Isaac Asimov - Il sole nudo

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Il Sole Nudo Ancora una volta un caso da risolvere.
Ancora una volta Uomo e Robot assieme.
Naturalmente, ancora una volta Baley e Olivaw.
E ricomincia il sottile duello tra uomo e robot, tra istinto e ragione. Un argomento che molti tratterebbero con superficiale banalità , ma che nella penna di Asimov raggiunge livelli di incredibile meraviglia.
Sarà  l’uomo a piegarsi alla razionalità  del robot, oppure R. Daneel Olivaw comprenderà  i meccanismi illogici del cervello umano?
Ancora una meravigliosa avventura che lascerà  il lettore estasiato.
La coppia più riuscita di tutta la letteratura di fantascienza.
Ancora una perla del geniale
Isaac Asimov.
Un romanzo degno del precedente (
) e un preludio eccellente al meraviglioso seguito:
.

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Attlebish appoggiò la punta delle dita sulla fronte. «Ci penserò.»

«Non troppo a lungo,» lo avvertì Baley «perché ho delle visite da fare entro l'ora, e non per visione. Visione terminata!»

Dopo che il robot ebbe interrotto il contatto, rimase a fissare piacevolmente sorpreso il posto dov'era stato Attlebish. Nulla di tutto questo era stato premeditato: era nato d'impulso dai suoi sogni e dall'arroganza di Attlebish. Ora che era successo, ne era contento. Era quello che in realtà voleva: prendere il controllo.

Pensò: gliene ho dette quattro, allo sporco spaziale!

Desiderava che tutta la popolazione della Terra fosse tata presente. Quell'uomo sembrava tanto lo spaziale tipo, e questo rendeva la cosa perfetta, naturalmente. Perfetta.

Solo, perché questa sensazione di veemenza sull'argomento delle visite? Baley non riusciva proprio a capirla. Sapeva che cosa aveva intenzione di fare, e il vedere (non il visionare) ne era parte integrante. D'accordo. Eppure, quando aveva parlato di visite, l'altro si era fatto tesissimo, come se fosse stato pronto a buttare giù i muri di casa sua, anche se questo non sarebbe servito a nulla.

Perché?

C'era qualcosa che lo spingeva oltre il caso, qualcosa che non aveva nulla a che fare con la salvezza della Terra. Ma cosa?

Stranamente gli tornò a mente il sogno: il sole che brillava per tutti i marciapiedi opachi nel gigantesco sottosuolo delle Città terrestri.

Daneel disse pensieroso (per quanto la sua voce potesse esprimere un'emozione riconoscibile): «Chissà, collega Elijah, se questo è interamente sicuro».

«Bluffare con quel tipo? Ha funzionato. E poi non era proprio un bluff. Io credo davvero che per Aurora sia importante sapere che cosa succede su Solaria, e che Aurora lo sappia. Comunque, grazie per non avermi sbugiardato.»

«È stata una decisione naturale. Averti sostenuto ha procurato un danno piuttosto piccolo all'agente Attlebish. Far notare la tua bugia avrebbe portato a te un danno molto più grande e più diretto.»

«Contrapposizione di potenziali, e il più alto ha vinto, eh, Daneel?»

«Così è stato, collega Elijah. So che questo procedimento, in modo molto meno definibile, avviene anche nella mente umana. Comunque, ripeto che questo tuo proponimento non è sicuro.»

«Quale nuovo proponimento?»

«Non approvo la tua intenzione di visitare gente. Intendendo vedere come opposto di visionare.»

«Capisco. Non cerco la tua approvazione.»

«Ho le mie istruzioni, collega Elijah. Quello che ti ha detto l'agente Gruer ieri sera, durante la mia assenza, non posso saperlo. Che ti abbia detto qualcosa è ovvio, per come è cambiato il tuo atteggiamento verso il problema. Comunque, alla luce delle mie istruzioni, posso indovinarlo. Deve averti messo in guardia sulla possibilità che dalla situazione di Solaria nasca un pericolo per gli altri pianeti.»

Lentamente Baley cercò la pipa. L'aveva fatto di quando in quando e aveva sempre provato dell'irritazione quando non aveva trovato nulla e si era ricordato di non poter fumare. «Ci sono ventimila solariani» disse. «Che pericolo possono rappresentare?»

«Su Aurora i miei padroni sono a disagio da molto tempo, a proposito di Solaria. Non mi hanno detto tutte le informazioni in loro possesso…»

«E quel poco che ti hanno detto, ti hanno detto di non ripetermelo. È così?» chiese Baley.

«C'è moltissimo da scoprire,» rispose Daneel «prima di poter discutere liberamente di questo.»

«Be', ma che cosa fanno i solariani? Nuove armi? Finanziano sovversioni? Una campagna di omicidi individuali? Che cosa possono fare ventimila persone contro centinaia di milioni di spaziali?»

Daneel rimase in silenzio.

«Intendo scoprirlo, lo sai» disse Baley.

«Ma non nel modo che ti sei proposto, collega Elijah. Sono stato istruito con molta cura di proteggere la tua incolumità.»

«L'avresti fatto comunque. Prima Legge!»

«Anche al di sopra di quella. In un conflitto tra la tua salvezza e quella di un altro, devo scegliere la tua.»

«Naturale. Si capisce. Se mi succede qualcosa, non c'è più modo di farti restare su Solaria senza complicazioni che Aurora non è ancora pronta ad affrontare. Finché sono vivo, sono qui per la richiesta originale di Solaria e, se necessario, possiamo far pesare la cosa per restare. Se sarò morto, tutta la situazione cambierà. Così i tuoi ordini sono di mantenere Baley vivo. Ho ragione?»

«Non posso presumere di poter interpretare le ragioni che stanno dietro ai miei ordini» rispose Daneel.

«Va bene, non preoccuparti. Lo spazio aperto non mi ucciderà, se trovassi necessario vedere qualcuno. Sopravviverò. Potrei anche abituarmici.»

«Non è solo questione di spazio aperto, collega Elijah» disse Daneel. «È questione di vedere i solariani. È questo che non approvo.»

«Vuoi dire che agli spaziali non piacerà. Peggio per loro. Che mettano filtri al naso e indossino guanti. Che disinfettino l'aria. E se vedermi in carne e ossa offende la loro morale pulitina, che chiudano gli occhi e arrossiscano pure. Ma ho intenzione di vederli. Considero necessario farlo, e lo farò. »

«Ma io non posso permettertelo.»

« Tu non puoi permettermelo

«Certo capisci perché, collega Elijah.»

«E invece no.»

«Tieni presente, allora, che l'agente Gruer, la figura chiave solariana dell'investigazione in questo caso, è stato avvelenato. Ne può conseguire che, se ti permetto di proseguire nel tuo piano di esporti indiscriminatamente in prima persona, la vittima successiva dovresti essere per forza tu. Come posso dunque permetterti di lasciare la sicurezza di questa casa?»

«E come vorresti fermarmi, Daneel?»

«Con la forza, se necessario, collega Elijah» rispose calmo Daneel. «Anche se dovessi farti male. Se non lo faccio, morirai sicuramente.»

9. Viene scoraggiato un robot

«Così vince ancora il potenziale più alto» commentò Baley. «Pur di mantenermi vivo, mi faresti del male.»

«Non credo che sarà necessario farti del male, collega Elijah. Sai che ti sono superiore in forza e non tenterai un'inutile resistenza. Comunque, se diventasse necessario, sarei spinto a farti del male.»

«Potrei disintegrarti lì dove sei» disse Baley. «Adesso! Nel mio potenziale non c'è nulla che mi trattenga.»

«Mi era venuto in mente che avresti potuto prendere questo atteggiamento a un certo punto della nostra relazione, collega Elijah. Con più precisione, il pensiero mi è venuto durante il viaggio verso questa casa, quando in macchina sei diventato temporaneamente violento. In relazione alla tua salvezza, la mia distruzione è poco importante, ma tale distruzione alla fine ti causerebbe dei fastidi e disturberebbe i piani dei miei padroni. Quindi, durante il tuo primo periodo di sonno, è stata mia cura immediata togliere la carica al tuo fulminatore.»

Baley serrò le labbra. Era rimasto senza un fulminatore carico! La mano gli corse istantaneamente alla fondina. Estrasse l'arma ed esaminò il contatore delle cariche. Segnava zero.

Per un istante soppesò l'inutile massa di metallo, come se pensasse di tirarla direttamente in faccia a Daneel. Ma a che sarebbe servito? Il robot si sarebbe scansato con efficienza.

Rimise l'arma nella fondina. Avrebbe potuto ricaricarla in seguito.

Lentamente e pensosamente disse: «Non m'imbrogli, Daneel».

«In che modo, collega Elijah?»

«Sei troppo il padrone. Sono completamente bloccato da te. Sei davvero un robot?»

«Hai già dubitato di questo precedentemente.»

«L'anno scorso sulla Terra dubitavo che R. Daneel Olivaw fosse un robot. Ed è saltato fuori che invece lo era. Credo che lo sia ancora. Comunque la mia domanda è: sei R. Daneel Olivaw?»

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