Isaac Asimov - La Fine Dell'Eternita
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Cosi Harlan aveva risposto, con entusiasmo:
«Sono pronto, signore.»
«Bene. Bene! Immagino che ti fara piacere sapere, ragazzo,» (una boccata di fumo, e la punta della sigaretta aveva brillato come un tizzone ardente), «Che tutte le tue analisi sono state controllate, e sono risultate perfette.»
«Grazie, signore.» (Adesso erano analisi, aveva pensato Harlan, non piu supposizioni.)
«Hai un grande talento. Il tocco dell'artista, ragazzo. Mi aspetto grandi cose da te. E possiamo cominciare con questa del 223°. Tu hai dichiarato che un semplice guasto prodotto al cambio di un veicolo potra fornire la biforcazione necessaria senza dannosi effetti collaterali, ed e esatto. Vuoi occuparti tu del guasto?»
«Si, signore.»
Era stata questa la vera e propria iniziazione di Harlan come Tecnico. Dopo quel lavoro, lui era diventato qualcosa di piu di un semplice individuo dal distintivo rosso-rosa. Aveva manipolato la Realta. Aveva trascorso alcuni minuti nel 223°, e in quei minuti aveva manomesso un meccanismo, e, come conseguenza, un giovanotto non era riuscito ad arrivare in tempo per assistere a una conferenza alla quale aveva progettato di assistere. Di conseguenza, quello stesso giovanotto non aveva piu deciso di studiare ingegneria solare, e un semplice congegno era stato ideato con dieci anni di ritardo, dieci anni cruciali: il sorprendente risultato finale del Mutamento era stato ottenuto nel 224°: una guerra che si era svolta in quel Secolo era stata cancellata dalla Realta.
E questo non era stato un risultato buono? Che importava se, per ottenerlo, era stato necessario alterare alcune personalita umane? Le nuove personalita erano umane come quelle precedenti, e anch'esse meritevoli di vivere. Se alcune vite erano state abbreviate, altre, molte altre erano state allungate e rese piu felici. Un grande capolavoro letterario, un vero monumento dell'intelletto e del sentimento umano, non sarebbe mai stato scritto nella nuova Realta, ma diverse copie di quell'opera somma erano state conservate nelle biblioteche dell'Eternita, no? E non era forse vero che nuovi lavori creativi erano apparsi, nella nuova Realta?
Tuttavia quella notte Harlan aveva passato ore e ore d'insonnia piena d'angoscia, e quando alla fine la stanchezza lo aveva fatto sprofondare in una sonnolenza inquieta, aveva fatto una cosa che non aveva fatto da molti anni.
Aveva sognato sua madre.
Malgrado la debolezza provata all'inizio, era bastato un fisioanno per rendere famoso Harlan in tutta l'Eternita come «Il Tecnico di Twissell» e, con una pesante sfumatura di velenosa ironia, «Il Bambino Prodigio» e «L'infallibile».
I suoi rapporti con Cooper erano diventati quasi cordiali. Non era nata una vera e propria amicizia (se Cooper avesse tentato di impostare i loro rapporti in termini piu amichevoli, Harlan forse non avrebbe saputo come comportarsi): tuttavia avevano lavorato bene insieme, e l'interesse di Cooper per la storia del Primitivo era cresciuto, fino al punto di uguagliare quasi quello di Harlan.
Un giorno, Harlan aveva detto a Cooper:
«Ascolta, Cooper, potresti rimandare a domani? Questa settimana devo andare nel 3000° per controllare una Osservazione, e la persona che voglio incontrare e libera oggi pomeriggio.»
Gli occhi di Cooper si erano illuminati di speranza.
«Non potrei venire anch'io?»
«Ti piacerebbe?»
«Certo. Non sono mai salito su un cronoscafo, se non quando mi hanno portato qui dal 78°, e allora non capivo nulla di quanto stava succedendo.»
Harlan aveva preso l'abitudine di servirsi del cronoscafo della Gabbia C, che era tradizionalmente riservato ai Tecnici in tutta la sua incommensurabile estensione attraverso i Secoli. Cooper non aveva mostrato alcun imbarazzo, nel farsi condurre la. Era salito a bordo del cronoscafo senza esitazione, e aveva preso posto tranquillamente sul sedile che seguiva la circonferenza del cronoscafo.
Quando pero Harlan aveva attivato il Campo, e aveva messo in moto il cronoscafo lungo il corso del Tempo, l'espressione di Cooper era stata una comica mescolanza di delusione e sorpresa.
«Non sento niente,» aveva detto. «E qualche guasto?»
«Nessun guasto. Non senti perche non ti stai realte muovendo. Sei solo proiettato lungo l'estensione temporale del cronoscafo. In questo stesso momento, infatti,» aveva proseguito Harlan, in tono didattico, «Noi due, malgrado le apparenze possano indurti a pensare il contrario, non siamo materiali. Cento altri uomini potrebbero servirsi di questo stesso cronoscafo, muovendosi (se cosi si puo dire) a diverse velocita in tutte e due le direzioni del Tempo, attraversandosi a vicenda, in successione continua. Le leggi dell'universo normale, semplicemente, non si applicano alle gabbie dei cronoscafi!»
Le labbra di Cooper si erano lievemente incurvate, in quella che era parsa l'ombra di un sorriso, e Harlan aveva pensato, nervosamente: Questo ragazzo segue un corso d'ingegneria temporale, quindi deve saperne piu di me sull'argomento. Perche non sto zitto, e la smetto di fare la figura dello stupido?
Si era chiuso in un dignitoso silenzio, continuando a fissare Cooper, i cui baffi erano diventati folti e spioventi, negli ultimi mesi, e gli incorniciavano la bocca nella foggia che gli Eterni definivano 'alla Mallansohn', poiche l'unica fotografia autentica dell'inventore del Campo Temporale (una fotografia sfocata e malriuscita) lo mostrava con un paio di baffi di quel tipo. Per questo motivo, molti Eterni continuavano a coltivare dei 'baffi alla Mallansohn', anche se i risultati erano sempre piuttosto antiestetici.
Cooper aveva fissato, come ipnotizzato, lo schermo con i numeri dei Secoli, uno scorrere rapido che indicava il passaggio del tempo rispetto ai due viaggiatori.
«Fin dove arriva il cronoscafo, lungo il corso del tempo?» aveva domandato a un certo punto Cooper.
«Non te l'hanno spiegato?»
«Hanno a malapena menzionato i cronoscafi.»
Harlan aveva scrollato le spalle.
«L'Eternita non ha fine. Il cronoscafo continua per sempre.»
«Voi fin dove siete arrivato?»
«Questo di oggi e il punto piu avanzato, per me. Il dottor Twissel e arrivato fino al 50.000°.»
«Grande Tempo!» aveva bisbigliato Cooper.
«Non e ancora niente. Alcuni Eterni sono stati ancora piu avanti del 150.000° Secolo.»
«E lassu com'era?»
«Non te lo aspetteresti,» aveva detto Harlan, cupamente. «C'e vita, ma non vita umana. L'Uomo se ne e andato.»
«Estinto? Sterminato?»
«Non credo che nessuno lo sappia, con esattezza.»
«Non si puo fare niente per cambiarlo?»
«Be', dal 70.000° in avanti…» aveva cominciato a dire Harlan, e poi si era interrotto, bruscamente. «Oh, che il Tempo se lo porti. Cambiamo argomento.»
Se in tutta l'Eternita esisteva un argomento circondato da una specie di rispetto superstizioso, si trattava proprio dei 'Secoli Nascosti', il periodo che andava dal 70.000° al 150.000°. Era un argomento che veniva raramente menzionato. Solo la vicinanza e la collaborazione diretta con Twissell avevano permesso ad Harlan di scoprire qualcosa, su quel tema: e quello che Harlan aveva saputo non era stato molto. In pratica, il fatto era che gli Eterni non potevano passare nel Tempo normale in tutte quelle migliaia di Secoli. Le porte che separavano l'Eternita e il Tempo erano impenetrabili. Il perche, nessuno lo sapeva.
Grazie ad alcune frasi sfuggite casualmente a Twissel, Harlan aveva sospettato che fossero stati tentati dei Mutamenti di Realta nei Secoli intorno al 70.000°, ma senza adeguate Osservazioni al di la della barriera del 70.000° sarebbe stato impossibile ottenere risultati di qualche importanza.
In una precedente occasione, Twissell aveva ridacchiato, dicendo:
«Riusciremo a passare, un giorno o l'altro. Nel frattempo, 70.000° Secoli sono un compito piu che sufficiente, per noi!…»
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