Ben Bova - La prova del fuoco
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- Название:La prova del fuoco
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1983
- Город:Milano
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Scrollando la testa, scacciò i ricordi per tornare alla realtà del momento. La mattina andava rapidamente schiarendosi, le nuvole si diradavano allontanandosi spinte da una fresca brezza. Il sole era luminoso e lui ne sentiva già il calore sulle spalle e sul collo.
— Meno dieci secondi — mormorò fra sé.
Girando il pulsante sulla frequenza generale, sentì il segnale che confermava come la frequenza fosse aperta e sintonizzata.
— A tutti i settori e comandanti le unità… ha inizio l'attacco. Via!
L'autoblindo fece un balzo in avanti, poi prese velocità risalendo senza scossoni verso la cresta del colle dietro cui si era tenuta nascosta. La seguivano altre tre autoblindo e un paio di jeep. Queste accelerarono e sorpassarono il mezzo di Alec puntando verso la cresta del colle.
Dopo che l'ebbero raggiunta, iniziarono la discesa del versante opposto. Alec prese il binocolo e vide la rete metallica che si snodava lungo il terreno collinoso, mezzo chilometro più avanti. Si scorgevano due torri di guardia e, verso l'orizzonte, una collinetta sormontata da un avamposto.
Ormai ci hanno visti si disse, guardando le figure sulla torre di guardia muoversi e gesticolare. Sono sorpresi? Ci aspettavano? Hanno paura come ne ho io? Alec si accorse che gli batteva forte il cuore, lo sentiva pulsare in gola, lo sentiva nelle orecchie, amplificato dagli auricolari.
Si diressero a velocità sostenuta verso la recinzione, e in lontananza, sulla destra, Alec vide un reparto di cavalleria che procedeva al galoppo per restare alla pari con loro. Le jeep erano già più avanti. Lampi di fuoco danzavano sulla sommità delle torri di guardia, ma Alec non riusciva a sentire altro che il sibilo del vento della corsa.
Una delle jeep lanciò un razzo contro la torre più vicina e Alec ne seguì la scia mentre passava a pochi metri dal bersaglio e andava a infilarsi nel terreno entro il recinto, esplodendo.
— Siamo alla portata della recinzione! — gridò il servente, legato al seggiolino catapultabile sistemato di fianco all'affusto del laser.
— Distruggila! — gli gridò Alec.
Il generatore del laser si accese ronzando; le sue vibrazioni furono soffocate dall'acuto sibilo del laser. Il raggio era invisibile, ma non appena toccò la recinzione, la rete metallica si fuse come la cera di una candela.
Le jeep si diressero verso il varco aperto dal laser, e il servente rivolse la sua attenzione alle torri di guardia. La più vicina stava ancora sparando quando il raggio la colpì. La sommità prese subito fuoco.
Penetrarono all'interno del recinto correndo a gran velocità sul terreno disuguale. Le jeep erano incolumi e continuavano a precedere gli altri, deviando sulla sinistra per allontanarsi il più possibile dal fuoco d'artiglieria dell'avamposto. Alec si voltò e vide lo squadrone di cavalleria avanzare attraverso il varco nella rete. La torre di guardia colpita non sparava più.
Alec scorse un bagliore sulla sommità del colle e un attimo dopo il terreno eruttò a una certa distanza sulla sua destra. Il rombo sordo dell'esplosione lo raggiunse mentre la nuvola nera proiettava in alto zolle di terra.
Oltrepassare la linea degli avamposti e impegnare le forze mobili di Douglas, questo era il piano. Lasciare gli avamposti isolati e concentrare tutto l'impeto sulle riserve, sgominandole prima che fossero in grado di organizzare un contrattacco.
Altre due bombe caddero vicino. L'onda d'urto e il rumore dell'esplosione furono contemporanei, e il conducente sterzò a sinistra per evitare le zolle che ricadevano sull'autoblindo. Alec scorse due crateri fumanti nei punti dove erano cadute le bombe. Sembravano due ferite crudeli nella carne morbida della terra.
Altre bombe esplosero dietro di loro. Un'altra cadde abbastanza vicina da far rovesciare una jeep che rotolò come impazzita facendo schizzare brandelli di uomini e di lamiera prima di fermarsi su un fianco. Mentre l'autoblindo la stava superando il serbatoio della jeep esplose. Alec non si fermò. Non era ancora il momento di seppellire i morti e di prestare soccorso ai feriti.
Un dolce pendio si alzava davanti a loro. Alec conosceva a memoria quella zona e sapeva che se dovevano presentarsi difficoltà, questo sarebbe avvenuto proprio lì. Douglas aveva sistemato le sue difese in quella lunga catena di colline, aggiungendovi bastioni e contrafforti nei tratti dove il terreno era pianeggiante, cosicché quella linea elevata copriva per una lunghezza di venti chilometri quel lato della base. Poi, fra quel baluardo e la recinzione interna correva un ampio tratto pianeggiante.
Partirono alla carica della linea difensiva. Alec, aggrappato alla ringhiera dell'affusto, coi nervi tesi, aspettandosi di incappare in qualche mina, nel fuoco dell'artiglieria, nelle sventagliate delle mitragliatrici nascoste nelle trincee scavate dietro la cresta delle alture.
Niente. Non c'erano difensori. La distesa pianeggiante si allungava a perdita d'occhio, e Alec vide altre unità di autoblindo, jeep e squadroni di cavalleria sfrecciare sull'erba.
È troppo facile , pensò fra sé. È impossibile sconfiggere così facilmente Douglas.
Ma intanto continuavano a procedere a rotta di collo giù per il pendio e lungo il tratto piano. Di tanto in tanto lo scoppio di una bomba rammentava agli assalitori che gli avamposti erano ancora attivi, ma erano colpi saltuari che non provocavano danni e non rallentavano l'impeto degli attaccanti.
In preda a un miscuglio di esultanza e di timore, Alec sintonizzò la radio sulla frequenza di Jameson. — Ron, dove ti trovi? — chiese nel microfono dell'elmetto.
Una brevissima pausa, poi: — Abbiamo appena superato un bastione artificiale a circa venti chilometri dal limite della zona della base. Finora non abbiamo incontrato molta resistenza. Abbiamo perso un'autoblindo caduta nel cratere di una bomba e uno squadrone di cavalleria colpito in pieno. Tutti gli altri stanno avanzando al massimo della velocità.
— Bene. Continuate a procedere e state all'erta. — Poi passò sulla frequenza generale. — A tutti i comandanti di reparto. Riferite se vi siete imbattuti in altre forme di resistenza oltre al fuoco di artiglieria.
Silenzio. Solo il ronzio della statica.
Alec disse: — Ai comandanti di settore. Rispondete secondo l'ordine.
— Settore uno. Nessuna resistenza. — Era la voce di Jameson.
— Settore due. Nessun problema.
— Settore tre. Corriamo come il vento. Nessuno ci ostacola.
— Settore quattro…
Qualcuno tirò Alec per la manica. Era il servente del laser sporto in avanti sul sedile, che gesticolava verso il tratto che si erano lasciati alle spalle. Tre sagome tozze e massicce stavano superando la cresta dietro di loro. Lasciando aperta la radio, Alec si portò il binocolo agli occhi. Erano veicoli cingolati dipinti di verde scuro e marrone. Lunghi cilindri di canne di cannone spuntavano dalle torrette. Carri armati! Alec ricordò di averli visti nei microfilm di storia.
— Ehi, qui settore tre — gracchiò una voce negli auricolari. — Abbiamo appena visto degli strani camion che ci seguono.
— A tutte le unità! — gridò Alec. — Riferire numero e posizione dei carri armati nemici. Sono veicoli che avanzano su cingoli, pesantemente corazzati e armati di cannoni e mitragliatrici.
Come in risposta, uno dei tre carri armati vomitò fuoco e una bomba passò sibilando sull'autoblindo di Alec esplodendo così vicino da assordarlo.
Ecco qual è il piano di Douglas , pensò Alec. Ha nascosto i carri armati negli avamposti e adesso ci vuole chiudere tra quelli e le sue riserve.
Nonostante tutto, provò un certo sollievo. Adesso Douglas aveva giocato la sua carta, e lui poteva prendere le misure per controbatterlo. Ricordò da quanto aveva appreso studiando la storia che i carri armati senza il sostegno della fanteria sono vulnerabili. Pericolosi, ma vulnerabili. Guardò il lontano orizzonte verso cui stava puntando la sua autoblindo. Douglas era là. Chi credi di spaventare coi tuoi carri armati! , disse mentalmente a suo padre. Forse questo sistema potrebbe funzionare con Kobol, ma non con me. Vedremo alla fine chi tra noi due si rivelerà miglior stratega.
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