella natura; niente spiriti maligni né mostri.

Sono gli uomini a essere malvagi. La natura ti sarà nemica finché tu la sentirai tale: quando smetterai di temerla ti accoglierà tra le sue braccia. È questo il segreto della prova.»

Le porse un pezzetto di carne arrostita. Era deliziosa.

Il cibo e lo scampato pericolo ammorbidirono la ragazzina. «Anche tu hai sostenuto questa prova?»

«No» rispose Sennar a bocca piena «non ce n’è stato bisogno.»

Nihal si incuriosì, e lasciò cadere anche l’ultima barriera. «Perché non ce n’è stato bisogno? E perché hai deciso di fare il mago? Sei misterioso!»

«Vuoi sentire la mia storia, insomma.»

Nihal annuì.

«Sei fortunata. Non si può dire che la mia vita sia stata noiosa. Niente di strabiliante, ma mi sono successe un po’ di cose, e mi sono mosso parecchio.»

Sennar incrociò le gambe e iniziò a raccontare.

«Come già sai, sono nato nella Terra del Mare e sono vissuto a lungo su un campo di battaglia. Mio padre era scudiero di un Cavaliere di Drago e mia madre era l’unica donna della guarnigione.»

«Era una guerriera!» lo interruppe Nihal con gli occhi che brillavano.

Sennar rise. «No, era solo innamorata. Aveva conosciuto mio padre perché abitavano nello stesso villaggio e quando lui volle fare lo scudiero lei lo seguì. Così, fin da piccolo sono stato in mezzo alle armi. Un po’ come te.» Si stese sull’erba: il cielo era limpido e le stelle chiare. «Hai mai visto un Drago del Mare?»

Nihal scosse la testa.

«È la più incredibile creatura che tu possa immaginare: è una specie di serpente con le scaglie di un blu intensissimo che a seconda della luce cambia di sfumatura, fino a diventare quasi verde. E poi vola. È… è straordinario!» disse Sennar.

Guardava il cielo come se fosse solcato da draghi.

«Be’, per farla breve, io adoravo i draghi. E soprattutto sapevo comunicare con loro. Tutti sono convinti che solo un cavaliere possa parlare col suo drago, ma io ero in grado di comunicare con tutti i draghi, e giocavo coi loro piccoli.

Sapevo entrare in contatto con tutti gli animali. Un giorno, avevo otto anni, Soana passò nel nostro accampamento. Non so se ne sei al corrente, ma lei fa parte del Consiglio dei Maghi, che guida la resistenza al Tiranno. Sono ormai quasi quarant’anni che il Tiranno è in guerra con le Terra del Mare, dell’Acqua e del Sole…»

Nihal fece una faccia scandalizzata. «Lo so, cosa credi?»

«Oh, guarda che sei proprio permalosa!» la prese in giro Sennar. «Insomma, Soana mi notò e volle parlare con i miei: disse che in me vedeva un’enorme forza magica e che se mi avessero lasciato andare con lei avrebbe fatto di me un mago potentissimo. La decisione per i miei genitori non fu facile, ma alla fine permisero che io seguissi la maga. Del resto, un campo di battaglia non è il posto più adatto per un bambino. Per tutta la vita non avevo visto altro che armi, morti, feriti, miseria. All’inizio l’idea di stare con Soana non mi piacque neanche un po’. Poi però quando iniziai ad assaporare il gusto della pace, qui nella Terra del Vento, le cose cambiarono. Certo, mi mancavano mio padre, mia madre, mia sorella Kala… ma allo stesso tempo ero contento di non dover più vedere gli uomini intorno a me morire come mosche. Quando compii dieci anni Soana mi lasciò libero di scegliere: restare con lei e continuare l’addestramento o tornare a casa e dimenticare la magia.»

«E tu?»

«Io, prima di decidere, le chiesi di tornare nella Terra del Mare per rivedere la mia famiglia.»

Sennar si interruppe e trasse un profondo respiro.

«Quello che trovai fu terribile: la guarnigione di mio padre era stata praticamente spazzata via, quasi tutti quelli che conoscevo erano morti. Mio padre, mi dissero, aveva protetto con il suo corpo Parel, il cavaliere di cui era scudiero, salvandogli la vita.»

Sennar si fermò ancora. Nihal lo guardò senza parlare.

«Versai tutte le mie lacrime: cercarono di consolarmi dicendo che ero figlio di un eroe, ma a me cosa importava? Mio padre era morto, non l’avrei più rivisto.» La voce gli si incrinò. «Alla fine decisi: sarei tornato con Soana e avrei appreso la magia. Una volta diventato mago avrei messo il mio potere al servizio della pace e avrei combattuto contro il Tiranno, per mio padre e per tutti gli innocenti che questa guerra sta massacrando. Capisci ora perché me la sono presa con te? La guerra non è un gioco, è morte, e solo la pace può riscattarla.»

Nihal guardò Sennar con ammirazione: quel ragazzino le parve all’improvviso forte, maturo e saggio come un vero guerriero.

«Stupita, eh?» disse Sennar facendole l’occhiolino. «Credevi che fossi uno stupido qualunque venuto ad attaccar briga e invece ti trovi davanti un uomo vissuto, con la sua triste storia alle spalle.»

Risero entrambi.

«E tu? Parlami un po’ di te: perché vuoi fare il guerriero?»

Anche Nihal si gettò sull’erba. Sopra di lei il cielo srotolava tutto intero l’ordito delle stelle.

«Voglio fare il guerriero per vivere tante avventure. Voglio girare il mondo e conoscere popoli e genti. E poi mi piace combattere: quando ho un’arma in pugno mi sento al sicuro da tutto, mi sento forte. Quando combatto mi sembra di essere leggera come l’aria. Di essere libera. Non so per chi combatterò, ma so che la pace è bella per tutti, e allora forse combatterò per la pace. E poi voglio essere un guerriero per Livon, lui per me è tutto. Padre, madre, fratello.»

Sennar si rimise a sedere e guardò la ragazzina con affetto. «Stanotte sto qui con te, così potrai dormire tranquilla. Ma domattina me ne vado: devi o non devi sostenere una prova? Per cui ora cerca di dormire, che domani sarà una giornata faticosa.»

Nihal seguì il consiglio di Sennar e si coricò sul mantello che lui stesso le aveva approntato a mo’ di letto.

Si sentiva incredibilmente calma.

Prima di scivolare nel sonno ringraziò ancora Sennar, ma già dormiva quando lui le rispose: «E di che cosa? Siamo soli in questa terra, e possiamo andare avanti solo aiutandoci. Dormi bene Nihal» e le tirò la coperta sulle spalle.

5

Sogni, visioni e spade.

Era in una terra mai vista, ne era sicura, eppure la sentiva come patria. Si trovava in una grande città e si muoveva con disinvoltura tra le sue mille strade. Un’enorme quantità di gente, un continuo via vai, un caotico sottofondo di voci e rumori. Benché fosse circondata da una moltitudine di persone, non riusciva a distinguere nessun volto. Forse era in compagnia di qualcuno.

In fondo a una strada piuttosto larga vedeva una torre di cristallo, accecante al sole del mattino. Alta, bianchissima, sembrava elevarsi fino a sfiorare il cielo.

All’improvviso la gente che la circondava iniziò a urlare.

Sul selciato si stese un’immensa macchia nera. Sembrava inchiostro. Guardò meglio. Era sangue. Vermiglio, denso, viscoso. Sangue che copriva ogni cosa, tingendo il paesaggio e la torre.

Un baratro senza fondo si spalancò ai suoi piedi e lei iniziò a cadere. Urlò con quanto fiato aveva in gola.

Precipitava con furia verso il fondo, ma sapeva che il fondo non c’era e che la caduta sarebbe stata eterna. Mentre cadeva, nella testa le rimbombavano lamenti, urla, pianti strazianti di bambini. Vendicaci! Riscatta il nostro popolo! Non voleva ascoltare, ma le voci la incalzavano, la tormentavano. Uccidilo! Distruggi quel mostro!

Poi, rapidamente come era giunta, quella visione di morte si dissolse.

Nihal si trovò a volare sulle ali di un drago. Il vento le solleticava il volto e si sentiva libera. Indossava un’armatura nera e aveva i capelli molto corti. Dietro di lei c’era Sennar. Sentiva di averlo ritrovato dopo lungo tempo ed era felice, poiché in qualche modo era legata a lui.

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