Rorbert Jordan - Memoria di luce

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Memoria di luce: краткое содержание, описание и аннотация

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Rogosh Capelli di Neve osservò il fiume scorrere, poi annuì a Mat in segno di rispetto. «Ben fatto, Giocatore» disse. Il ritorno del fiume aveva diviso le forze dell’Ombra.

Mat si riunì alla battaglia. Mentre galoppava per l’altopiano notò che gli Sharani — quello che rimaneva di loro — stavano fuggendo attraverso passaggi. Li lasciò andare.

Quando i Trolloc in cima alle Alture videro gli Sharani scappare, la loro resistenza si infranse e furono presi dal panico. Intrappolati e sballottati per l’altopiano dagli eserciti combinati di Mat, non ebbero altra scelta che fuggire verso il lungo pendio a sudovest.

Giù dalle Alture tutto era diventato un caos. L’esercito seanchan si era unito a quello di Elayne ed entrambi i gruppi attaccarono i Trolloc con furia accesa. Formarono un cordone attorno alle bestie e avanzarono rapidi, non permettendo nemmeno a una di esse di fuggire. Presto la terra si trasformò in un fango rosso e profondo quando i Trolloc caddero a migliaia.

Ma l’ingaggio sul lato shienarese del Mora non era nulla paragonato allo scontro che stava avvenendo sull’altra sponda del fiume. Il corridoio tra gli acquitrini e le Alture Polov era bloccato da Trolloc che cercavano di sfuggire all’attacco dei Seanchan dal lato opposto del corridoio a ovest.

L’avanguardia inviata contro i Trolloc non era composta da soldati seanchan, ma da squadre di lopar e morat’lopar. Sulle zampe posteriori i lopar non erano più alti dei Trolloc, ma erano notevolmente più pesanti di loro. I lopar si avventarono sui Trolloc, alzandosi su due zampe e colpendoli con i loro artigli affilati come rasoi. Una volta ammorbidita la preda, il lopar afferrava il Trolloc dietro il collo con le zampe e staccava la testa della bestia con un morso. Questo gesto dava enorme piacere ai lopar.

I lopar furono fatti indietreggiare man mano che i cadaveri dei Trolloc iniziavano ad accumularsi all’estremità opposta del corridoio. Poi in questo mattatoio giunsero stormi di corlm, grandi creature piumate senza ali con lunghi becchi ricurvi fatti per lacerare la carne. Questi carnivori corsero facilmente sopra le pile di cadaveri verso i Trolloc che ancora combattevano, per separare la carne delle bestie dall’osso. I soldati seanchan partecipavano poco a tutto questo, limitandosi a disporre le picche per assicurarsi che nessun Trolloc fuggisse per il corridoio o dal lato occidentale delle Alture. I Trolloc erano così spaventati dalle creature che li assalivano che a pochi veniva in mente di correre verso le truppe seanchan.

Sul pendio, Trolloc presi dal panico, in fuga dall’esercito di Mat che li inseguiva alla carica, si gettarono sui Trolloc che riempivano il corridoio. I mostri ruzzolarono gli uni sopra gli altri, e lottarono tra loro, cercando di raggiungere la cima della pila per continuare a respirare ancora un poco.

Talmanes e Aludra avevano posizionato i Draghi dall’altra parte del corridoio e cominciarono a sparare uova di Drago nelle masse di Trolloc terrorizzati.

Tutto finì rapidamente. I Trolloc vivi diminuirono da molte migliaia a poche centinaia. Quelli rimasti, vedendo la morte ghermirli da tre lati, fuggirono negli acquitrini, dove molti vennero risucchiati dalle acque basse. Le loro morti furono meno violente ma altrettanto terrificanti. I restanti ricevettero una fine più pietosa, trafitti da frecce, lance e quadrelli di balestra mentre arrancavano attraverso il pantano verso il dolce profumo della libertà.

Mat abbassò la sua ashandarei insanguinata. Controllò il cielo. Il sole era nascosto da qualche parte lassù; non era certo di quanto tempo fosse trascorso cavalcando assieme agli eroi.

Avrebbe dovuto ringraziare Tuon per essere tornata. Non andò a cercarla, però. Aveva la sensazione che si sarebbe aspettata che lui eseguisse i suoi compiti di principe, qualunque essi fossero.

Solo... Sentiva quel bizzarro strattone dentro. Che diventava sempre più forte.

Sangue e dannate ceneri, Rand, pensò Mat. Io ho fatto la mia parte. Tu fa’ la tua.

Gli tornarono in mente le parole di Amaresu. Ogni tuo respiro è grazie alla sua tolleranza, Giocatore...

Mat era stato un buon amico quando Rand ne aveva avuto bisogno, no? Buona parte del tempo? Sangue e ceneri, potevi aspettarti che una persona si preoccupasse... forse restasse un po’ a distanza... quando si trattava di un pazzo. Giusto?

«Hawkwing!» chiamò Mat, accostandosi a lui. «La battaglia» disse Mat, prendendo un respiro profondo. «È fatta, giusto?»

«Hai ricucito per bene questa faccenda, Giocatore» disse Hawkwing, seduto sul suo destriero con una posa regale. «Ah... Cosa darei per affrontarti sul campo di battaglia. Che scontro grandioso sarebbe.»

«Grandioso. Stupendo. Non intendevo questo campo di battaglia. Intendevo l’Ultima Battaglia. È fatta, giusto?»

«Chiedi questo sotto un cielo d’ombra, sopra una terra che trema dalla paura? Cosa dice la tua anima, Giocatore?»

I dadi sbatacchiavano ancora dentro la testa di Mat.

«La mia anima dice che sono uno sciocco» bofonchiò Mat. «Quello e che sono un dannato fantoccio da addestramento, montato e pronto per essere attaccato.» Si voltò verso nord. «Devo andare da Rand. Hawkwing, mi faresti un favore?»

«Chiedi, Suonatore del Corno.»

«Conosci i Seanchan?»

«Ho... familiarità con loro.»

«Penso che la loro imperatrice apprezzerebbe molto fare la tua conoscenza» disse Mat, allontanandosi al galoppo. «Se potessi andare a parlarle, te ne sarei grato. E, se lo farai, cortesemente, dille che ti ho mandato io.»

Pensi che mi ritirerò? chiese il Tenebroso.

La cosa che pronunciava quelle parole era qualcosa che Rand non avrebbe mai potuto comprendere davvero. Perfino vedere l’universo nella sua interezza non gli permetteva di capire il Male stesso.

Non mi sono mai aspettato che ti ritirassi, disse Rand. Credo che tu non ne sia capace. Vorrei che potessi vedere, che potessi capire perché sei tu quello che continua a perdere.

Sotto di loro, sul campo di battaglia, i Trolloc erano caduti, sconfitti da un giovane giocatore dei Fiumi Gemelli. L’Ombra non avrebbe dovuto perdere. Non aveva senso. I Trolloc erano molto più numerosi.

Trolloc, però, combattevano soltanto perché i Myrddraal li costringevano: da solo, un Trolloc non avrebbe combattuto qualcosa di più forte come una volpe non avrebbe tentato di uccidere un leone.

Era una delle regole basilari tra i predatori. Mangia ciò che è più debole di te. Fuggi da ciò che è più forte di te.

Il Tenebroso ribolliva di una rabbia rovente che Rand avvertiva in questo posto come una forza fisica.

Non dovresti essere sorpreso, disse Rand. Quando mai tu hai ispirato il meglio negli uomini? Non puoi. Esula dal tuo potere, Shai’tan. I tuoi lacchè non combatteranno mai quando la speranza è perduta. Non resisteranno perché farlo è giusto. Non è la forza a sconfiggerti. È la nobiltà.

Io distruggerò! Lacererò e brucerò! Porterò oscurità a tutti, e la morte sarà la tromba che suonerò prima del mio arrivo! E tu, avversario... Altri possono scappare, ma tu morirai. Devi saperlo.

Oh, lo so, Shai’tan, disse Rand piano. Lo accetto, poiché la morte è — ed è sempre stata — più leggera di una piuma. La morte arriva in un istante, non più tangibile di uno sfarfallio di luce. Non ha peso, non ha sostanza...

Rand avanzò, parlando più forte. La morte non può tenermi a bada e non può dominarmi. Si riduce a questo, padre delle menzogne. Quando mai hai ispirato una persona a dare la sua vita per te? Non per le tue promesse, non per le ricchezze che cercano o per le posizioni che rivestirebbero, ma per te. È mai successo?

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