Il vecchio KKK si lamentò debolmente, e borbottò qualcosa. Barbara accarezzò la guancia grinzosa e ispida del vecchio, ma lui continuò a borbottare. Le sue dita, che teneva vicino al petto, come se stesse pregando, si muovevano lievemente. Lei cercò, sotto il letto, allungando la mano, e trovò la bambola in sottoveste nera, e la posò sul petto del vecchio. Egli si calmò. Lei sorrise.
La stanza ondeggiò.
Sally Harris aveva indossato un pigiama incrostato di perle, un elegante indumento che aveva trovato nell'interessantissimo guardaroba della camera da letto adiacente a quella del signor Hasseltine. Jake Lesher si era drappeggiato in un abito di saia blu, che gli andava largo dappertutto, dandogli un aspetto un po' goffo. Erano seduti davanti al grande pianoforte, sul quale erano posate delle bottiglie di vino e due bottiglie di champagne.
La stanza era illuminata da ventitré candele… tutte quelle che Sally era riuscita a trovare… e da due torce elettriche. Dei drappi neri coprivano le finestre e perfino l'ascensore bloccato, e specialmente le porte-finestre del terrazzo.
Il silenzio filtrava, attraverso i drappi neri, raggelando le fiammelle delle candele, premendo sulle loro gole e sui loro cuori. Ma poi le dita di Jake scesero sulla tastiera, e scacciarono il silenzio con gli accordi di un'introduzione. Sally si alzò, barcollando un poco, e cantò con voce forte e chiara:
Oh, io sono la ragazza dell'Arca di Noè,
E tu sei il Re del Diluvio solo per me.
Il nostro amore non è grande come l'oceano,
O solo come il Monte Ararat laggiù…
Tu mi hai trovato un attico nel mare!
È proprio grande questo nostro amore.
Mentre Jake suonava altri accordi con la mano sinistra, allungò la mano destra, porgendo a Sally un foglio.
«Prova la seconda strofa,» le disse.
Sally diede un'occhiata al foglio.
«Accidenti, ci sono della parole impossibili. E come faccio a cantare delle macchie d'inchiostro?»
«Ho trovato quelle che tu chiami 'parole impossibili' in una fantasiosa 'lista di eccezionali oggetti celesti', in uno dei libroni del tuo ragazzo intellettuale. Dobbiamo mantenere il tema astronomico, per adattarci al nuovo pianeta.»
«Pianeta, accidenti. Se non fosse stato per Hugo, tu saresti a bagno. Chissà dov'è Hugo, adesso? Va bene, Jake, attacca.» E cominciò a cantare, tenendo il foglio davanti agli occhi:
Oh, io sono la ragazza dell'Arca di Noè,
E tu il Re delle Tempeste solo per me.
Il nostro amore non è grande solo come il sole,
O come Orione o Messier-31…
Tu mi hai dato per barca un grattacielo, amore!
È proprio grande questo nostro amore.
Jake la guardò, raggiante.
«Ci siamo, bambina! Un vero incendio!»
«Incendio? Sarà meglio,» gli disse Sally, allungando la mano verso il bicchiere. «Perché è probabile che lo metteremo in scena in un teatro un po' umido.»
Richard Hillary provava un bizzarro senso di esaltazione, mentre camminava agilmente sul lato di una strada umida e salmastra, diretta a ovest, a una imprecisata distanza da Islip. Sull'erba coperta di fango e spianata dall'acqua, poté vedere in quel momento due pesci argentei rimasti all'asciutto, e un gamberetto verdognolo che avanzava debolmente sopra un pezzo di stoffa nera, fradicia, lunga, che avrebbe potuto essere una toga universitaria. Guardando a sud, poté scorgere alcune delle grige torri di Oxford, e distinguere chiaramente il bruno segno della marea a metà di esse. Trattenne il respiro, sollevò le mani, e il suo passo successivo si trasformò quasi in un balzo, mentre la sua immaginazione lo faceva nuotare freneticamente tra le acque del Mare del Nord, o d'Irlanda, che erano state là cinque o sei ore prima.
Ritornò a camminare normalmente, facendo una risatina incerta, ma conservando quel bizzarro senso di esaltazione. A volte, naturalmente, l'orrida intensità dei contrasti offerti costantemente dalle tracce della marea era una prova eccessiva, soprattutto quando questi segni comprendevano dei corpi umani coperti di fango, o perfino cadaveri di cavalli e di cani. In questi casi la sua regola, e apparentemente quella della gente che marciava con lui, era, «Se non si muovono, distogli lo sguardo da loro in fretta.» Aveva dovuto invocare quella regola numerose volte, nell'ultimo miglio percorso. Finora, nessuna delle forme fangose e distese si era mossa.
Richard era stato fortunato; aveva trovato un passaggio per quasi tutto il tragitto dal campo in cui aveva dormito all'estremità opposta delle Chiltern. Era partito di notte, subito dopo avere visto l'est inondato, dietro di lui, ed era stato raccolto da una coppia a bordo di una Bentley, che veniva da Letchworth. Marito e moglie erano stati molto nervosi, pervasi dall'ansia di andare a prende il figlio rimasto a Oxford. Non avevano visto molto delle inondazioni, ed erano stati perciò inclini a minimizzare. Gli avevano dato un sandwich. Dopo qualche tempo, un gran numero di automobili era apparso gradualmente, e l'andatura era diventata lenta, e quando finalmente erano discesi sulla strada viscida e scivolosa, poco dopo l'alba, per entrare nella fangosa pianura di Oxford, nel bel mezzo di un ingorgo del traffico colossale, Richard li aveva ringraziati e se ne era andato a piedi. L'ingorgo era parso durevole, e Richard non aveva potuto sopportare le espressioni stordite, sofferenti, incredule dei loro volti.
Era necessario avere un piano d'azione, si disse in quel momento, marciando a buona andatura in mezzo a un nutrito gruppo di colleghi viandanti, accanto a un'altra doppia fila di auto infangate, che si dirigevano lentamente a occidente. Attraversarono il Cherwell, percorrendo un ponte affollato che si trovava a meno di mezzo metro dalla superficie di un impetuoso, schiumoso corso d'acqua. Si domandò se l'acqua fosse salata, ma non si fermò ad assaggiarla.
Si domandò, inoltre, se l'inondazione avvenuta in quel luogo la notte precedente fosse venuta dall'Estuario del Tamigi, o da cento miglia di distanza, dal Wash, attraverso le paludi e le lande, ruggendo sopra la distesa di terra tra Daventry e Bicester, o perfino giungendo attraverso delle brecce naturali dei Cotswolds dalla costa occidentale, dove le maree normali avevano una variazione massima di nove metri. Ma simili speculazioni non lo avvicinavano minimamente a un piano. Il sole cominciava a picchiare con maggiore violenza sulla sua schiena.
Si udì un ronzio sordo e martellante, e la folla, intorno a lui, si avvicinò ancor più alla strada, mentre un piccolo elicottero atterrava a cinquanta metri di distanza. Come pilota c'era una giovane donna, che indossava un camice bianco d'infermiera sporco di fango; costei scese a terra, e corse verso l'unica figura vivente che non si era allontanata dal rumore e dal vento delle eliche; un'altra giovane donna, seduta nel fango con un bambino tra le braccia. L'infermiera le prese il bambino, la fece alzare in piedi, e rapidamente l'accompagnò all'elicottero, facendola salire a bordo. Poi, senza dare alcuna risposta alle numerose domande che le venivano gridate dalla folla, rapidamente salì a bordo a sua volta, e l'elicottero decollò.
Richard scosse il capo, inquieto, e continuò a camminare. La vista di simili cose lo faceva sentire orribilmente solo, e non lo avvicinava a un piano d'azione.
Dopo qualche tempo, però, riuscì a formularne uno. Avrebbe raggiunto i Cotswolds prima della nuova ondata d'alta marea, sarebbe rimasto al riparo su una delle loro vette più alte, avrebbe attraversato la pianura della Severn per Jewkesbury, fino alle Malvern Hills, durante la bassa marea successiva, e finalmente avrebbe raggiunto, grazie a quello stesso procedimento a 'gradini', le Black Mountains del Galles, che avrebbero dovuto essere sicure, anche in vista delle alte maree successive. Lo stato precedente di esaltazione ritornò, sia pure in parte.
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