Isaac Asimov - La Fine Dell'Eternita

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«Un anno? Ma quanti anni hai, per l'amor del Tempo?»

«Ventiquattro fisioanni, signore.»

Queste parole avevano fatto trasalire Harlan.

«Stai cercando di dirmi che ti hanno introdotto nell'Eternita a ventitre anni? »

«Si, signore.»

Harlan si era messo a sedere, pensieroso. Era stata una cosa inaudita. L'eta giusta per entrare nell'Eternita era dai quindici ai sedici anni. Forse era stata una prova? Una nuova prova di Twissell, per fargli sostenere un esame di nuovo genere?

«Siediti, e vediamo di cominciare,» aveva detto, finalmente. «Dimmi il tuo nome completo, e il tuo tempo d'origine.»

«Brinsley Sheridan Cooper del 78°, signore,» aveva balbettato il Cucciolo.

A queste parole, Harlan si era un po' addolcito. Un Secolo vicino: solo diciassette Secoli a ritroso nel tempo, rispetto alla sua epoca natale. In pratica, un suo vicino nel tempo.

«Ti interessi alla storia del Primitivo?»

«Il Calcolatore Twissell mi ha chiesto di impararla. Non ne so molto.»

«Cos'altro stai studiando?»

«Matematica. Ingegneria temporale. Finora, ho studiato solo gli elementi fondamentali. Nel 78° facevo il riparatore di Rapid-vac.»

Non avrebbe avuto alcun senso chiedergli la natura di un Rapid-vac. Avrebbe potuto essere un aspirapolvere, una calcolatrice, un tipo di vernice spray, qualsiasi altra cosa.

«Hai qualche nozione di storia?» gli aveva chiesto. «Di qualsiasi tipo di storia?»

«Ho studiato la storia europea.»

«Cioe la storia della tua unita politica.»

«Sono nato in Europa. Si, capisco. Ci insegnavano soprattutto storia moderna: dopo la rivoluzione del '54. Del 7554, intendo dire.»

«Va bene. La prima cosa che dovrai fare e dimenticare tutto quello che hai studiato, perche non significa nulla, come tutta la storia che viene insegnata dai Temporali: essa cambia, infatti, a ogni Mutamento di Realta. Naturalmente, i Temporali non possono rendersi conto di questo: in ciascuna Realta, la loro Storia e l'unica Storia. Ecco qual e la grande differenza rispetto alla Storia del Primitivo, la differenza che e anche la sua debolezza: qualsiasi cosa noi facciamo, quella Storia esiste esattamente come e sempre esistita. Colombo e Washington, Mussolini ed Hereford, esistono tutti.»

Cooper gli aveva rivolto un timido sorriso. Aveva passato un dito sul labbro, e Harlan aveva notato, per la prima volta, che il giovane aveva cominciato a farsi crescere un paio di baffi.

«Non riesco… non riesco ad abituarmi del tutto all'idea,» aveva detto Cooper.

«A quale idea?»

«All'idea di essere a cinquecento Secoli di distanza da casa.»

«E lo stesso anche per me. Sono del 95°.»

«Per voi e diverso. Siete piu vecchio di me, eppure, in un altro senso, io ho diciassette secoli piu di voi. Potrei essere il vostro bis-bis-bis-bis-bis-bis-nonno.»

«Anche se lo fossi, cosa cambierebbe?»

«Be', bisogna farci l'abitudine.» C'era stata una traccia di ribellione nella voce del Cucciolo.

«E uguale per tutti, qui,» aveva detto Harlan, severamente, e aveva cominciato subito a parlare del Primitivo. Dopo tre ore di lezione, si era lanciato in una spiegazione sul motivo per cui esistevano dei Secoli prima del 1° Secolo.

(«Ma il 1° Secolo non deve essere il primo? » aveva chiesto Cooper, smarrito.)

Harlan aveva posto fine a quel primo incontro consegnando al Cucciolo un libro: non era stato uno dei migliori, ma sarebbe stato un buon inizio. Aveva concluso dicendo:

«Ti faro avere cose migliori, mano a mano che andremo avanti.»

Una settimana dopo i baffi di Cooper erano cresciuti, dandogli un aspetto piu maturo e piu magro, soprattutto a causa del mento sottile. Nel complesso, i baffi non gli donavano: questa almeno era stata l'impressione di Harlan.

«Ho finito il libro,» aveva detto Cooper.

«Cosa ne pensi?»

«In un certo senso…» C'era stata una lunga pausa. Poi Cooper aveva ricominciato la frase dall'inizio. «In un certo senso, alcune parti del tardo Primitivo assomigliano al 78°. Mi ha fatto pensare alla mia casa. E ho sognato due volte mia moglie.»

«Tua moglie? » aveva gridato Harlan, sbalordito.

«Ero sposato, prima di venire qui.»

«Grande Tempo! Hanno portato qui anche tua moglie?»

Cooper aveva scosso il capo.

«Non so neppure se sia stata Mutata quest'anno. In caso affermativo, suppongo che non sia piu neppure mia moglie.»

Harlan si era ripreso dalla sorpresa. Naturalmente, se il Cucciolo era stato introdotto nell'Eternita a ventitre anni, perche non avrebbe dovuto essere gia sposato, nel suo Secolo? Un avvenimento senza precedenti non veniva mai solo; fatalmente, conduceva ad altri eventi di quel tipo.

Ma che cosa stava succedendo nell'Eternita? Una volta stabilito un precedente, introducendo delle modifiche nelle regole gia esistenti, non ci sarebbe voluto molto per percorrere la strada imboccata… una strada che avrebbe portato all'incoerenza e al caos. L'Eternita era basata su un equilibrio troppo delicato e instabile per sopportare dei cambiamenti.

Era stata la sua collera per quanto si stava facendo contro l'Eternita a rendere dure e avventate le parole che aveva rivolto a Cooper:

«Spero che tu non voglia ritornare nel 78° per scoprire che cosa le e accaduto.»

Finalmente il Cucciolo aveva sollevato il capo, e, dimenticando la timidezza, aveva fissato negli occhi Harlan:

«No.» Era stata una risposta sicura, quasi orgogliosa.

Harlan aveva provato un certo disagio.

«Va bene. Tu non hai famiglia, non possiedi nulla. Sei un Eterno, e non devi neppure pensare a chi hai conosciuto nel Tempo.»

Cooper aveva serrato le labbra, poi aveva risposto a denti stretti:

«Voi parlate da Tecnico.»

Harlan aveva stretto i pugni, e la sua voce si era fatta rauca:

«Che cosa intendi dire? Io sono un Tecnico e opero i Mutamenti, percio li difendo e ti impongo di accettarli? Ascoltami, ragazzino, sei qui da meno di un anno; parli malissimo l'Intertemporale; hai le idee maledettamente confuse sul Tempo e sulle Realta, ma credi di sapere tutto sui Tecnici e di poterli prendere a calci in faccia.»

«Mi dispiace,» si era affrettato a dire Cooper. «Non avevo intenzione di offendervi.»

«No, no, e chi puo offendere un Tecnico? Hai sentito quello che dicevano tutti gli altri, vero? 'Freddo come il cuore di un Tecnico', dicono, vero? 'Un Tecnico sbadiglia… e tre miliardi di personalita vengono cambiate'… dicono anche questo, eh? E magari qualche altra cosa. E cosi, vero, signor Cooper? Ti senti importante a unirti al coro? Ti senti un grand'uomo? Ti senti un pezzo grosso nell'Eternita?»

«Ho detto che sono spiacente.»

«Va bene. Voglio farti sapere soltanto che io sono un Tecnico da meno di un mese, e non ho ancora provocato nessun Mutamento di Realta. E adesso, mettiamoci al lavoro.»

Il giorno dopo, il Calcolatore Anziano Twissell aveva convocato Andrew Harlan nel suo ufficio.

«Che ne diresti di andare a operare un M.M.N., ragazzo?» aveva detto il grand'uomo.

L'occasione era caduta fin troppo a proposito. Per tutta la mattinata Harlan si era rimproverato per la vigliaccheria con cui aveva negato ogni intervento personale nei Mutamenti di Realta; si era comportato come un bambino, piagnucolando: «Non ho fatto ancora niente di male, non dovete dare la colpa a me!»

Era stato come confessare che c'era davvero qualcosa di male nel lavoro di un Tecnico, e che lui non aveva alcuna colpa personale solo perche era troppo nuovo al gioco e non aveva avuto il tempo di diventare un criminale.

Cosi, in quel momento aveva accolto con gioia l'opportunita di liberarsi da quella comoda scusa. Sarebbe stata quasi una penitenza per quanto aveva detto. Avrebbe potuto dire a Cooper: «Si, a causa di un mio intervento diretto, tanti milioni di persone hanno cambiato personalita, ma era necessario, e sono orgoglioso di quanto ho fatto.»

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