Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra

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— Manuel, qual è la tua filosofia politica?

— Hanno quel ragazzo nuovo di Milwaukee e mi sento di fare un buon investimento.

— A volte un uomo non definisce la propria filosofia, però, con un’indagine socratica, riesce a sapere qual è la sua posizione e perché.

— Ho deciso: scommetto sugli Yankees, tre a due.

— Cosa? Giovane idiota! E quanto punti?

— Trecento dollari di Hong Kong.

— Accetto. Per esempio, in quali circostanze lo Stato può, a buon diritto, mettere il proprio benessere al disopra di quello di un qualsiasi cittadino?

— Mannie — disse Wyoh — hai qualche altro dollaro da buttare via? Punterei sulla squadra di Filadelfia.

La guardai. — Che cosa pensavi di puntare?

— Vai all’inferno, seduttore!

— Prof, da come la vedo io, non esiste alcuna circostanza che giustifichi la pretesa dello Stato di porre il proprio benessere al disopra, per esempio, del mio.

— Bene. Abbiamo un punto di partenza.

— Mannie — disse irritata Wyoh — il tuo è un giudizio estremamente egoista.

— Io sono la persona più egoista che ci sia.

— Oh, sciocchezze! Chi ha salvato me, una straniera? E non hai nemmeno cercato di approfittarne. Prof, stavo scherzando prima. Mannie si è comportato da vero cavaliere.

— Senza macchia e senza paura. Lo sapevo, lo conosco da anni. E quello che so di lui è coerente con il giudizio che ha espresso.

— Ma è un giudizio egoista! Non dal punto di vista della situazione attuale, ma nei confronti dell’ideale verso il quale tendiamo. Mannie, lo Stato è la Luna. Benché non sia ancora uno Stato sovrano e noi si sia ufficialmente cittadini terrestri. Ma io mi sento parte dello Stato Lunare e lo stesso dicasi per la tua famiglia. Saresti disposto a morire per la tua famiglia?

— Questo non c’entra.

— Sì che c’entra! È proprio qui il punto.

— Nyet! No! Conosco la mia famiglia, sono stato optato molti anni fa.

— Mia cara signorina, devo prendere le difese di Mannie. Il suo giudizio è giusto, anche se forse lui non è capace di esprimerlo. Posso fare un’altra domanda? In quali circostanze diventa morale, per un gruppo, fare un’azione non morale per un singolo membro del gruppo?

— Uhm… è una domanda trabocchetto.

— È la domanda chiave, cara Wyoming. Una domanda che va alla radice del problema stesso del governo. Chiunque risponda onestamente e accetti tutte le conseguenze, sa in che posizione si trova… e per che cosa è disposto a morire.

Wyoh corrugò la fronte. — Non morale per un singolo membro del gruppo… — disse. — Professore, quali sono i tuoi principi politici?

— Posso prima chiedere i tuoi? Ammesso che tu sia in grado di esprimerli.

— Certamente sono in grado di esprimerli! Faccio parte della Quinta Internazionale, come la maggior parte dei membri dell’Organizzazione. Oh, noi non vogliamo escludere nessuno che si muova nella nostra direzione: è un fronte unito. Abbiamo anche Comunisti e membri della Quarta Internazionale, Societari, Randiti e chissà quanti altri. Però io non sono marxista; noi della Quinta abbiamo un programma pratico. Iniziativa privata dove conviene l’iniziativa privata, pubblica dove e più funzionale la pubblica, e ammettiamo che le circostanze possano alterare i singoli casi.

— Pena capitale?

— Per che cosa?

— Per i casi di tradimento, diciamo. Contro la Luna, dopo che avrete liberato la Luna.

— Tradimento in che modo? Se non conosco le circostanze, non posso rispondere.

— Nemmeno io, cara Wyoming. Però io credo nella pena capitale in alcune circostanze, con questa differenza: non chiederei che ci fosse la sentenza di un tribunale. Processerei, condannerei ed eseguirei la sentenza io stesso, accettandone la piena responsabilità.

— Ma… Professore, quali sono le tue opinioni politiche?

— Sono un razionalista anarchico.

— Non conosco questo gruppo. Anarchici individualisti, anarchici comunisti, anarchici cristiani, anarchici filosofici, sindacalisti, libertari… questi li conosco. Ma che roba è questa? Come i Randiti?

— Posso andare abbastanza d’accordo con un Randita. Un razionalista anarchico crede che concetti come Stato e società non abbiano un’esistenza propria, salvo che sia fisicamente rappresentata negli atti di individui responsabili. Il razionalista anarchico ritiene che sia impossibile trasferire una colpa, condividere una colpa, distribuire colpe… poiché colpe, decisioni e responsabilità sono cose che accadono nella sfera individuale degli esseri umani e da nessun’altra parte. Essendo però razionale, sa che non tutti gli individui condividono le sue opinioni, e perciò cerca di vivere perfettamente in un mondo imperfetto, cosciente che il suo sforzo sarà meno che perfetto, eppure non travolto dalla coscienza del proprio insuccesso.

— Senti, senti! — dissi. — Meno che perfetto: è la meta a cui ho aspirato per tutta la vita.

— L’hai raggiunta — ribatté Wyoh. — Professore, le tue parole sembrano belle, ma c’è qualche cosa che non va. Troppo potere nelle mani di un solo individuo. Certamente non vorresti… insomma, faccio un esempio… non vorresti che i missili con testata termonucleare fossero controllati da una persona irresponsabile…

— Il mio punto di vista è che ogni persona è responsabile. Sempre. Se le bombe nucleari esistono, ed è un fatto, qualche uomo deve pur controllarle. In termini di morale, non esiste una realtà come quella dello Stato. Solo uomini. Individui. Ciascuno responsabile dei propri atti.

— Qualcuno vuole un secondo bicchierino? — chiesi. Niente consuma l’alcol più rapidamente di una discussione politica. Ordinai una seconda bottiglia.

Mi tenni fuori dalla discussione. Dopo tutto, non ero tanto insoddisfatto di vivere sotto il tallone di ferro dell’Ente Lunare. Ingannavo l’Ente, e per il resto non ci pensavo mai. Non pensavo di sbarazzarmene… Impossibile. Il mio motto era: fare la propria strada, occuparsi degli affari propri, non farsi scocciare dagli altri.

È vero, non vivevo nel lusso. A paragone del livello di vita terrestre, ero povero. Se una cosa doveva essere importata, per lo più se ne faceva a meno. Credo che all’inizio non ci fosse nemmeno una porta stagna automatica sulla Luna.

Perfino le tute a pressione avevano dovuto essere importate dalla Terra… fino a quando un cinese intelligente pensò di fare delle imitazioni più semplici e funzionali delle originali. Questo avvenne prima che io nascessi. Si potevano scaraventare due cinesi in fondo a uno dei nostri mari e quelli sarebbero diventati ricchi vendendosi sassi fra loro e allevando contemporaneamente una dozzina di figli. Poi un indiano avrebbe venduto al minuto la roba acquistata dai cinesi all’ingrosso, sottocosto, per fare soldi in fretta. Ci arrangiavamo.

Avevo visto il lusso che c’è sulla Terra. Non vale la fatica necessaria per acquistarlo. Non voglio dire della gravità pesante, loro ci sono abituati e non ne risentono; voglio dire della loro vita insensata. Confusione da mattina a sera. Se lo stereo dei polli di una sola città terrestre fosse spedito sulla Luna, il nostro problema dei fertilizzanti sarebbe risolto per un secolo. Fate questo. Non fate quello. State in fila. Dov’è la ricevuta delle tasse? Riempite il modulo. Mostrate il permesso. Presentate sei copie. Solo per l’uscita. Vietato girare a sinistra. Vietato girare a destra. Mettetevi in fila per pagare la multa. Riportate il documento indietro e fatelo timbrare. Crepate pure… ma prima procuratevi il permesso.

Wyoh assaliva con cocciutaggine il Professore, certa di conoscere tutte le risposte. Ma a Prof interessavano di più le domande che le risposte, e questo la sconcertava. Infine, lei disse: — Professore, non riesco a capirti. Non pretendo che lo chiami governo, voglio solo che tu dica che regole ritieni necessarie per assicurare uguaglianza e libertà a tutti.

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