Oltrepassarono a guado una curva del fiume, e gli echi dei suoni prodotti rivelarono la presenza di un’apertura nella parete sinistra, larga appena l’indispensabile per lasciarli infilare. Il giovane seguì Della all’interno, e si trovò in un recesso piccolo quasi come una caverna residenziale. La ragazza si lasciò cadere esausta sul terreno, e Jared le si sedette al fianco, ascoltando i pipistrelli infuriati che si riunivano fuori, davanti all’entrata.
Della gli appoggiò il capo sulla spalla. — Credi che riusciremo mai a trovare il Mondo dei Veggenti?
— Perché sei tanto ansiosa di arrivarci?
— Be’… per il tuo stesso motivo, forse.
Naturalmente, lei non poteva conoscere il suo vero motivo… o forse invece sì? — Perché è quello il mondo cui apparteniamo, vero?
— C’è dell’altro, Jared. Sei sicuro di non volerci andare per cercare anche… qualcuno?
— Chi?
Della esitò un attimo. — I tuoi parenti.
Il giovane corrugò la fronte. — Non ho parenti, là.
— Allora devi essere davvero un Veggente originale.
— Perché, tu no?
— Oh, no. Sai, io sono… illegittima. — Poi aggiunse in fretta: — Pensi che faccia qualche differenza… tra noi, voglio dire?
— Be’, no — disse Jared, ma la frase non gli uscì molto convinta. Poi aggiunse, con più fervore: — Per la Radiazione, no!
— Ne sono felice, Jared. — Gli sfiorò un braccio con la guancia. — Naturalmente soltanto mia madre sapeva che sono illegittima.
— Era una Veggente anche lei?
— No. Lo era solo mio padre.
Il giovane si mise ad ascoltare i suoni all’esterno della grotta. Frustrati, sconfitti, i pipistrelli si stavano ritirando verso il Mondo da cui provenivano, lanciando le loro grida stridenti.
— Non capisco — disse Jared alla ragazza.
— È semplice. — Lei scrollò le spalle. — Quando mia madre scoprì che stavo per nascere, si unì in Connubio con un Sopravvissuto del Livello Superiore. Tutti pensarono semplicemente che fossi nata in anticipo.
— Vuoi dire — domandò il giovane con delicatezza, — che tua madre e un Veggente…
— Be’, non è andata proprio così. Loro desideravano il Connubio. Si incontrarono per caso in una galleria, una volta… e, in seguito, molte altre volte. Infine, decisero di fuggire assieme, e di cercare un piccolo Mondo tutto per loro. Durante la fuga, però, mia madre cadde in un pozzo e lui morì per salvarla. A lei non rimase altra possibilità che ritornare al Livello Superiore.
Jared provò un vivo senso di compassione per la ragazza. Riusciva a capire, adesso, con quanto fervore dovesse aver desiderato di raggiungere il Mondo dei Veggenti. Le aveva circondato la vita e l’aveva avvicinata in un consolante abbraccio. Ma ora la lasciò andare, acutamente consapevole della differenza che li divideva. Non si trattava soltanto di una mera distinzione fisica tra un Veggente e un non-Veggente. Era un vasto abisso di filosofia e pensieri divergenti che racchiudevano valori e costumi opposti. Ora riusciva quasi a comprendere il disprezzo che un Veggente sentiva per chiunque ritenesse il percepire soltanto una funzione incomprensibile.
Non c’erano più pipistrelli nel corridoio, per cui Jared disse: — Faremmo meglio a riprendere il cammino.
Ma Della rimase seduta dove si trovava, rigida, immobile, quasi senza respiro. A un tratto, Jared ebbe la momentanea sensazione di udire dei leggeri fruscii, che prima gli erano sfuggiti. Per accertarsene, batté i suoi scandagli nel cavo della mano. Immediatamente ricevette l’impressione di numerosi corpi minuscoli e pelosi. Adesso riusciva a sentire il soffice sgambettare di zampette di insetti sulla pietra.
Della urlò, balzando in piedi. — Jared, questo è un Mondo di ragni! Mi hanno morsicato al braccio!
Mentre si precipitavano verso l’uscita, sentì che la ragazza barcollava. Quando cadde, l’afferrò tra le braccia e la spinse nella galleria, strisciandole dietro carponi. Ma era troppo tardi. Uno dei piccoli animaletti pelosi gli era già piovuto sulla spalla. E, prima che potesse spazzarlo via, avvertì la rovente, incisiva puntura del veleno letale.
Sostenendosi con le due lance, si mise Della sulla spalla, e avanzò incespicando nella galleria. Il veleno gli stava correndo per il braccio, adesso, e avanzava rapidamente verso il petto e la testa, dandogli una sensazione di paralizzante dolore.
Appellandosi a tutte le sue energie riposte, si costrinse a procedere. Aveva più di un motivo urgente per resistere: non poteva perdere i sensi lì. I pipistrelli sarebbero tornati da un momento all’altro. Né poteva fermarsi finché non avesse raggiunto una sorgente calda, dove avrebbe potuto preparare una poltiglia di fango fumante per curare le loro ferite.
Sbatté contro una roccia, rigirò su se stesso, vacillò per un attimo, poi proseguì con passo incerto. Arrivato alla prima curva del corridoio, guadò un braccio del fiume e cadde non appena ebbe raggiunto l’altra riva.
Il corso d’acqua scompariva nella parete e, davanti a loro, si stendeva una galleria ampia e asciutta. Spingendosi avanti con la mano che ancora impugnava le due lance, Jared trascinò con sé Della. Poi si fermò ad ascoltare un drip drip che si ripeteva con melodiosa monotonia. Con la punta di una lancia urtò la parete di roccia; il thunk prodotto gli riportò l’impressione generale del passaggio che si stendeva davanti a loro.
Era un corridoio stranamente familiare, con la snella stalattite che sgocciolava nella polla sottostante, non molto distante da un pozzo isolato e ben definito. Si sentì sicuro di essere già stato lì molte volte in precedenza; era già stato a lato di quell’umido ago di roccia e aveva già fatto scorrere la mano sui suoi contorni freddi e lisci.
E, nell’ultima impressione prima di scivolare in stato d’incoscienza, riconobbe tutti i particolari della galleria che conduceva al Mondo immaginario della Gentile Sopravvissuta dei suoi sogni.
Jared si ritrasse da quelle sensazioni assurde, dagli schemi contraddittori dell’orientamento fisico. Era certo di trovarsi ancora steso nel corridoio vicino alla stalattite gocciolante. Eppure, era ugualmente sicuro di trovarsi anche in un altro luogo. Il «drip-drip» dell’acqua mutò tono, trasformandosi per un po’ in un fastidioso «tap-tap», per poi tornare al «drip-drip» precedente. La ruvida durezza della pietra che si stendeva sotto il suo corpo febbricitante, sembrava, a tratti, soffice come le fibre dei gusci di manna ammucchiati a formare un giaciglio.
Durante la fase successiva dell’alternarsi tra qui e là, il lontano «tap-tap-tap» richiamò decisamente la sua attenzione. E i secchi echi gli riportarono l’impressione di qualcuno — seduto su una sporgenza di roccia — che tamburellava distratto con le dita sulla pietra.
Per la Luce, com’era vecchio quell’uomo! Se non fosse stato per il movimento della sua mano, lo si sarebbe potuto facilmente scambiare per uno scheletro. La testa, tremolante per gli acciacchi della vecchiaia, sembrava un teschio scavato. E la barba, rada e malcurata, arrivava sino a terra, perdendosi in una sottigliezza inaudibile.
Tap-tap-tap… drip-drip…
Jared si ritrovò di nuovo nella galleria. E, simili a suoni diversi mescolati assieme, gli sparsi peli della barba si erano trasformati nell’umida stalattite.
— Rilassati, Jared. È tutto sotto controllo, adesso.
Per poco la sorpresa non lo strappò dal sogno. — La Gentile Sopravvissuta!
— Sarebbe più spontaneo, se mi chiamassi soltanto Leah.
Jared rifletté un attimo su quel nome; poi pensò recisamente: — Sto di nuovo sognando.
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