Indra, Dim… be’, spero che vi sia giunto in buono stato… ancora non riesco a crederci. Tutte quelle straordinarie creature — avremmo dovuto rilevare le loro voci radio, anche se non potevamo capirle! — spazzate via in un istante, in modo che Giove potesse diventare un sole.
E adesso siamo in grado di comprenderne il perché. Era per dare agli europidi la loro possibilità. Che logica spietata: l’intelligenza è l’unica cosa che conta? Prevedo lunghe discussioni con Ted Khan su questo…
La domanda successiva è: riusciranno gli europidi a fare il salto di qualità… o rimarranno bloccati per sempre nell’asilo infantile… ma nemmeno… nella nursery? Benché un migliaio di anni sia un periodo molto breve, ci si potrebbe aspettare un lieve progresso ma, secondo Dave, sono esattamente gli stessi di quando lasciarono il mare. Forse è questo il guaio; hanno ancora un piede — o un ramo! — nell’acqua.
Ed ecco un’altra cosa su cui ci siamo completamente sbagliati. Pensavamo che tornassero in acqua a dormire. Invece è esattamente il contrario — ci tornano per mangiare e dormono quando vengono a terra! Come si poteva capire dalla loro conformazione — quell’intrico di rami — si cibano di plancton…
Ho chiesto a Dave: «E gli igloo che hanno costruito? Non sono un progresso tecnologico?» E lui ha detto: «Nemmeno per sogno… sono adattamenti delle strutture che costruiscono sul fondo marino per proteggersi dai diversi predatori… in particolare una specie di tappeto volante, grande come un campo di calcio…»
Ma c’è un ambito in cui hanno dimostrato di avere iniziativa persino creatività. Sono affascinati dai metalli, presumibilmente perché non esistono allo stato puro nell’oceano. Ecco perché hanno fatto a pezzi la Tsien — la stessa cosa è accaduta alle varie sonde scese sul loro territorio.
Cosa ne fanno del rame, del berillio e del titanio che raccolgono? Nulla di utile, temo. Li portano tutti insieme in un posto, in un mucchio fantastico che continuano a modificare. Potrebbero essere sul punto di sviluppare un senso estetico… ho visto di peggio al museo di arte moderna… Ma ho elaborato un’altra teoria… avete mai sentito parlare dei culti del cargo? Durante il XX secolo, alcune tribù molto primitive ancora esistenti costruivano imitazioni di aerei con il bambù, nella speranza di attirare i grandi uccelli del cielo che di tanto in tanto portavano loro doni meravigliosi. Forse gli europidi la pensano allo stesso modo.
E adesso quella domanda che continuate a farmi… Che cos’è Dave? E in che modo lui — e Hal — sono diventati qualunque cosa siano ora?
La risposta più rapida è, ovviamente, che siano entrambi emulazioni… simulazioni… nella gigantesca memoria del monolito. Per la maggior parte del tempo sono disattivati; quando l’ho chiesto a Dave, ha detto di essere rimasto «sveglio» — sono parole sue — in tutto solo per cinquant’anni sui mille trascorsi dalla sua… hum… metamorfosi.
Quando gli ho chiesto se gli dispiacesse quell’assorbimento della sua vita nel monolito, ha detto: «Perché dovrei dispiacermi? Eseguo alla perfezione le mie funzioni». Sì, assomiglia proprio ad Hal! Ma credo che fosse Dave… se adesso c’è ancora qualche differenza.
Vi ricordate quell’analogia del coltello dell’esercito svizzero? Halman è una delle miriadi di componenti di questo coltello cosmico.
Ma non è uno strumento completamente passivo quando è sveglio, ha una certa autonomia, una certa indipendenza — presumibilmente entro i limiti stabiliti dal controllo opprimente del monolito. Nel corso dei secoli, è stato utilizzato come una specie di sonda intelligente per esaminare Giove — come avete appena constatato —, Ganimede e anche la Terra. Il che conferma quei misteriosi eventi in Florida, riferiti dall’ex ragazza di Dave e dall’infermiera che si occupava della madre, pochi istanti prima della sua morte… come anche gli incontri ad Anubis City.
E spiega anche un altro mistero. Ho chiesto a Dave in tutta franchezza: «Perché mi hanno permesso di atterrare su Europa, quando per secoli tutti gli altri sono stati dirottati? Mi aspettavo che lo facessero anche con me!»
La risposta è ridicolmente semplice. Il monolito usa Dave — Halman — di tanto in tanto per tenerci d’occhio. Dave sapeva tutto del mio recupero — ha visto persino alcune interviste che ho rilasciato ai media sulla Terra e su Ganimede. Devo dire che sono un po'’ offeso che non abbia cercato di mettersi in contatto con me! Ma almeno mi ha dato il benvenuto quando sono arrivato…
Dim — ho ancora quarantott’ore prima che il Falcon parta — con o senza di me! Non penso che le sfrutterò tutte, ora che mi sono messo in contatto con Halman; possiamo metterci in contatto direttamente da Anubis… se lo vuoi fare.
E sono ansioso di tornare al Grandimede il più presto possibile. Il Falcon è un bel velivolo, ma i servizi igienici potrebbero essere migliorati… là dentro comincia a esserci cattivo odore e ho una gran voglia di farmi una doccia.
Non vedo l’ora di rivedervi — e soprattutto Ted Khan. Abbiamo un sacco di cose su cui discutere, prima che ritorni sulla Terra.
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TRASMETTERE
Faticare per quel che sarà
non serve all’errore di base;
ci piove dentro al mare,
eppure sa di sale.
(A. E. Housman, More Poems)
32. UN GENTILUOMO TRANQUILLO
Nell’insieme, erano stati tre decenni interessanti ma privi di eventi, scanditi dalle gioie e dai dolori che il Tempo e il Destino riservano a tutto il genere umano.
La più grande di queste gioie era arrivata del tutto inaspettata; anzi, prima di lasciare la Terra alla volta di Ganimede, Poole avrebbe considerato assurda persino la sola idea.
C’è molta verità nel detto secondo il quale l’assenza acuisce il desiderio. Quando lui e Indra Wallace si rividero, scoprirono che, nonostante le punzecchiature e gli occasionali disaccordi, erano più vicini di quanto immaginassero. Da cosa nasce cosa — compresi, con loro reciproca felicità, Dawn Wallace e Martin Poole.
Era piuttosto tardi per cominciare una vita di famiglia a parte quella questioncina di un migliaio di anni — e il professor Anderson li aveva avvertiti che forse non sarebbe stato possibile. O peggio ancora…
«Lei è più fortunato di quanto possa immaginare», disse a Poole. «Il danno da irradiazione era sorprendentemente esiguo e siamo stati in grado di eseguire tutte le correzioni essenziali dal suo DNA intatto. Ma fin quando non faremo altri test, non le posso promettere la completezza genetica. Quindi si diverta… ma non metta su famiglia fin quando non glielo dirò io.»
I test erano stati lunghi e tediosi, e come Anderson aveva temuto, si erano rese necessarie altre correzioni. C’era stato un grave intoppo qualcosa che non avrebbe mai potuto vivere, nemmeno se le fosse stato concesso di superare le prime settimane dal momento del concepimento tuttavia Martin e Dawn erano perfetti, con il loro numero giusto di teste, braccia e gambe. Erano anche belli e intelligenti e riuscivano a stento a evitare di essere troppo coccolati dai loro genitori perdutamente innamorati, che peraltro rimasero ottimi amici anche quando, quindici anni più tardi, decisero di riprendersi la libertà di un tempo. Grazie al loro Quoziente di Conseguimento Sociale, potevano godere del permesso — anzi, erano stati addirittura incoraggiati — di avere un altro figlio, ma decisero di non mettere ulteriormente alla prova la loro stupefacente buona sorte.
Una tragedia aveva gettato un’ombra sulla vita personale di Poole durante questo periodo — e ovviamente aveva addolorato l’intera comunità del sistema solare. Il capitano Chandler e tutto il suo equipaggio erano rimasti uccisi quando il nucleo di una cometa che stavano perlustrando era esploso all’improvviso, distruggendo il Goliath in modo così completo che vennero localizzati solo pochi frammenti. Esplosioni del genere — provocate da reazioni di molecole instabili attive a temperature molto basse — erano un pericolo ben noto ai cacciatori di comete, e Chandler ne aveva incontrate diverse nella sua carriera. Nessuno avrebbe mai saputo in quali precise circostanze un uomo della sua esperienza avesse potuto lasciarsi cogliere di sorpresa.
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