Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra

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— Bene, il giudice è stato accettato e le parti in lite sono obbligate a rispettare il verdetto. Stabiliamo le parcelle dovute. Quanto potete pagare voi, ragazzi? Dovete capire che non sono disposto a giudicare un caso di eliminazione per pochi spiccioli. Così, tirate fuori i soldi oppure lascio il turista immediatamente libero.

Il capo banda sbatté le palpebre, poi tutti i ragazzi si riunirono in cerchio. Dopo un momento il capo si volse e disse: — Non abbiamo molto. Accettate cinque dollari di Hong Kong a testa?

Erano in sei. — No. Non dovreste nemmeno chiedere un giudizio su un’eliminazione, a quel prezzo.

Si consultarono di nuovo. — Cinquanta dollari, giudice?

— Sessanta. Dieci a testa. E altri dieci da te, Tish — aggiunsi rivolto alla ragazza.

Si mostrò sorpresa, indignata.

— Avanti, avanti! — dissi. — Transtaafl.

Abbassò gli occhi e mise la mano nella borsetta. Soldi ne aveva. Non mancano mai, ai tipi come lei.

Raccolsi i settanta dollari, li misi sulla scrivania del tribunale e chiesi al turista: — Potete metterne altrettanti?

— Come?

— I ragazzi mi hanno versato settanta dollari di Hong Kong per il giudizio. Voi dovreste fare altrettanto. Se non avete i soldi con voi in questo momento, me li darete dopo. Ma è quanto dovete pagare. — E aggiunsi: — Non è molto, per un caso così grave. I ragazzi non possono pagare di più e voi fate un affare.

— Capisco. Credo di capire. — Mi porse settanta dollari di Hong Kong.

— Grazie — dissi. — E ora, volete una giuria?

Gli occhi della ragazza si illuminarono. — Certamente! Facciamo secondo le regole.

Il Terrestre aggiunse: — Nelle circostanze attuali, è meglio anche per me avere una giuria.

— L’avrete — lo rassicurai. — Volete un consiglio legale?

— Immagino che avrò bisogno di un avvocato.

— Ho parlato di consiglio legale, non di avvocato. Non ci sono avvocati, qui.

Di nuovo parve molto tranquillo. — Immagino che il consiglio legale, se lo chiedessi, sarebbe della stessa, ehm, natura non formale di questo procedimento, vero?

— Forse sì, forse no. Io sono un giudice molto poco formale, è tutto quello che so. Fate come preferite.

— Uhm. Penso che avrò fiducia nella vostra informalità, vostro onore.

Il capo banda disse: — A proposito della giuria, la pagate voi o dobbiamo pagarla noi?

— La pago io. Ho accettato di fare il giudice per centoquaranta dollari lordi. Non siete mai stato in tribunale, prima d’ora? Ma non voglio rovinarmi in spese extra, che potrei anche evitare. Una giuria di sei membri, cinque dollari a testa. Prendete i primi che passano per strada.

Uno dei ragazzi uscì e gridò: — Cerchiamo una giuria! Cinque dollari a testa!

Reclutarono sei passanti, perdigiorno della Bottom Alley. La cosa non mi interessava, dato che non avevo alcuna intenzione di dar loro retta.

Mi sedetti dietro la scrivania, e mi infilai in testa il cappello del giudice Brody. Chissà dove l’aveva trovato. — La Corte è riunita — annunciai. Nomi, cognomi e fatti.

Il capo banda si chiamava Slim Lemke, la ragazza Patricia Carmen Zhukov; non ricordo gli altri. Il turista si fece avanti e mi porse un biglietto di visita.

Ce l’ho ancora. Diceva: Stuart René LaJoie — Poeta -Viaggiatore — Soldato di Ventura.

I fatti erano tragicamente ridicoli, una tipica prova del perché i turisti non dovrebbero andare in giro senza guida. È vero, le guide si fanno pagare salato, ma i turisti non vengono qui apposta per farsi pelare? Questo quasi ci rimetteva la pelle per non aver avuto alcun tipo di guida.

Era entrato in un bar dove i capelloni sono di casa, una specie di club. La ragazza aveva fatto la civetta con lui e i ragazzi avevano lasciato fare. Non poteva essere altrimenti, dato che era stata lei a invitare il turista. Ma a un certo punto, lei si era messa a ridere e gli aveva dato un pugno nelle costole. Lui se l’era preso con noncuranza, come avrebbe fatto qualsiasi Lunare, però aveva reagito in modo tipicamente terrestre: le aveva passato un braccio intorno alla vita e l’aveva attratta a sé, con l’evidente intenzione di baciarla.

Ora, credetemi, nell’America del Nord o in Europa non sarebbe successo niente: ho visto questo e anche peggio. Ma naturalmente Tish era rimasta sorpresa, forse spaventata. Si era messa a gridare.

Un nugolo di ragazzi si era gettato sul turista malmenandolo. Poi avevano deciso che doveva pagare per il delitto commesso… ma regolarmente. E si erano messi in cerca del giudice.

Molto più probabilmente erano indecisi. Forse non avevano mai avuto a che fare con un’eliminazione. Però, la loro ragazza era stata insultata e si doveva fare qualcosa.

Li interrogai tutti, Tish specialmente, fino a che mi convinsi di avere le idee chiare. Allora cominciai: — Tiriamo le somme. Qui abbiamo uno straniero che non conosce le nostre abitudini. Ha offeso e perciò è colpevole. Ma gli è mancata l’intenzione di offendere, per quanto posso capire io. Che ne pensa la giuria? Ehi, voi… sveglia! Che cosa avete da dire?

Uno della giuria alzò gli occhi e bofonchiò: — Eliminazione!

— Bene. E voi?

— Ecco… — il secondo era esitante. — Credo che sia sufficiente dargli una lezione in modo che impari per la prossima volta. Non possiamo permettere che i turisti mettano le mani sulle donne. La Luna diventerebbe un posto orribile come la Terra.

— Molto sensato — dissi. — E gli altri?

Solo uno dei giurati era favorevole all’eliminazione. Gli altri proponevano altre pene, dalle frustate a una multa altissima.

— Che cosa ne pensi, Slim?

— Insomma… — Era molto preoccupato, davanti alla sua banda e davanti alla ragazza che forse era la sua amica. Ma si era calmato, ormai, e non voleva più l’eliminazione. — Credo che abbia capito il suo errore. E se si mettesse in ginocchio e baciasse il pavimento davanti ai piedi di Tish, dichiarando che gli dispiace?

— Siete disposto a farlo, signore?

— Se questa è la vostra decisione, sì, vostro onore.

— No. Ecco il mio verdetto. Innanzi tutto, quel membro della giuria… voi! Vi multo per l’ammontare del compenso dovutovi perché vi siete addormentato durante l’udienza. Ragazzi, prendetelo, toglietegli i cinque dollari e buttatelo fuori di qui.

Eseguirono, con entusiasmo. Li compensò in parte per la grande emozione che si ripromettevano ma per cui non avevano il fegato sufficiente. — Signor LaJoie, siete condannato a pagare la multa di cinquanta dollari di Hong Kong per non aver avuto il buon senso di imparare i costumi locali, prima di mettere fuori il naso. Avanti.

Riscossi la multa. — E ora, voi ragazzi, mettetevi in fila. Vi condanno a pagare una multa di cinque dollari ciascuno per non aver trattato con i modi dovuti una persona che sapevate straniera e ignara dei nostri costumi. Impedirgli di mettere le mani addosso a Tish era giusto, malmenarlo un po’, anche questo era giusto, per fargli imparare più in fretta. Ma pensare di eliminarlo per aver commesso un errore scusabile… ebbene, è sproporzionato. Cinque dollari a testa. Avanti.

Slim deglutì. — Giudice… non penso che abbiamo ancora tutti quei soldi! Per lo meno, io non ne ho più.

— Lo credo anch’io. Vi do tempo una settimana per pagare, altrimenti faccio esporre i vostri nomi nell’albo della Vecchia Cattedrale. Sapete dove si trova il Salone di Bellezza Bon Ton, presso la porta stagna numero tredici? È di proprietà di mia moglie, verserete il debito a lei. La Corte si ritira. Slim, non andartene e nemmeno tu, Tish. Signor LaJoie, offriamo da bere a questi ragazzi e impariamo a conoscerci meglio.

Ancora una volta i suoi occhi espressero quello strano senso di compiacimento che mi ricordava molto il Professore. — Una magnifica idea, giudice.

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