«Se tutti i tuoi arpisti fossero capaci di scuotere gli uomini come sai fare tu, non avrei nessuna preoccupazione cui non potessi ovviare con cinquecento draghi in più.»
«Dunque, nonostante le tue parole coraggiose e le tue carte, la situazione…» Una vibrazione dissonante della chitarra sottolineò le ultime parole. «È più disperata di quanto tu non abbia voluto ammettere?»
«Può darsi.»
«I lanciafiamme di cui si è ricordato il vecchio Zurg e che Fandarel deve ricostruire… basterebbero a far inclinare in nostro favore i piatti della bilancia?»
F’lar scrutò con aria pensierosa l’arpista, e prese una rapida decisione.
«Anche i vermi-di-sabbia di Igen potranno essere utili, via «via che il mondo gira e la Stella Rossa si avvicina, gli intervalli tra un attacco e l’altro si accorciano, e noi abbiamo soltanto settantadue nuovi draghi da aggiungere a quelli che avevamo ieri. Uno è morto e parecchi altri non saranno in grado di volare per diverse settimane.»
«Settantadue?» l’interruppe Robinton, con voce tagliente. «Ramoth ha avuto solo quaranta figli, e sono ancora troppo giovani per masticare pietre focaie.»
F’lar gli parlò in poche parole della spedizione di F’nor e di Lessa, in corso in quel momento. Raccontò la riapparizione di F’nor e il suo avvertimento, e spiegò che l’esperimento era riuscito almeno in parte e aveva portato alla nascita dei trentadue nuovi draghi della prima covata di Pridith. Robinton l’interruppe.
«Come è possibile che F’nor sia ritornato, se tu non hai ancora saputo da lui e da Lessa che nel Continente Meridionale c’è un posto adatto a questo progetto?»
«I draghi possono andare in mezzo da un tempo all’altro, come vanno da un luogo all’altro.»
Robinton spalancò gli occhi, assorbendo quella notizia sbalorditiva.
«È così che siamo riusciti a prevenire l’attacco contro Nerat, ieri mattina. Siamo balzati indietro nel tempo di due ore, per liquidare i Fili mentre cadevano.»
«Potete veramente tornare indietro nel tempo? In che misura?»
«Non lo so. Lessa, quando le insegnavo a far volare Ramoth, è ritornata inavvertitamente alla Fortezza di Ruatha, all’alba di tredici Giri fa, quando gli uomini di Fax l’invasero calandosi dalle alture. Quando è ritornata nel presente, io ho tentato un balzo in mezzo nel tempo di circa dieci Giri. Per i draghi è molto semplice passare in mezzo nel tempo o nello spazio; ma a quanto sembra per il cavaliere è estremamente faticoso. Ieri, quando siamo ritornati da Nerat e abbiamo dovuto proseguire per Keroon, mi sentivo come una pelle lasciata a seccare un’intera estate nella Piana di Igen.» F’lar scrollò il capo. «È chiaro che siamo riusciti a mandare indietro di dieci Giri Kylara, Pridith e gli altri, perché F’nor mi ha già riferito di essere là da parecchio tempo. Per gli esseri umani, comunque, l’esaurimento si fa sempre più marcato. Ma anche settantadue draghi in più possono essere preziosi.»
«Manda un cavaliere avanti nel tempo, per scoprire se questo è sufficiente,» gli suggerì premuroso Robinton. «Ti risparmierai molte preoccupazioni.»
«Non so come sia possibile portarsi in un tempo che non è ancora realizzato. Bisogna dare al proprio drago dei punti di riferimento, capisci. Come puoi indicargli un tempo che non esiste ancora?»
«Ma tu sei dotato di immaginazione. Usala.»
«Per rischiare di perdere un drago, quando quelli che ho non bastano? No, devo continuare, perché è evidente che ho continuato, a giudicare dai ritorni di F’nor… così come ho deciso di incominciare. E questo mi ricorda che devo dare ordine di prepararsi. Poi ti spiegherò meglio le tabelle dei tempi.» Solamente dopo il pranzo di mezzogiorno, che Robinton consumò in compagnia del Comandante del Weyr, il Maestro Arpista si sentì sicuro di avere compreso le carte e se ne andò per incominciare la copiatura.
Al di là della distesa di quel mare scatenato,
dove ormai da tanto tempo ala di drago non s’è scorta,
uno d’oro e uno marrone quella terra han sorvolato
per scoprir, di primavera, se era viva o se era morta.
Quando Lessa e F’nor, trasportati da Ramoth e da Canth, giunsero sopra la Pietra della Stella, scorsero i primi Signori delle Fortezze e i primi Maestri delle Arti che giungevano per partecipare al Consiglio.
Per ritornare al Continente Meridionale di dieci Giri prima, Lessa e F’nor avevano deciso che il modo più facile consisteva nel trasferirsi prima in mezzo nel tempo al Weyr di dieci Giri innanzi, che F’nor ricordava bene. Poi si sarebbero trasferiti, passando in mezzo , a un punto sopra il mare a poca distanza dalla costa del Contraente Meridionale, secondo le indicazioni fornite dalle Cronache.
F’nor trasmise alla mente di Canth l’immagine di un giorno particolare di dieci Giri prima che ricordava perfettamente, e Ramoth attinse i riferimenti necessari dalla mente del drago marrone. Il freddo spaventoso del mezzo tolse il respiro a Lessa. Con immenso sollievo scorse una rapida visione della normale attività del Weyr, prima che i draghi li portassero di nuovo in mezzo , per riemergere librati sul mare turbolento.
Più lontano, chiazzato di violetto sotto il cielo coperto e buio, si stendeva il Continente Meridionale. Lessa sentì che un’ansia nuova prendeva nel suo animo il posto dell’incertezza dello spostamento temporale. Ramoth si diresse verso la costa lontana, a grandi colpi d’ala; Canth, coraggiosamente, cercò di eguagliarne la velocità.
È solo un marrone , comunicò Lessa alla regina, in tono di rimprovero.
Se vuole volare con me , rispose freddamente Ramoth, deve muovere un po’ quelle ali.
Lessa sorrise ironica, pensando tra sé che Ramoth era ancora irritata di non aver potuto compiere quel viaggio con Mnementh e F’lar. Tutti i maschi se la sarebbero passata male, con lei, per qualche tempo.
Videro, per prima cosa, lo stormo dei wherry, e compresero che sul Continente doveva esserci della vegetazione. I wherry avevano bisogno di piante verdi per sopravvivere, anche se potevano nutrirsi di vermi quando non trovavano altro.
Lessa incaricò Canth di trasmettere le sue domande a F’nor.
Se il Continente Meridionale è stato devastato e reso sterile dai Fili, come è possibile che sia cresciuta una nuova vegetazione? E da dove sono venuti i wherry?
Hai mai notato i baccelli che si spaccano, e i semi portati via dal vento? Hai mai notato che i wherry volano verso il Sud, dopo il solstizio d’autunno?
Sì, ma…
Sì, ma?
Ma il terreno è stato devastato dai Fili!
In meno di quattrocento Giri anche le colline bruciate del nostro Continente ricominciano a coprirsi d’erba, in primavera , rispose F’nor per mezzo di Canth. Quindi non è difficile capire che anche il Continente Meridionale può riprendere a vivere.
Nonostante la velocità di Ramoth, occorse un certo tempo per raggiungere la costa frastagliata dai precipizi di pietra nuda, cupi nella luce fioca. Lessa gemette, fra sé, ma chiese a Ramoth di acquistare quota, per poter vedere al di là delle montagne che nascondevano in parte il panorama. Da quell’altezza, tutto appariva grigio e desolato.
All’improvviso il Sole penetrò attraverso la coltre di nuvole e il grigio si dissolse in chiazze dense, verdi e marroni. Erano i colori della vita, i verdi brillanti della lussureggiante vegetazione tropicale, i marroni degli alberi vigorosi e dei rampicanti. Al grido di trionfo di Lessa fecero eco l’evviva di F’nor e le voci bronzee dei draghi. I wherry, spaventati da quei suoni insoliti, si levarono in volo tra squittii di allarme.
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